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mercoledì 1 febbraio 2023

“Chiudiamola qui, dai” e altro

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*ZERO TITULI*

In tutta franchezza non ho ancora trovato quel che da cinque decenni e mezzo cerco.
Chiedo troppo? Non so. 
Di certo do quel che chiedo; quindi, non essendo io un uomo superiore a tutti gli altri (mi stimo, ma con un limite), direi che potreste farcela anche voi.
C’è di che essere scoraggiati.
Del resto, altro non mi interessa.
Ci sono andato vicino alcune volte, ma forse era più l’ottimismo che la realtà a farmi sentire così vicino all’obiettivo.
Solo macerie, e qualche edificio pericolante.
Devo quindi muovermi con cautela... ma, come detto, altro non mi interessa.
Continuo a guardare le stelle, ma faccio sempre più fatica. 

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*DUE COSE APPENA SULL’AMICIZIA*

Cosa vuol dire essere amici? 
Non intendo dare una risposta esaustiva: ci vorrebbero centinaia di righe e non penso che in ogni caso ci riuscirei, è uno dei temi più ostici, su cui si sono misurati i grandissimi, spesso senza riuscire a cavare un ragno dal buco.
Dico solo qualcosa, ragionando spesso all’inverso.
Per amici intendo amicizie uomo-donna, uomo-uomo o donna-donna, è ovvio.
Già scrissi a proposito del fatto se un uomo e una donna (o due donne o due uomini se pensiamo all’orientamento non etero) possono essere solo amici, non ci ritorno.

A meno che non abitino lontano, o che ci siano ragioni serie, due amici non possono stare mesi o anni senza vedersi. E’ vero che l’amicizia supera il tempo e lo spazio, ma un’amicizia ha bisogno di presenza e condivisione.
Anche se nel caso di uomo-uomo la cosa è difficile, per via di un’educazione sbagliata e dura a morire, un’amicizia senza intimità fisica è povera.
Due amici non possono avere segreti, o per lo meno molto pochi.
Due amici si sentono spesso, anche per questioni futili, senza aver mai paura di disturbare e senza, in effetti, disturbare mai. Ci si può telefonare cinque volte in un giorno, e magari poi non sentirsi per sette.
Due amici dicono le cose senza aver mai intezione di ferire o offendere e quindi mai si offendono.
Se sorge un’incomprensione, cercano di ricomporre, se tengono al rapporto.
Si aiutano in caso di bisogno, ed è un aiuto che non pesa mai e non diventa un ostacolo per l’amicizia.
Sono uniti e affiatati. 
Ogni amicizia ha una tensione sessuale, se l’orientamento sessuale è compatibile: tutto questo è normale. Potrà evolvere o scemare, o restare stabile: ma pensare che non vi sia o non vi possa essere è utopico.

L’amicizia è una cosa rarissima. Più dell’amore vero che, difatti, esiste solo nella mente dei grandi sognatori.
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*IO INVESTO CAPITALI DI SENTIMENTO, GLI ALTRI SPICCIOLI EMOTIVI*

Una vecchia compagna di scuola, che non vedo da decenni, ha detto che alla fine io cerco solo attenzione, come il tizio che minacci@ di butt@rsi dal quarto piano.
Come tutte le spiegazioni dette da persone serie è da prendere in considerazione.
E difatti ammetto che io cerco attenzione, ma individuare questa tensione sociale (tipica dell’essere umano) come causa della mia condotta è estremamente riduttivo, al punto da essere fuorviante.

Direi piuttosto un’altra cosa, in merito al post che ha provocato questa diagnosi da parte di Lucia GP (“Chiudiamola qui, dai”).
Il punto è che io, da sempre, do molta importanza ai rapporti umani, ed è forse per questo che ne ho pochi: perché gestirli non è facile e perché prendo la cosa sul serio, ahimè sempre.

