Tutti hanno diritto di manifestare liberamente il proprio pensiero con la parola,lo scritto e ogni altro mezzo di diffusione (art.21)

* HOME * CHI SONO * REGOLAMENTO * COSA HO APPENA [RI]LETTO * COSA HO APPENA [RI]VISTO, [RI]ASCOLTATO *
MI PIACE * FB 1 * FB 2 * SCRIVIMI * CONDIVIDO * DEFINIZIONI * FONTI * ALIZEE *


.
Se trovi interessante quel che scrivo non sai cosa ti perdi su Twitter e Facebook.
Se non mi trovi interessante, lo accetto, ma hai un problema! :-)

domenica 2 maggio 2021

Una squadra che si vuole bene e che cerca sempre di sorridere



Io voglio una squadra che si comporta bene, che rispetta le regole, gli avversari e gli arbitri, che ama (riamatissima) i suoi sostenitori, la città, la regione, che si sostiene nelle difficoltà con generosità e altruismo, che gioca per divertirsi e per divertire e che prova con tutte le sue forze a vincere, senza però farsene una malattia: voglio giocatori che si vogliono bene. Voglio persone degne, prima ancora che bravi calciatori, persone che vestano la nostra casacca con onore e che ci facciano sentire orgogliosi di quei quattro magici colori. Uomini che ci diano qualcosa e a cui noi si riesca a dare qualcosa, e che quando ci lasciano portino un imperituro e dolce ricordo di noi e della nostra meravigliosa città.

Voglio comportamenti sobri e, anche se di protesta, pur sempre nei limiti, anche quando i giudici di gara prendono decisioni sbagliate (errare è umano), anche quando prendono decisioni sbagliate che è impossibile sbagliare e che ti fanno ribolllire il sangue per la rabbia di chi viene preso in giro e vede vanificati i suoi sforzi da fattori extracalcistici e che con lo sport non hanno nulla a che fare.
A volte il nervosismo ti prende, ma a noi capita di rado: anzi, protestiamo troppo poco, e alla fine il telecronista che si crede astuto e invece è solo ingenuo o prezzolato afferma: si vede che non era fallo, se il giocatore colpito non ha scatenato l’inferno. O si vede che è sampdoriano...

Certo, a volte sbrocchiamo anche noi. A volte in campo, a volte a livello dirigenziale sotto forma di lecita e corretta protesta ufficiale. Ma quando capita (di rado, e quando il vaso è ben colmo), è una notizia, e poi davvero noi non abbiamo il potere (politico o mediatico) di influenzare chicchessia con le sceneggiate e le proteste (e non vorremmo averlo), quindi casomai sarebbero sempre reazioni isteriche e proteste a caldo, mai tentativi truffaldini di far pressione sull’arbitro o di condizionare alcunché.

E, soprattutto, quando ci capita di sbagliare (ripeto: di rado), sappiamo di aver sbagliato, a differenza di altri che invece fanno dell’arroganza e dell’antisportività le cifre più luccicanti della loro ragione sociale, e sbraitano da una indubbia (e ingiusta) posizione di forza politica e mediatica (il che è pure un’aggravante).


autore: mauroarcobaleno (blog.mauroarcobaleno.it) Per tornare alla home page clicca qui. Se questo blog ti interessa e vuoi essere aggiornato sui suoi contenuti iscriviti al mio feed oppure seguimi via mail. Se vuoi segnalare questo articolo clicca sul titolo del post e vai a fondo post.


Nessun commento: