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giovedì 28 giugno 2018

Il Caso batte un altro colpo



Li ho rivisti il 25 giugno 2018, dopo 17 anni quasi precisi, forse abbondanti. Una mattina come tante, anche se due uguali nella tua vita non le trovi.
Il Caso sa costruire bene le sue trame. Sa fare bene il suo sporco lavoro.

Parevano due mosche sorprese, più che intrappolate. Sorprese di esser finite su quella tela appiccicosa e fastidiosa. E' stato un momento intenso, che ho dominato. Una successione di istanti notevoli.
Credettero senza dubbio al figlio, al tempo, e si comportarono da succubi e da codardi, quest'ultimo vero marchio di fabbrica del casato.
Quel figlio egoista che hanno sempre idolatrato e mai ben educato. Quel figlio di tanto pregio apparente e nessun valore effettivo. Quell'essere immondo.

Immagino abbastanza bene i pensieri che devono aver fatto capolino nelle loro misere teste l'altro ieri, vedendomi. Lei, un po' invecchiata, lui meno. Stesso modo di fare. Lei, cinica premura, perfida sollecitudine, attivismo egoista apparentemente solidale. Lui, beffarda e presunta superiorità, lontananza emotiva, benevolo distacco superbo.

Il figlio, il pargolo prediletto, il predestinato viziato, l'eterno adolescente pochi neuroni e comunque più ormoni (ma non troppi nemmeno di questi), quel finto bulletto con le tasche piene di lire e lesto a impaurirsi di un'ombra, palloncino gonfiato che ruota intorno al suo ego, quel fonzie da quattro copeche su cui le due mosche hanno morbosamente investito tutto quel poco che sono e anche di più, lo rividi già (senza esser visto, ritengo) due o tre anni fa, in pubblico evento: acqua fresca. Era uguale a sempre, il vomito è sempre uguale nel tempo.
Quella volta il Caso volle solo scherzare; questa volta ha fatto un po' più sul serio, ha voluto divertirsi un tantinello, sempre senza soverchio impegno, comunque. Sua Maestà il Caso ha forse voluto assicurarsi di tenere la fiammella accesa dopo tanti anni di assenza di segnali: inutile premura, la mia arde flebile ma sicura e imperitura. Forse ha in serbo nuovi frutti, forse no. Anche se io penso che mi offrirà l'occasione di chiudere il cerchio; starà a me coglierla. Non sarà facile, dovrò essere ricettivo, veloce e cattivo. Garantisco solo l'ultimo punto: anche se la memoria non dimentica, l'età purtroppo avanza.

All'epoca ribattei perfido oltre ogni dire e segnai un punto, notevolissimo. Si impaurì molto e, da natura, rifiutò il confronto. Promisi poi cose che non manterrò, non ritengo doveroso omaggiare la correttezza oltre ogni dire dovendo trattare con scorretti seriali.
Non cercherò l'occasione, no: su questo mantengo fede all'impegno assunto; ma cercherò di cogliere l'assist del Caso allorquando dovesse spuntare luminoso e invitante dal flusso ignoto dell'avvenire: questo sì.



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domenica 17 giugno 2018

Un nuovo giorno

La luce giallognola che infila le mie persiane e ferisce il mio sonno mi sveglia all'alba.
Il peso livido delle nuvole mi preme sulla nuca, la testa leggermente piegata non riesce a star dritta, le tempie sono lì per scoppiare.
Sento l'insopportabile appiccicume del velo afoso che mi imprigiona nella sua ragnatela, sono mosca e lui è ragno.
Lui è il Giorno appena nato, che mi accoglie fra le sue braccia festose di ipocrita speranza.

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sabato 16 giugno 2018

Quanti amici


Questa mattina, spigolando nella posta, i soliti messaggi di persone care che non conosco ma che sembrano sapere tutto di me e si preoccupano per me.

Valentina mi informa che posso guadagnare anche 3000 euro al mese e senza muovermi da casa (dovrò confezionare dosi di droga? o uccidere vittime che loro mi spediranno direttamemte a domicilio?), Giovanni fa lo sborone e ne propone invece 3800 e sempre da casa (devono aver saputo che amo muovermi solo dal divano al cesso, altrimenti non si spiega come mai nessuno mi proponga qualcosa anche in un ufficio sotto casa), una tale Giada ci tiene a raccontarmi cosa le è successo ieri (poichè non ci siamo conosciuti, temo nulla di meraviglioso, baby), una certa Dr.ssa Laura T. è sicura di potermi garantire erezioni spettacolari (aspetto parametri più precisi per valutare), Luca si fa avanti perchè vorrebbe poter valutare la mia auto usata, Monia e un cognome straniero propongono strane pillolette magiche (sono già abbastanza impasticcato, sorry), una fantomatica IBL Banca mi chiede cortesemente se ho bisogno di un "piccolo" prestito (braccino corto eh?), Valentina B. si limita a mettere un bel "salve!:-)" nell'oggetto, Jessica ha perso 9 chili in una settimana e pare ne vada fiera (odio i tipi distratti), AppDocce mi parla di come trasformare la mia vasca in doccia, Alessia B titola "Dimmi una cosa..." (eh eh... sporcacciona!), una donna di cui faccio solo il cognome (Zazza) mi propone così, senza preavviso, energia sessuale senza limiti (vi giuro, Zazza e non Zozza), Eleonora chiede se la posso chiamare ("Chiamami...") e Elisa, infine, pare avermi allegato un video (uh uh) e mi raccomanda di guardarlo da solo, presumo voglia dire senza moglie intorno (si fa interessante).
Solo per dovere di cronaca eh. E perchè non si dica che non ho amici premurosi.

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mercoledì 23 maggio 2018

Dogman, di Matteo Garrone


Un film che fa star male. Non per la violenza, che c'e'. Ma perchè è dolorosamente e irrimediabilmente cupo, claustrofobico, senza speranza, senza una luce (forse la piccola figlia, ma una luce triste). Luoghi e anime desolati e desolanti, gli uni lo specchio delle altre. Periferia degradata, cemento, enormi pozzanghere e fango, pioggia e ancora pioggia, un cielo livido che illumina le cose del mondo di riflessi color piombo. Vite trascinate, sfigurate, buttate. Anime perse. Un malinteso senso dell'amicizia, un destino scritto, una cieca volontà di rovinarsi. Nella penombra si brancola. Non so se consigliarvelo, fa venir voglia di ammazzarsi, lì per lì.
Ma è grande cinema.
Da Oscar sparato, secondo me.


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martedì 22 maggio 2018

Le critiche di chi ha paura

Le critiche al governo M5S-Lega (quale governo? non esiste, eppure leggo critiche da venti giorni, e spesso da parte di chi per decenni ha governato così male che dovremmo chiedere i danni) rivelano il terrore della Casta che, già in astinenza da potere, teme un possibile governo non omogeneo ai precedenti.

Sebbene ne capisca la ragione, molte di queste critiche sono palesemente stupide. Per esempio quella che recita così: chi criticava premier non eletti o tecnici ora ne propone uno.
C'e' una piccola differenza, ma chi critica un governo non ancora nato in genere non è così fine come il coglierla richiederebbe, ahimè.

Negli anni passati le critiche erano rivolte alla decisione di, caduto un governo, metterne su un altro raffazzonato, non corrispondente alla volontà popolare, anzichè decidere come naturale di andare al voto, tanto più in presenza di un Parlamento che, delegittimato dalla Consulta, avrebbe dovuto sbrigare gli affari correnti e poi sciogliersi e che invece finiva per durare (e governare male, in aggiunta) cinque anni. Questi giochetti sono stati fatti più di una volta: tutto regolare, sia chiaro, ma abbastanza disgustoso. L'errore era quello di non consultare le urne ma costruire governi su misura, o governi comunque fossero, con improbabili alleanze (comunque non frutto di un'espressione popolare o addiritttura contrastanti con essa) con a capo persone spesso senza consenso; o concedere a Papi, in quel famoso dicembre, i mesi necessari per "fare la spesa" in Senato; o ignorare il boom dei 5S nel 2013 (Napolitano disse di conoscere un solo boom, quello economico dei '60) e formare un governo in contrasto con l'esito delle urne o comunque non aderente al più chiaro segnale da esse proveniente. E' tutto questo che si criticava, e a ragione, da più parti, non tanto il fatto che Renzi non fosse deputato o che Monti fosse stato nominato all'uopo senatore.

