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giovedì 24 agosto 2023

Bestialità sul sesso





(Son tutte inedite e tali resteranno)

Fa troppo caldo per fare all’ammore...
Quindi faremo solo viscido e appicicaticcio sesso bastardo!

La donna che sposate, e che da fidanzati era abbonata a Kamasutra mensile, dopo qualche anno di convivenza, di ballerine e di jeans, di ciabattine col peluche e di pigiamoni XL di flanella, diventa suora, e voi prete (nel senso che vi arrangiate in modi alternativi, non sempre esattamente legali).

La durata media di un rapporto sessuale, leggo su riviste specializzate,  è di 7 minuti. La notizia mi ha scioccato. Io in 7 minuti mi spoglio, faccio quei due preliminari essenziali per passar da gentiluomo, concludo, mi fumo un Havana, mi faccio la doccia, mi rivesto, do il bianco in salotto e cucino il cinghiale. Se avanza tempo, birretta.

La posizione del missionario è quella più adottata dal maschio italico. E’ la meno faticosa, la più immediata. E’ la strada sicura, quella sempre verde su Google Maps. Non richiede conoscenze specifiche o muscolatura di categoria. Monti su con un balzetto, effettui l’aggancio, zum zum e spruz. Insomma, parti e arrivi, ehm, cioè: vieni. Non si scappa. La donna la trova gradevole perché il soffitto di ogni casa rivela sempre strani disegni e linee bizzarre, ad osservarlo con attenzione; inoltre in quei fuggevoli istanti tanto temuti dai materassi compone a mente la lista della spesa, decide il menu della settimana e salva il mondo, il tutto mentre voi in quei 120 secondi di galoppata come se non ci fosse un domani vi date da fare come nemmeno Gion Uein. La posizione del missionario deve il suo nome al fatto che prima di poterla applicare devi pregare la donna per ore e ore.

Il Kamasutra consta di ben 54 posizioni: il missionario, la pecorina e altre 52 che la donna non vuole mai fare perché è tardi, un’altra volta, poi ti fai male, non c’hai più l’età. Si sconsiglia la pecorina se la donna è calva o ha i capelli troppo corti: è un fatto puramente tecnico.

Io dopo una ciulatina fumo. Ma solo se ci ho dato parecchio dentro, altrimenti l’attrito non è sufficiente.

Tolti i giorni in cui non se la sente, quelli in cui ha il preciclo, il ciclo, il dopo ciclo, il mal di testa e quelli in cui è tardi, son stanca, devo alzarmi presto, i vicini ci sentono, puzzi, sei troppo profumato, abbiamo finito incensi e candele, è freddo, è caldo, c’è troppa luce, c’è poca luce, l’abbiamo già fatto due volte quest’anno, oggi non è giornata, ma tu chi sei? e altre scuse, per il resto io ho una intensissima vita sessuale. Chiedete a Pornsex: son passato al livello Deluxe proprio quest’anno. Sopra ci sta solo il Club dei Maniaci.

Siccome mi sono stufato di dover fare la doccia prima e dopo, da qualche tempo faccio sesso solo sotto la doccia.

Una carota o un cetriolo che capiscono che li stai portando in camera da letto come si devono sentire?

Vuoi un rapporto anale o uno banale? 
Per me un crodino e due patatine, grazie.

Mai nessuna donna si è lamentata di come faccio sesso. Sarà per via del foglio che faccio firmare prima e nel quale si impegna a non sporgere reclamo (è scritto piccolo e in fondo).

Non importa averlo lungo, l’importante è saperlo usare. Se però ce l’hai lungo fa tutto lui e tu ti rilassi.

Non fate mai sesso con una donna che vi stima: perché rischiare di rovinarsi la reputazione?

Se ti fa l’occhiolino, valuta l’ipotesi del tic prima di levarti le mutande, specialmente se sei in un negozio.

Fare sesso alza i valori vitali e rende ottimisti.
Inoltre facilita il sonno. A meno che non arrivi un bebé.

Toglierlo prima non è un sistema contraccettivo; è un metodo per riempire la casa di pannolini. Quanto al metodo Ogino-Knaus, erano i nomi dei primi due figli del suo inventore. Il metodo della temperatura basale, di base, non serve a una minchia. Alla fine, il sistema più sicuro è guardare rete4: ti si ammoscia in cinque secondi.

Fare sesso, oggi, è sopravvalutato. Voglio dire, ma siamo matti? 20 euro per un’intervista? Ma chi credi di essere? 

Il mio sex appeal è letteralmente devastante. Ma le donne non lo sanno. Beata ignoranza! Informatevi, su, da brave.
Stasera ho fumato una sigaretta dopo aver visto una clip porno (sapete, quelle in cui predomina il color rosa o nero). E’ che non si deve perdere l’abitudine ai riti.
Far sesso dalle 4 alle 5 di mattina lo allunga di 1 cm in 2 anni: è una scoperta scientifica recente (Massachussets University).
(Chi dorme non piglia pesci e non aumenta il suo)
(Conosco un tale che soffriva di insonnia e di sexual addiction e ha dovuto fare un’operazione di riduzione).
Non è vero niente, ma vuoi mettere la soddisfazione di girare per la città e sentire i cigolii sfrenati di interi condomini all’alba?
Il letto è quel posto in cui, grosso modo, svolgi queste tre attività: dormire, ciulare, morire.
Che poi nel caso di certe donne potresti non riscontrare apprezzabili differenze.
PS: commento sessista ma approvato dalla Commissione Post Sessisti -è bastato fare gli occhi dolci-. Ehi, ma anche questa frase è sessista!
Il marito: ah.... vorrei morire godendo come sto facendo ora con te.
La moglie: insomma, prediligi le morti veloci...
Sto cercando di ingrassare il più possibile perché è anni che vorrei farmi fare un tatuaggio con i nomi di tutte le donne che ho sedotto e non c’è ancora abbastanza spazio: così dice il tatuatore.
In farmacia quando chiedevo i Durex e precisavo XL (non sto scherzando, raga, gli standard non mi entrano -questo è un dato sensibile, lo so, ma acconsento al trattamento) per non esagerare con la dottoressa o per evitare che credesse che la stavo perculando, aggiungevo sempre: è che li riuso e lavandoli poi si stringono.
SESSO FRA ANZIANI
Amore caro
Ti amo tanto 
Non sai quanto
Ma senza pillola blu
Non gliela fo più
Ho cent’anni suppergiù.
Ho tanti dvd porno ma alla fine quelli che guardo più spesso sono i video che mi faccio io quando zompo: il fatto è che, quanto ai film, amo i corti.
Non fare come l’ovulo: non premiare il più rapido, ma il più ricco.
L’evoluzione di una ovulazione è un’involuzione per la tua vita di viveur.
Se quando gli spermatozozzi si disputano il privilegio di molestare l’ovulo ci fosse il Var, le gravidanze durerebbero 11 mesi.
I gel lubrificanti anali li mettono a 30 euro per farti capire fin da subito a cosa stai andando incontro.
Lago di Garda, 24 agosto 2023. Il cane Chickie mangia il passaporto del futuro sposo, a rischio le nozze in Italia per una coppia americana.
E’ confermato che il cane è il miglior amico dell’uomo.

Img: Rep.

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martedì 22 agosto 2023

Buona la prima, si fa per dire

Vivere una seconda volta questa vita serbando memoria della prima sarebbe interessante. Si farebbero lo stesso molti errori, ma il gusto di evitarne alcuni clamorosi e di sfuggire a certi inciampi non avrebbe rivali.
Soprattutto la soddisfazione di allontanare a calci fin dal primo istante chi in questa vita ci ha sfruttato e consumato.
E’ un discorso classico da dopo cena, mezza bottiglia di vino o più che se ne è andata, 66 cl di birra ghiacciata e una caffettiera da tre: da lucido nemmeno avrei cominciato.
Questa vita non dà altre possibilità, possiamo rovinarcene solo una.
Per fortuna non ci ricorderemo di nulla e nessuno di noi, l’oblio è la fine che ci attende, è triste ma anche consolante: ben poche cose sono da ricordare e sarebbero comunque venate da un insopportabile rimpianto. 