Detta in altri termini, io investo capitali in un rapporto emotivo, sia d’amore che d’amicizia che “meno”. Altri solo spiccioli. Per me è sempre una cosa bella ma non è mai un gioco.
Quindi mi trovo molto spesso in difficoltà. Do importanza a cose e relazioni che per altri sono routine. 

Ecco perché, per esempio, il cretinetti livornese ha rotto un’amicizia venticinquennale senza indugio, in due secondi, solo perché io, dopo cinque lustri, avevo reagito a una delle sue numerose vomitevoli cacchiate: butti via in un amen quello a cui non tieni e facendo così dai all’altro l’immediata ed esatta misura di quello che per te era il vostro rapporto: nulla di rilevante, forse utile e basta. Qui la delusione è stata più per questa scoperta, che per la rottura in sé.

Ecco perché il grandissimo egoista e superficiale massese, con cui ho rotto (anche se lo stop l’ha dato lui, terrorizzato dalla mia vendetta -fui davvero satanico) per via di cattiverie messe in giro dal soggettino in questione su di me, dopo una vita di amicizia sincera (da parte mia) e di favori di ogni tipo, compreso quello di facilitare la ricomposizione di un litigio con la sua ragazza di allora (che poi ho capito perché stava insieme a lui: chi si somiglia si piglia, spesso), ecco perché, dicevo, il soggettino non ha sofferto granché per questa rottura (ha sofferto di più per la mia reazione, pavido com’è; reazione calcolata e progettata, portata a compimento nel giro di alcuni mesi, e che fu discretamente devastante, e attenzione: per me il conto è sempre aperto, dopo ventitrè anni, manca ancora qualcosa).

Ed ecco perché, come è successo pochi giorni fa, va in malora un bel rapporto, costruito per anni, su cui ho investito davvero tanto, e la controparte di questo rapporto non penso abbia o avrà grandi scompensi da questo fatto. E in questo caso la rottura (parziale e, caso più unico che raro, decisa da me -sono però stato costretto, dai) non avviene nemmeno per grandi torti, ma per una lunga teoria di piccole freddezze, retromarce, cautele, diffidenze, scostamenti, timori che alla lunga sono offensivi e rivelano comunque una mancanza di vero sentimento.
So già che non ci sarà reazione. Ed è la cosa peggiore, oltre che la più rivelatrice.

Non mi ci abituerò mai, alla vostra superficialità, davvero.
In questo senso l’epitaffio che scelsi più di vent’anni fa per la mia lapide si dimostra sempre più azzeccato.

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*UNA FUGGEVOLE ILLUSIONE*

Arrivato a casa prima di cena, verso le sette e mezza, quando già il mondo era avvolto dalle ombre della sera, ho notato che la cassetta della posta conteneva qualcosa. 
Ormai se c’è posta sono solo multe (per ora sto a zero, quanto a multe di ogni tipo, ma dico in generale), bollette, avvisi di raccomandata o di pacchi che un corriere ha provato a consegnarti, pubblicità per lo più sgradevoli o insulse (tipo i compro oro), promemoria di pagamento, lettere di altri che un portalettere sbadato o pigro ha schiaffato nella tua cassetta. Nessuno scrive più lettere “tradizionali”. Invece era una busta, con sopra stampato un fiore. 
Ho poi scoperto che si trattava del tentativo di vendermi una religione: un errore non da poco, con me. Ho bisogno di una religione come avrei bisogno di un kit di cubetti di ghiaccio al Polo. E non perché ne ho già una: perché non ne voglio proprio, avendo già un’etica.
Ma non è questo il tema del post.

