A destra i candidati sindaco li scelgono a sorte, tanto quelli di destra li votano uguale. Se c’ha la rogna, meglio: lo votano con più fervore. Se è un cafone meglio: se ne parla di più. Se non c’ha un’idea è perfetto: così non è criticabile e una volta eletto può cambiarla. Se flirta col fascismo e che vuoi che sia: il fascismo non esiste più.
A sinistra invece ne scelgono tre, di candidati, dopo discussioni di settimane e primarie e secondarie; così disperdono i voti e passano da una vittoria probabile a una sconfitta sicura. E se per caso una sera sbaglia il cassonetto della differenziata, o viene fuori su un giornale (di destra) che da piccolo si scaccolava in classe, ne chiedono le dimissioni.
A destra se uno viene indagato è un martire; se viene condannato fa carriera; se è prescritto, è assolto. A sinistra se esce una chiacchiera è bruciato.
Inoltre quelli di sinistra votano o fanno politiche di destra (vedi il Microbo, destra camuffata da centrosinistra, JobsAct e porcate varie; vedi adesso che tutti votano le decisioni di destra del governo Draghi): quindi è normale che poi l’operaio disperato non sa che fare e si incapretta da solo con la Lega o con i fasci.
Ecco perché , anche se nel Paese prevale la sinistra, al voto, spesso, prevale la destra. Ecco perché partiti che si rifanno al fascio e manco dovrebbero esistere stanno al 20.
Non per vantarmi ma mi pare una riflessione forte, e fatta prima di pranzo, il che non è da sottovalutare.
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