Per esempio Claudio Ranieri. Un uomo fantastico e un tecnico valido.
I suoi valori, quelli che ha coltivato tutta la vita, prima da calciatore e poi da allenatore, e quelli che ha coccolato in questo biennio sampdoriano, sono quelli della filosofia Samp targata Mantovani, la scuola alla quale io e molti come me siamo cresciuti, come sportivi e come uomini, ché le due cose non sono scisse.
Le coppe sono importanti, e noi sette sul caminetto le abbiamo, e francamente sono sette in più di quelle che mi sarei aspettato negli anni ‘70: ma per quanto mi riguarda, per quanto ci riguarda, sono niente senza quei valori che ci fanno sentire orgogliosi di una squadra di giocatori persone perbene, prima ancora che bravi a calciare una sfera di cuoio. Vincere senza abdicare ai propri valori è il nostro mantra, ed è quello che Paolo Mantovani ha realizzato nel decennio d’oro dei Quattro Colori.
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Abbiamo avuto tante persone perbene alla Samp, anche Giampaolo, Novellino... per non parlare di Boskov, Eriksson, Bersellini... e tanti giocatori che prima che calciatori erano uomini su cui fare affidamento, sportivi, corretti, buoni prima ancora che bravi. L’arroganza non ci appertiene. Non abbiamo media, né politici influenti a farci da balia. Non possediamo tv. Non controlliamo nessun mercato, non spendiamo centinaia di milioni che non abbiamo, come fanno tanti. Quello che abbiamo vinto ce lo siamo sudato, e molto abbiamo lasciato sul campo per via di ragioni che con lo sport non hanno nulla a che fare. Magari adesso abbiamo un presidente che non ci rappresenta, e difatti lo contestiamo senza sosta, ma sempre con ritegno, col ritegno dei veri genovesi.
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Noi a Samp siamo così: vincere è bello, ma ci sono alcune cose più importanti. Vincere senza tradirle è fantastico.
Siamo orgogliosi degli uomini fantastici he abbiamo avuto, per periodi più o meno lunghi.
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Vincere con l’inganno non ci piace. Ecco perchè quando accade (molto, ma molto di rado) che un arbitro si sbaglia a nostro favore, ci restiamo male.
Ci amareggiamo invece quando sbaglia (e accade non di rado) a nostro sfavore ma di quegli errori che fatichi a credere umani e quindi, ovviamente, scusabili. Ma in entrambi i casi non preferiremmo mai e poi mai vincere in quel modo là: non è roba per noi. Ma vedo che è roba per altri, che in simile fango sguazzano felici. Rispettiamo le felicità di plastica altrui, e i loro errori.
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(Foto: Boskov) autore: mauroarcobaleno (blog.mauroarcobaleno.it)
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