Tutti hanno diritto di manifestare liberamente il proprio pensiero con la parola,lo scritto e ogni altro mezzo di diffusione (art.21)

* HOME * CHI SONO * REGOLAMENTO * COSA HO APPENA [RI]LETTO * COSA HO APPENA [RI]VISTO, [RI]ASCOLTATO *
MI PIACE * FB 1 * FB 2 * SCRIVIMI * CONDIVIDO * DEFINIZIONI * FONTI * ALIZEE *


.
Se trovi interessante quel che scrivo non sai cosa ti perdi su Twitter e Facebook.
Se non mi trovi interessante, lo accetto, ma hai un problema! :-)

domenica 7 agosto 2016

Poligamia come diritto civile

Il fondatore dell'Ucoii pone un'interessante questione.

Riporto, da repubblica.it:

"Se è solo una questione di diritti civili, ebbene la poligamia è un diritto civile". Lo scrive sulla sua pagina Facebook Hamza Roberto Piccardo, fondatore dell'Ucoii, l'Unione delle comunità islamiche italiane, postando una foto del sindaco Giuseppe Sala a Palazzo Reale insieme con una delle prime coppie unite civilmente a Milano. Sopra l'immagine, il commento di Piccardo: "Anche la poligamia è un diritto civile".
Il post ha aperto una lunga discussione sulla pagina del social network, nella quale Piccardo spiega in altri post che "noi chiediamo la poligamia secondo la Rivelazione e tradizione. Le forme diverse non ci riguardano". E ancora: "Io e milioni di persone non condividiamo la relazione omosex e tuttavia essa è lecita e ne rispettiamo gli attori. I soggetti interessati sono comunque una minoranza, come lo sarebbero i poligami. L'intera società può accettarli tutti".

Lo so, sette persone su dieci risponderebbero "sei in Italia, ti devi adeguare alle nostre usanze e leggi, vattene a casa tua, etc." E due non sono sicuramente arrivate a leggere fino a questo punto il mio post. Ne resta una, provo a ragionare con questa (sfida possibile) e a cercare di convincere le altre sette (difficile impresa).

Il discorso secondo il quale se vai in un paese X devi rispettare le sue leggi mi piace. E anche le usanze. Questo non vuol dire che tu non possa mantenere anche le tue, ci mancherebbe. In pratica: puoi non bere alcolici, ma non puoi incavolarti se io mi sbronzo. Si chiama convivenza (e anche alcolismo, magari:-) Se però una tua usanza è quella di uccidere un gatto sul terrazzo ogni venerdì, te lo scordi. Quindi le tue usanze sì ma non devono andar contro le nostre leggi.
Detta così, se ne dedurrebbe che ti puoi scordare la poligamia (in Italia è reato). Però le leggi possono anche essere cambiate; possono essere ingiuste. Esempio: le leggi razziali. O quella che definisce il reato (sic) di clandestinità.

Io la chiudo qui ma il tema andrebbe dibattutto a lungo, non è banale come menti banali potrebbero giudicarlo (se vuoi più mogli resta nel tuo paese).
Il punto è: perchè non permettere la poligamia, se regolata? Se un uomo, per esempio, decide (è così pazzo da decidere di) sposare due donne, e ne assume gli impegni relativi (quelli del normale matrimonio civile omo o etero), e le due donne lo sanno (meglio precisarlo) e sono d'accordo, e non vi è coercizione, dove sta il problema? Figli tutelati, etc. Tanto più che la poligamia interesserebbe una minoranza.

Naturalmente, per uguaglianza, dovrebbe trattarsi non solo di poliginia: e qui non so se all'Ucoii andrebbe bene. In pratica il diritto dovrebbe essere riconosciuto a tutti, anche alle donne... e regolato in una qualche misura dato che per natura tende ad aumentare un po' il disordine sociale, nel senso non di mancanza di ordine ma nel senso di maggiore intreccio di relazioni.

Ripeto, occorre parlarne. La richiesta pare assurda, buttata lì così. Ma forse del tutto assurda non è. La democrazia, la laicità, la libertà sono esercizi bellissimi ma complicatissimi.

http://milano.repubblica.it/cronaca/2016/08/06/news/unioni_civili_milano_poligamia-145477509/?ref=HREC1-4


autore: mauroarcobaleno (blog.mauroarcobaleno.it) Per tornare alla home page clicca qui. Se questo blog ti interessa e vuoi essere aggiornato sui suoi contenuti iscriviti al mio feed oppure seguimi via mail. Se vuoi segnalare questo articolo clicca sul titolo del post e vai a fondo post.


Nessun commento: