Sui mandati la cosa è buffa.
Il Movimento si dà (da solo) la rivoluzionaria e bellissima regola dei due mandati, in un paese in cui i politici fanno politica a vita.
Poi, dopo alcuni anni, capita una cosa normale: una regola nuova, applicata, mostra i suoi pregi e i suoi difetti e allora si cerca di affinarla. Ci si rende conto che a livello locale due mandati son pochi (uno serve per imparare e non ha senso disperdere le conoscenze poco dopo averle apprese e prima di poterle mettere appieno a frutto) e che a livello nazionale non ha senso parlare di mandati, perché potrebbero esserci due legislature da 5 anni pieni come due legislature da 2 anni in tutto.
Quindi, giustamente, si pensa di migliorare una regola che il Movimento si è dato da solo e che, anche se leggermente modificata, rappresenta sempre una regola ottima; se poi la compariamo a chi sta in politica da 40 anni nemmeno a parlarne.
Ma tutti hanno da ridire: tutti quelli che campano di politica fino alla morte, tutti quelli che nemmeno dopo la decisione dei 5 stelle di darsi due mandati hanno deciso di imitarli in questo percorso virtuoso criticano la regola dei due mandati e criticano l'eventuale decisione di portarli a tre: una cosa allucinante. Hanno la cacca sul tappeto e criticano un'ombra sulla tappezzeria altrui.
In effetti a livello nazionale la regola non dovrebbe nemmeno essere cambiata, ma solo precisata. Due mandati son 10 anni. Restano 10 anni, indipendentemente dal numero di legislature in cui si sviluppano.
E' semplice.
Come sempre, chi critica è ignorante (cioè ignora, deve studiare la cosa) o in malafede (avversari politici coi paraocchi).
autore: mauroarcobaleno (blog.mauroarcobaleno.it) Per tornare alla home page clicca qui. Se questo blog ti interessa e vuoi essere aggiornato sui suoi contenuti iscriviti al mio feed oppure seguimi via mail. Se vuoi segnalare questo articolo clicca sul titolo del post e vai a fondo post.
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