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sabato 19 agosto 2023

Esperienze uniche


Io non invito quasi mai nessuno e in genere chi mi invita a pranzo o a cena una volta a casa sua poi non bissa (le eccezioni sono rarissime, anche se qualche coraggioso c’è), eppure so usare le posate, porto sempre un presente, mangio il giusto, non bevo (guido), so essere frizzante, apprezzo l’ospitalità, non sporco in terra né sulle suppellettili, non faccio confronti col sugo di mamma, non abuso del bagno, non guardo le gambe della padrona di casa, non bestemmio, non mi presento nudo o con le infradito, non molesto la servitù, non mi porto via l’argenteria, non dileggio i quadri e le sculture, non faccio ruttini o peggio, non mi rado o mi faccio le unghie fra una portata e l’altra “per guadagnar tempo”, dico sempre “esclusi i presenti” quando devo dire qualcosa di potenzialmente poco garbato, non passo in rassegna l’intera arcata dentaria con lo stuzzicadenti, non racconto la mia vita, non faccio la scarpetta, non emetto suoni quando sorbisco il brodo, non chiedo mille varianti ai piatti proposti, non mi soffio il naso col tovagliolo, non mi levo le scarpe, non parlo di cacca apposta per far passare l’appetito ai commensali, non chiedo tre volte lo stesso piatto, non fumo, non mi drogo, non faccio uso di fluoxetina o simili, non fingo attacchi epilettici per far ridere i bambini, non propongo per il dopocena strip poker o il gioco dei mimi, non me la tiro da scrittore o intellettuale, non metto in mostra il petto villoso o il capezzolo arzillo, non chiedo le ricette di quel che ho gustato, non orino nei vasi, non lascio le ditate sui vetri, non do calci al gatto che mi impela il calzone né al cane che si struscia le balle sulla mia sexy gamba, non libero il cardellino dalla gabbia per vedere l’effetto che fa, non bullizzo la vecchia rimba, non faccio le orecchie ai cataloghi d’arte sparsi qua e là in salotto a mo’ di ostentazione, non mi impossesso del telecomando per imporre a tutti il noto cult movie curdo con sottotitoli in polacco medievale, non cerco di vendere prodotti o servizi ai presenti, non frugo nelle borsette o nei soprabiti altrui, non ficco il naso nei comodini della camera da letto dei padroni di casa per cercare dildi o gel lubrificanti o qualche mutandina da odorare, non provo il materasso, non prendo in mano vasi Ming o cristallerie assortite facendo venire un attacco cardiaco a chi mi ha invitato, non mi piazzo sul divano fino alle tre di notte, non chiedo du’ spaghi a mezzanotte, non esibisco la mia cultura se giochiamo a quei giochi da tavolo in cui sapere la capitale del Burundi fa di te uno scienziato, non urlo, non rido sguaiatamente, non mi tiro fuori l’arnese sul terrazzo per scandalizzare i vicini guardoni, non faccio finta di avere malattie infettive.
Ma è giusto così, del resto io nella mia tana non faccio entrare quasi nessuno e chi, incauto, mi invita fa bene poi a rendere questa esperienza unica in tutti i sensi: sono un soggetto atipico. 

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giovedì 10 agosto 2023

Vivere è fingere





Fingono tutti. Anche voi.
Fingono gli estranei, per i quali comunque conti zero.
Fingono i parenti, per i quali spesso sei un inciampo obbligatorio.
Fingono gli amici, anche i migliori.
Non ti dicono mai quel che pensano davvero.

Semplicemente, i parenti e gli amici sono più cauti, più delicati. Fingono meglio perché non vogliono ferirti (troppo) e allora si impegnano di più di quel che fa un estraneo. Ma fingono pure loro.
Ti stimano poco ma non lo danno a vedere (o meglio: lo cogli sotto traccia se sei particolarmente ricettivo). Non condividono le tue scelte ma fingono di apprezzarle. Pensano che stai buttando la tua vita ma sono comprensivi. Ti ritengono un maiale però ti salutano con affetto (a volte un po’ plasticoso). E i peggiori parlano male di te alle tue spalle, spesso solo in famiglia, a volte anche con estranei.
Tu parli loro dei tuoi problemi lavorativi e loro pensano, sotto quello sguardo di grande ma finta partecipazione: è un incapace e non combinerà mai nulla. Tu parli della tua solitudine e loro pensano: e allora quella bionda con cui te la fai di nascosto? Guarda che ti ho visto eh, porco!

E’ penoso quando capisci che anche quell’amico, sotto sotto, non ti stima. O esce con te stasera anche se non aveva molta voglia. O quando una donna, che ti piace pure, fa un sorriso involontario che però ti dice alcune cose spiacevoli... Perché fingere è prassi, ma richiede un’applicazione; se manca, si apre una breccia e se sei veloce puoi vederci dentro molto bene e stare male

Anche tu fingi e, alla fine, anche io, anche se ho scritto questo post e anche se cerco (davvero) di fingere il meno possibile. Fingo perché sono sempre allegro e scherzoso e invece dovrei sparire da questo mondo. Perché parlo di futuro e so che non lo avrò, perlomeno di raccontabile. Perché fingo di avere un obiettivo, di essere ancora in strada, e tu non capisci che è falso, perché io fingo poche volte ma bene, perché so applicarmi. 

Fingo perché fingo di non accorgermi che fingi...

Alla fine è tutta una finzione, anche tra amanti o coniugi. Anche tra genitori e figli: sono molte le cose non dette, i segreti tenuti nascosti, le cose che non si confessano. Ci tradiamo tutti più volte al giorno. Io forse l’ho capito meglio di altri, quindi sto peggio.

Quando ti incontro e parlo, so se dici una cosa che non pensi del tutto. Capisco se mi disprezzi dietro quel sorriso. Intuisco se di me non ti importa nulla, bella morettina, mentre io per te farei sacrifici non comuni, in caso di bisogno, e mica per avere una ricompensa, ma solo perché lo sento. Ma tu dopo due secondi che mi hai salutato mi hai già cancellato dal tuo orizzonte sentimentale. E tu, amico di una vita, non mi cerchi più, del resto è fatale prendere prima o poi strade diverse, no? E tu che ti sei sposato o sposata adesso non esisti più per quelli che prima erano il tuo mondo.

Allora non è possibile avere un rapporto vero? E’ possibile, ma col tempo rischia di corrompersi. E comunque è raro averlo, e anche il più vero (o il meno fasullo) ha ombre. La prassi è quella che ho descritto.

Adesso vi saluto con affetto (e chissà se fingo).

E voi mi ricambierete con un sorriso falso, ma in realtà ve ne fregherete e direte quante boiate scrive questo, non ha proprio niente da fare. Oppure: chissà da dove le copia. O ancora: è presuntuoso e arrogante e ha due like per post. O: sa tutto lui, però non combina niente. O: con questo post vuol mandare un messaggio. O: quanto scrive, ed è noioso. 
Io dirò che non importa se alcuni mi detestano, mi basta poter scrivere e, di tanto in tanto, pubblicare qualcosa di quel che scrivo, e sapere di essere letto, non importa se il giudizio sarà positivo o negativo. E invece mi importa, sapere se apprezzate quel che scrivo, quindi un poco fingo, ma poco: perché alla fine scrivo anche se ho due like, lo faccio da anni, perché è poi abbastanza vero che quel che conta per me è scrivere, non essere osannato o mettere in fila i like degli amici (che, si sa, spesso sono troppo benevoli -non i miei, che non mettono nulla ma credetemi: alla fine è meglio così, non vorrei finire a scrivere perché cerco like...).

Ma il punto non è scrivere o avere appluasi, questo era un esempio. Del resto molti di voi li conosco solo sul web, e alcuni dal vivo ma poco, quindi cosa ci lega se non il fatto di leggerci e commentaci a vicenda? Il punto era la finzione, che informa di sé ogni rapporto umano.

(Img fabriziocaramagna com) 

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sabato 5 agosto 2023

Serenità

La Morte sa già quando io morirò: se ne ingoia migliaia ogni giorno ma non è mai sazia, è avida e infida e sa di vomito.
Il Tempo sa già quando non me ne darà più, gode a sparire d’improvviso, come gode a correre veloce quando sei sereno e a rallentare in maniera disgustosa quando sei nelle pene più atroci, ad aprirti in due quando nemmeno ci stai pensando e a tenerti per anni in un letto a vegetare quando gli va di scherzare.
il Caso sa già quando taglierà il mio filo con quelle sue forbici vigliacche dalla lama spuntata ma sufficiente per recidere un filo di vapore e di niente che tiene su tutto ma che sta su senza sapere come.
Io sono l’unico a non sapere quando tutto quello che sto facendo e pensando sparirà d’improvviso in un buco nero come il liquame delle fogne nel mare; quando sarà chiara l’estrema insensatezza del tutto e quando sarà evidente come la facile e comoda e utilissima illusione di chi non potendo ragionevolente giustificare questa vita ha deciso di declassarla in attesa di una vita migliore che sarebbe da venire non sia altro che un abile trucco per sfuggire alla disperazione e all’inerzia.
L’essere umano è sereno solo quando si dimentica di tutto questo: a ben vedere la serenità è un problema di memoria. 