Poi, tornando all'oggi, c'e' da dire che Conte è sì figura terza, se Matterella lo nominerà, ma in una situazione in cui vi è un contratto (o accordo) e non un'alleanza tra due fazioni (resa obbligata dal comportamento inaccettabile del Pd) e comunque è figura che Di Maio aveva chiaramente previsto nella sua ipotetica squadra di ministri presentata agli elettori prima del voto (altra grande e bella novità targata 5S). Sono differenze notevoli, altro che lievi, a ben vedere.

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venerdì 18 maggio 2018

Furto a scuola (di nuovo)

Detto subito che a te che hai rubato questa notte il portatile (e il tablet, e chissà che altro) alla Scuola dell'Infanzia di Carrara -tu sai quale- auguro che lo stesso ti esploda improvvisamente in faccia provocando (solo a te) ferite non banali, però assolutamente e perfettamente guaribili (...in 250 giorni), faccio una breve riflessione o due.


Rubare è reato. Ma questo non basta. Anche nascondere persone di religione ebraica nel 1943 (e salvarli così dalla morte) era reato, eppure chi l'ha fatto si è dimostrato un vero uomo, sebbene abbia formalmente infranto le leggi dei maiali fascisti (mi scuso coi maiali per averli accostati al fascismo).
E' reato, quindi, ed è giusto che lo sia, ma se hai fame (davvero, eh, non se vuoi le sigarette o altre stupidate, e magari tuo figlio ha fame, più che te) e rubi a chi apparentemente ne ha, e ovviamente senza usare violenza, e quel poco per mangiare (non 3 miliardi), e magari prima di rubare chiedi, non mi sta bene lo stesso, è un'azione riprovevole, ma posso capirlo, umanamente, perchè quando hai un figlio e non hai il pane il mondo lo vedi in maniera diversa. Non posso giustificarlo, non perdonarlo, ma capirlo. Fermo restando che devi comunque essere punito, a meno che non sia giusto la scatoletta di tonno, via! E anche in questo caso, comunque, ti capisco, mi offro di aiutarti, ma se la vittima del furto ti vuole denunciare, può farlo, magari si rivela insensibile ma è nel giusto.
Ma se rubi per altri scopi sei un bastardo. E se rubi a poveri cristi o addirittura a enti assitenziali, scuole, ospedali etc sei un bastardo al cubo.
Da cui il mio augurio di cui sopra.

Ora, so bene che qualche mente fina potrebbe ricavare da questo mio post che 1) rubare si può, ma ai ricchi 2) se hai fame puoi rubare. Che dire? Non ho competenze in psichiatria (vivemdo in questo mondo ho esperienza, ma non competenza), per cui se uno capisce questo, da quel che ho scritto, non posso farci niente: io le scuole dell'obbligo le ho fatte tutte e bene.

Non mi soffermo sul fatto che, a causa dei politici inetti e ladri o tutte e due le cose che ci hanno governato, con rarissime e cortissime e parziali eccezioni, per quattro decenni o più, la situazione attuale è tale per cui le forze dell'ordine non hanno i mezzi per provvedere a tutto e quindi piccoli episodi di delinquenza come questo si ripetono e di fatto restano spessissimo impuniti (e anche la pena che si rischia fa piuttosto ridere). Ma quello, cari miei, dipende da come avete votato per quarant'anni: malissimo.

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giovedì 17 maggio 2018

Roberto Mancini c.t.

Roberto Mancini (Jesi, 1964), dopo anni e anni di delizie e di successi sulla riva a quattro colori del Bisagno, ci ha lasciato in un modo che poteva essere migliore, a voler essere perfezionisti. Forse si era stufato del fatto che, nonostante fosse un numero 10 inarrivabile (dal suo esordio in poi non vedo 10 italiani migliori di lui, al massimo paragonabili), non era mai considerato per il suo giusto valore: e infatti ciò accadde magicamente da quando cominciò a vestire maglie di club più "importanti", grazie al tristemente noto livello dei media italiani.
Al di là di questo, io lo conosco bene. E' stato, lui e altri, parte della mia vita per quindici lunghissimi anni. L'ho visto crescere come calciatore e come uomo. L'ho visto giocare decine e decine di volte, centinaia... Quante emozioni, quante partite, quante avventure. Qualche delusiione, tanti momenti magici, diversi trofei. E l'ho letto e ascoltato per anni, giorno dopo giorno. E quindi non ho dubbi nel dire che si tratta di un uomo di enorme valore: onesto, serio. Un vero uomo.
Come giocatore, ho già detto. Come tecnico ha vinto parecchio. Ma qui mi premeva parlare dell'uomo.
Mancini, poi, è blucerchiato dentro. E' Samp. E' nei nostri cuori in eterno. E pure nella storia di Genova. Lui e i suoi capricci di giovane calciatore. Lui e le sue magie. Lui e i suoi valori cristallini.

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mercoledì 16 maggio 2018

Ma quale record, Allegri?

Allegri afferma che la Juve ha vinto la coppa Italia senza subire gol.
Mi sta bene. Complimenti. Non è facile.
Parla poi di record e fa paragoni con gli anni passati.
E qui non mi sta bene.
Negli ultimi anni la Coppa Italia è cambiata parecchio (in un modo che io ritengo stupido, ma questo adesso non è rilevante).
Allora non puoi fare paragoni fra le diverse edizioni.
La Juve per portarsi a casa la coppa ha affrontato 4 (quattro) squadre. Ha giocato 5 (cinque) partite. No, dico, stiamo scherzando?
Un esempio a caso fra mille, uno che conosco meglio. Nel 1985 la Sampdoria ha vinto la sua prima Coppa Italia. Per farlo ha affrontato 9 squadre (non 4) e ha giocato 13 partite (non 5), e non perchè si era piazzata male in serie A l'anno prima, ma perchè la Coppa aveva ancora una griglia decente, una struttura con un qualche senso, non un tabellone ad uso delle tv e dei club grandi (cosa diversa dai grandi club). Alcune di queste 13 partite sono state giocate in estate a preparazione ancora approssimativa e quindi in una fase dell stagione in cui le differenze tra le squadre forti e quelle meno forti sono minori. Una volta era cosi', prima che snaturassero questa coppa in modo orrido. Adesso chi arriva nei primi otto posti della serie A l'anno prima (è successo pure a noi, ma io resto ovviamente contrario anche quando beneficio di questa formuletta) incontra 4 squadre e si porta a casa il titolo se è bravo, il secondo titolo più importante d'Italia.

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domenica 13 maggio 2018

C'erano giorni in cui Jean era preda di una sottile inquietudine

C'erano giorni in cui Jean era preda di una sottile inquietudine.
Ogni volta non sapeva prevedere quanto a lungo sarebbe durata, e ogni volta era totalmente indifeso e incapace di vincerla. Era una battaglia persa, e rendersene conto presto, quando si manifestava, risparmiava sofferenze ancora maggiori.


Tutto di solito prendeva le mosse da una giornata conclusa male, in maniera nervosa, alla quale seguiva una notte poco tranquilla, un sonno lungo ma disturbato, malato, che non si lasciava finire e che non dava riposo.
E al risveglio questa cappa di piombo a coprire la vita, queste ombre pesanti e semoventi ad oscurare il cielo, questo disagio a paralizzare la voglia di fare, per l'incombente e indistinta minaccia di qualcosa che non avrebbe saputo definire o spiegare ma che gli opprimeva l'anima, lo soffocava come se avesse avuto un groviglio di cotone in gola.
Gli mancava il fiato, tanto aveva la mente oscurata da foschi e indistinti presagi, ma così veri, così forti.

Non era tristezza o male di vivere, anche se di tristezza era venata; non era colpa del tempo, sebbene le previsioni volgessero al brutto. Non era precisa o indiretta conseguenza di qualcosa accaduto il giorno prima, e nemmeno del suo evitabile finale nervoso. Non avrebbe saputo davvero dire da cosa fosse originata, né era mai stato capace di prevederne l'arrivo. Ma, quando arrivava, dominava incontrastata e senza apparente fatica, e non restava che subirne gli effetti, passivamente, soffrendo in silenzio.

