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domenica 20 gennaio 2019

Un profilo, una voce, un'espressione

"Ci si può innamorare di un'espressione? Sì.
Innamorarsi è una parola esagerata, diciamo essere colpiti, subire il fascino di un particolare, di un dettaglio. Pre-innamorarsi.

O di un profilo, come il tuo, Lisa, immagino sia questo il tuo nome,che ho notato al bar tre mattine fa, prima di entrare in ufficio. Eravamo in coda alla cassa, un bar pasticceria dei più noti, piccolo e caldo, gestione vecchio stile, locale affollato a quell'ora; allo specchio ti ho visto, di profilo appunto, tu non ti sei accorta. Capello nero lungo, alta e cicciottona, jeans, scarpe al tennis e giaccone blu aperto, sciarpa e cappello, con una bella brioche ripiena in mano, la stavi sbocconcellando, viso normale ma un profilo che colpisce dritto al bersaglio grosso. Da cinema. Un incanto. Studentessa presumo, avevi lo zaino, direi sui 18-20, ma chissà. Ti ho fatto passare avanti alla cassa, da vero cavaliere, sebbene tu fossi senza dubbio arrivata dopo di me. Non mi hai quasi guardato, forse di sfuggita mentre mi ringraziavi, so bene che non ti aspetti che una mattina di gennaio il tuo profilo brioche in mano possa colpire qualcuno, oppure sei solo poco socievole.
Quel profilo lo avrai tutta la vita, ma io posso sposare un profilo? Certo che no. E nemmeno guardarti sempre di profilo, non faremmo vita. Sarebbe un matrimonio sempre di tre quarti al massimo. Non affronteremmo mai nulla di petto. Certo, dietro a un profilo può esserci un buon cuore, un carattere fantastico, oppure cattivi sentimenti e un caratteraccio. Puoi essere studiosa e puntuale, oppure sciatta e asinella; puoi essere fedele o farfallina, roccia o inaffidabile, amante dei bambini o potenziale Erode. Puoi avere un corpo che coinvolge o che lascia freddini. Ma si parte sempre da un profilo, o da due occhi, o da una voce, dopotutto.

Come la tua, ragazza di rosso vestita che lavori al desk telefonia e che vidi per la prima volta a luglio. Mi piace pensare che ti chiami Laura. Nemmeno ti avevo visto che già mi piacevi. Quel timbro, unico e ormonale. Profondo e deciso, un po' mascolino. Decisa ma suadente. Sai quel che vuoi ma non lo vuoi imporre, sai che si imporrà naturalmente, se detto con quella voce. Poi ti ho vista, carina più che no, ma a quel punto eri già la ragazza con quella voce, non più una ragazza. Dalla voce è partito tutto.

E che dire della tua espressione, in libreria, due mesi fa? Stavi consultando lo scaffale "classici": un ottimo modo di presentarsi a uno sconosciuto, ne converrai, Asia. Unica, quell'espressione, mentre guardavi fuori dalla vetrina, forse per il cielo rosso di sole morente, o forse per un pensiero nato all'improvviso. Fossi stato pittore, ti avrei chiesto di farti ritrarre sul posto, ho evitato di fotografarti per intuibili ragioni, poi hai cambiato espressione, improvvisamente, che peccato: forse ti aveva stufato? Ma sarai capace di ritrovarla? Era una tua tipica espressione o era del tutto casuale?. Ah, saperlo. Non sapei descrivertela, ma la riconoscerei subito, se solo ricomparisse."

autore: mauroarcobaleno (blog.mauroarcobaleno.it) Per tornare alla home page clicca qui. Se questo blog ti interessa e vuoi essere aggiornato sui suoi contenuti iscriviti al mio feed oppure seguimi via mail. Se vuoi segnalare questo articolo clicca sul titolo del post e vai a fondo post.


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