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domenica 30 luglio 2023

Everything is fine

 

 
(ita-eng)
 
 
Dovunque mi giro vedo cose che non vorrei vedere.
Se ascolto, son cose che non vorrei sentire.
Se penso, son pensieri che non ho cercato.
In più è domenica (il giorno peggiore di tutti, da sempre) ed è quasi la fine di un mese e l'inizio di quello più falso (in cui per spregio sono nato, anche se quando stava morendo).
Il clima è compromesso, le persone sono ignobili, i ricordi pensoi, le speranze rami secchi e fiori marciti, gli occhi cattivi o assenti, i sorrisi falsi e il cielo mi guarda male; il futuro mi ricorda che presto mi verrà a trovare.
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Everywhere I turn I see things I don't want to see.
If I listen, things come to my ears that I don't want to hear.
If I think, I have thoughts that I have not sought.
And then it's Sunday (the worst day of all, ever) and it's almost the end of a month and the beginning of the most false one (the one in which, out of pure contempt, I was born, even if it was about to end).
The climate is compromised, the thread of life increasingly thin and shaky, the people are ignoble, the memories painful, the hopes dry branches and rotten flowers, the eyes of those who look at you are evil or absent, the smiles are false and the sky looks me bad; the future reminds me that he will visit me soon.
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(img: ohga it)
 
 
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L'anima è caduca

Alla fine non muori solo per incidente o malattia.
Muori perché con gli anni ti accorgi che non vale mai la pena, per niente e per nessuno.
Perché li vedi morire tutti, e vedi sopravvivere i peggiori.
Perchè il mondo infine riesce a convincerti che tutto è inutile e niente vale.
Perché non ne puoi più, di tutto.
E molti incidenti e molte malattie nascono proprio da questo, anche se non sembra.
Il corpo è caduco e l'anima è immortale, dicono.
Fidatevi: il corpo è caduco ma l'anima dopo un po' si stanca e quando accade il corpo si lascia andare.
L'anima è caduca più del corpo, e quel che più conta lo tiene su.



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lunedì 24 luglio 2023

Clima impossibile

Questo è un clima anti uomo.
Fra non molto questo pianeta sarà inospitale per noi.
Questo clima non permette di vivere, rende sofferte le giornate e spesso le notti, tira al limite la nostra mente e il nostro corpo, ci rende apatici o nervosissimi, ci uccide (60 mila morti l’anno nella sola Europa per il caldo). Non è arrivare a sera, è trascinarsi di giorno in giorno. 
I colpevoli di questa situazione, ormai grave e per come la vedo io irrimediabile, sono i ricchi. Già alcuni decenni fa gli studiosi mettevano in guardia e prevedevano effetti che oggi sono prassi. I ricchi e gli idioti che spargono menzogne e oscurano il lavoro degli scienziati, aiutati da media che cavalcano l’ignoranza e sono complici di chi per far profitto ha devastato l’ambiente in cui viviamo. I ricchi e i politici, che dei primi sono sempre servi ben remunerati.
La casa del ricco non crolla, tranquilli. E se crolla, ne ha altre cento.
Il ricco non soffre il caldo, condiziona l’aria, ha piscine, vive in una bolla.
Il ricco non sta pagando le conseguenze della sua miope e lurida avidità, e della corruzone che infetta il suo cuore. 
A pagare è sempre la povera gente.
Fino a quando questo pianeta ci sputerà fuori, come zecche, tutti, poveri e ricchi, innocenti e luridi colpevoli. 

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domenica 9 luglio 2023

Tutto quello che abbiamo costruito è in pericolo


Questi stanno smontando dall’interno la democrazia (già malata e danneggiata da decenni di malaffare e di eversori corrotti); lo stanno facendo piano piano, senza trovare grandi ostacoli, e lo stanno facendo con una convinzione e con un piano come mai a Berlusconi era venuto in mente e come mai gli era stato permesso di fare, anche negli anni più bui del suo governo peggiore. Ma allora vi erano media contro (anche se per partito preso, ma erano contro) e un’opinione pubblica un filo meno idiota.
La democrazia è in pericolo. L’indipendenza della magistratura è in pericolo. La Costituzione antifascista è in pericolo.
La Casta si sta riprendendo ogni cosa e vuole chiudere i conti: da oligarchia a dittatura.
Segnatevelo, vi tornerà utile per indicarmi quando saremo in fila per andare in galera o all’estero: potrete dire, eccolo, è uno di quelli che lo aveva detto anni prima. 

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venerdì 7 luglio 2023

La gelosia è una malattia




Stasera parliamo di gelosia, in particolare dell’uomo geloso, più in dettaglio ancora del marito geloso.
Un tipo di umano abbastanza ridicolo, anticipo già.
Io non sono mai stato geloso. Penso dipenda dalla mia sicurezza che in fatto di rapporti d’amore (si fa per dire) è imbattibile.
Se tu, donna che stai con me (che espressione antica, eh?), ti convinci a un certo punto che forse io non sono il migliore (ohibò), mi dispiaccio sinceramente e da un punto di vista umano per il tuo errore (clamoroso, ma ci sta) ma non penso certo che mostrandomi geloso, dando di matto o altro io possa farti cambiare idea.
Lo capirai da sola, forse. E, forse, troppo tardi.
E’ un TUO problema, baby.
Il marito geloso mi ha sempre fatto ridere.
Quanto al matrimonio, chi pensa che dopo sposati un uomo e una donna debbano rinunciare a frequentare i loro amici (di qualunque sesso) vedrà il suo matrimonio finir male, tranne eccezioni. O proseguire, ma tristemente.
Chi ha detto che io, uomo sposato, non posso frequentare un’amica? Chi ha detto che mia moglie non può avere un amico?
Chi ha detto che io non posso uscire coi miei amici?
Annullarsi nell’altro non è matrimonio, è psichiatria.
E’ facendo il geloso (rido) che impedirò a mia moglie di giacere (mi piace il linguaggio biblico) con un terzo? No. Anzi, facendo il geloso aumento pure la probabilità di perderla.
Ecco quindi che se io sono amico di una donna (magari perché lo ero da prima che si sposasse, oppure no) e il marito smanetta, mi fa solo pena.
Anche se a me quella donna piace molto ma per rispetto mi limito a godere della sua esistenza, senza forzare.
Perché se io voglio provarci con tua moglie, caro il mio, ci provo e basta, e dopo sono caxxi tuoi: se riesco. E se non riesco, non importa, partivo svantaggiato. Ma facendo il geloso, dio mio, mi faciliti il lavoro!!! Non lo capisci? Allora sei idiota.
Chi fa il geloso è gretto. Rovina rapporti umani, di amicizia o altro. Si dimostra idiota. Vive male. Fa vivere male. Aumenta la probabilità di perdere la persona a cui tiene.
Fammi capire, stupidotto: se a me piace tua moglie come persona, io dovrei cancellarla dalla lista delle mie amiche solo perché ha sposato te? O dovrei vederla solo in tua presenza? Su questo si basa il tuo “matrimonio”? Stai messo bene, allora.
Se vuole, tua moglie se la fa con me anche se tu monti la guardia. Pensi che io non sappia come farti fesso? O lei? Quindi non è se io la ho come amica che tu rischi di più, ma se tu la tratti come tua proprietà.
Quanto alle donne che si adattano a questo piattume e rinunciano alla loro vita, ai loro amici per accontentare o non irritare il genio che hanno sposato, beh.. mi dispiace per voi, non siete di qualità. Quando accade, provo una delusione fortissima.
E quello che chiedo agli altri io faccio, sia chiaro. Se uno ci prova con mia moglie io non mi arrabbio: come deve fare uno a sapere se il suo interesse è corrisposto? Provandoci, è giusto.  Può non sapere che mia moglie è sposata, o magari può essere  che lo è ma si sta separando o è infelice. Mi posso arrabbiare solo se insiste una volta che sa che è sposata e che mia moglie lo ha rimpallato, ma anche lì non lo faccio per marcare il territorio o per rivendicare il bestiame, ma semmai perché se insisti di fronte a un suo rifiuto vuol dire che stai molestando.
Insomma, mariti: se siete gelosi mi fate ridere. Dimostrare insicurezza e animo povero. Io preferisco che non lo siate, come non lo sono io, perchè preferisco evitare i conflitti. Ma se lo siete, sappiate che rendete le cose ancora più facili per me. A meno che non abbiate mogli succubi, è vero... nel qual caso forse potreste averla vinta: perché le donne così succubi alla fine potrebbero non interessarmi più. Chi brucia un’amicizia a cuor leggero per accontentare un marito paleozoico mi merita come amico?
(Immagine: stile it)