Una lieve agonia, sottile e lunga, che sembrava quasi volerti ricordare in maniera cinica e brutale che non avevi il controllo della tua vita, perlomeno non quando venivano a cadere gli artifici e gli stratagemmi che un cervello iperprotettivo si costruiva per rendere sopportabile o addirittura desiderabile il vagare su questo magma indistinto di spazio e tempo che siamo soliti chiamare vita.

Oggi era uno di quei giorni e per Jean, alle tre del pomeriggio, la misura era già colma.

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domenica 6 maggio 2018

Una scatola di biscotti senza biscotti

La democrazia è quella cosa che dovrebbe funzionare così:
- i candidati (meglio se senza problemi con la legge...) partono alla pari, senza conflitto di interessi, illustrano i loro programmi politici e chi prende più voti governa;
- i cittadini sono chiamati ad esprimere la loro opinione ogni volta che serve e la loro opinione è decisiva.
Vi pare democrazia, la nostra?

Da due mesi chi ha preso (molti) più voti degli altri cerca di formare un governo ma nessuno collabora: chi fa promesse che non mantiene, chi rifiuta proprio di sedersi a un tavolo. Eppure, fare trattative post voto, in un sistema proporzionale, non solo è lecito, ma è doveroso e obbligatorio. Non è un inciucio; l'inciucio si ha quando si mettono d'accordo due soggetti in disaccordo su tutto solo per spartirsi le poltrone (e qui invece l'accordo si sarebbe basato su un contratto di cose concrete da fare) o quando le trattative avvengono in modo poco chiaro e segreto (es: patto del Nazareno tra Pd e Fi). A molti manca l'ABC della politica.

Democrazia è il popolo (a cui appartiene la sovranità, ricordiamolo) che decide. In un comune si fa un referendum (online, meglio) su questioni come: con questo denaro costruiamo un asilo o un parco pubblico? E la maggioranza decide come impiegare i soldi pubblici.
Vi pare democrazia, la nostra?

Siamo chiamati alle urne di rado e, quando accade, abbiamo leggi elettorali che ci impediscono di scegliere i nostri rappresentanti, che sono nominati direttamente da quattro o cinque segretari di partito, che non rispondono di quel che fanno a noi cittadini ma ai citati segretari e che possono più volte cambiare casacca a seconda della convenienza.
Spesso quello che decidiamo col voto non trova applicazione: abbiamo premier e governi che non corrispondono a nessuna volontà popolare, abbiamo votato in referendum che sono stati sconfessati da leggi successive.

Ecco perchè quando si presenta alle elezioni una formazione politica di persone giovani, che non hanno mai governato, che non sono responsabili delle nefandezze di questi ultimi decenni, che hanno la fedina penale pulita e che si auto impongono due o tre regolette banali ma clamorose perchè ormai non più osservate da nessuno, moltissimi la votano (e la voterebbero anche più persone, se gli organi di informazione di questo paese fossero neutrali).

Naturalmente chi ha da anni le leve del potere in mano, ed è abituato ad esercitarlo non in nome del popolo sovrano e per il bene del Paese ma per i propri fini e a salvaguardia dei propri interessi, cercherà in tutti i modi di perpetuare lo status quo e di resistere in tutti modi, leciti e no, a questa ondata di rinnovamento.

E' una democrazia svuotata di senso, la nostra; come una scatola di biscotti senza biscotti. I biscotti se li sono mangiati quelli che avrebbero dovuto custodirli e farne buon uso a vantaggio di tutti.

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venerdì 4 maggio 2018

Sulla morte e altre scocciature



Ero un'ora fa nello studio della mia assicuratrice e ne ho approfittato per fare alcune domande su una delle mie polizze in essere; in particolare non ricordavo alcuni dettagli, per esempio se è previsto il pagamento di un risarcimento non solo nel caso di invalidità permanente derivante da infortunio o malattia ma anche nel caso di morte derivante da infortunio... e quindi giocoforza, come spesso mi accade in quelle circostanze, ho cominciato a parlare diffusamente e a fare varie ipotesi in merito a eventuali miei infortuni e/o morti, con la stessa naturalezza con la quale posso parlare dell'ultima giornata di campionato o dei programmi per il prossimo weekend. E non crediate che si tratti di una disinvoltura recitata e quindi finta; si tratta di una disinvoltura estremamente naturale, anche se non nego di giocare un po' su questa mia specifica, e tanto più quanto più mi accorgo di ingenerare imbarazzo o sconcerto nella persona alla quale sto parlando. Non tutti del resto sono così abituati come un assicuratore a parlare tutto il giorno di temi simili e anche alcuni assicuratori (devo dire che anche la mia non è esente) non riescono comunque a dissimulare del tutto lo sconcerto.

La mia naturalezza nel parlare di certi temi deriva, oltre che da un talento naturale sul quale per modestia non ritengo opportuno dilungarmi, anche dalla logica, banale e penso alla portata di tutti considerazione, in effetti suffragata dai fatti e anche dalla testimonianza di altri operatori del settore, secondo la quale, sebbene pochi siano così disinvolti come me nel parlare della propria morte, tuttavia sia quasi scientifico affermare che il parlare della propria morte non incrementa di un singolo spillo percentuale la probabilità che essa si possa verificare.
D'altra parte se vai da un assicuratore e decidi di stipulare un contratto di tale natura è evidente che devi affrontare l'argomento e sviscerarne anche gli aspetti più intimi. In pratica non sono superstizioso o, meglio, al di là di piccoli tic che occasionalmente posso avere anch'io, sicuramente non soffro di superstizione. Cioè, non è che la morte non mi faccia paura... parafrasando un noto autore potrei dire che semplicemente non vorrei esserci quando accadrà; facendo sfoggio di maggiore originalità direi che mi disturba alquanto l'idea di crepare, più che farmi paura... Insomma, mi scoccerebbe un po' morire, se devo dirla tutta. Ritengo che potrebbe rivelarsi una gran seccatura.

In ogni caso ho anche precisato alla mia stimata assicuratrice che è normale parlare di queste cose nel momento in cui si viene a stipulare un contratto di questo tipo o a chiedere informazioni su di esso: uno stipula un contratto di questo tipo proprio per cautelare se stesso o più frequentemente altre persone dal verificarsi di un determinato evento e, quindi, è evidente che deve sapere cosa sta firmando o cosa ha firmato e deve capire se quello che sta per ottenere è in linea con quello che desidera ottenere.

Alla fine, dopo un tre o quattro minuti di discorsi di questo tipo, di mie domande , di risposte della mia interlocutrice e di mie ulteriori domande, presumo alla presenza silenziosa di una persona che era nell'ufficio accanto (mi pare di averla intuita), non so se cliente o collega, e che non si è mai mostrata ma che si deve essere divertita parecchio, ho concluso dicendo che comunque potevo sicuramente essere ritenuto un buon cliente dalla compagnia assicuratrice in quanto non faccio incidenti con l'auto da decenni e non sono mai morto...

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mercoledì 2 maggio 2018

Situazione intricata, analisi semplice

C'e' una forza politica che, pur essendo da 5 anni la prima per voti ricevuti, non trova il modo di governare o co-governare. Sono i 5 Stelle.
La spiegazione è semplice, al di là delle pompose e farlocche analisi dei grandi editorialisti.

