Ne parlo oggi perché ogni tanto qualche bravo giornalista ricorda i fatti del passato, che dimenticare è sempre disdicevole, nel calcio come in politica. E oggi lo ha fatto Ziliani.
Partiamo da me, che visto che mi ergo a giudice sarò messo nel mirino.
La mia squadra, per fortuna, nella sua storia ha commesso ben poche irregolarità, e tutte abbastanza banali. E ha sempre pagato (come è giusto) per tutte. Anzi, le ha pure prese: cito solo l’anno in cui retrocedemmo perché un certo giocatore del Bari, che ancora incredibilmente gioca in A, fece gol nella sua porta in un derby, e lo fece per denaro (reo confesso). Non fummo ripescati, non fummo risarciti, pur essendo stati i fatti acclarati. Per dire di quale ambientino stiamo parlando.
La mia squadra, dicevo, che è poi la Samp, rarissime volte ha violato le regole e quando lo ha fatto eran sempre cosucce e il conto è stato pagato. I trofei che abbiamo vinto in 75 anni (7 i più importanti) sono stati tutti lindi. In genere abbiamo avuto dirigenti puliti: sarà che per noi è la conditio sine qua non, mentre per altri conta solo vincere, o sarà perché se capitasse a Genova un dirigente come quelli (bianconeri) che hanno infangato lo sport e facesse quelle cose io andrei personalmente a chiedergliene conto a casa, mentre altrove gli hanno eretto statue su statue e ancora lo portano in palmo di mano. In ogni caso, per me conta prima la correttezza, e poi vincere: è questo che mi differenzia da molti.
Altre squadre non possono affermare altrettanto.
Quel giornalista oggi ricorda un caso fra i più clamorosi del calcio italiano. Calciopoli? No. Un altro! Di cui quasi mai si parla.
E cioè la sentenza definitiva con la quale si stabilì che la Juve aveva dopato con continuità i suoi giocatori dal 1994 al 1998. E’ intervenuta la prescrizione, a salvare i colpevoli (dirigenti e medici societari), ma la sentenza e i fatti che la sostengono restano.
Al di là dei possibili problemi per la salute dei giocatori dopati, si tratta di una gravissima e continuata frode sportiva.
Un’altra perla del periodo della Triade, che già ha al suo attivo i due scudetti di Calciopoli rubati (sugli altri diciamo che non si è indagato e forse è anche per questo che nulla si sa, ma questa è una mia ipotesi, ed è l’unica ipotesi di questo post che per il resto contiene solo fatti certi).
So bene che se un dirigente commette azioni turpi il tifoso non è colpevole anche se poi è lui che pagherà, sotto forma di titoli revocati, squalifiche, ignominia etc. Ma so anche che a Torino pochi ammettono le colpe e provano vergogna, anzi l’opposto, e allora qui si parla di tifosi complici, non di sostenitori vittime.
In un mondo normale, i tre scudetti che la Juve ha vinto in quel quadrienno andrebbero revocati oggi (e assegnati ai secondi classificati: Lazio o Parma, Parma, Inter). Perché sono stati vinti da una società sportiva che dopava i suoi giocatori, mica per altro eh... E andrebbero revocate la Coppa Campioni del ‘96 (che assieme a quella sui generis dell’Heysel è l’unica vinta dai bianconeri in 123 anni) e la Coppa Intercontinentale sempre del 1996 (na delle due vinte dalla Juve): questi due trofei andrebbero dunque assegnati con tante scuse all’Ajax e al River Plate).
Perché se nella giustizia ordinaria, fin quando esisteva quel mostro definito prescrizione, potevi anche cavartela pur essendo colpevole marcio e non pagare, in quella sportiva i titoli sarebbero dovuti passare di mano il giorno dopo la sentenza di Cassazione (29 maggio 2007) che ha stabilito che la Juve nelle persone di Giraudo e Agricola ha somministrato per 4 anni farmaci proibiti ai giocatori e farmaci leciti a giocatori sani, quindi in maniera immotivata, allo scopo di alterare il risultato delle gare. Vi sembra abbastanza chiaro?
Io posso capire che se adesso venisse fuori un dubbio su uno scudetto vinto da una qualsiasi squadra nel secondo decennio del secolo XX si potrebbe anche considerare lecito soprassedere... non si può sempre mettere in discussione tutto anche a distanza di decenni, è ovvio. E ci vogliono poi indagini lunghe e sentenze fondate. E so rassegnarmi anche a processi che non finiscono o che durano troppo. Ma quando, prescrizione o meno, si addiviene a una verità giudiziaria finale, il trofeo deve essere tolto perché è un trofeo rubato.
E’ curioso che a definire “prescritti” gli interisti siano poi proprio gli juventini che evidentemente, non tutti ma molti, sono in malafede o hanno la memoria corta.
Io, appassionato di sport e di calcio, sostenitore della squadra della mia città, della mia regione (quella coi 4 colori), so che per anni sono stato preso per il sedere da farabutti matricolati che non hanno pagato per i loro misfatti (o hanno pagato pochissimo) e che i trofei che la Juve ha vinto grazie a questi gravi misfatti non sono stati revocati e non sono stati assegnati a chi li avrebbe meritati (tranne che per i due di Calciopoli... attenzione: due annate sotto la lente di ben 12 della stessa dirigenza).
C’è una società sportiva, una dirigenza, un insieme di tifosi, che con arroganza insulta gli avversari e si comporta da padrone del vapore, ma esibisce nella sala trofei sette titoli sportivi vinti con l’inganno.
Questo è davvero vomitevole e intollerabile.
Sono vicino da sempre ai sostenitori bianconeri vittime dei raggiri di Moggi, Giraudo, Agricola e di svariati arbitri, dirigenti federali, giornalisti: sono la parte buona del calcio, davvero. Fossero capitati a me simili dirigenti non so cosa avrei fatto (di certo non li avrei messi nel mio Pantheon...)
Sono e sarò sempre nemico di quei dirigenti e tifosi che ancora oggi si fregiano di 7 titoli rubati, delirano di complotto e difendono i criminali che hanno infangato la storia della loro squadra del cuore e del calcio italiano.
La Roma, mesi fa, ha avuto partita persa “solo” per aver schierato (senza volere, si presume) un giocatore squalificato in Verona-Roma...
Qui parliamo di interi tornei truccati e di interi campionati giocati con atleti dopati, e abbiamo i trofei belli lucidati esposti in bacheche immonde. autore: mauroarcobaleno (blog.mauroarcobaleno.it)
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