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lunedì 3 luglio 2023

Indiana Jones ha una vita troppo movimentata per me





Lo so, è la controparte del mio rapporto matrimoniale (per dirla “à la Veltronì”) che mette in giro indirettamente voci su di me, sul fatto che non voglio fare mai niente, etc. Frequento poche persone: non vi sono altre spiegazioni, l’indagine è facile. E poi, dettaglio non secondario, non è neppure vero.

Io, lo ammetto, la autorizzo a usare la frase scaccia importuni “è colpa di mio marito” (sottinteso: “che è un pazzo”) quando deve giustificare (meglio: quando sente di dover giustificare) agli altri scelte o comportamenti che per me sono ovvi e normali se non doverosi ma per lei no. Del resto, essendo doverosi, deve tenerli, quindi io cerco di raggiungere il risultato, non importa se ammettendo o favorendo che si dia, classicamente, la colpa al marito (che poi è una tattica evergreen presso il gentil sesso). Ma non l’ho mai autorizzata a dire quelle cose là, che non son mica vere e mi mettono in cattiva luce.

Voi direte: è gelosia. Se ti svaluta, meno occhi le altre ti mettono addosso. Uhm... la spiegazione in sé sarebbe ragionevole, ma nel nostro caso non regge: se fosse così dovrei invitarla a fare un esamino, perché la gelosia ora come ora sarebbe fuori posto come un nudista in un monastero, da parte sua (da parte mia mai avuto questa fobia). Quindi è altro, chissà. Forse è gelosia (sua) innata, inconscia.

Certo, trent’anni fa avevo più energie, più illusioni (poche di più), più salute (anche se per ora reggo, ma la chiave è tutta in quel “per ora”) e meno problemi di quelli attuali, che sono notevoli e che la controparte facilmente dimentica o sottovaluta. Non dimentica o sottovaluta per cattiveria (spero), ma per tendenza innata e deleteria (acclarata).

L’età non ancora marcia ma ormai ben lontana dall’essere in fiore e i problemi del momento contribuiscono all’umore e non ho mai visto uno a cui hanno appena seppellito un genitore o amputato un braccio aver voglia di uscire di continuo o di organizzare e di fare cose (ehi, sono solo due esempi, nell’ultimo mese l’unica mia tragedia è aver versato un bicchiere di prosecco sulla tovaglia -ma ci sono altri guai meno recenti che si prolungano). E poi, detto fra noi, se oggi tu desiderassi scampare all’attacco di un coccodrillo e domani conversare con un principe saudita forse avresti dovuto fare scelte diverse, qualche anno fa...

Ma da qui a dire che sarei pigro, senza voglia di far nulla, etc. (uso termini non suoi, non so cosa dice, ipotizzo) ce ne passa. Stanziale forse sì, ma è un’altra cosa. Diciamo che non sono vagabondo né uno che se per due ore non fa qualcosa (di mondano, si chiaro, perchè io la noia* non so cosa sia)  si sente mancare.
Ma poi, ripeto: andrebbe valutata la situazione attuale... ed è strano che non sappia valutarla proprio chi vi è immersa, come controparte.

Ma la vita è tutta un reticolo di misteri. E il tipo di rapporto di cui sopra è la réclame della vita.

Adesso che abbiamo accontentato il principe del guardonismo social, tale Marchino, e che vi siete un poco fatti gli affari miei, potete farvi un ghiacciolo o una birretta.

(*semmai la nausea sartriana)


Nota: nell’immagine le mie dimensioni sono falsate; io peso di più

(Immagine: pazienti it) 

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mercoledì 14 giugno 2023

Rutto nazionale

Rutto nazionale ———-Ma non perché abbiamo digerito i danni incalcolabili che quel tizio ha fatto al nostro Paese, alla nostra vita, al nostro futuro, no. E’ un rutto isterico. Da pancia vuota. Da gas. 
Vedete, se del fenomeno di Arcore mi ricordate tutto, in speciali tv lacrimosi e stucchevoli lunghi cinquanta ore, in inserti pieni di bava di quaranta pagine, quindi sia le cose buone (eh?) e le infamie, io vi sto pure a sentire. Se invece mi inventate solo cose buone, nascondete tutte le nefandezze, lo elevate a santo quando è delinquente, proclamate pure il lutto nazionale che non avete proclamato per Falcone, o Borsellino, o per un qualunque lavoratore morto sul lavoro o migrante morto in mare, allora nel torto siete voi. 
Lo so, siete i novax che adesso sparano caxxate su Papi: del resto la categoria del novax non è specifica, il novaxismo è la veste che indossa il boione durante una pandemia. Ma sotto c’è quello che nega il cambiamento climatico, quello che vota per farabutti e briganti, quello che guida come un maiale, quello che evade le tasse, quello che difende i dirigenti sportivi bari e corrotti. Siete sempre voi, cambiate solo distintivo.
Le vostre specifiche sono ignoranza crassa, mancanza di istruzione, pochi neuroni e tutti acciaccati, arroganza, ipocrisia, zero memoria storica, difficoltà ad articolare pensieri compiuti e a comprendere discorsi lunghi più di una riga e mezza. Siete un tipo universale ed eterno.
Io sono un fallito, ma i miei neuroni girano. Finirò sotto un ponte, ma non me la fai, non mi bevo le tue balle, non mi faccio fregare da buffoni e arraffoni, voi invece, che avete successo, denaro e vi vantate coma pavoni cerebrolesi, credete alle fole, ragionate come cactus e vi fate mettere nel sacco dal primo idiota trafficone che si presenta alla vostra porta. E siete pure convinti di avere un gran cervello: si chiama poraccitudine, la non consapevolezza della propria estrema limitatezza; ed è peggiore della sola estrema limitatezza. 

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lunedì 12 giugno 2023

Con me non provateci nemmeno

Io ho seguito tutto. Sin dal primo giorno. Ancor prima che entrasse nel calcio, rovinandolo. So tutto. Ricordo tutto. Con me non provateci nemmeno.
#B. 

Ragazzi, vi sento ipocriti o disinformati. Del resto i 20/30enni non sanno una fava di Papi. E i 40enni e over o l’hanno votato (bravicojoni) o hanno rimosso. Un uomo è morto. Non vado a ballare sulla sua tomba, perché io sono civile (lui no, finanziava chi uccideva, metteva bombe e scioglieva bimbi nell’acido). Ma quello che era da vivo, per me, è da morto. Esattamente. L’ipocrisia mettetevela dove sapete. E basta glorificare questo pessimo esempio di cittadino. Io rimpiango Kennedy, Strada, etc. Non evasori, frodatori, corruttori, finanziatori di mafia, bugiardi, etc. Dateci un taglio. Fate ridere i polli, ma solo quelli dementi. Ps: adesso leccarlo non serve più, svegliatevi! Dovete orientare le vostre lingue su nuove coordinate.

Il lutto nazionale proclamiamolo per chi, disperato, cerca di raggiungere le nostre coste dopo aver vissuto torture indicibili e finisce in fondo al mare perché non alziamo il culo per andare a salvarlo. Non per frodatori fiscali, finanziatori di mafia, ricchi immorali e dissoluti, delinquenti fatti e strafatti, pessimi cittadini, bugiardi e indegni. E’ uno schifo. Ed è un governo indegno.

