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domenica 9 agosto 2009

Clandestino

Da oggi, in Italia, essere clandestini è reato. E'dunque reato non un'azione (rubare, uccidere, corrompere), ma una condizione dell'essere (essere povero, senza casa, senza patria, alla fame, preseguitato politico o religioso, ecc). Si tratta di una legge indegna, vergognosa, stupida, lo abbiamo già detto e motivato. Con i necessari distinguo, mi ricorda le leggi razziali, ma magari sono io che ho cattiva memoria, chissà. Chi l'ha voluta ha parlato di sicurezza solo per confondere le acque. Il rispetto e l'applicazione delle leggi non richiedono affatto di trasformare automaticamente e per legge in delinquenti persone in difficoltà, costrette a fuggire dalla loro terra, a volte pure vittime di persecuzioni. Il mantenimento dell'ordine e l'innalzamento del livello di sicurezza richiederebbero ben altro, ma questo governo è incapace di affrontare problemi di tale portata anche perchè chi vuol fare pulizia nel mondo dovrebbe innanzitutto volere e riuscire a tener pulito il salotto di casa propria, e come sappiamo invece l'illegalità si annida spesso proprio nelle stanze di chi dovrebbe aborrirla.

Mai considererò un clandestino, per il semplice fatto di essere tale, autore di un reato. E' una qualcosa che cozza contro i miei valori più profondi di essere umano. Cosi' come mai, sempre coi necessari distinguo (sempre meno corposi però), avrei avuto esitazioni nel difendere un ebreo dalle persecuzioni nazifasciste. Le leggi vanno rispettate, certo, e senza esitazione. Ma quando si parla di leggi inumane, insulse, persecutorie promulgate da un parlamento di nominati non eletti mescolati a pregiudicati, questo principio generale vale ancora, c'è da chiedersi? La coscienza di ciascuno di voi sapra' rispondere; io posso solo dire che le leggi vanno rispettate, ma che è anche mio diritto di cittadino criticare ferocemente quelle leggi che feriscono la dignità dell'uomo.
Per me delinquente è chi commette un reato, non chi è, per necessità, per fatalità e in alcuni casi anche per scelta, ospite del nostro paese. Fra un italiano in regola coi documenti e che rispetta la legge e il paese in cui è nato e uno straniero non in regola coi documenti che rispetta le leggi e il paese che lo ospita non c'è assolutamente nessuna differenza, ad eccezione di una mera discrepanza burocratica facilmente sanabile. La parola clandestino non ha mai avuto vita facile nel mio vocabolario di uomo senza pregiudizi.

autore: mauroarcobaleno (blog.mauroarcobaleno.it)

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1 commento:

Italiana ha detto...

Sono del parere che in questo tuo post fai un po' di confusione. I perseguitati per fini politici o religiosi hanno diverso trattamento dai clandestini che entranto nel nostro paese senza visto di ingresso. Esiste la legge sui flussi migratori che ogni anno assegna una quota d'ingresso ai lavoratori dei vari paesi extracomunitari. Chi non entra con questa legge o comunque con un visto regolare è clandestino. Chi non si munisce del visto regolare non rispetta la legge per questo la clandestinità è un reato a tutti gli effetti. Non viene rilasciato il visto regolare a chi ha dei problemi con la giustizia.