Alla fine paga sempre l’allenatore, che abbia colpe o no, che ne abbia tante o poche.
Perché il presidente non si taglia da solo.
E perché non usa far fuori 5 o 10 calciatori, anche fosse provato o probabile che remano contro.
Io non sarò mai presidente di una squadra di calcio, se lo fossi impiegherei tre mesi come minimo per scegliere un allenatore. Ne dovrei conoscere bene idee tattiche e sportive. Lo dovrei conoscere bene come uomo. Sapere tutto del suo passato, della sua famiglia, di quel che pensa.
FGra me e lui ci dovrebbe essere armonia e rispetto. Stima, anche. Non necessariamente perfetta identità di vedute anche se sarebbe sciocco ingaggiare uno Zeman se hai una visione difensivista, o un Gasperini se ti innervosiscono piagnistei e atteggiamenti antisportivi, o un Conte se rifuggi gli isterismi e i conflitti.
Poi, avrebbe carta libera e un contratto di più anni e non lo solleverei mai dall’incarico, tranne che in caso di gravi mancanze (perdere più partite non è fra queste, a meno che non schieri Zoff all’ala e Galderisi fra i pali o cominci a comportarsi in maniera contraria ai valori sportivi in cui credo). Direi chiaramente a tutti questa cosa, che l’allenatore resta tre o cinque anni indipendentemente dai risultati.
Così tutti si assumerebbero subito e sempre le loro responsabilità.
Poi, semmai, sarà il tecnico a fare le scelte di formazione più opportune a seconda di quel che vede in campo. E se qualcuno rema contro, finirebbe fuori rosa. Lui. Non l’allenatore. Sempre che non metta come detto Zoff all’ala...
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