La sua eredità, una corruzione morale devastante, una deriva politica, istituzionale inarrestabile, è viva. Ha distrutto le tv, il senso dello Stato, il calcio, la politica, il senso di appartenza, la solidarietà sociale. Il berlusconismo è una immensa e puzzolente piaga sociale, una malattia politica ed economica di proporzioni bibliche. Quello che ha toccato ha reso putrido. Il peggior Italiano di sempre, dal dopoguerra ad oggi, senza rivali. A seguire, chi lo ha favorito, aiutato, servito, leccato; chi ha violato la legge per salvarlo; chi lo ha difeso e idolatrato, raccontando menzogne in cambio di protezione o denaro; chi da lui si è fatto corrompere; chi ha sputato su Stato e popolo per agevolarlo: e sono in tanti, comprese le più alte cariche. E chi lo ha votato, non solo una volta (scelta idiota e ingenua) ma più volte (scelta inescusabile e complice; eversiva; anticostituzionale; antiItaliana).
Non voglio più sentir parlare di questo tizio.
Parliamo di chi si comporta da Uomo, di chi incarna i valori della Costituzione, di chi rispetta la legge e il prossimo, di chi agisce con onestà e per il bene comune. Di chi può dirsi essere umano degno.
La morte non cancella le infamie. La mia è coerenza e giustizia; la vostra, ignoranza, disinformazione, ipocrisia o servilismo.

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sabato 10 giugno 2023

Il Caso





Sfortuna e fortuna sono le arbitre della nostra vita. Ma sono solo due nomi che diamo, a seconda delle situazioni, a quello che è il vero Padrone delle nostre esistenze: il Caso.
Il perfetto, potentissimo, assoluto, orrido, malefico CASO.
Che colpisce, per l’appunto, a caso: senza una ragione, senza un filo conduttore, in un modo che pare democratico e invece è solo... casuale, quindi inspiegabile, inaccettabile, ingiusto, insopportabile.
Tutto quello che l’uomo si è inventato per nascondere questa atroce verità (destino, religioni, karma, etc) è solo favola, è solo spazzatura.
Consolatoria, quindi in molti casi utile: ma del tutto inconsistente.
E se lo capisci, per te la vita diventa una sofferenza vera.

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(Img: alassistenzalegale it)

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venerdì 2 giugno 2023

Il solito refrain


Confesso che sorrido sempre un po’ quando, in occasione di un femminicidio (mi adeguo alla maggioranza), sento dire che gli uomini andrebbero educati diversamente. Per non parlare della violenza omofoba, di cui ci scordiamo più volentieri. Mi vengono sempre in mente due o tre cose: 1) perché, adesso sono educati in qualche modo? 2) non è un problema di educazione degli uomini, è un problema ben più generale 3) non andrebbe educato diversamente anche chi uccide un uomo o un bambino, più persone o un animale? E chi ruba o distrugge l’ambiente naturale? 
Dire sempre questa frase annoia e, quel che più conta, non risolve nulla. Dà sempre l’idea dell’indignazione automatica, che scatta, fa la sua fiammata, dice le solite cose e poi passa. E tutto resta come prima, perché nessuno fa nulla e perché non son cose che si risolvono in due mesi o in due anni.
Non penso che gli uomini oggi vengano educati peggio o meglio delle donne. Il punto è che tutti vengono educati poco e male, di sfuggita, da genitori perlopiù inadatti al ruolo e magari a loro volta frutto di educazioni rabberciate, da una scuola che ormai non esiste quasi più sia nella sua funzione formativa che in quella educativa, da una tv e da altri media (i social) che hanno preso il posto di famiglia e scuola e fanno danni ciclopici.
Viviamo in una società in cui regna l’ingiustizia, di tutti i tipi; la disonestà; l’importanza dell’apparire; i valori futili come la fama e il denaro; la cattiveria. Una società in cui ognuno si fa gli affari suoi e cerca di arraffare quanto più può, calpestando gli altri, se necessario. In cui non vi è rispetto per la vita umana in genere (poveri, migranti, malati, vecchi), anzi disprezzo assoluto per persone, animali e cose: perché quindi vi dovrebbe essere rispetto per una donna? Pensate davvero che facendo frequentare un corso di educazione sentimentale di trenta ore ai maschietti di quindici anni il mondo cambierebbe? Non diciamo eresie. In primaria tutti i bambini sono per la pace, per l’ambiente pulito, per la lotta alla fame nel mondo; tutti i bambini sono contro il razzismo e fanno bei disegni e bei temi. Tutti. Poi a quindici o sedici anni cominciano a comportarsi da adulti indegni e molti finiscono per diventare pessimi cittadini, esseri umani indegni, e per votare per partiti e politici indegni e portatori di idee disumane. Come mai?
Punto primo, non cambi il mondo con due misure e in due anni: sono processi complessi e di lungo periodo, incompatibili con la deriva che ci spinge da anni. La scuola è massacrata da decenni, poiché lo scopo è formare operai con salari da fame; la politica è il regno dei corrotti e non pensa al bene comune; la tv (concentrata nelle mani di pochi e al serviio esclusivo degli interessi di questi) non educa né forma , e non informa: sparge falsità e veleno nel cuore dei nostri giovani; non vi sono più esempi positivi, anzi il contrario: oggi fa strada chi peggio agisce. E’ una società malata, come può far crescere individui sani e retti? Giusto per via di qualche eccezione...
Quindi si stava meglio una volta? Io dico di no. Semplicemente, era diverso. E di certo il mondo, nei secoli passati, non era meno violento o ingiusto. Una volta la donna era schiava del marito, e non vi era la possibilità del divorzio; nel rapporto a due un soggetto era il più forte e aveva più potere, anche sociale, e la cosa non era minimamente in discussione; per non parlare del delitto d’onore, dei matrimoni combinati (che in alcune culture sono la regola anche oggi), delle mille disparità di trattamento. Oggi le donne si stanno prendendo la rivincita e, essendo ahimè anch’esse dei semplici esseri umani, sbagliano quanto e come gli uomini, ma questo non basta a spiegare o a risolvere le cose. E’ solo cambiato un po’ l’equilibrio delle forze, ma l’ignoranza e la cattiveria che una volta informavano i rapporti umani ci sono anche oggi, con la differenza che allora magari schiavizzavi e discriminavi, oggi se non ti garba come vanno le cose uccidi. E’ una reazione diversa, ma sempre bestiale, e frutto sempre di educazioni sbagliate e di individui indegni. Sono cambiate le cose? Sì. Sono migliorate o sono peggiorate? Io non vedo progressi o grandi peggioramenti.
Quindi non è possibile fare nulla? No, qualcosa si può fare. Come si potrebbe fare qualcosa per impedire che nonostante ogni anno si producano sul nostro pianeta alimenti per 12 miliardi di persone, una fetta considerevole dell’umanità (che in tutto è 8 miliardi) muoia di fame; o per impedire che vi siano guerre, catasfrofi ambientali, ingiustizie. Ma secondo voi si fa qualcosa? Forse sì... E’ abbastanza? Assolutamente no. Cambiano le cose? Ma quando mai? E vorreste cambiare voi le cose educando “meglio” gli uomini? Ma per favore....
Ci vuole la volontà di cambiare; questa volontà deve essere di molti, se non di tutti, e soprattutto di chi ha in mano le leve del potere; e ci vogliono fatti concreti, e piani coerenti e congrui e di lungo periodo.
Non puoi toccare Caino, giusto? E Caino deve essere rieducato (la pena è rieducativa), e ha diritto a attenuanti, infermità o semi-infermità mentale, sconti di pena. E anche l’ergastolo è disumano, quindi poi, dopo aver ucciso senza motivo una donna, o un uomo, il nostro eroe, condannato a 16 anni, esce dopo averni scontati 9 o 10, e ha un lavoro e una nuova vita. La pena deve avere una funzione rieducativa, certo, ma anche punitiva e deterrente: secondo voi la fine che fanno gli omicidi spaventa qualcuno? L’uomo è una bestia, spesso non uccide anche per paura delle conseguenze, è triste dirlo ma è così. Ma di quali conseguenze parliamo? Ci sono terroristi con decine di morti  sulla coscienza che oggi scrivono libri, fanno conferenza, vanno in tv, guadagnano...
Quindi ci vuole una scuola diversa, che non mandi i sedicenni a morire in fabbrica con l’alternanza scuola-lavoro; che formi in maniera completa e adeguata uomini e cittadini; che premi chi si impegna e penalizzi chi non si impegna; oggi essere bocciati in primaria è impossibile, in secondaria proibitivo; oggi non si danno i voti per non turbare gli alunni; non si comunica la classifica nei tornei sportivi dei piccoli per non istillare la competività (eh???), oggi si tollera tutto, quanto a disciplina, e i maestri sono spesso inadeguati, sempre mal pagati e sempre senza alcun potere, quindi di fatto quasi impossibilitati a svolgere un ruolo fattivo. Una scuola, certo, in cui si insegna più educazione civica e sentimentale e meno altre materie meno importanti o addirittura dannose; in cui vi è più disciplina e rispetto, delle regole e del prossimo. Un mondo diverso, in cui l’onestà e la solidarietà sono incentivate e premiate, e i comportamenti violenti e asociali puniti con ferocia. Un mondo in cui chi ruba soldi pubblici o deturpa l’ambiente e le cose di tutti  diventa un emarginato e viene messo all’indice e in cui chi uccide, e non vi è traccia di uno straccio di ragione (ammesso che vi possa essere una ragione -ma in alcuni casi si può intravedere), paga col bene che ha tolto, non con dieci anni di galera quando gli va male. E che galera, poi? Privazione della libertà e rieducazione? No, inferni sulla terra, cinque in cella, soprusi di ogni tipo, scarsa igiene, etc.
In qualsiasi agglomerato umano (famiglia, associazione, azienda, comunità di vario tipo, società nel suo complesso) se non vi sono uguaglianza, giustizia, rispetto, meritocrazia, empatia, poche regole e chiare e uguali per tutti e punizioni feroci in caso di violazione delle stesse, non vi è futuro.
Allora quando apprendiamo di un barbaro omicidio o femmincidio, o di guerre insulse, ingiustizia feroci, disuguaglianze sanguinose, dobbiamo fare spallucce? No di certo. Ma questa indignazione a comando che dopo poco sfuma mi ha stufato assai. Nella nostra vita siamo all’altezza dell’indignazione che manifestiamo ogni volta che succede un fattaccio di quelli citati?
Non basta educare i propri figli ai giusti valori e al rispetto della vita umana, se poi la società in cui crescono è come quella di oggi: è come cercare di svuotare il mare con un secchiello.
Ecco perché dico che non cambierà mai nulla.
Ecco perché quando accadono fatti come quelli di cui si discute in questi giorni non mi stupisco e non mi indigno più: non credo che l’umanità nel suo complesso possa farcela, a salvarsi dai suoi tragici difetti.
Cerco di fare il meglio, certo, in tutto. Ma so che non cambierò il mondo. Non ho più l’età per illudermi.


