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venerdì 17 gennaio 2020

Le piante non soffrono


I vegani hanno deciso che le piante non soffrono. Che un’insalata non prova nulla. Che un pomodoro non ha un suo diritto a vivere senza finire a fette su un piatto tra sale e olio.
La scusa è che cavoli e pere, oleandri e fagiolini non hanno un sistema nervoso centrale.
Ma le piante comunicano fra di loro. E reagiscono agli stimoli esterni in maniera non casuale.
E questo è quello che sappiamo oggi, chissà cosa scopriremo in futuro.
E quindi?
A me fanno tenerezza i vegani.
Certo, mangiare la carne degli animali così come sono allevati oggi mi fa un po’ schifo: ma occorrerebbe agire sull’allevamento criminale che invece ha campo libero.
Tolto questo aspetto, che è una stortura a sé stante, il leone si mangia l’antilope e io mi mangio il cinghiale, e se il cinghiale si fa trovare, nel bosco, già umido e con un sacchetto di olive appeso al collo, oltre che arrendevole, è meglio e gliene sarò grato.
I vegani pensano di salvare il mondo, ma non salvano nemmeno se stessi. Inoltre sono spesso nervosi, io so perché. Provate a parlarmi quando non tocco carne o pesce o comunque qualcosa di sostanzioso da due giorni, poi se vi rimane un braccio attaccato al corpo potrete relazionare il mondo su come è andata.
Per me la melanzana ha lo stesso diritto di vivere in pace che ha un vitello. E come lui può finire sul mio tavolo.

autore: mauroarcobaleno (blog.mauroarcobaleno.it) Per tornare alla home page clicca qui. Se questo blog ti interessa e vuoi essere aggiornato sui suoi contenuti iscriviti al mio feed oppure seguimi via mail. Se vuoi segnalare questo articolo clicca sul titolo del post e vai a fondo post.


2 commenti:

Anonimo ha detto...

«Per me la melanzana ha lo stesso diritto di vivere in pace che ha un vitello. E come lui può finire sul mio tavolo.»

Non so se rimarresti coerente, aggiungendo gli stessi umani, e quindi possibilmente anche te, alla lista che comincia con la melanzana e prosegue col vitello.

mauroarcobaleno ha detto...

Escluderei il cannibalismo :-)