Edie non lo sa.
Non può saperlo, questa ragazzotta del 1966, from Dallas, che a fine anni '80 mi colpì per le sue canzoni malinconiche e allegre nello stesso tempo, e che adesso, in un grigio e mite pomeriggio di ottobre mi sta accompagnando, sul vinile, con il suo Ghost Of A Dog. All'epoca, oltre a cantare pezzi magici, era anche assai carina, con quel cappello a larghe tese che era solita indossare: poi il tempo, si sa, ci devasta, ma in me quel ricordo, quella voce sono sempre vivi e di certo Edie non lo sa che oggi, a 30 anni di distanza, un italico grafomane sta ascoltando la sua voce e la sua musica in un grigio e mite pomeriggio di ottobre. Certi momenti non passano, certi flash rivivono come se fosse il primo scatto. E' la magia della musica, e anche della letteratura, delle arti.
Edie Arlisa Brickell non ha avuto una carriera formidabile, anzi Ghost Of A Dog, LP bellissimo, vendette pure poco, dopo il boom di Shotting Rubberbands At The Stars. Poi sposò Paul Simon, non proprio uno sconosciuto, e fece tre figli. E' cambiata, non ho suoi dischi recenti, vivo ancora in quella bolla dei due album citati e poi del suo primo LP solista Picture Perfect Morning.
Non lo sa che oggi è in compagnia di un uomo del Vecchio Mondo che ha un suo vinile e lo fa girare sul piatto, in un grigio e mite pomeriggio di ottobre di fine decennio. E mi sembra di averla qui, con quel cappello e quegli occhi, che il tempo ha reso meno vivi.
Edie, quella Edie, è qui, anche se non lo sa.
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