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Questione di chimica




Se ti arriva un suo messaggio è un colpo al cuore: anche perché sono rarissimi (se non in risposta, e anche le risposte son sempre centellinate). Poi magari ti chiede cose normali, ma non importa: è sempre allarme rosso. Anche se ti chiede di portarle un po’ di zucchero ché lo ha finito, tu dopo otto secondi sei alla sua porta con in mano il contratto di acquisto del 15% di azioni Eridania. E se ti chiede di passare a prendere il pane ché non può uscire, tu, che nel frattempo sei a 200 km di distanza e stai operando una comitiva a cuore aperto, molli tutto e nel giro di un quarto d’ora sei da lei col pane, che le passi in ginocchio e faccia a terra (hai panificato durante la volata per tornare e lo hai cotto con le fiamme che faceva il tuo mezzo sull’autostrada). 
E’ questione di chimica. Di timbro della voce. Di occhi. Di avambracci e di mani, di capelli e di pelle chiara, di modo di fare e di curve sotto i jeans. Non puoi però spiegarlo razionalmente: falliresti subito. Magari non è la più bella, né la più dolce. Non è un angelo caduto dal cielo (pensavo più a un diavolo asceso alla Terra), né ti ha mai usato affettuosità particolari, anzi: del resto le convenzioni la limitano. 
Ma è quella che se ti scrive o ti parla le tue facoltà cognitive e percettive si riducono del 90%.
Per lei faresti di tutto, lei forse lo intuisce, ma non usa questo potere, e non per magnanimità: solo perché le gabbie sociali in cui ci infiliamo lo proibiscono e per giocare, anche solo per giocare, ci vuole non poco coraggio e fiducia nell’altro.
(Img: dilei it) 

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mercoledì 31 maggio 2023

30 maggio 2023, sera: LIBERI





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martedì 30 maggio 2023

Siete sporchi e sporchi resterete


E chi difende questi dirigenti non è un tifoso, è un complice morale dei bari.
—-

Quattro colossali illeciti (oltre a quello già costato dieci punti e svariati mesi di squalifica ai dirigenti, dichiarati colpevoli).
La violazione del dovere di lealtà sportiva: non esiste nulla di più grave nello sport. Nulla.
Quattro colossali illeciti, vergognosi, immondi, spaventosi, clamorosi, provatissimi, puzzolenti, messi in atto da una dirigenza che sa solo barare, che sa vincere solo con l’inganno, da una società che nella sua vita ha avuto mille scandali e mille processi, che ha una storia piena di sporcizia mai tirata via; quattro truffe colossali, degne di banditi professionisti, che verranno cancellati da una richiesta di patteggiamento (rei confessi: dopo tante manfrine, confermano quello che le indagini hanno provato senza alcun dubbio).
Si parla di due-tre punti di penalità (ahahahaha) e una multa, per una società che ha partecipato e vinto tornei ai quali senza la truffa non avrebbe potuto iscriversi. Interi campionati truccati. Scudetti che valgono come lo sterco, anzi meno, ché lo sterco concima, queste truffe rendono sterile ogni cosa che toccano. Due-tre punti per questi fenomeni che si vantano degli scudetti vinti senza nemmeno saperli contare e che vaneggiano di 9 scudetti di fila, e che in Europa non hanno mai vinto quasi niente, in rapporto alle possibilità, perché non hanno il trattamento che viene riservato loro, da sempre, in campo e fuori, qui in Italia da un sistema marcio, corrotto, colluso. Due-tre punti come il mancato rispetto di una scadenza (a chi paga in ritardo gli stipendi danno  quattro punti, questi hanno truccato interi bilanci e sono pure società quotata in Borsa). In pratica se la Samp non rispetta la scadenza del 30.5 per gli stipendi, prenderà 4 punti di penalizzazione nel prossimo campionato, più della Juve, una roba che fa ridere. Mancano le parole per definire questo abominio, questo trionfo dell’illegalità, della porcheria, del gioco sporco. Il calcio è finito.
Hanno di nuovo rubato scudetti, dopo Calciopoli. A questo punto ha davvero senso chiedersi per quanti della trentina e passa di titoli di cui si fregiano potremmo dire che non si è indagato e quindi non sono emersi illeciti. Hanno vinto barando, la serie dei 9 scudetti è falsa come Giuda, dovete nascondervi per la vergogna, fate ribrezzo, siete inaccettabili. Avete vinto sottraendo scudetti a chi li meritava. E come con Calciopoli, si esaminano solo due anni di un periodo molto più lungo e quindi con tutta probabilità marcio come i due anni esaminati; a differenza di Calciopoli, non si fa nemmeno finta di punire chi ha barato.
La retrocessione in  B sarebbe stata un regalo, questa società meritava di finire in C (una società meno potente sarebbe stata radiata). 
Spero che l’UEFA li estrometta dalle competizioni per diversi anni, ma in ogni caso quel che si profila in Italia è la dimostrazione che la serie A è marcia, assolutamente marcia, profondamente e irrimediabilmente marcia (del resto gli arbitraggi ce lo confermano ogni sette giorni): dominata da squali delinquenti che truffano e restano impuniti.
Se sarà così, il calcio in Italia è finito. Chiunque, potente, da domani potrà barare, truccare bilanci, creare soldi dove non ci sono, pulirsi il deretano con i regolamenti e le leggi, iscriversi con carte false ai campionati, rischiando nulla. E questi godono pure nel vincere col trucco, il bello è che barano, lo sanno e quando vincono barando sono felici: Freud ci sguazzerebbe. Fate schifo. Siete un esempio schifoso per chiunque ami lo sport, per i vostri figli, per tutti i bambini del mondo. Siete la rovina dello sport, insozzate ogni coaa che toccate.
Il sietema calcio e questa Juventus fanno schifo.
E tutti i tifosi che invece che prendersela coi loro dirigenti colpevoli marci continuano a parlare di complotto sono semplicemente dei sempliciotti  idioti e privi di qualsiasi valore sportivo, dei tapini che con lo sport non hanno nulla a che fare.



