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martedì 21 maggio 2019

Governare e parlare

Governare fa perdere consenso, è noto.
Ma non vale come alibi: se governi malissimo (vedi Renzi) perdi consenso perché governi malissimo, non perché governi.

In ogni caso, anche se governi bene erodi il consenso, non è un fatto stupefacente, è una dinamica nota. Basta prenderne atto e non pensarci troppo: se ci pensi, cominci a governare male, perché il tuo obiettivo diventa farti rivotare (specie se non hai limite di mandati) o cominci a non fare nulla. Alla fine, perderai voti ma avrai fatto quel che avevi promesso e quel che era giusto. Avrai meno voti ma più convinti e seri e avrai dato ottima prova di te, facendo pure del bene al tuo Paese.

Perché, anche ipotizzando un buon governo, governare vuol dire fare, non solo blaterare, e fare è divisivo (uso un termine caro alla narrazione renziana). Urlare senza fare è invece poco divisivo e molto pagante, nel breve periodo: lisci il pelo a molti, parli alla pancia della gente, cavalchi le paure e non facendo mai nulla di concreto ma promettendo solo cose mirabolanti non scontenti di fatto mai nessuno. E attiri voti, perché sembri la soluzione ai problemi, mentre non ne stai risolvendo nessuno, sembri l’Uomo Forte che fa rialzare la testa all’Italia, invece vendi solo fumo e parole, sei quasi inutile e invece appari come insostituibile. Finché dura l’illusione.

Se invece governi, decidi e fai, quindi accontenti qualcuno (forse), anche se un motivo per lamentarsi si trova sempre, ma scontenti altri. Quindi accontenti qualcuno ma scontenti parecchi. Un esempio? Il reddito di cittadinanza, misura sacrosanta, accontenta chi è in difficoltà vera (ma non tutti, vedi per esempio quelli che sono in difficoltà ma un po’ meno e si aspettavano di più già dal primo anno) ma scontenta tutti gli altri (la stragrande maggioranza) che, ricchi o comunque senza pressanti problemi economici, non vedono egoisticamente di buon occhio di dover pagare di tasca propria il sostentamento di chi muore di fame.
Un altro esempio? Se inasprisci le pene per gli evasori e magari li metti pure in gattabuia, senza dubbio agisci, fai, ma per accontentare gli onesti (e non tradire la tua etica) getti nel panico e scontenti tantissimi: corrotti, evasori, mafiosi, lobby, poteri forti, etc. E quindi i media, che dai poteri forti dipendono (e le cui terga leccano) e che ti mettono nel mirino, contribuendo in misura rilevante a dare al popolo un’errata visione di quel che fai e di fatto erodendo per ciò stesso ancor di più il tuo consenso.

Fare è divisivo (fare bene ancor di più), parlare e parlare e parlare senza fare, concentrandosi su due o tre temi di impatto ma quasi irrilevanti per tutti o per chi sta peggio(migranti, legittima difesa, flat tax), non lo è, anzi porta consenso, porta voti, ti innalza sempre più in una bolla lucente (ma fragile).

E’ la storia di molti governi, è la storia di questo governo sui generis, formato da due spicchi diversi fra loro, una cosa curiosa, peraltro necessaria, stante l’atteggiamento da asilo nido del Pd, e pure desiderabile, viste le alternative (l’orrido ritorno del PDL che tanto male ha fatto a questo disastrato Paese, con la complicità della finta sinistra).

autore: mauroarcobaleno (blog.mauroarcobaleno.it) Per tornare alla home page clicca qui. Se questo blog ti interessa e vuoi essere aggiornato sui suoi contenuti iscriviti al mio feed oppure seguimi via mail. Se vuoi segnalare questo articolo clicca sul titolo del post e vai a fondo post.


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