I due blocchi di potere principali (Berlusconi e Renzi, per brevità) da 5 anni collaborano ottimamente per raggiungere questo scopo e sono a capo di due formazioni ormai davvero ben poco distinguibili. Hanno governato insieme, hanno reciprocamente chiuso un occhio sulle numerose nefandezze compiute, hanno stretto patti sudici e segreti ("Nazareno"), hanno fatto strame dei diritti dei lavoratori, hanno fatto riforme elettorali e costituzionali pessime e pericolose (per fortuna bocciate, dal popolo o dalla Consulta)., hanno costruito a tavolino e imposto con otto voti di fiducia, e alla viglia delle elezioni, una legge elettorale pessima, incostituzionale e studiata scientificamente per danneggiare i 5 Stelle (e che se non li ha danneggiati è solo perchè è mancata la materia prima, i voti al PD e a FI..., ma ha garantito la voluta ingovernabilità -se non gioco io, non gioca nessuno) e, adesso, fanno ciascuno la propria parte per impedire la formazione di un governo che veda coinvolti i 5 Stelle, Berlusconi tenendo in pugno Salvini (con la intuibile minaccia delle giunte del Nord e con altri inconfessabili segreti), Renzi grazie alla feldeltà dei parlamentari che si è nominato da solo sputando sullo Statuto del suo stesso partito.

Come vedete, la complessa situazione politica attuale tanto complessa non è.

Adesso, se il Pd, dopo l'atteggiamento eversivo definito aventiniano dai giornaloni, non riuscirà nei prossimi giorni a riacquistare dignità e a porre come obiettivo principale della sua azione il bene del Paese, liberandosi di un finto dimissionario che ancora dirige il partito, le strade saranno due: intesa Pd-Centrodestra (del resto, il Pd attua da anni politiche di destra) o nuove elezioni. Al momento sembra impossibile che il Pd riesca ad abbandonare l'infantilismo di una classe dirigente pessima, incapace di riconoscere i propri errori e di prenderne atto lasciando libero il campo.

Nel primo caso (Pd-Centrodestra) sarà interessante vedere cosa combineranno, con una opposizione oceanica e compatta come quella pentastellata, e quanti altri elettori perderà il Pd per il fatto di mettersi a governare con Salvini, senza contare che nemmeno a Salvini porterà bene in termini elettoriali inciuciare con l'odiato Renzi.  Nel secondo caso, sia che si mantenga il risibile Rosatellum sia che si adotti una qualsiasi altra legge, i risultati delle urne saranno pressapoco quelli di oggi (5 Stelle in aumento o più o meno stabili, Salvini idem, Pd in discesa, Berlusconi poco distante da quanto vale oggi) e quindi si porrà tra pochi mesi l'esatta situazione intricata di oggi. Ergo, votare di nuovo non risolverà nulla: brucerà un sacco di soldi e posticiperà l'esigenza di affrontare i problemi.

Vi dicono che serve un governo in tempi brevi. Non credete a queste fandonie. Serve un buon governo.

La causa di questo stallo, lo ripeto, è la strategia perseguita da Renzi e da Berlusconi, che, come dire, non hanno fra i loro pensieri l'interesse del Paese. In una democrazia parlamentare con legge elettorale proporzionale tutti i partiti hanno l'obbligo morale di collaborare al fine di trovare un'intesa e dare un buon governo al Paese; chi si rifiuta pregiudizialmente di confrontarsi con chicchessia o chi persegue scopi personali mette in atto una condotta, di fatto, eversiva.


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martedì 1 maggio 2018

Napoli e Juve: una riflessione serena

La Juventus è più forte del Napoli, non vi sono dubbi, e in questo mio giudizio includo ovviamente l'aspetto tecnico, quello tattico, quello organizzativo e gestionale, la mentalità e l'abitudine a vincere, la compattezza del gruppo e la capacità di mantenere alta la concentrazione.

Il Napoli gioca meglio della Juventus. A tratti, molto meglio. Esprime un calcio più spettacolare, più scintillante, più divertente, più gioioso. Ha una maggiore identità di gioco.

La Juventus ha generalmente un atteggiamento arrogante e strafottente, fuori e dentro al campo e non brilla certo per sportività e modestia.

Il Napoli, ad eccezione di certe insensate e per fortuna rare ruvidezze di Sarri e di occasionali cadute di stile di De Laurentiis (che tuttavia non dispone dell'immenso potere di Agnelli) non ha questo atteggiamento.

Al di là di tutto la Juventus sta vincendo il suo ennesimo scudetto perché è più forte di tutti, in Italia, ed è più forte di tutti anche e soprattutto perché ha più denaro da investire di tutti, inutile negare l'evidenza. Con il budget del Chievo sarebbe esattamente dove staziona mediamente il Chievo o, al massimo, 10/15 punti più su. Vince più di tutti anche per il suo strapotere politico e mediatico e per il controllo globale e capillare che esercita sul calciomercato: sono evidenze innegabili.

Detto questo, e dati dunque alla Juve i grandi meriti che sicuramente le vanno riconosciuti. non posso non rilevare come si verifichino ogni anno, in numerosissime occasioni, episodi ed arbitraggi che lasciano davvero sconcertati e che, in un eccesso di ottimismo, possiamo definire incomprensibili per la scarsissima qualità dei direttori di gara che testimonierebbero; se poi abbandoniamo l'ottimismo è evidente che ricadiamo in ipotesi molto meno serene e molto più fosche, che richiamano sinistramente episodi orribili che hanno macchiato la storia recente del calcio italiano.

E in ogni caso è evidente che non si può andare avanti così, anche perché, sebbene la Juventus sia la squadra globalmente più forte, fino a ieri sera era appena un punto sopra la seconda classificata: quindi è evidente che sbavature anche minime nelle direzioni di gara, anche senza ipotizzare che esse non siano casuali, se ripetute e per certi versi inspiegabili sono assolutamente inaccettabili e sono perfettamente in grado di falsare l'esito di un campionato.

Urgono quindi interventi urgenti e strutturali che mirino ad incrementare la qualità (e l'indipendenza?) delle direzioni di gara, al fine di ridare credibilità al calcio italiano. La Var è un ottimo strumento ma, se gestito da vecchi sistemi di potere o con vecchie logiche, non è in grado di risolvere i problemi da me accennati: serve solo ad evitare errori casuali non voluti, mentre condizionamenti, conflitti di interesse o dinamiche peggiori la faranno sempre da padroni

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lunedì 30 aprile 2018

Mattarella chiede a Fico di sondare la disponibilità delle Winx

(E poi, come le incartate le uova?)

Leggi la carta straccia che nelle edicole vendono ben ripiegata e impilata con cura (d'ora in poi per brevità definita "quotidiani") e pensi: come devono essere imbecilli gli elettori del Movimento!
Se Di Maio cerca alleanze con la Lega, si rivoltano: non votiamo più i 5 Stelle, etc.
Se Di Maio cerca alleanze con il Pd, si rivoltano: non votiamo più i 5 Stelle, etc.
Se Di Maio cerca appoggi esterni dal Delinquente, si rivoltano: mai con Papi, facciamo la rivolta, etc.
Se Di Maio non riesce a trovare chi ci sta, è un incapace.
Se ci riesce, ha tradito il Movimento.

Ora, a parte Papi che, in effetti, in quanto delinquente naturale, pregiudicato, pluriprescritto, ancora coinvolto in diversi processi, incandidabile, è irragionevole anche solo prendere in considerazione, l'elettore medio 5 Stelle (come è dipinto dai quotidiani servi di regime) mi dovrebbe spiegare con chi dovrebbe cercare convergenze Di Maio, avendo il 32 e non il 51% ed essendo questa legge elettorale proporzionale e questo Stato una repubblica democratica parlamentare. Con Potere al Popolo? Magari, dico io, ma hanno numeri troppo bassi. Con LeU? Ok, ma anche qui numeri bassini e comunque una certa aria di Pd di riserva, tranne Civati e Grasso e pochi altri. Con i Barbapapà? Con le Winx?

E' evidente che l'elettore 5 Stelle è molto più intelligente di come viene dipinto dalla carta straccia inchiostrata di cui sopra. Ed è altrettanto evidente che in quel 32 per cento c'e' un certo numero di elettori che al prossimo giro cambieranno idea per un nonnulla, o che hanno votato Movimento solo perché schifano Renzi e se costui se ne va (davvero) magari rivotano Pd, etc... ma è una cosa che accade da sempre, anche nel 18 del Pd ci sono alcuni pavidi che han votato turandosi il naso e la bocca e anche negli anni passati c'era chi votava DC per non irritare Dio.