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Solita storia, non capite mai un belino fino a quando non prendete una tramvata sul muso


La mia pazienza sembra infinita ma, vi do una notizia in anteprima, essa è finita (come le risorse naturali che ci stiamo allegramente fottendo da decenni per far arricchire i soliti quattro scemidimmerda con l’oro anche in bocca). Cioè, non è finita nel senso che è già esaurita, è “finita” nel senso che è una quantità notevole ma DETERMINATA.
Molti non considerano questa circostanza e avranno, prima o poi, se ovviamente non vado affankulo prima, una sorpresa amara.
So che arriverà quel giorno, lo so ontologicamente.
Non so quando, però.
Ma il problema è vostro.

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lunedì 29 maggio 2023

Ogni partita una festa sarà

“Ogni partita una festa sarà...”
Ditemi se non teniamo fede a questo principio!
Questa canzone è parte dei testi sacri e contiene molti principi fondanti dell’essere blucerchiato.
In questi giorni, in questi anni, dirsi doriani potrebbe essere difficile, ma non lo è per chi è doriano davvero: perché è proprio quest’anno che ci ha unito ancor di più, e mai, dico mai, in 56 anni mi sono nascosto, e quando si perdeva e quando si vinceva. Dirsi doriano è così bello: è un segno di grande valore e degno di rispetto, è sport puro e bello, è vita.
Rivendico la mia sampdorianità come sempre e più di sempre, son tempi duri ma non poi così tanto se dentro hai questo fuoco.
Proprio in queste ore si dice che sia in corso un incontro con chi, dopo aver avuto questo gioiello di società, col bilancio sano, una storia da favola e un pubblico incredibile, in regalo (pagò un euro, il tizio che aveva superato tutti i filtri del fenomeno), l’ha distrutta, portandola sull’orlo del fallimento, dopo aver creato immani voragini debitorie. Se avesse un briciolo di dignità, un tizio che ha ricevuto in regalo una società e l’ha distrutta ripagherebbe tutti i debiti, o quato meno chiederebbe scusa al mondo, umilmente, senza pretendere nulla e facendosi da parte. Invece costui insiste e chiede decine di milioni per salvarsi il kulo, e così facendo sta condannando diverse imprese al fallimento (i creditori) e una società sportiva che ha fatto la storia e che è nota in tutto il mondo al fallimento.
Non c’è partita fra noi e lui, fra noi e quelli che da mesi, da anni, stanno remando contro. Noi siamo il pulito, noi siamo la faccia buona e pulita del calcio. Comunque andrà, noi abbiamo già vinto e il marcio ha perso.



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sabato 27 maggio 2023

Diteglielo voi





Le toglierò il saluto. 
La leverò dalla rubrica, dai social.
Non farò più quella strada se non in auto e non vi parcheggerò più (costerà sacrifici, ma saranno sopportabili).
Cambierò marciapiede.
Non la chiamerò più, non le scriverò più, non risponderò ad eventuali chiamate o messaggi.
Non alzerò più lo sguardo passando in auto di lì.
Murerò quel che va murato, avrò solo meno luce e meno aria, ma più di ora...
Non comincerò mai nessun rapporto neppure di banale conoscenza con chi ha lo stesso nome.
Prenderò qualche intruglio chimico per bruciare nel mio cervello tutto quello che nel mio cervello ha lei dentro: quindi, morirò.
Farò finta che non esista e non sia mai esistita. 
E limiterò moltissimo la frequentazione con chi è suo parente/amico, fino a non vederli più, per non dover sempre pensare a lei.
Non servirà a salvarmi, ma non peggiorerà le cose.
Diteglielo voi che lo farò solo per difendermi.
Non capirà, forse, ma almeno non penserà di avermi fatto qualcosa di male.
Anche se una cosa l’ha fatta, di male: esistere qui e ora.
Non so se ci riuscirò ma potrebbe presto diventare l’ultimo tentativo da fare.
(Img 123 rf)

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Nessun mare

Triste è la vita di chi, da sempre, vede in ogni inizio il seme della sua fine. 
Di chi capisce (in maniera quasi infallibile) chi ha di fronte molto presto.
E di chi quando vive un momento sa gà che lo rimpiangerà in futuro, anche se, in quel momento, pare incredibile il solo pensarlo.
Io sono così.
Quando poi la sera senti che la giornata è trascorsa senza lasciarti un po’ di soddisfazione, ma solo scorie inquinanti, incertezza e insoddisfazione profonda (sedimentata, non di recente formazione), devi farti due domande e possibilmente trovare le risposte giuste.
In difetto, navighi a vista su un relitto alla deriva, fidando nei tuoi sensi e nel mare calmo.
Ma nessun mare è calmo per sempre.
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mercoledì 24 maggio 2023

Siamo parvenze di uomini


 
 
