Sono contrario alla tattica di non dare compiti per le vacanze di Natale.
Si devono assegnare alcuni compiti, senza esagerare.
Ogni giorno feriale deve avere il suo compito. Il lavoro dello studente è studiare, imparare.
Il lavoro di noi tutti, a ben vedere.
E poi non è che durante l’anno in primaria e secondaria li amm@zzin0 di compiti, eh...
Del resto, sono contrario al 90% di come è organizzata la scuola degli ultimi decenni.
Oggi non si danno i voti per non traumatizzare, ma i giudizi. Un giudizio tu lo leggi e alla fine spesso non capisci se hai in casa Einstein o un somaro, Gandhi o un terrorista. Il voto è il voto, quello è: la matematica è precisa. L’ideale sarebbe dare i voti (che fanno media) e poi alla fine esprimere un giudizio.
So bene che se prendi 3 in matematica non vuol dire che come persona vali 3. Vuol dire che in quel compito hai fatto schifo e questo schifo è quantificabile con un 3/10. Non ci vedo nulla di male. Con un 9 al prossimo step ti porti sul 6.
Nei campionati giovanili di calcio non si rende nota la classifica, per non traumatizzare. Non è per senso dello sport, attenzione, perché poi fan giocare i migliori, per vincere, e non tutti... E’ per idi0zia.
Sono contrario a tutto questo.
Si cresce sempre per salti, cesure, shock. Senza difficoltà, curve strette, giudizi, delusioni, piccoli traumi non si cresce.
Ecco perché poi ci ritroviamo circondati da adulti solo di nome. autore: mauroarcobaleno (blog.mauroarcobaleno.it)
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