(Ti vendono un sogno, ma tu acquisti un incubo)
Ora vanno di moda gli annunci immobiliari (anche sui social) in cui mettono cinque o sei foto dell’immobile in vendita: generalmente spettacolari. Scattate in condizioni di luce perfette da un fotografo con le strapalle e con macchine fotografiche da mezzo milione di euro. Magari è un trilocale, ma pare un nido perfetto, pulito, caldo, confortevole, accogliente, piccolo ma vivibilissimo, tutto nuovo! Sembra una piccolissima e imperdibile reggia.
Poi però ti dicono: arredi non inclusi, questa è solo un’ipotesi di progetto. Ah, vabbè.
E ti mettono anche le foto attuali dell’immobile dentro e fuori: sono onesti, va detto. Fuori, pare la Casa Dimenticata da Dio. Periferia squallida e livida, muri un po’ ammuffiti, cielo plumbero tipo Katrina in avvicinamento, giardinetto minuscolo con erbacce alte un metro e probabili metropoli di roditori assassini e di bisce velenose e incazzate, terrazze anguste, con piastrelle che erano già fuori moda nei ‘40 e disabitate da secoli con macchie di umido, foglie secche e sporcizia varia. Dentro, locali semivuoti, freddi e tristi, bui e angosciosi, al massimo un divanetto rosso scuro orrido schiacciato sulla parete e, davanti, due mobiletti che non toccheresti nemmeno con uno stecco; in generale pare una ex dépendance di manicomio con un corridoio in cui non sfigurerebbero le gemelline di Shining.
Un po’ come se io mi mettessi in vendita e per foto ci mettessi quelle di Paul Newman al mare in costume, sulla tavola da surf o al Casinò o quelle di Robert Redford in giacca e cravatta in un ristorante lussuoso a sorseggiare un brandy con la Bugatti parcheggiata fuori.
Poi però preciso: le foto non sono le mie, è solo un progetto di come potrei diventare nel giro di qualche decennio se perdessi 40 chili, facessi palestra per 26 anni domeniche incluse e se mi modificassero pesantemente il
Dna (magari con un vaccino a mRna...).
E dopo pubblico le mie foto attuali: una via di mezzo fra un disagiato ex brigatista adesso anarcoide e antistato complottista novax e un homeless incattivito col mondo, barba di mezzo metro in cui hanno nidificato diverse specie di uccelli e di aracnidi, unghie sui 10 cm e con orlo nero d’ordinanza, pancia tipo globo terrestre, peli superflui ovunque, denti uno sì (giallo) e due no, capelli pochi e unti come le patatine fritte col doppio d’olio, maglia stracciata e macchiata in più punti con al centro raffigurata una mantide religiosa subito dopo un amplesso e con il muso ancora sporco di sangue e resti vari, orridi e troppo corti calzoni della tuta grigi tristezza rabberciati in due punti e di tre misure più larghi, smalto alle unghie dei piedi e pure sbrecciato, calzini bucatissimi bianco sporco e cortissimi e ciabatte della nonna con sopra il disegno di un panda rosa.
Poi metto il prezzo.
E se mi chiedono: Uhm, ma è trattabile? Rispondo: fottiti!
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