Quindi, a parte l'appoggio esterno del Mubarak, che mi pare una bestemmia, cercare alleanze con la Lega razzista di Salvini (che però non può smarcarsi dall'Utilizzatore finale) o col Pd simil ForzaItalia di Martina in cui ancora spadroneggia il finto dimissionario di Rignano è un dovere, prima ancora che una tattica legittima, giusta e... senza alternative.

Un giornale a settimana compratelo, in ogni caso: serve ad incartare le uova o a sopperire ad improvvise carenze di rotoli di carta da bagno.

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domenica 29 aprile 2018

No! Ma perché? Perché no!

Ricapitolando: i 5 Stelle non vogliono allearsi col centro-destra perché non intendono stringere nessun tipo di alleanza o di contratto con il "delinquente" incandidabile.

Salvini, che da qualche mese ha assunto i toni dello statista pacato, ragionevole ed equilibrato e ha abbandonato anche se non del tutto quelli del razzista che parla alla pancia degli italiani, non intende lasciare il citato delinquente, anche se questo vuol dire rinunciare al bel progetto di far ripartire l'Italia.

Il PD non intende allearsi con i 5 stelle (fino a pochi giorni fa non intendeva nemmeno parlare con i 5 stelle) e per bocca di Rosato si ritiene incompatibile coi 5 stelle e con la Lega, compatibile con Forza Italia, e questo l'avevamo capito: difatti nel 2013 ci misero pochissimi giorni ad accordarsi col Mubarak.

Quello che io mi chiedo è: cosa propone il PD? Perché i 5 stelle hanno cercato di intavolare una discussione con la Lega che è fallita per l'ostinazione e le balle di Salvini; poi hanno cercato di intavolare un discorso col PD (che all'inizio nemmeno dava loro retta e ora invece a un tavolo si è seduto),entre Il PD si limita a dire no a tutto.

Essendo la legge elettorale di fatto proporzionale ed essendo questa una repubblica democratica parlamentare ed essendo fra l'altro questa legge elettorale, oltre che pessima, voluta a tutti i costi dal PD anzi imposta, e dovendosi per forza cercare alleanze in virtù di questa legge dopo il voto, io mi chiedo: oltre a cercare di distruggere tutto, di mandare tutto in vacca, il Pd, ancora diretto anzi dominato dal finto dimissionario, ha intenzione di dare un qualche contributo fattivo oppure pensa che la politica sia solo fare lo schifo che ha fatto degli ultimi cinque anni e, ora, fare sfoggio di infantilismo e di ripicche da asilo nido?

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venerdì 27 aprile 2018

Alizée, scelta di un nome

Ho chiamato mia figlia Alizée per lei, Alizée Jacotey.
L'ho chiamata Doria per l'Unione Calcio Sampierdarenese Andrea Doria, in breve: Samp-Doria.
L'ho chiamata Primavera per la stagione.
Alizée Doria Primavera.

Alizée Jacotey, la bellezza, la dolcezza e la grazia, da sempre nel mio cuore.
Sampdoria, unico folle amore dall'aprile del 1973: un preciso modo di intendere lo sport e la vita, quattro colori orgoglio di una terra fantastica e di una città che dominava il Mediterraneo e che ancora, quando ti accoglie, ti respira addosso storia e grandezza, cortesia e riservatezza, superbia e generosità.
Primavera: quando ancora esisteva, era una stagione fantastica: la vita stessa e, come la vita, già col germe della fine dentro, ma che spettacolo!
E poi perche’ e’ un nome che trasmette una sensazione di leggerezza, di grazia e di soave armonia; lo pronunci e sembra un lieve refolo di vento, un sospiro appena accennato, il tremito di una foglia accarezzata dalla brezza di primavera.
il nome Alizée [pronuncia: Alisé] non vi piace? Non importa, vi piacerà la bambina.

-
Per correttezza, preciso che le stagioni sono ancora formalmente quattro, le cantanti e danzatrici francesi sono tante e a Genova c'è anche un'altra squadra di calcio dalla storia non banale, che non è nel mio cuore ma in quella di un genovese su due sì. Preciso inoltre che quella del nome è stata una scelta condivisa da entrambi i genitori, dopo apposite eliminatorie -in semifinale come primo nome avevamo Primavera, Doria, Alizée e Sveva- e che non si voleva certo mancare di rispetto all'estate, da sempre sinonimo di divertimento e spensieratezza, ma anche di amori che finiscono troppo presto e di ritorno al dovere che incombe, né all'inverno, ai suoi frutti e al suo fascino -la neve, le alluvioni, le valanghe, il freddo, l'umido, il sole che sparisce alle quattro del pomeriggio, né all'autunno, ai suoi colori unici e al fortissimo senso della morte che lo vena.

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giovedì 26 aprile 2018

Di Maio, Salvini e il Pd (scegliete voi il nome)

Di Maio si sta rivelando capace e sagace, Salvini astuto ma poco coraggioso e legato a filo doppio con l'Impresentabile, il Pd (qualsiasi cosa si intenda per Pd) cocciuto e infantile.

(tempo di lettura: 3')

Di Maio, l'"inesperto" (cinque anni da vicepresidente Camera) sta cercando di formare un governo con chi si mostrerà d'accordo su alcuni o tutti i punti del programma del Movimento: una dinamica normale, per qualsiasi partito avesse preso (di gran lunga) più voti di tutti ma non il 51%, in una repubblica democratica parlamentare con legge elettorale pessima ma, di fatto, proporzionale.
Chi sostiene che sta elemosinando aiuto (?) è in malafede o è parecchio a digiuno di politica: qualsiasi altro partito non avrebbe potuto che cercare di fare lo stesso.

Fino ad ora Di Maio ha sbagliato pochissimo, anzi solo una cosa: ventilare un possibile sì all'appoggio esterno di Berlusconi. Un errore solo sfiorato, per sua fortuna. Per il resto, si sta dimostrando oltremodo capace.

Come primo risultato ha "stanato" la Lega, dimostrando che al di là delle belle parole, e della lealtà dimostrata in occasione dell'elezione dei presidenti di Camera e Senato e cariche annesse, non c'e' nessuna intenzione concreta da parte di Salvini di liberarsi delle zavorre del passato (Berlusconi) per aprire una nuova fase. E' quindi chiaro a tutti che il tentativo di formare un governo M5S-Lega è fallito a causa della Lega.

Adesso sta provando a dialogare col Pd (che in precedenza aveva pregiudizialmente rifiutato ogni forma di dialogo, il che era da subito parso abbastanza ridicolo, per non dire eversivo, da parte di un partito che aveva stretto accordi e fatto leggi addirittura con Berlusconi e sodali). La strada è stretta ed impervia perchè, mentre il Movimento è compatto, il Pd è frammentato e in subbuglio: di fatto è ancora diretto da Renzi, le cui dimissioni sono fasulle, altrimenti non potrebbe dettare la linea del partito e condizionarne così pesantemente le dinamiche in questa fase di consultazioni.
Di Maio spera di trovare un accordo con Martina, ma come detto Martina parla ma è Renzi che comanda o che cerca comunque di farlo e finora ci riesce benissimo. La mancanza di coraggio è un tratto distintivo anche di buona parte del Pd, mi riferisco a quella che di Renzi non ne può più.

In caso di fallimento di questo secondo "forno", vedremo di chi sarà la responsabilità. E in quel caso avremo solo tre strade: un governo di tutti, a tempo, per realizzare poche cose (se sono pochi i punti di contatto fra centrodestra e M5s o fra Pd e M5s, figuratevi quanti ce ne potrebbero essere fra centrodestra, Pd e m5s messi tutti insieme) e dal quale il Movimento dovrebbe (e farebbe meglio) a restar fuori, o direttamente un governo pd-fi-lega, intendendo per pd la frazione renziana. Oppure il voto, che di certo non preoccupa più di tanto Lega e M5S, destinati a crescere o comunque a confermarsi (la Lega dovrebbe aumentare, il Movimento forse anche, sebbene questa fase di consultazioni un po' di logoramento con sè lo porti inevitabilmente), ma dovrebbe preoccupare il Pd e Fi, destinati a perdere ancora parecchi pezzi, specialmente poi se le trattative in corso dovessero fallire per evidenti responsabilità. E dovrebbe preoccupare chi, avendo appena fatto bingo, vale a dire ottenuta l'elezione a deputato, vedrebbe dopo pochi mesi rimesso tutto in gioco.