 
Abbiamo perso la capacità di leggere nell'altro.
L'uomo primitivo o antico ci riusciva meglio: allora non vi erano tutte le sovrastrutture che oggi sostanziano la nostra ricca ma a ben vedere miserrima esistenza, e tutte le distrazioni e futilità che occupano buona parte delle nostre giornate avidamente consumando energie altrimenti impiegabili.
Al giorno d'oggi molte funzioni che un tempo dovevamo espletare noi vengono svolte per noi dalla tecnologia o favorite dal livello avanzato di organizzazione della società; inoltre a quei tempi era davvero una continua lotta per la sopravvivenza, dalla necessità quotidiana di procacciarsi del cibo senza rimanere vittima della preda o di competitori, alla necessità di evitare rischi di ogni genere (bestie per le quali l'uomo era possibile preda, malattie, burroni, fulmini, rivali per le più svariate ragioni, da quelle di predominio territoriale a quelle legate al possesso di una do-nna o di attrezzature e bestiame, ecc.). Ecco che quindi i nostri sensi erano notevolmente acuiti e davvero svolgevano un ruolo fondamentale per la sopravvivenza: un errore avrebbe potuto rivelarsi fatale. La stessa paura, un meccanismo utilissimo per salvare la pelle, oggi è vista solo come sinonimo di codardia e non come apparecchio "salvavita".
Oggi siamo delle parvenze di esseri umani. La forza fisica non è più necessaria per nulla, se non per svolgere lavori faticosi (che dovrebbero essere svolti proficuamente da macchine, se solo il progresso tecnologico fosse stato impiegato per migliorare la vita della popolazione e non, e in maniera spesso scandalosa, il tenore di vita di alcuni suoi membri): non serve per procacciarsi il cibo (è sugli scaffali dei supermercati o imbustato in sporte degradabili come la nostra umanità da solerti commessi, spesso addirittura recapitato -non di rado assieme a inutilità chiamate gadget tecnologici- al nostro domicilio da fattorini che per due lire attraversano il traffico della città con qualunque condizione meteo su trabiccoli insicuri), né per competere con rivali per qualsivoglia conquista (contano di più l'astuzia, i mezzi virtuali, il potere e il denaro); di fatto in palestra ci andiamo solo per salvaguardare la salute, altrimenti minata da un'eccessiva sedentarietà sconosciuta ai nostri antenati o per primeggiare con corpi scolpiti e poi, se del caso, opportunamente abbronzati e tatuati in punti strategici che lasceremo scoperti con studiate scelte di abbigliamento.
Né dobbiamo cacciare animali nella foresta per procurarci di che coprire il nostro corpo proteggendolo dal freddo e dagli agenti atmosferici o far legna per affrontare l'inverno (troviamo quanto serve già pronto nei negozi).
Oggi anche con un corpo poco robusto, poco prestante o addirittura denutrito o flaccido o obeso possiamo vivere egregiamente ed eventualmente proteggerci (anche se non oltre una certa misura) dalle conseguenze negative in termini di salute da una gestione scorretta della nostra attività fisica e della nostra alimentazione.
Oggi la differenza la fa la ricchezza materiale, un tempo la facevano la forza fisica e la capacità di procurarsi riparo e cibo: puoi vivere nel comfort più soddisfacente senza essere in grado di procurati direttamente nulla di quello che possiedi: è sufficiente acquistarlo.
La capacità di leggere nell'altro, dicevamo.
Oggi non riusciamo più a cogliere le sfumature dell'anima di chi ci sta di fronte, anche quando queste più che sfumature sono tratti marcati e difficilmente ignorabili, persi come siamo in pensieri che gravano come macigni sulla nostra misera vita sfiancata da disturbi evitabili (e che quindi ci rendono incapaci di interessarci di chi ci sta di fronte, incapaci o non interessati a farlo) o persi in pensieri e attività superflue e inutili che però attraggono tutta la nostra attenzione nei confronti del mondo esterno. Gli altri sono percepiti (o per estrema necessità -e si sa, l'estremo bisogno rende l'uomo insensibile ed ancora più egoista, quando non pericoloso- o per estrema superficialità) come un mezzo per ottenere qualcosa che ci serve per vivere o per soddisfare i nostri bisogni indotti e futili, o per evitare noie e pericoli, non come essere umano a sé stante e degno di attenzione e rispetto.
Voi direte: ma anche in epoche lontane la vita era gravata da macigni pesantissimi, per esempio quello di doversi davvero guadagnare la vita giorno dopo giorno, salvandosi nel contempo da tutta una serie di minacce letali, e anche quello di doversi garantire la protezione di qualcuno per cautelarsi dai soprusi dalle possibili azioni malevole di molti. Vero, ma allora l'uomo aveva la possibilità di affrontare questi macigni e di risolvere i problemi della sua esistenza, oggi è ingabbiato, molto spesso, in un sistema, che lo emargina e lo rende di fatto non solo invisibile ma anche incapace di emergere, di riscattarsi, di "farcela", perlomeno a vivere con dignità. Un tempo era possibile raggiungere uno stato di pienezza interiore e di comunione con gli altri e con l'ambiente, pur all'interno della cornice di una vita non del tutto libera e non assistita da quei diritti che oggi definiamo naturali; oggi sempre meno.
Non riusciamo più a capire se abbiamo di fronte un uomo disperato o sereno. Chiediamo "come va" all'amico, al conoscente che incrociamo (spesso nostro malgrado) per strada, e sotto sotto speriamo che risponda che "va tutto bene", o che "si va avanti anche perché indietro non si può", perché in caso contrario saremo costretti, in una certa misura, a chiedere le ragioni di una risposta così negativa e quel che è peggio a restare ad ascoltarla, fingendo partecipazione emotiva. Non solo non ci interessa sapere o intuire cosa pensa e cosa prova l'altro (perché siamo schiavi impegnati a salvarci la pelle o perché siamo esseri superficiali e viziati che non devono guadagnarsi la vita spaccandosi la schiena), ma spesso nemmeno ci interessa sapere se l'altro è malato o ha problemi gravi: esistiamo solo noi, gli altri sono puri mezzi, al pari di un'auto o di un cestino per la spazzatura.
Ma anche supponendo che qualcuno di noi, avendo serbato una residua dose di umanità, si interessi davvero a quello che accade intorno a sé e non solo in funzione di un possibile vantaggio o eliminazione di uno svantaggio, la capacità di capirsi è nel corso dei secoli scemata sempre più.
Ci sono persone disperate, in giro. Ci parli e non traspare nulla. La conversazione segue i canoni standard di un normale scambio di convenevoli tipico di quest'epoca. La persona ti sembra magari un po' triste ma potrebbe essere pure di carattere riservato, oppure angosciata da qualche incombenza pratica di poco conto o con una particolare fretta dettata dal frenetico ritmo della vita moderna. E invece è disperata, totalmente. Si aggira fra di noi e sembra come noi, ma è un morto che cammina. Potrebbe essere capace di azioni estreme, compresa quella di abbandonarsi. In ogni caso dà risposte formalmente corrette ma vuote alle tue domande di plastica: solo che le tue sono così perché sei insensibile e emotivamente inadeguato, le sue sono vuote perché la disperazione lo ha consumato e lo sta portando alla rovina: vorrebbe urlare, spaccare qualcosa o qualcuno, ma non lo fa, per abitudine, per una residua forma di rispetto della proprietà privata e dell’incolumità altrui, o forse non lo fa ancora. Non è più padrone della sua vita, ne è schiavo. Lentamente, si riduce fino a sparire il suo interesse per qualsiasi cosa, tutto gli appare inutile, grigio, vuoto di senso. Non fa più quasi nulla, non vede nessuno, non si interessa a niente, vegeta. L’esistenza diventa una pena continua e intollerabile, lo scorrere delle ore è veloce e straniante ma anche così lento da risultare una tortura insopportabile. I ricordi sono lame conficcate nel cuore, il futuro non esiste, il presente è una pesante croce da portare. Questo non accade a chi ha un problema di salute (mentale), non stiamo parlando di questo; accade a chi viene triturato da un sistema disumano che premia pochi senza merito per massa -crare i molti, che ti spossessa della tua vita, che ti rende impossibile soddisfare anche le più elementari esigenze, figurarsi qualche legittimo e moderato desiderio. E’ un meccanismo automatico e autorigenerante che nella sua avanzata fa cadere molti, che vengono semplicemente prima ignorati poi scartati dalla società, da quelli che godono e si sollazzano succhiando il sangue dalle vene della massa, a quelli che schiavi inconsapevoli o consapevoli strisciano ancora la catena per terra ma riescono tutto sommato a proseguire, fino a quelli come te che ormai non pensi altro che a te stesso, alla tua vita, ai tuoi problemi spesso di poco conto.
E così, persi e abbandonati, costretti a interagire con automi di carne e ossa che invece paiono ancora trarre profitto dal meccanismo disumano di cui sono rotelle più o meno grandi e importanti o che, sapendo di essere infimi ingranaggi, non possono comunque distogliere lo sguardo dalla strada, alla pari di animali da soma coi paraocchi, queste persone svuotate vagano per le strade, sono fra di noi, in mezzo a noi. Spesso sono persone che vediamo ogni giorno, o addirittura frequentiamo di quando in quando; un conoscente, un vicino, un parente. Non lo sospetteremmo mai e quando poi accade il fatto brutto o irreparabile siamo sinceramente stupiti (ma la sincerità non allieva la nostra inemendabile colpa).
Siamo essere poveri e meschini, animali da fatica e trattiamo gli altri come se fossero invisibili, o semplice strumenti per il nostro benessere. Quello che conta è il qui e l’ora; l’io. Il resto, se non utile, non conta.
E quando un giorno dovessimo fare noi quella fine, forse capiremmo.
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(img: from borgenproject)
 
 
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Le ragioni di una fine



 

Non finirò mai di leggere e scrivere, mi troveranno senza vita con un libro o una penna in mano o nelle immediate vicinanze. Ma prima ancora smetterò di pubblicare, per la gioia di chi usa Facebook e altri social o blog e non ne sa abbastanza per ordinare ai gestori di piattaforme come questa di non privilegiare i miei post e per la ritrovata serenità di chi si nutre di bufale, pregiudizie e superstizioni; perché l'interesse che mi spinge a mettere in pubblico alcuni dei miei pensieri è legato a quello di sapere quali sono i pensieri degli altri e col tempo sta affievolendosi un po' come tutte le spinte vitali e tutti quegli impulsi che non siano con costanza e pervicace e ottuso ottimismo nutriti da precisi atti e volontarie scelte.
E' sempre arduo trovare le ragioni del percorso della vita di un uomo, specialmente quando ci si trova di fronte alla sua improvvisa o traumatica fine; si cerca sempre, anche inconsciamente, di privilegiare le motivazioni più banali, più scontate o evidenti, che però quasi mai sono quelle giuste o esauriscono tutto il ventaglio delle infinite lacerazoni e delle molteplici rotture che hanno minato il multicolore e multiforme vaso dell'esistenza, sino a renderlo oltremodo fragile al di là di un'apparenza probabilmente ancora solida e conservatasi tale sino all'ultimo istante prima della riduzione in frantumi. E si dà sempre più peso agli accadimenti recenti o a quelli che conosciamo, senza tener conto del fatto che molte cose non conosciamo o non abbiamo voluto conoscere, e che difficilmente un percorso si interrompe prima della sua "naturale" consumazione per cause che non affondino le loro radici, sottili ma profondissime, in episodi remoti e magari secondari di quella via crucis laica e personalissima che è il tratto compiuto con affanno e acuti dolori o vane glorie da ciascuno di noi in questa dimensione.
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(img from initalia virgilio it)

 

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