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martedì 28 gennaio 2025

Vivere è produrre ricordi




Non sarò così longevo ma voglio ipotizzarlo per poter fare una riflessione.
A novant’anni anni, messo male, quasi in punto di morte, a letto, ma ancora abbastanza lucido, mi capiterà di pensare non solo al mondo che starò per lasciare, alle questioni pratiche, a chi lascerò, etc… ma anche a certi episodi del mio passato, che già adesso è molto esteso e che a quell’età sarà sterminato. Come lo vede uno, il passato, quando sta molto più avanti? Questo lo so, o almeno so come lo vedo io: male. Perché se è un bel ricordo (si fa per dire) provi nostalgia, se è brutto, soffri; magari dopo tanti anni soffri di meno, ma soffri. Se hai perso un’occasione, avrai rimpianti; se hai colpe, avrai rimorsi; se hai subito offese, proverai forse ancora un senso di rivalsa. Magari ti verrà in mente solo in quei momenti una cosa che avresti potuto fare o dire trent’anni prima, e allora magari le cose sarebbero andate diversamente… E che pena, allora, ripensare al non detto, al non fatto, o agli errori…
Ho avuto questo pensiero perché ripensavo a un fatto che mi è accaduto in questi primi giorni di questo nuovo e fantasmagorico anno. Una cosa forse di poco conto, così potreste valutarla voi, del resto si trattava di un rapporto superficiale, acerbo, destinato con tutta probabilità a non decollare mai, per ragioni ovvie e abbastanza comprensibili dall’uomo medio (non da me, comunque, ma questo è un altro discorso). Ma anche se di poco conto un poco mi ha fatto soffrire, anche se sono determinato nel dirvi che in questo caso troncarlo è infinitamente meglio che recuperarlo, proprio perché è stato ucci -so in culla da una cosa così stupida che, proprio perché così stupida eppur così letale, lo ha immediatamente classificato a dovere. Però un minimo di sofferenza c’è stata e c’è.

E allora mi chiedo cosa ne penserò a novant’anni, in quel triste letto d’ospedale, davanti a un finestrone piuttosto sporco su una infima e ordinaria giornata di pioggia, se per caso mi dovesse trafiggere di colpo il costato questo spillo, anziché altri o al posto di vere e proprie lance. Non so cosa ne potrò pensare, ma spero di non provare quell’angoscia infinita, e immotivata, che a distanza di tempo ti fa ripensare a certe piccole cose del passato che però dopo decenni paiono assumere un grande peso, perchè paiono diventare alla fine un po’ il recondito significato di quello che è sempre stato nascosto dietro alla tua esistenza: un sintomo lieve, banale di una malattia grave e generale.
Se mi immagino quello scoramento che potrò provare, di fronte a questi o altri ricordi della stessa “stazza”, sto già male ora.
Del resto vivere è produrre ricordi, quindi spilli roventi che faranno a gara a tormentare la tua pelle già martoriata dal tempo.

(Img it freepik punto com) 

autore: mauroarcobaleno (blog.mauroarcobaleno.it) Per tornare alla home page clicca qui. Se questo blog ti interessa e vuoi essere aggiornato sui suoi contenuti iscriviti al mio feed oppure seguimi via mail. Se vuoi segnalare questo articolo clicca sul titolo del post e vai a fondo post.


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