Leggo che i consiglieri di Cogoleto (bel paese sulla riviera ligure, ho parenti là!) dovrebbero chiedere scusa per l’errore (aver fatto il braccino teso nel giorno della Memoria).
Uhm.
Premesso che non l’hanno fatto (non voglio querele) e che sicuramente fu paresi o spasmo, nel caso del tutto ipotetico in cui l’avessero fatto (sto inventando, eh, signor Giudice), i due termini usati da alcuni giornali buoni per il water non mi piacciono.
Chiedere scusa non basta. Scusa la chiede un bimbo che ha fatto pipì fuori dal cesso, o che ha risposto male alla mamma. Non la chiede uno che ha infangato la memoria di milioni di vittime e lo ha fatto non da comune cittadino ma da persona delle Istituzioni (antifasciste).
E errore non è la parola giusta. Io faccio un errore se calcio un penalty sul palo, se sfioro la vecchietta sulle strisce, se mi cade di mano un bicchiere, se dimentico la luce della sala accesa tutta la notte.
Se tendo quel braccino di merda, e nel momento in cui si commemorano le vittime del nazifascsimo, e in consiglio e non nel mio tinello, non faccio un errore.
Faccio una vomitevole e indegna porcata, che va punita con ignominia perenne e con severità atroce.
Ma naturalmente non è il loro caso: fu spasmo o paresi, come detto. O complotto giudoplutocraticoinformatico. autore: mauroarcobaleno (blog.mauroarcobaleno.it)
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