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domenica 4 dicembre 2022

A chi dai del lei, rossa?





Raga, cosa vi perdete per colpa del Marchino di Faccialibro che butta i miei post in fondo al feed! Vi compatisco. Testi così li scrivo solo io (per fortuna).
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*A CHI DAI DEL LEI, ROSSA?*
o: “Avventura al negozio di soap” o ancora “Dammi quindici minuti, baby, o anche meno...”
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Alla commessa rossa 
-uhuhuhuhu: capello lungo, lungo ma lungo, dico! e liscio come le scale più scivolose mai fatte in vita mia e rosso, ma rosso! accecante rosso naturale come il peggior peccato mortale che ti possa venire in mente di poter fare in un lurido motel americano, su quei coprilettini che he hanno visto di ogni, e poi giovane giovane, ma giovane come un filo d’erba sottile e arrogante e tutto dritto che ieri non c’era, occhi chiari e limpidi come un lago a duemila metri che ti ci perdi senza speranza pure se hai tre gps batteria a 100%-
che ti dà del lei e del lei e del lei anche se tu fai il friendly e l’easy e il ggiovane e insiste e insiste, che devi fare? Che devi fare, |ddd|OSantis*imo?

Per carità: cortese, preparata, collaborativa, misurata, pure carina. Mi ha aiutato, mi ha fatto stare bene, è stata perfetta come un’alba con l’alert di un bonifico a cinque zeri, è stata magica, mi ha graffiato l’anima con un ferro rovente e io ho goduto, ma quel lei, maled3ttis*imo lei!
Ma il lei lo dai a tuo nonno, capito?
Ma chi ti credi di essere? Anvedi questa.
Non te l’hanno insegnato il rispetto? 
Non lo senti il testosterone che batte? Coi tuoi cinque sensi più uno di femmina sinuosa da gara internazionale non avverti nell’aria quest’aria di maschitudine che uccide i passerotti a decine? Con quel corpo che ha più curve della strada per Castelnuovo Garfagnana (e più pericolose), con quel jeans che ti pare cucito addosso da un sarto ninfomane, con quelle mani da bambolina Mattel, non senti che il cielo della tua innocenza si sta oscurando di fronte a un cumulonembo di puro e duro dominio mascolino?

Il lei lo dai alla casa di riposo… Lo dai al carabiniere, al vecchiarello sulla panchina, alla megera del quarto piano che si dice faccia il voodoo, non lo dai a me che son qui davanti a te, che ti sto bevendo con gli occhi a grandissimi sorsi e che sempre con questi due occhi che ancora non si sono del tutto ripresi da quello choc anafilattico che sei ti sto facendo la radiografia e l’ecografia nello stesso tempo e senza passare dal Cup, mentre ti chiedo di una saponetta e che anche se ho trenta chili di troppo e vent’anni di più son sempre una roba da paura che potrebbe cambiarti completamente il meteo con un solo gesto!
Dammi quindici minuti, anche meno, baby, anche meno, e ti riporto com’è vero iddio al tu naturale, altro che lei, tipo che dopo mi parli come fossi tuo fratello, anzi: la tua strAm@ledett^ss^ma amica del cuore!
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Ps: scusate, ho l’ormone in libera uscita, ma domani torna al pezzo (forse). E’ che quando vedo certe meraviglie della natura aggirarsi leggiadre tra corsie e scaffali il neurone mi cresce e cresce e pure tanto, tutto qua: ma è un fenomeno naturale, l’ho sentito dire anche a superquark. Cresce ma poi torna all’ovile, a volte fischiettando, altre volte sm@doNN@ndO!
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(Img: Mikasa su Pinterest) 

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