Il tema è che, vedendo una busta, per un attimo ho avuto un’illusione. Che fosse una lettera. E’ durata poco, quando ho visto che era aperta ho capito che non si trattava di qualcosa di “personale”. E voi direte: e allora?
L’illusione è che fosse una lettera sua...
Il cervello in quei momenti chissà cosa pensa... è stato un attimo, ed è bastato un attimo per capire che era ben altro.
Ma per un attimo, un fottutissim0 attimo, il mio cervello si è fatto fare un golpe dal cuore.
Ma cosa ti aspettavi da una lettera sua? Bella domanda. 
In teoria non mi aspettavo una lettera sua, però vedendo una lettera ho pensato per un secondo scarso che potesse essere sua, questo è un fatto che non posso contestare.
Il punto è che a me fa soffrire questa cosa, a lei probabilmente no. Oppure sì ma meno, o non tanto da rimediare. Insomma, la solita storia: sopravvaluto una relazione umana, rispetto alla controparte di questa relazione. Nulla di nuovo sotto il sole. 
Comunque, un vero peccato. Alla fine, io sono completamente a mio agio con le nuove tecnologie, ma anche con le vecchie, essendo nato e cresciuto a cavallo di un bel salto tecnologico: quindi so il valore di una lettera, pur sapendo comunicare bene coi mezzi “nuovi”.
Insomma, non è andata. Quel che non è stato, e neppure quello che era, merita evidentemente un tentativo...

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*CHIUDIAMOLA QUI, DAI*

Oggi si recide un altro filo. 
Prima o poi doveva succedere, inaspettatamente decido che è stasera.
Mi dispiace molto, non per quello che è stato (poco, forse, e non per scelta mia, ma anche se poco, comunque è durato anni e non è stato irrilevante per me), ma per quello che secondo me avrebbe potuto essere.

Del resto, i secondi 50 sono gli ultimi anni (ammesso che vi siano tutti, il che non accade quasi mai), quindi è normale che vi sia più volatilità in tema di rapporti umani; tradotto: non mi va più di immolarmi per chi non lo merita.

Come scrissi tempo fa, non sopporto i rapporti bloccati: quelli che sai già che tali sono e tali restano. Non che tutti i rapporti debbano evolvere, alcuni possono migliorare, altri possono peggiorare (la normalità), altri ancora restare come sono per sempre. Non è il restare come sono il difetto, è in un certo senso deciderlo già all’inizio. Se conosci uno poco e da poco, ci parli, accetti il suoi aiuto, a volte dai il tuo, mantieni rapporti cordiali, ti fidi o dovresti visti i dieci anni e più trascorsi, etc., ma hai già chiarissimo che non vuoi approfondire in nessun modo, neppure provarci, neppure un poco, né accettare il corso degli eventi e vedere come va, e poi ovviamente decidere cosa ti va e cosa no, vuol dire che non ti piace (legittimo), nemmeno come conoscente, non ti è utile, ti fa schifo, non ti fidi: insomma, sii sincera e buttalo e smettila con le ipocrisie. Io se ti conosco posso non amarti, certo, né immaginare oggi un futuro con te come coppia, ovvio, ma non posso escludere nulla, né che litigheremo domattina né che faremo s3sso tra tre mesi né che ci metteremo insieme tra tre anni, né che resteremo come siamo o diventeremo buoni amici. Se escludo già ora tutto, e non voglio fare un passo mai con te, vuol dire che mi fai schif0 e allora nemmeno vado avanti: le farse non mi piacciono. Non può esistere un’amicizia, o una conoscenza particolare anche se non ancora amicizia vera e propria, se uno dei due ha già posto un paletto, e se non c’è confidenza, intimità, non un abbraccio, non un minimo contatto fisico. Se c’è sempre cautela, riserbo e altre menate del genere. Voglio dire, anzi familiarizzo con il macellaio, allora.
Tra l'altro io quando sono amico e mi fido non mi pongo limiti... ti ho detto anche cose piuttosto riservate, ma lo so: non vado bene, ehehe. Magari hai ragione tu, faccio schifo o non sono adatto come (tuo) amico, io mica contesto il giudizio (tutti sbagliamo, ehehe), contesto le modalità e lo svolgimento attuale. Difficile che una cosa mi inervosisca a tal punto, ma ieri è successo ed è stata la classica ultima goccia che come Giuda si porta addosso tutto il peso.

