La mancanza di uniformità è, assieme alla mancanza di self control e alla eccessiva permalosità, il peggior difetto di un arbitro, fra quelli che si presume siano tecnicamente in grado di dirigere un match di serie A o B.
Oggi l’arbitro che ho visto dirigere per 94’ si è macchiato del primo e ha “rovinato” una partita che magari avremmo perso lo stesso stante i nostri limiti, la nostra preoccupazione e la nostra sfiga, ma questo è un altro discorso.
Non essere uniformi nel valutare i contrasti di gioco è abbastanza grave, cambiare metro di giudizio più volte in un match anche.
Poi, a salire, abbiamo il subire condizionamento psicologico. Non parlo di oggi, parlo in generale. Molti arbitri tendono a favorire nel dubbio la squadra più famosa o potente, o a parità di blasone e capacità di far male politicamente e mediaticamente, quella di casa, per non avere noie in settimane o non subire sospensioni, polemiche e stop alla carriera.
Infine, sempre ragionando in generale, ultimo gradino, il corrotto e quello in malafede: ma qui siamo alle vette dello schifo.
Poi ci sono pure gli incapaci, ma qui il discorso è: che ci fanno in serie A?
Oggi nulla di tutto questo, solo la grave mancanza di uniformità. Crescerà? Certo. A noi mandano sempre arbitri che devono farsi le ossa (del resto, da qualche parte devono farsele, no?). L’arbitro di oggi ha 70 presenze in A, non poche, è vero: allora è ancora più grave....
autore: mauroarcobaleno (blog.mauroarcobaleno.it)
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