lunedì 2 gennaio 2023
Sulla lealtà
Penso che abbia ragione il mio amico social Alessandro Sottili. La lealtà è alla base di tutto, senza non vi può essere un rapporto umano decente.
Lealtà non vuol dire prendere sempre la decisione oggettivamente migliore per un altro da noi: a volte la vita pone davanti a scelte (a volte? sempre) e noi dobbiamo cercare di fare i nostri interessi, ma lealmente: è questo il discrimine. Se a volte capita che la vita ci porta a danneggiare senza volere qualcuno, non è mancanza di lealtà, e comunque possiamo provare sempre a compensare in qualche modo la situazione che si è venuta a creare nostro magrado. Abbiamo la possibilità di agire nel modo giusto, sempre.
L'uomo leale è trasparente, coerente, lucido, giusto ed equilibrato. Ha sani valori e ad essi uniforma la sua vita. Non si volta dall'altra parte, non abdica ai suoi valori se in certe occasioni conviene farlo, ma non è neppure maniacale.
Lealtà non è nemmeno onestà intesa in senso integralista: se un bar di Padova mi dà 10 cent in più di resto e io me ne accorgo quando ho già fatto 50 km verso casa, non torno per restituirli. Lo farò se passo da Padova di tanto in tanto, altrimenti non importa. Occorre saper interpretare le parole dando loro il giusto significato. La forma è importantissima, ma la sostanza non deve mai mancare, perché la sostanza senza forma squalifica lo stile con cui fai le cose e a volte avvelena i cuori ("lo stile è l'impronta di ciò che si è su ciò che si fa"), ma la forma senza sostanza non è nulla, è un inutile guscio vuoto.
Lealtà vuol dire non voler mai fregare nessuno. Trattare gli altri da esseri umani, anche quando non lo meritano. Aiutare chi ha bisogno di aiuto, e non perché gli dobbiamo qualcosa o perché un giorno potremmo essere nei guai noi: (do ut des) le ragioni che ci ispirano devono essere ben più elevate, per dare luminosità e spontaneità alla nostra condotta, per far brillare di eterno quel che facciamo ogni giorno.
Non ci si deve far corrompere da questo mondo lurido. Uscirne sempre puliti e, come dicevano i nostri nonni, a posto con la coscienza. Non è religione: noi sappiamo perfettamente, dentro di noi, cosa è bene e cosa è male, senza dover piegare le nostre esistenze a dogmi stupidi, a volte inumani e inventati di sana pianta da mistificatori.
Sono valori che non dipendono da un dio o da un'origine geografica, sono valori che discendono dal fatto di appartenere a una stessa specie. Il bene non è un'esclusiva religiosa, il bene è universale. Il buonismo non esiste, è la definizione di bene data da chi è cattivo ed egoista.
La persona leale agisce con chiarezza e franchezza. Si comporta con onore (non certo inteso patriottico fascista), non si abbassa mai alla menzogna o al tradimento, al raggiro, alla truffa emotiva; non finge. Anche qui occorre misura: a volte essere leali può comportare il dover dire una bugia bianca, ma queste bugie sono ben altra cosa dalle menzogne di cui sopra.
La persona leale si mette nei panni degli altri, è empatica e si ispira a correttezza.
Da una persona leale non ti aspetti vantaggi, benefici o autolesionismi, ma correttezza e pulizia.
La lealtà oggi è un valore non più in auge. Poco considerata, poco praticata, spesso scambiata per ingenuità o incapacità di muoversi nel mondo moderno.
Siate leali, sarete esseri umani degni di definirsi tali.
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