Scrivere sui social, in chat, etc. presta il fianco a facili fraintendimenti. Non vedi l’espressione facciale della persona che ti sta dicendo una cosa, non senti il tono di voce, non leggi i comportamenti non verbali. A volte sai poco di lui. Le emoticon (se usate bene) riducono questo gap strutturale, ma di poco. Non capire o equivocare è un attimo, bisticciare è facile.
Ecco perché a volte io (come voi) posso apparire freddo e magari cerco solo di essere logico;
sognatore e magari cerco solo di essere umano;
cattivo e magari cerco solo di essere efficace;
prolisso e invece sto solo cercando di spiegare meglio un pensiero;
frettoloso e invece semplicemente non voglio insistere su un punto;
offensivo e magari invece è solo ironia;
insensibile e magari è solo sano cinismo;
incoerente e invece siete voi che ricordate male;
superbo e invece sono solo polemico o puntiglioso.
Oppure, a volte, posso davvero essere cattivo, stupido, superbo: e magari voi lo prendete come scherzo.
Inoltre chi più scrive più rischia di essere frainteso (se uno posta un testo ogni cento giorni rischia di meno di chi ogni giorno scrive cinque o sei riflessioni). E, infine, chi più si espone, quando scrive (quindi non si limita a buongiorno kaffèèè??? ma dice la sua senza rete su tutto o quasi) più rischia, ma per me il succo di un social è questo, o anche questo.
Io, scrivendo molto nella vita e pubblicando solo un po’ di quel che scrivo (poco sul totale ma non poco in assoluto), sono esposto a questi rischi più di altri. A volte me ne accorgo, intuisco quel che vi passa per la testa, anche se dissimulate.
Vi invito a tenerne conto.
Vale per me e vale per voi.
autore: mauroarcobaleno (blog.mauroarcobaleno.it) Per tornare alla home page clicca qui. Se questo blog ti interessa e vuoi essere aggiornato sui suoi contenuti iscriviti al mio feed oppure seguimi via mail. Se vuoi segnalare questo articolo clicca sul titolo del post e vai a fondo post.
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