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domenica 7 febbraio 2021

Ti tolgono anche quel poco


Ti tolgono anche quel poco. 
Quel poco che facevi bene e che ti permetteva di chiudere la giornata, trovandole un senso,  e poterne poi aprire un’altra senza troppe difficoltà, per quanto senza squilli: ma chi li cercava, gli squilli?

Del resto, quel che facevi non era apprezzato più di tanto. Non lo è mai stato. E chiunque avrebbe potuto farlo. Non con la stessa continuità o precisione e affidabilità?  Dettagli trascurabili. La gente non ha tempo per queste sciocchezze. La gente pensa allo spritz, alle vacanze sulla neve e alla cena di sabato prossimo. E ai pattini per la figlia e il compleanno del figlio, la spesa e le stories.

Non hai la licenza di un farmaco salvavita, non erediti uno studio o un’attività avviata, non muovi centinaia di migliaia di euro con un clic e li moltiplichi grazie a felici intuizioni. Non hai un talento che lascia gli altri a bocca aperta, non vesti alla moda, non ricorri a tatuaggi o lampade abbronzanti per comunicare col tuo corpo quello che vuoi che gli altri pensino di te. Comunichi a sguardi e a parole, ma dopo venti secondi nessuno più ti ascolta, il suo corpo è ancora davanti a te, la testa annuisce partecipe, ma lui non c’e’ più, tornerà in tempo per il commiato: oggi si va per messaggi brevi, slogan. Non si ha il tempo di ascoltare, perché ascoltare implica capire e il tempo è tiranno. Sei gentile, disponibile, affabile, comprensivo, tollerante, aiuti chi ha bisogno, hai un cuore grande e una mente aperta sull’infinito, ma non servi davvero a nessuno e a niente: potresti esserci come no e nulla cambierebbe, proprio come l’abete di fronte al bar in piazza. Sei come una bella lampada antica, ancora perfettamente funzionante, che riposa fra la polvere di una cantina umida: non sei utile, oggi abbiamo i led e il design modernissimo.  Alla tua morte, qualcuno ti piangerà, ma molti piangeranno solo perché la morte è triste, ti ricorda quel che ti aspetta. E di te vivrà un ricordo, perlopiù sbiadito e destinato a finire. Alla fine, se non fossi esistito, non sarebbe cambiato nulla: quei pochi che ti portano nel cuore, moriranno presto e tu con loro.

Fai il tuo lavoro piccolo, insignificante, che a te piace e a cui dai un senso e che cerchi di fare bene e che fai bene, ma che potrebbe fare quasi chiunque, magari meno bene ma in maniera accettabile per i canoni odierni, e anzi che potrebbe anche non fare nessuno e dopotutto non cambierebbe molto: si tratta di abbassare le richieste per poterle soddisfare, e di abituarsi a nuovi standard. Sei importante quando sei una novità; poi diventi come tutti gli altri, un arredo, forse utile e sarebbe già tanto, spesso inutile o superfluo. L’iniziativa nei primi tempi è segno di impegno, dopo è smania di mettersi in mostra; la precisione è una dote preziosa, poi è esibizionismo, la costanza è sempre un difetto, la coscienza un limite. 

Il tempo passa e scolora le nostre vite, riga le facce, affloscia i tessuti e gli entusiasmi. Allarga le ferite, restringe i cuori. Tradimenti e inganni sono dietro l’angolo, non puoi mai fidarti di nessuno e comunque non per sempre. La vita scorre e le opportunità cambiano le prospettive. Persone muoiono o partono, oppure spariscono dal tuo orizzonte. Ne vengono su altre, ma il giro continua, è una giostra che non prevede fermate, si sale e si scende in corsa, a volte facendosi male: ma stare a terra è peggio. Cerchi di costruirti un tuo mondo per non mollare, per non darla vinta a quel che senti crescere dentro e che ti dice che non ne vale la pena, mai. E hai cura del tuo piccolo mondo, ma ti preoccupi anche degli altri, perché cerchi sempre armonia e pace, e vuoi essere sereno ma vuoi che lo siano anche gli altri, non miri ad avere sempre qualcosa in più ma a mantenere quel che hai. A crescere e far crescere, ma senza perdere quel poco che ti basta. Ma è una battaglia persa. Il tuo mondo può crollare in un istante. 

Tutti siamo sostituibili, nel cuore delle persone, figurati se non dietro a una scrivania o su una linea.
Tutti siamo soli, spesso tanto più soli quanto più circondati da persone.
Siamo solo riempitivi nelle vite degli altri, più o meno importanti, più o meno duraturi ma sempre transeunti.
Nulla è davvero come sembra e nessuno è niente per nessuno.
Il giorno della fine sarai in coda da solo.

Devi provarci, ti dicono, Devi crederci. Rimetterti in gioco. Non devi lasciarti andare. Verranno giorni migliori: e tu sai che sarebbe già tanto se venissero giorni, anche sempre uguali a quelli passati. Te lo dicono con fare paternalistico, perché ti capiscono, loro ci sono passati, hanno provato quel che ti tormenta, e ne sono usciti solo credendoci, scommettendo su se stessi: spiace, non scommetto su cause perse. Ti guardano con partecipazione e con compassione: sanno che non ce la farai mai, o che se ce la farai sarà solo per un puro caso, ma vogliono spronarti, per poter convincersi di come stanno messi meglio, per prendere forza dalla tua debolezza. Vogliono farti credere che tutto è nelle tue mani perché vogliono credere che davvero sia sempre così anche per loro. 

Il segreto della vita è viverla senza chiedersi cosa si sta facendo, ma facendolo, e sognando di fare altro, e inseguendo altro, e facendolo. Correre, senza sosta, di meta in meta, guardando sempre avanti, credendo di essere immmortali. Fermarsi anche un solo istante può rompere il cristallo che custodisce la nostra sicurezza. Il senso alla vità lo dà il movimento vorticoso con cui la attarversiamo. Rallentare è perdersi.
Il senso della vita è trovarlo in quel che stai facendo, perché non lo troverai alla fine del tuo cammino. E’ trovarlo, riuscire a crederci e non chiedersi mai quanto durerà e perché e come finirà. È correre, correre, a perdifiato, senza girarsi mai, senza guardarsi troppo intorno. Rallentare è perdersi.

Ma perdersi è inevitabile. Lo siamo tutti, persi. Solo che fino a un attimo fa non ce ne eravamo resi conto. 

Autore: mauroarcobaleno (blog.mauroarcobaleno.it) Per tornare alla home page clicca qui. Se questo blog ti interessa e vuoi essere aggiornato sui suoi contenuti iscriviti al mio feed oppure seguimi via mail. Se vuoi segnalare questo articolo clicca sul titolo del post e vai a fondo post.


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