Quindi è meglio recidere (termine da fioraio). In questo caso non vuol dire togliere il saluto, non c’è stato un torto grave, come per esempio col cretinetti di Livorno o col piccolo pezzettino di escremento di Massa (ché poi in entrambi questi casi a rompere furono loro, per ironia della sorte). Ma vuol dire retrocedere a livello di conoscenza, tipo quella che hai con l’ortolano o con il ferramenta: buongiorno e buonasera, è chiaro il concetto? È quello che di fatto esplicitamente vuoi. Adesso basta... non ce la faccio più. Perché dovrei importi la mia presenza se non sai apprezzarla? Io piaccio naturalmente, non per forzatura. Problema tuo, per me. Certo, tu avrai un’opinione diversa, ma non mi interessa: sei tu a fare l'ipocrita in questo caso. Cuoci nel tuo brodo, evidentemente ti piace la solitudine oppure la schifi ma la preferisci a me: ripeto, scelta legittima. Quello che non accetto è la farsa.

Ripeto, mi dispiace molto, perché non era un rapporto banale per me, proprio per niente. Io investo nei rapporti, molto. Ecco perché da alcuni anni sono più veloce nel potare i rami secchi: autodifesa, si chiama. Questa è una delle rarissime volte che poto io. Non faccio nomi, ma non importa: gli altri apprezzeranno il mio testo, o lo schiferanno; tu capirai.

Ho ben capito che stasera non leggevi con attenzione quel che scrivevo, che equivocavi, sottintendevi, sbeffeggiavi senza parere, non avevi voglia di parlare... E allora torna alle tue occupazioni serali, io alle mie. 
Ma per sempre. 
Alla fine non vuoi far niente per cambiare la tua situazione, e non sei stata sincera quando hai negato la mia interpretazione di una tua risposta.

Mi dispiace tanto, avevamo alcune cose in comune... e poi mi piace pure la famiglia... davvero tanto mi dispiace, ma davvero adesso dico basta... e anche questa è un’altra delle cose che tu non potrai dire, che ti dispiace tanto...

A quest’età è meglio morire a poco a poco perché si resta soli, che morire a poco a poco perché si resta con persone che non ti considerano degne nemmeno di un “possibile sviluppo” e che impostano tutto sulla chiusura, la freddezza, i confini bloccati, la cautela estrema e asfissiante, l’ipocrisia. 

Ti saluto, tanto sai bene che parlo di te. 
Non è mancaza di coraggio, ma nominarti qui su Fb sarebbe una cavolata; scriverti una lettera (che buon sapore d’Ottocento, eh) o un messaggio sarebbe darti un altro di quei problemi che non vuoi proprio, e di certo non da me, quindi evito.

Peccato, davvero. Resterà un rimpianto enorme, in me. 
In te nulla, lo so: ecco perché non mi do pensiero...

Ovviamente questo non è un atto di accusa, è semplicemente una presa d'atto. Io sono scrittore, quindi quando devo prendere atto di qualcosa scrivo... chi è eversivo magari mette una bomb3tt@ (un gesto d'affetto come lo definì qualcuno che conta), chi è pittore fa uno schizzo. Se non ti piace Mauro Ottonello non sei in colpa, anche se una volta diventato premier io quasi quasi una modifica al codice penale la faccio e inserisco il reato di "non gradimento di Mauro Ottonello"... Non è una colpa, ma può esserlo invece quella di non essere chiara o magari di avere comportamenti ondivaghi o di essere come sei stata l'ultima volta... In ogni caso è un diritto non volermi come amico o non voler andare con me oltre un certo limite infimo (ehi donne -e uomini-, è un diritto, non lo sapevate?), ma è anche un mio diritto scrivere questo testo. Insomma è un paese pieno di diritti, sembrerebbe...

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autore: mauroarcobaleno (blog.mauroarcobaleno.it) Per tornare alla home page clicca qui. Se questo blog ti interessa e vuoi essere aggiornato sui suoi contenuti iscriviti al mio feed oppure seguimi via mail. Se vuoi segnalare questo articolo clicca sul titolo del post e vai a fondo post.


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