Di certo al voto dovrebbe pagare un conto salato chi, dopo aver governato male il Paese e aver dimostrato di non avere attitudine al confronto democratico, adesso, in preda a infantili desideri di rivalsa e per puro calcolo personale, sta facendo di tutto per ostacolare la formazione di un governo.autore: mauroarcobaleno (blog.mauroarcobaleno.it) Per tornare alla home page clicca qui. Se questo blog ti interessa e vuoi essere aggiornato sui suoi contenuti iscriviti al mio feed oppure seguimi via mail. Se vuoi segnalare questo articolo clicca sul titolo del post e vai a fondo post.

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mercoledì 25 aprile 2018

Liberi. Di andare avanti.

Oggi festeggiamo la ritrovata libertà dopo una dittatura orribile e guerre devastanti.
La libertà è un bene prezioso, il più prezioso, anche se sappiamo bene che non vi è vera libertà senza uguaglianza (distributiva, delle opportunità, dei doveri e dei diritti, etc). Da questo punto di vista abbiamo ancora molta strada da fare, è inutile far finta che non sia così.
I festeggiamenti di oggi 25aprile servono quindi a ricordarci il male che ci siamo lasciati alle spalle e il sangue che è stato versato per renderci liberi, ma anche a spronarci ad andare avanti, perchè questa democrazia è malata.
Prendendo spunto dai sacrifici compiuti da chi ci ha donato la libertà, cerchiamo dunque di rendere questa libertà piena e compiuta.

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lunedì 23 aprile 2018

Un'estate fa

L'estate scorsa è stata l'ultima di svago al 100% per mia figlia, ma lei non lo sa.
Da questa che sta per arrivare, e a maggior ragione dalla successiva, non ci sarà più solo svago nei mesi estivi ma anche un minimo di studio.
Perché tre mesi di blackout totale fanno solo male.
Perché ci si diverte pure di più se si studia anche un minimo (quest'estate solo 1 oretta al giorno, sia chiaro: ma molto meglio di niente)
Perché la vita è imparare, e a quell'età i neuroni fanno più fatica a star fermi che a girare.

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domenica 22 aprile 2018

Alizée: colloquio genitori - insegnanti

In effetti quello di oggi è stato il primo colloquio ufficiale con gli insegnanti di mia figlia, perché per vari motivi fino ad ora vi erano stati magari anche numerosi contatti, ma sempre sporadici, sebbene continui, proficui e spesso propositivi, e comunque non ufficiali.

Qualche rilievo, certo, è emerso, su episodi peraltro noti e limitati nel numero e nella portata e soprattutto già metabolizzati e affrontati in opportune sedi e con confacenti modalità, ma globalmente mi è parso di ricavarne un giudizio più che positivo sulla piccola e, soprattutto, che poi è quello che più conta in questa fase, ne ho tratto la consapevolezza della rinnovata conferma di un reciproco clima positivo, propositivo, costruttivo, di collaborazione tra le parti in causa, vale a dire genitori di casa e genitori di scuola.

Un ambiente e un clima di questo tipo sono sicuramente il collante ideale che, miscelato con quello familiare, può dare buoni frutti nell'ottica della "costruzione" di una persona, perché poi alla fine l'educazione è questo: giorno dopo giorno, esperienza dopo esperienza, mattoncino dopo mattoncino cercare di fare di tuo figlio o di tua figlia una persona degna, che può guardare con fiducia al mondo, con la consapevolezza dei suoi limiti ma anche con la coscienza della sua non irrilevante dimensione, capace di muoversi esprimendo se stessa conformemente a un sistema di valori di cui andare fieri, e nel rispetto dei propri simili e del pianeta che ci ospita.

Certamente l'educazione non è un'equazione matematica, spesso capita che sforzi notevoli e appropriati non producano i risultati sperati, ma è indubbio che a fare le cose per bene non ci si pentirà mai; l'importante sarà certamente il risultato finale, ma anche la consapevolezza di avercela messa tutta, intendo da parte di tutti i soggetti coinvolti, genitori ed educatori esterni, per cercare di raggiungerlo.

Lo so, avrei semplicemente potuto scrivere: "Colloquio insegnanti - genitori per mia figlia: è andato tutto bene. Andiamo avanti" o avrei anche potuto non scrivere nulla. D'altro canto avrei potuto anche farci su un romanzo... questo mio resoconto mi sembra un giusto compromesso.
I social del resto hanno proprio questa funzione: quello di permettere a una persona di raccontare quello che succede nella sua vita, di descrivere la realtà, di esprimere la sua opinione sui fatti del mondo e di relazionarsi per quanto possibile con altri, attraverso i nuovi media.

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giovedì 19 aprile 2018

Lisergico Twitter


#twitter #articolo21 #denunce

Oggi ho toccato uno degli apici della mia esperienza su Twitter.

Ho trovato infatti chi mi ha accusato di cercare di far paura, cioè di intimidire, semplicemente perché avevo citato un articolo della Costituzione!
Preciso che si tratta dell'articolo 21 e preciso anche che queste stessa persona che ha detto che avrei cercato di intimidirla citando l'articolo poco prima mi aveva detto che stava pensando di denunciarmi... e naturalmente questo nella sua ottica non era un tentativo di farmi paura! E per completare dico anche che aveva detto che stava pensando di denunciarmi semplicemente perché io un'oretta prima avevo fatto un tweet in cui stigmatizzavo pesantemente il comportamento da troll tenuto da numerosi account sotto l'hashtag #senzadime nei giorni scorsi... cioè quanto di più reale e generico si possa dire su un fenomeno che comunque c'è stato e non certo un'accusa infondata, sanguinosa, gratuita e personale rivolta a una determinata e specifica persona.

Ecco perché parlo di apice.

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martedì 17 aprile 2018

Il genoano vive per noi

Il genoano, si sa, vive per noi. Ha un complesso di inferiorità notevole e riconosciuto. Soffre enormemente per le nostre vittorie, gioisce enormemente per le nostre sconfitte, laddove il comportamento potrebbe anche definirsi normale in fatto di rivalità calcistiche se non fosse appunto per quell'enormemente che è l'avverbio poi che definisce il tratto della patologia.

C'è stata una quindicina d'anni, di recente, in cui ha praticamente sofferto sempre, però anche gioito varie volte (chi vince tanto può capitare che perda anche tanto.. più finali giochi più puoi perderne, tanto per fare un esempio banale). Cosa più fastidioso, per il genoano dico, è che non si tratta di gioire "anche" per le sconfitte degli eterni rivali (saremmo noi, per loro...) ma di gioire "solo" per le sconfitte degli eterni rivali, visto che di una vittoria di un qualche rilievo in casa Genoa non si vende l'ombra da decenni e decenni, intendo tanto per dire qualcosa di più di una stracittadina strappata qua e là ogni tanto.

Ecco quindi che, se non riesce a batterci, cosa che capita di rado, o ad essere davanti in classifica, cosa che capita di rado anch'essa, deve cercare un pretesto ogni settimana... Questa settimana ho letto per esempio alcuni rossoblu ironizzare sul fatto che la Sampdoria incasserebbe troppi gol... Vorrei far notare che se è vero che la Samp ha preso 18 gol più del Genoa, è anche vero che ne ha segnato il doppio (in Serie A, a parte il Sassuolo, nessuno ha segnato meno del Genoa!) e forse questo è dovuto al fatto che mentre il Genoa adotta un sistema di gioco generalmente rinunciatario (leggi Fortino) la Sampdoria ha invece una propria identità di gioco propositiva che cerca di imporre su qualunque campo, a volte riuscendoci a volte no (tanto per fare alcuni esempio ci è riuscita, limitandoci agli incontri di livello, con il Milan e con la Juve all'andata e a Roma e anche per almeno un tempo ieri allo Stadium).

