Se mi chiami giornalista ti inseguo.
Oggi come oggi, è purtroppo sinonimo di leccakulo servo del potere e raccontapalle (e, spesso, pure in difficoltà con la lingua italiana e la logica). E’ un peccato, perché sarebbe un mestiere magnifico e socialmente uitilissimo. Ed è un peccato perché come sempre ci vanno di mezzo quei pochi che anche oggi lo sanno fare bene, e ce ne sono.
Mi viene in mente quello che ho visto in tv poche ore fa: a libro paga di un delinquente, squalo ammaestrato per buttarla in caciara, dire falsità, far confusione. Il contrario di quello che dovrebbe essere (indipendente e onesto intellettualmente) e fare (servire la verità e il lettore) un buon giornalista. Quando li vedo, lui e altri, ho i brividi e provo vergogna per loro: devono guadagnare parecchio, per non farsi schifo. autore: mauroarcobaleno (blog.mauroarcobaleno.it)
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