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martedì 22 novembre 2022

La censura da carnevale del social FacciaLibro

Il social peggio gestito al mondo (FacciaLibro) mi censura. E non è la prima volta. Tutte le volte avevano in comune le stesse specifiche: ero innocente e i censori hanno commesso una vaccata, magari dando retta a una segnalazione.


La logica è sempre quella: pressapochismo e idiozia, variamente miscelati. Le cause: le infime risorse che Marchino stanzia per un servizio serio di controllo dei contenuti, ammesso che debba esistere... Io sarei per la responsabilità personale: se scrivo qualcosa di poco legale sul muro dell’autogrill la colpa è mia, non dell’autogrill, che al limite può rimuovere la scritta per convenienza ma di certo non può infliggermi pene seduta stante (la giuria è formata dai cuochi e dai barman?) o quant’altro senza passare da un tribunale, né impedirmi l’ingresso nei locali per un mese.


Se gestisci gruppi neonazisti o pubblichi notizie false generalmente la sfanghi. Lo stesso se sei un politico e scrivi bestialità disumane o menzogne sanguinose (Twitter ha chiuso la porta in faccia al golpista pel di carota, ma in genere a un politico l’account non lo levi, più facile scalare l’Everest a mani nude con meteo avverso). O se crei account falsi per orchestrare shitstorm o campagne mediatiche truffaldine. Ma se pubblichi un’opera d’arte con un seno in bella mostra, sei censurato e punito come se avessi cercato di stracciare la Costituzione. Se metti la foto della moglie mentre allatta, sei trattato peggio di un terrorista, ma se pubblichi la foto della moglie che fa lo spogliarello per scherzo hai maggiori probabilità di passarla liscia. Per farla davvero franca, però, devi pubblicare la tua foto e il link ai tuoi filmini osé, allora sei a posto: ricevo richieste di amicizia di profili costruiti così almeno due o tre volte al mese. La stessa cosa se per caso parli di un tizio che si chiama Paolo Negro: questa parola basta per spedirti sulla forca, non viene mai fatto un controllo serio sul contenuto, sul contesto in cui è stato pubblicato, etc. 


Oggi, commentando un post che era molto critico nei confronti del black friday e che ricordava che in Italia vi sono milioni di poveri che avrebbero bisogno di ben altro che di venerdì neri o di sconti (spesso farlocchi), ho scritto, storpiando appositamente black friday, “bl@ck sh*t” (qui camuffo perché non si sa mai). Naturalmente la censura è scattata (nel giro di quattro minuti quattro!) perché ha preso la mia espressione per razzismo e incitamento all’odio (pensava che parlassi dei neri). 

Ripeto: una censura così è peggio che non averne. E’ l’idiozia al potere, la giustizia dei buffoni, il carnevale del diritto. Se ti arroghi il diritto di valutare quel che scrivo e di censurarlo se contrario alle leggi o ad altre norme che ti sei inventato (e già qui ci sarebbe da dirne, di cose), devi fare in modo di avere una struttura che sa valutare i contenuti, non che spara nel mucchio con la benda sugli occhi, ammazzando l’innocente e salvano il marcio. L’ingiustizia fatta sistema è peggio della legge del far west. Senza contare che quando provi a contestare ti respingono sempre come un muro di gomma, non c’è possibilità reale di contraddittorio.


Ma quando tutto quel che conta è solo il denaro, pretese di questo tipo sono utopia vera.


autore: mauroarcobaleno (blog.mauroarcobaleno.it) Per tornare alla home page clicca qui. Se questo blog ti interessa e vuoi essere aggiornato sui suoi contenuti iscriviti al mio feed oppure seguimi via mail. Se vuoi segnalare questo articolo clicca sul titolo del post e vai a fondo post.


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