Entrando nel dettaglio, allo stato attuale solo tre squadre in Serie A hanno realizzato più marcature della Sampdoria, mentre per quanto riguarda le reti incassate siamo comunque nella linea mediana. Per completezza diciamo anche che al momento abbiamo 10 punti in più dei critici rivali, siamo stati sesti per mesi e mesi (ripeto: sesti) e siamo tuttora in corsa per un obiettivo europeo (difficile ma possibile), mentre il Genoa non è mai stato in corsa per nulla se non per un travaso di bile e quest'anno ha avuto come unico obiettivo (peraltro degno, sia chiaro) quello di salvarsi, cosa che è riuscita a fare abbastanza tranquillamente anche se a metà anno i patemi erano più di uno... Ora vediamo cosa si inventeranno la settimana prossima.

Ovviamente, deve essere chiaro, io sto parlando del genoano tipo, perché conosco genoani che non manifestano queste preoccupanti patologie; come del resto parlo anche del sampdoriano tipo perché, per quanto possa sembrare incredibile, anche fra i sampdoriani a qualcuno i neuroni non rispondono del tutto... Ma si sa: quando si parla di temi generali si va sempre per generalizzazioni; i casi particolari non possono interessarci, né nel bene né nel male.


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giovedì 12 aprile 2018

Note a margine di Real Madrid - Juventus 1-3

1) Il comportamento e le dichiarazioni di Buffon a caldo (e, cosa davvero assurda, a freddo) sono inaccettabili e meriterebbero una pesante sanzione. Da parte di chiunque, a maggior ragione da parte di un professionista navigato (probabilmente abituato sempre ad arbitraggi di un certo tipo, dicono in tanti, e penso che questi tanti intendano nel senso di arbitraggi generalmente non persecutori, per usare un eufemismo).
2) Le dichiarazioni di Agnelli sono inaccettabili.
3) Se esiste un sistema per cui il più potente è trattato meglio dagli arbitri, è lo stesso sistema di cui in Italia la Juve (e non solo) beneficia da sempre.
4) Un rigore, se è rigore, lo è al 1' come al 90'. Lo è se avviene nel bel mezzo di un match soporifero o se avviene un minuto dopo averne concesso un altro.
5) Chi sostiene: "un rigore al 90' e così decisivo per il passaggio del turno devi darlo solo se lo è e senza dubbi" può avere ragione, ma nel senso che sempre un rigore devi darlo se lo è e senza dubbi, perchè un rigore concesso cambia un match più di un rigore negato.
6) Lo avessero negato (o concesso) alla Juve, a parti inverse, quali sarebbero stati i commenti?
7) Si sa benissimo che, fino a quando la carriera di un arbitro dipenderà da quanto sono soddisfatti o scontenti di lui i club più potenti del calcio, certe decisioni saranno sempre inquinate dal condizionamento psicologico del direttore di gara (non parlo di corruzione -es: Calciopoli-, quello è un altro step).
8) Il Var serve, ma se continua a valere il punto 7, non a molto. E' un bel passo in avanti, ma da solo potrà poco. Ho già visto casi di rigori chiaramente inesistenti eppur fischiati senza che il Var dicesse nulla.
9) La Juve invoca il Var europeo, ma fino a ieri era nettamente ostile al Var italico.
10) Un difensore che compie un intervento come quello che fa Benatia sa che rischia tantissimo di provocare un rigore.
11) L'errore della Juve è stato lasciare questa opportunità al Real allo scadere, oltre a quello di aver perso male all'andata.
12) Il rigore, rivisto alla moviola ma soprattutto a velocità normale, c'è. L'arbitro vede le cose a velocità normale, ricordiamocelo, e vedere solo la moviola porta spesso fuori strada, vanno viste entrambe le modalità per poter giudicare bene. Non possiamo definirlo solare come se fosse stato una fucilata, ma si può dare benissimo. E' l'intervento di Benatia che è irruente, scorretto, eccessivo e tale da procurarsi facilmente guai. Non puoi entrare in quel modo e quel che prendi prendi mentre l'attaccante sta per concludere. Nel senso che Benatia rovina su Vazquez, non è vero che fa di tutto per evitarlo. Toccherà pure palla, e ammettiamo che il suo intento fosse quello di toccare solo la palla, ma soprattutto lo spinge, lo sposta, gli va addosso. Che Vazquez poi accentui può essere, ma non è rilevante se c'e' contatto a un metro dalla porta con Vazquez che ha appena stoppato la sfera di petto. IL colpo lo prende, basta poco per sbilanciarsi e non poter più concludere, che poi si cada o no. Devi intervenire in altro modo, o rassegnarti e sperare in San Buffon o nell'impappinamento di Vazquez. Se intervieni così, prendi palla e uomo (e probabilmentye prima l'uomo) e non va bene. Corri un rischio enorme, se ti danno rigore dovevi metterlo in conto. Il punto è che un rigore così, in un Juve-Catanzaro allo Stadium, sull'1-0 Juve, allo scadere, non lo avrebbero mai dato: la stortura è questa, non la decisione di ieri dell'arbitro.
13) In Europa il modo di arbitrare è diverso, in generale sono probabilmenmte meno bravi, certamente più severi e forse meno permalosi. Sui giochi di potere, ci sono in Europa e in Italia e ne ho già scritto ai punti 3 e 7.
14) Rigiocate pure il match e non fischiate il rigore, così si va ai supplementari. Ma io rivoglio allora la Coppa dei Campioni del 1991, e voglio evitare la famosa retrocessione "decisa" da un certo arbitro in quel di Bologna, con un rigore assurdo poi sconfessato, anni dopo, dallo stesso arbitro. E al mio conto mancano pure una Supercoppa d'Italia, una qualificazione Uefa, e un altro molto probabile scudetto. Forse è meglio per il bene di tutti se lasciamo le cose come stanno.


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domenica 8 aprile 2018

Impigliati nei tenaci lacciuoli del vecchio e del marcio

A questo punto, con un Pd diviso in diciotto parti, infantilmente ondivago, inaffidabile e ridicolmente ostaggio di Renzi finto dimissionario e dei suoi seguaci, e con una classe dirigente che si conferma imbarazzante, una delle peggiori di sempre in Italia; e con un Salvini giovane e forte e furbo ma che incredibilmente vuole rifare l'Italia tenendosi al piede la più impresentabile e vecchia e dannosa delle zavorre (Papi Delinquente), penso che al M5S possa convenire stare all'opposizione.

Visto che nessuno ci sta, visto che nessuno collabora in un fruttuoso confronto democratico e anzi tiene per mano delinquenti o si arrocca su posizioni da silo nido, e visto che Berlusconi e soprattutto il Pd hanno il terrore di un'altra batosta elettorale, ci provino Pd, il leghista e Papi bello a fare un governo con un'opposizione così oceanica e compatta...

Un Salvini coraggioso che si impegnasse su alcuni precisi punti di programma potrebbe risolvere la questione che sta consumando Mattarella; su Berlusconi non dico più nulla, per me era già non votabile nel 1994, capite bene come sto messo sul tema; quanto al Pd, non vedo guarigioni miracolose in così poco tempo per malattie così profonde sebbene comiche.

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sabato 31 marzo 2018

Ci sono curricula e ci sono lenzuola

Tu hai il tuo bel curriculum su LinkedIn: un curriculum normale, curato ma piuttosto base, certamente non al livello di quei curricula del tipo terza media, patente B, automunito, hobby: sport e cinema, esperienze di lavoro cameriere d'estate e dog-sitter... Ma, comunque, un curriculum del tutto normale e poco appariscente, con alcune esperienze di lavoro per nulla sorprendenti e vanamente impreziosito da un percorso universitario articolato e ricco di esami (ben riusciti) ma non completo e quindi inutile, perché poi alla fine quando si va a trasformare i discorsi in numeri quello che conta è se l'hai terminato o no, questo benedetto percorso, specialmente oggi che esiste la laurea breve che non si fa mancare più nessuno, e contano di più 15 esami con media voto bassa e laurea in saccoccia, sia pur triennale, che 21 esami con media altissima e laurea pesante vecchio stile mai vista se non in cartolina.

