Tutti demonizzano la caccia.
Tutti offendono i cacciatori.
Sento odio purissimo nei confronti dei cacciatori.
I cacciatori?
Ma cosa cacciano, di preciso?
Per caso, sono quelli che uccidono un uccelletto sparuto e tremebondo sparando a caso una sventagliata di pallini (sai che talento) e poi se lo cucinano ma se lo ritrovano fra due denti tanto era piccolo (e dolce)?
Quelli che uccidono un daino e poi si fanno la foto tronfi e dementi col fucile in mano e un sorriso da beota stampato sulla faccia da minchione?
Quelli che spendono paccate di soldi e si fanno i safari per uccidere un leone o un elefante, credendosi coraggiosi e invece sono solo codardi e bastardi?
Quelli che ti svegliano la mattina coi loro colpi e invadono i tuoi terreni e tu senti i pallini sul tetto e ti chiedi ma se si sbagliano e mi sparano in petto (accade spesso, fra l’altro)?
Ok.
Ma la pesca? Vogliamo parlare della pesca?
Non la si cita mai come attività violenta.
La caccia è uno “sport”. Ahahahahaha. Allora anche scaccolarsi lo è.
Dice: ma stai all’aria aperta, fai moto, socializzi, vivi la natura. Eh??? Tu uccidi animali indifesi senza averne bisogno per vivere, questo non è sport. Se vuoi fare sport fai birdwatching, running, alpinismo oppure ti giri i pollici nel tuo salotto di merd@ o esplori il tuo corpo con un po’ di sano autoerotismo. Se vuoi socializzare vai al bar o fai volontariato, merdina secca! Hai una pancia che sembri un cinghiale e vai in giro vestito come un militare paranoico a cercare di uccidere cinghiali che hanno meno pancia di te (e almeno il cinghiale, se sbagli il primo colpo e sei in campo aperto, ti fa passare la voglia per sempre).
La pesca è ingannare un pesce che tranquillo e felice giracchia nel mare, o nel lago, o nel fiume, coi suoi pensieri felici. Indi, conficcargli un pezzo di ferro ricurvo in bocca, che avevi mascherato con una cinica esca, sfondandogliela fra atroci dolori mentre si dibatte e lo tiri su. Infine, ucciderlo sbattendolo sul pontile o lasciandolo morire in un secchio tra atroci spasmi.
Ma la pesca passa sempre come attività pacifica, rilassante, gioiosa. Chi la pratica non è un assassino, no: è una persona amante della natura, paziente e riflessiva.
Ma va’ a ciapà i ratt!
Tutto questo per dire che caccia e pesca sono attività IDENTICHE. L’unica differenza è che se un pescatore si sbaglia sono piccoli cazzettini suoi, se un cacciatore si sbaglia di solito qualcuno muore.
Figuri che se gli chiedi di alzarsi presto per aiutare una persona che non ce la fa ti guardano come se avessi flirtato con la loro madre e ti sputano in un occhio, ma se devono andare a pescare spendono cumuli di euro per l’attrezzattura e si alzano alle 4 tutti felici come bambini acefali.
Io mangio carne, attenzione. E mi piace.
Non voglio offendere un cinghiale, animale nobilissimo: se me lo portano in un piatto, con le olive, io lo mangio e lo lodo, lo ringrazio. Ma non tollero le ipocrisie.
E poi so bene che una volta si cacciava per sopravvivere, oggi per divertirsi. La prima è catena alimentare, la seconda cattiveria e aggressività mascherata da sport (per carità, è legale, lo so).
Non tollero le mistificazioni (caccia = sport), le ipocrisie (pesca = attività pacifica), la cattiveria, la crudeltà.
Non sto parlando degli allevamenti in batteria o simili (altra sconcezza immonda). Non sto parlando delle nostre abitudini alimentari di occidentali satolli e delle nostre perversioni di allevatori sadici accecati dall’odore del profitto. Sto parlando del tipo che ha il porto d’armi (assurdo) per poter andare in un bosco la mattina a uccidere per svago animali pacifici che, in quello specifico caso, non gli servono per nutrirsi ma solo per fare il gradasso la sera al pub con gli amici o per abbellire il caminetto della sala.
autore: mauroarcobaleno (blog.mauroarcobaleno.it)
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