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sabato 6 febbraio 2021

Quello che conta

Grillo e Conte decideranno cosa è meglio: potrò non condividere, ma saprò che la decisione è stata presa da due persone serie e nelle quali ho grande fiducia da quando li conosco.
Il Movimento ha governato con la LegaExNord, fin quando Salvini non ha tradito il patto affascinato da quattro sondaggi agostani: e ha portato a casa risultati notevoli, in termini di attuazione dei propri punti di programma.
Poi il Movimento ha governato con Pd e Leu (IV è nata dopo in seguto a un’operazione trasformista del Microbo), che si sono mostrati più collaborativi dei verdi, e ha portato a casa altri importanti risultati, oltre ad aver gestito molto bene, coi suoi compagni di viaggio, la più grave emergenza italiana dal 1945.
Adesso farà opposizione o governerà, non so con chi, magari con tutti, ma sempre per portare a casa risultati. Per fare quello che ci ha spinto a votarlo e per difendere quello che è già stato fatto.
E’ questo quello che conta per me, ed è questo che manda in bestia i poteri forti e la lercia casta sempre affamata. 

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Ieri De Masi l’ha detta bene e chiara su cosa è Draghi e cosa sarà per questo Paese, che si stava appena risollevando dopo due anni di un governo che così progressista non si era mai visto, qui. E conclude: “Quando, fra qualche giorno, potremo leggere il Recovery Plan di Draghi, comparandolo con quello di Gualtieri avremo la misura metrico decimale, palpabile, della virata verso il neoliberismo in versione squisitamente bancaria.”
“In Italia abbiamo avuto un’eloquente cartina al tornasole (il reddito di cittadinanza) per capire a primo colpo se un nostro interlocutore è neoliberista o socialdemocratico. Matteo Renzi il cattolico boy scout, è sempre stato contrario all’articolo 18 destinato ai proletari e al reddito di cittadinanza destinato ai sottoproletari, mentre ha accarezzato la classe media con 80 euro e ha dichiarato di trovarsi a suo agio con Marchionne, che guadagnava 1037 volte più dell’operaio della Fiat, piuttosto che con la Camusso che guadagnava quanto un metalmeccanico.”
“I socialdemocratici ritengono che ogni cittadino, per il semplice fatto di essere stato messo al mondo senza la sua volontà, abbia il diritto di sopravvivere decorosamente anche se non è produttivo perché minore, vecchio o inabile; i liberisti, sulla scia di Laffer e Kuznets, ritengono prioritario consentire ai ricchi di arricchirsi: prima o poi la loro ricchezza sgocciolerà ad alleviare i poveri.”

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2012, Wall Street Journal, Draghi: “Lo stato sociale è morto” (difendendo la porcata greca).
La sua chiamata ha provocato una notevole erezione alla Borsa che, si sa, sempre si eccita quando sente nell’aria l’odore del sangue dei lavoratori e dei poveracci.  Mentre Piazza Affari ce l’ha duro, lo spread torna subito a cuccia, ai livelli di Conte pre mascalzonata dell’Indegno. Alcuni titoli chiave volano del 5%. Gli Elkann sbavano di gioia sulla carta inutilmente inchiostrada dei loro giornali. Il Welfare si compra un loculo.

I maiali di destra, quelli che privilegiano il mercato e la concorrenza (finta) per creare ricchezza, concentrata nelle solite e poche mani, non hanno interesse a sconfiggere i quattro mostri indicati da Beveridge, che la socialdemocrazia invece combatte e vuole sradicare dalla società: bisogno, malattia, ignoranza e squallore.

Per sconfiggere quei quattro mostri l’unica via è la riduzione delle disuguaglianze attraverso una equa distribuzione della ricchezza. Francamente Draghi non serve questo nobile fine.

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Se devo giudicare Draghi da quello che ha fatto e detto in passato, la sua visione del mondo non è la mia, proprio per niente. Quindi ci aspettano tempi bui, perlomeno aspettano noi che non abbiamo l’agilità finanziaria di chi lo ha santificato.
Del resto, sulla base di cosa dovrei giudicarlo? Della sua riservatezza? Dal fatto che gioca a scacchi online o fa la spesa in un supermercatino con la moglie? Oggi ho letto sul Fatto una nota azzeccata: molte vite dei santi sono meno agiografiche dei racconti odierni dei giornaloni che beatificano il probabile futuro premier, ricoprendolo di saliva.

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COSA VUOL DIRE DRAGHI

Draghi rappresenta tutto quello che non voglio da un punto di vista economico e sociale, questo deve essere chiaro. Essere persone stimate, serie, incensurate è una condizione essenziale, che dovrebbe essere normale ma che non lo è e che quindi io apprezzo ancora di più, ma poi viene il resto e Draghi, oltre a essere pressoché una nullità come politico, è il rappresentante di quell' establishment che ha governato il mondo negli ultimi anni o decenni con risultati che io considero disastrosi. Questa è la sua storia, di questo egli è il simbolo.

Mi sembra difficile poter pretendere che un pensionato, un lavoratore, un povero della Terra possano esultare per l'arrivo di una persona che fa esultare gli Elkann...

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Resto contrario ad entrare nel governo Draghi.
Ovviamente decidono Conte e Grillo, due garanzie assolute, e sottolineao assolute.
Se loro ritengono che occorre entrare per condizionarlo, si entrerà.
A me preme quello che preme sempre: realizzazione dei punti del programma 5s; difesa dei provvedimenti presi e dei punti già realizzati. Il resto son cose dei partiti, non di una forza nata con un compito preciso, non per far passare quarant’anni in politica ai suoi leader.

autore: mauroarcobaleno (blog.mauroarcobaleno.it) Per tornare alla home page clicca qui. Se questo blog ti interessa e vuoi essere aggiornato sui suoi contenuti iscriviti al mio feed oppure seguimi via mail. Se vuoi segnalare questo articolo clicca sul titolo del post e vai a fondo post.


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