E poi ti imbatti nel peggior curriculum che tu possa incontrare... No, non sto parlando del CV di un Einstein, di uno Steve Jobs o di un manager di grande multinazionale dallo stipendio annuo superiore al PIL di molte nazioni del terzo mondo, ma del CV mostruoso di una persona che peraltro conosci bene e che vive nel tuo stesso quadrante territoriale, anche se, per via della sua indole e, come dire, come causa ed effetto allo stesso tempo del suo curriculum, è spesso in giro per il mondo, e non è un modo di dire...
Dicevo... ti capita la cosa peggiore perché fino a che ti imbatti nel curriculum del più grande manager di multinazionale di sempre o del genio del secolo puoi sempre restarne ammirato da un punto di vista lavorativo e professionale ma nello stesso modo in cui si è ammirati di fronte alle doti da arrampicamuri di uno Spiderman o a quelle di Superman più veloce della luce: non puoi competere, puoi solo raccogliere la mascella nel frattempo precipitata rasoterra, ma sapevi già fin dall'inizio che non ci sarebbe stata gara.

Si tratta, insomma, di un curriculum mostruoso e disumano ma non di un mito inarrivabile o di un personaggio di fantasia; si tratta del lenzuolo professionale di una persona reale e a te vicina, che ti saluta pure quando ti incontra, in genere... e che ti invita pure a casa sua. Non ho parlato, si badi, di un essere umano ma solo di un essere reale, quindi esistente perché, come ho già avuto modo di sottolineare in diversi miei scritti nel corso del tempo, quando si parla di lei ci si deve rassegnare al fatto che si sta parlando di una donna di natura semidivina, non saprei come altro definirla dovendo necessariamente porre uno stacco netto tra lei e buona parte delle altre donne e fra lei e la grandissima parte degli altri uomini. E' una forma di vita basata sul carbonio e su qualcos'altro di ignoto, riceve la spinta da inesauribili batterie di concezione extraterrestre, ha capacità organizzative e di calcolo pari a quelle di un super elaboratore a diecimila processori. Potremmo ipotizzare per lei financo origini aliene; di sicuro ha un ceppo di DNA diverso da quello della stragrande maggioranza dei comuni mortali e il perché lo trovate appunto nei post in cui ho abbondantemente cantato lei, le sue gesta, le sue immense capacità professionali e familiari e, in uno dei più recenti, anche la sua immaginifica dimora posta alle porte dell'Eden, là dove il cielo cede con grazia il passo all'infinito.

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mercoledì 28 marzo 2018

Anime giapponesi

Ché poi, tornando al post (su FB) in cui questa mattina parlavo del film di anime giapponesi "La forma della voce" (buono) che ho visto ieri sera a Carrara, c'è da dire che ti sembra di essere in un manga non tanto quando sei seduto sulla poltroncina del cinema a vedere il manga ma, piuttosto, quando esci dal cinema e ti butti fra la gente perché qui, come sapete, ci sono veramente tanti ragazzi e ragazze giapponesi... anche se mi pare di notare come vi sia poca interazione tra i connazionali e i nipponici, e questo mi dispiace: d'altra parte non è che io, anche se da sempre stimo il modo di vivere e di vedere le cose tipici del giapponese, posso trasformarmi in uno stalker... nonostante si favoleggi a proposito dell'esistenza di una bizzarra clausola nel mio matrimonio che tenderebbe ad escludere l'ipotesi di tradimento qualora questo fosse consumato con Alizée Jacotey,, con Michelle Branch o con una donna giapponese. Giusto per informarvi.

(Foto: Naoka Ueno)

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sabato 17 marzo 2018

I mantra dei renziani travolti dal voto

Ho letto oggi un'interessante risposta all'idiozia che i renziani ripetono da giorni ("gli elettori hanno deciso di farci stare all'opposizione").
Quindi chi è andato a votare PD domenica 4 marzo (che coraggio, a proposito...) lo ha fatto col proposito di non far vincere il Pd?
Oppure chi ha votato Pd sapeva già che il Pd si sarebbe fermato al 18 e rotti?
Bastano queste due osservazioni per certificare l'idiozia dell'affermazione che assieme a quell'altra ("l'ingovernabilità è figlia del No al referendum del 2016") i renziani (e spero solo loro, all'interno del Pd) ripetono da giorni come un mantra ossessivo.
La nostra è una repubblica democratica multipartitica e la legge elettorale (pessima e scritta dal Pd) è di fatto proporzionale. Questi (che, ripeto, l'hanno scritta e imposta con otto fiducie) ragionano ancora col maggioritario. Come affermato da Palombi, in una repubblica come la nostra e con una legge elettorale proporzionale chi si pone all'opposizione a priori, senza cercare di fornire il suo sincero apporto alla formazione di un governo, adotta un comportamento non solo certamente infantile, vendicativo e irresponsabile, ma anche eversivo. E nel 2013 il M5S non fece proprio per niente la stessa cosa (terzo mantra di chi falsifica la storia), e anche se l'avesse fatta (e non l'ha fatta), devi per forza ripetere un errore altrui?

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domenica 11 marzo 2018

Scusi, può ripetere?

Spiace non essere d'accordo con #Zichichi ma francamente questa mattina sulla #Nazione ho letto un paio di cose che mi sembrano lunari...

La prima è che "la scienza non potrà mai scoprire cose in contrasto con la fede".
Mi chiedo innanzitutto quale fede, perché ce ne sono tantissime e spesso divergono fra di loro su punti cruciali... e poi quello che lo scienziato afferma non è vero perché la scienza ha scoperto numerose cose che contrastano con uno più fedi, nel corso dei secoli....
Rivolgo anche un pensiero di umana pietà a tutti quelli che, studiosi di varie discipline, sono stati emarginati, derisi, boicottati o sono stati costretti allo spergiuro o addirittura uccisi dalle istituzioni di una Chiesa nel corso dei secoli, solo per il fatto di aver sostenuto verità scientifiche del tempo che contrastavano con i testi sacri.

La seconda affermazione che non mi va giù è che gli atei dissentono ma non sono in grado di dimostrare che siamo figli del caos.
Beh può essere, senza dubbio, ma esattamente come la scienza non è (i più ottimisti direbbero: non è ancora) in grado di dimostrare che siamo figli di un dio...
Solo che se una o più persone affermano che esiste un dio che ha creato e governa tutto dovrebbero anche dimostrarlo altrimenti in assenza di dimostrazione scientifica rimaniamo fermi a che non esiste un dio...

Direi che questo è l'approccio giusto; sappiamo di non sapere tutto, col passare del tempo scopriamo sempre più cose che un tempo non conoscevamo ma non crediamo ciecamente da un punto di vista scientifico a una verità non dimostrata... al massimo possiamo crederci dal punto di vista della fede, e su questo non ho nulla da dire.
Per fede puoi credere a tutto, si tratta di credenze rispettabili, perlomeno fino a quando non c'è qualcuno che in base a queste credenze pretende di regolare non solo la propria vita privata ma anche quella degli altri, ma dal punto di vista scientifico questi ragionamenti non hanno senso: mi sembrano lunari per non dire assurdi.

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sabato 10 marzo 2018

Situazioni lynchiane

Racconto questo episodio come piccolo e innocente esempio di una DERIVA più ampia.
Casa dei miei non è l'attico di Bertone, doverosa premessa. Se alzo la voce anche di poco mi si sente in tutta la casa, non necessitiamo di piccioni viaggiatori.
Questa mattina mamma mi chiede se voglio un caffè, dico di sì. Lo fa da dietro la porta chiusa (sono nel pensatoio).
Quando è pronto, per non alzare la voce dal piano di sotto (sono tre piccoli piani sfalzati), cosa che si fa abitualmente da decenni, decide di... telefonarmi. Dal fisso di casa al mio mobile.

Io guardo lo smartphone e per un secondo mi sembra di stare in un film di David Lynch (mi viene in mente Strade Perdute), o tipo io che mi chiamo al telefono, e il terrore mi paralizza. In quel decimo di secondo non mi è passata tutta la vita davanti (odio le pellicole in cui il protagonista ha sempre ragione) ma ho comunque cercato di far mente locale su dove mi trovassi in quell'istante, come quanto ti svegli dal sonno e pensi di essere a casa e invece sei in hotel. Poi ho realizzato e risposto.
Penso di non dover aggiungere altro.

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