Pensate se potessimo leggere il pensiero degli altri. Ogni rapporto sarebbe compromesso, ogni amicizia o amore impossibile. Forse il sesso andrebbe avanti più o meno come prima, ma giusto perché nella sua forma basica non richiede grandi impalcature oltre alla base selvaggia e istintuale, ma diventerebbe sempre quello che oggi è spesso, cioè un mero sfogo ludico e fisico (non che ci sia nulla di male, eh, la mia è un’analisi, qui, non un giudizio: non ho mai pensato che l’unico o principale scopo del sesso fosse quello riproduttivo, non ho infezioni religiose di nessun tipo).
Pensate se, invece, non avessimo la capacità di capire quel che gli altri pensano ma potessimo ascoltare quello che gli altri dicono di noi quando noi non possiamo sentire. Quel che dicono alla sorella, al genitore, all’amico, al vicino. Sarebbe incredibile e, credetemi, otto volte su dieci devastante. Anche qui sarebbero impossibili rapporti solidi e duraturi.
Confesso che questo potere mi interesserebbe di più del precedente, perché i pensieri a volte possono essere incontrollabili, ma parole e azioni molto meno.
Quindi tutta la nostra vita sociale, tutti i rapporti tra esseri umani si basano sull’ipocrisia, cioè sul fatto (benedetto, a questo punto?) di non sapere mai, salvo infortuni o casualità, quello che gli altri davvero pensano e dicono di noi?
Lo avete detto voi...
L’ipocrisia è del resto l’olio del motore dei rapporti sociali.
Senza, si ingrippano.
Quando per caso, nella vita, ascoltiamo una persona (per esempio un amico) parlare di noi non sapendo che noi ascoltiamo, ci rendiamo conto di quanto siano falsi gli esseri umani. Persone che dicono di stimarti e poi invece ti disprezzano, invidiano, odiano (una delle mie due amicizie fasulle naufragò per questo, e fu anche l’unico caso in cui, sia pure ancora parzialmente -la pratica, ventennale, è ancora aperta- mi vendicai in maniera discretamente feroce). Persone che si fingono caste o oneste e poi appena possono rubano o seguono irrefrenabili spinte sessuali, magari anche banali e innocue, financo innocenti, ma così stridenti con l’austerità di facciata che ti colpevolizza ma nasconde lubricità in dosi da cavallo. Persone che si offrono di aiutarti ma in realtà cercano, appena possono, di affossarti. E persone che di te non hanno capito nulla, ma questo è normale.
Quindi, cosa dobbiamo fare? Vivere da eremiti?
No, siamo animali sociali.
Forse, però, è meglio non disporre dei poteri che sopra ho immaginato e continuare a far finta che tutto vada bene e che quel che appare sia veramente così.
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