Alla fine, ci siamo accorti che è sempre possibile ammalarsi, soffrire e poi morire. In qualsiasi istante della nostra vita. O morire improvvisamente, senza quasi avere il tempo di accorgercene. O perdere qualcuno.
Prima lo sapevamo inconsciamente, ma il flusso della vita ci portava ad ignorarlo, anzi a negarlo. Agivamo da immortali, senza esserlo. E vivevamo.
Adesso ci crediamo immortali perché non viviamo. Ma non lo siamo.
Siamo chiusi nelle nostre case da un mesetto e non del tutto infelicemente.
Dietro alle lamentele di facciata si respira un senso di sicurezza: dentro casa non potrà accadermi nulla. E’ vero, ci si annoia, e devo rinunciare a gente e cose, ma qui non soffrirò e non morirò. Il virus sarà per me sempre e solo il triste ma lontano racconto di un telegiornale o un vago articolo di stampa, mai esperienza personale.
I miei figli li ho sotto controllo: sono un bell’impegno, ma mi danno poche preoccupazioni. Mio marito, mia moglie è qui. Non può capitarle nulla. E nessuno può insidiarmela, nessuna donna può sedurlo di novità e mistero.
Certo, le necessità sanitarie globali, il senso del dovere, la pandemia che corre veloce, il parere qualificato degli esperti.
Ma sotto sotto lo facciamo perché nella nostra tana ci sentiamo protetti. Ci lamentiamo con gli altri, postiamo sconsolati sui social, malediciamo il bel tempo di queste settimane, perduto per sempre. Ma dentro di noi ci sentiamo al sicuro da ogni pericolo, anche da tutti quelli che non si fermano certo di fronte a quattro mura, magari arredate senza gusto.
Il momento della verità sarà quello in cui finalmente potremo uscire.
La paura ci renderà cauti. Il mondo, spaventoso da sempre, ci farà finalmente paura. Quando usciremo di casa, ci sentiremo indifesi, deboli, esposti a tutto.
Vivremo di angosce, molto più di ora.
Sarà dura ricominciare. Sarà dura riprendere quel modo di vita che ci faceva credere che tutto era possibile e la morte e il dolore un problema per gli altri.
Rimpiangeremo questi giorni, di difficoltà economiche, di disagio psichico, di spese alimentari allucinanti, di convivenze forzate, di giornate tutte uguali uccise da un silenzio fortissimo. Ma anche di sicurezza, di protezione dalle offese del mondo, un mondo in cui infuria la tempesta, che noi guardiamo con ansia e sollievo dai vetri di una finestra.
Sarà dura ricominciare a fingere, e finalmente tornare a vivere.
#coronadays
autore: mauroarcobaleno (blog.mauroarcobaleno.it) Per tornare alla home page clicca qui. Se questo blog ti interessa e vuoi essere aggiornato sui suoi contenuti iscriviti al mio feed oppure seguimi via mail. Se vuoi segnalare questo articolo clicca sul titolo del post e vai a fondo post.
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