Licenziato nell’ottobre del 2020 perché a fine turno aveva portato a casa un filone di pane destinato al macero (su autorizzazione del capo reparto) nel forno artigianale presso cui lavorava.
Il Tribunale di Roma ha ordinato il suo reintegro e condannato la ditta a pagare più di 15mila euro di risarcimento danni.
Si precisa che questo addetto nei mesi precedenti aveva fatto ricorso per l’abuso dei contratti precari e aveva vinto, ottenendo la stabilizzazione: non è assurdo quindi pensare anche a una forma di vendetta.
Astraendomi dal caso particolare (nemmeno ho citato i nomi) affermo che chi licenzia una persona per questo motivo è una feccia disumana che fa schifo ai cani. Se mio figlio facesse una cosa del genere, lo disconoscerei all’istante. autore: mauroarcobaleno (blog.mauroarcobaleno.it)
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