Ci sono persone che sento meno o non sento più.
Perché? Non saprei dire. Ma generalmente non perché lo voglio io. Accade perché io dopo un po’ non insisto, non sono invadente. E perché gli altri ti dimenticano, quando hanno un nuovo amore o un lavoro interessante. Vorrei sentirle ancora, vederle, ma non mi impongo mai. Non perché mi sottostimi, anzi: mi stimo assai. Ma, come si dice, de gustibus. E poi alcuni ti usano quindi è normale che se non servi più tu venga riposto nell’armadio.
Poi le cose cambiano, magari son di nuovo sole, o attraversano periodi bui.
Ma io non mi faccio vivo, anche se sinceramente vorrei: non voglio dare l’impressione di pasteggiare coi cadaveri dopo aver volteggiato a lungo intorno a loro nel cielo.
Se per caso ci si risente, noto un tono che non mi piace, o discorsi falsi, scuse stupide.
E così, senza un vero motivo (che non sia lo scarso attaccamento altrui, e la vacuità delle anime) finisce qualcosa che era nato e che prometteva meglio.
Del resto è difficile sotto questo cielo imbattersi in qualcosa di autentico, capace di sfidare la morte. Non ho detto vincerla, ho detto sfidarla. autore: mauroarcobaleno (blog.mauroarcobaleno.it)
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