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domenica 7 marzo 2021

Una parola, un modo di dire


Stasera sulla mia pagina comincia una nuova RUBRICA. Si chiamerà “Una parola, un modo di dire”. Sarà una delle migliori rubriche mai pensate e viste su un social.
(Applausi)

Sì, lo so, è una bella idea: grazie per i complimenti, grazie davvero (no, non accetto offerte sessuali, anche se per quella biondina che vedo in terza fila e che si sta agitando parecchio potrei derogare a questo mio debolissimo principio), vi ringrazio per gli incitamenti, gli urletti e la standing ovation però adesso state un po’ zitti perché devo parlare io.

Questa fantastica rubrica avrà cadenza giornaliera, anzi no: settimanale, anzi... Insomma, ci sarà quando mi va, questa rubrica. Ok? Tre volte al giorno, se mi garba, o due all’anno: sono cazzi miei, ok??? Voi cosa c’entrate? Da quando decidete con quale frequenza io devo tenere una rubrica? State al vostro posto, ottusi!

Qual è lo scopo di questa rubrica, oltre a quello di mettere in mostra le mie preclare e indubbie doti?
Questo: ogni volta spiegherò a voi ignorantoni l’origine di una parola, di un modo di dire, il suo significato, già sapendo che metà di voi non ci capiranno nulla e l’altra metà solo qualcosa e a tratti: duro è il mestiere del divulgatore di sapere, del resto qualcuno lo deve pur fare.

Quali parole? Per esempio “noumeno”, o “effervescenza naturale” o “catarsi”, a mia scelta insindacabile. Oppure espressioni tipiche e curiose come “me ne batto il belino” , “ambarabà ciccì coccò” o “te e tu sorella”.

Magari lo farò copiando da Wikipedia o dalla Treccani (ma senza citarli) per farmi bello, oppure inventando cose false senza il minimo scrupolo, e usando paroloni tipo “ontologico”, “apologia”, “palingenesi” o espressioni tipo “ca va sans dire” per farvi vedere che io ho studiato e vi sono inevitabilmente superiore, cari i miei ottenebrati.

Cercherò di fare il brillante, cosa che del resto mi riesce benissimo per talento naturale, e lo farò, naturalmente, solo per smerdarvi e farvi capire quanto siete meno spiritosi di me, quanto io sia deliziosamente cinico, affascinante e divertente e voi invece piatti e monotoni, quanto io sia acuto e voi ottusi.

Non mi aspetto nessun like né condivisioni, perché tanto non me li mettete mai (siete invidiosi e un po’ bastardi) e perché vi darà fastidio essere trattati da ignorantoni da uno che invece le cose le sa perché le ha studiate ed essendo molto intelligente (e bello e sexy) le ha capite e avendo una buona memoria le ricorda e sapendo scrivere bene ve le saprà spiegare magnificamente, usando le “h” quando necessario e mettendo le virgole al posto giusto.

Anche la foto che adorna questo mio imperdibile post è stata scelta con cura, avendo ben presente le vostre ridotte facoltà intellettive e la vostra irresistibile tendenza ad interessarvi solo o preferibilmente ad immagini che contengano un qualsivoglia richiamo sessuale (che per gli uomini si manifesterà nella forma presumibile di “guarda tu questo gran pezzo di ...” e per le donne in quella riconducibile a  “guarda te questa grandissima tr***, ora clicco per vedere cosa diavolo ha più di me”)

Grazie per l’attenzione, adesso potete leggere la parola di stasera (“innamoramento”) e poi tornare a leggere Topolino o a navigare su Youporn.
——-

INNAMORAMENTO

Con “innamoramento” si intende una delle malattie più gravi che possa colpire un essere umano, al pari del tetano e della lebbra, che però io personalmente ho sempre preferito.
Non è ancora considerata come una vera e propria malattia dagli organismi scientifici internazionali e questo rende ancor più complicato affrontarla e mitigarla.
E’ responsabile di almeno il 60% dei disastri individuali e collettivi, dei mal di testa, degli scazzi e dei tentativi di suicidio, nonché di guerre, carestie, pandemie, sconfitte ai supplementari e senatori fiorentini. Inoltre spiega efficamente anche due terzi dello share medio giornaliero di rete4 e molti errori di ortografia o scelte elettorali folli.
Al momento non ci sono cure valide conosciute per l’innamoramento, che mediamente colpisce un uomo una o due volte nella vita, e una donna una o due volte ogni semestre. Per fortuna è una patologia ben conosciuta dagli specialisti ed è temporanea e reversibile; in più, dopo ogni episodio infettivo, tende a fare sempre meno danni, un po’ come se si sviluppassero degli anticorpi in grado di aiutare sebbene non di rendere del tutto immuni.
E’ un virus che accompagna la specie umana fin dal suo sorgere e che presumibilmente non riusciremo mai a debellare del tutto, e questo anche a causa della resistenza delle donne e dei fiorai e dei venditori di cioccolatini e gioielli.
Si appalesa sotto forma di sintomi vari e spesso molto diversi fra loro, come una ridotta facoltà di giudizio, una totale assenza di spirito critico, un tipico sguardo di chi è perso nelle nuvole, e poi sospetta demenza, clamorosi sbalzi di umore, inaffidabilità totale, insonnia, scambi di persona, amnesia, tendenza a poetare, frequenti sospiri, strage di margherite, lunghe telefonate, cene costosissime, interminabili sessioni in sala da bagno, cura manicale dei dettagli, irritabilità, allucinazioni, disturbi motori, occhi lucidi, giovanardi.
Durante la fase acuta, si sconsiglia qualsiasi approccio terapeutico. Solo una volta passato l’apice del disagio, sarà possibile intervenire con apposita cura farmacologica unita a adeguato supporto psicologico al fine di indirizzare il paziente, già duramente provato, sulla via della guarigione (fine della storia) o di assisterlo durante l’incancrenimento del malanno (fidanzamento) che però, come detto, è destinato, presto o tardi, ad attenuarsi naturalmente sino alla crisi successiva, secondo onde sinusoidali via via meno accentuate di cui so parecchio ma nulla vi dico perché non siete in grado di capire nulla che sia poco meno che banale. 

autore: mauroarcobaleno (blog.mauroarcobaleno.it) Per tornare alla home page clicca qui. Se questo blog ti interessa e vuoi essere aggiornato sui suoi contenuti iscriviti al mio feed oppure seguimi via mail. Se vuoi segnalare questo articolo clicca sul titolo del post e vai a fondo post.


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