Un mondo dietro a queste tre parole, di cui la prima essenziale per un genovese e per molti liguri o basso piemontesi, per non parlare della Lunigiana bassa, della Val di Magra e della costa francese da Mentone a Nizza, di Carloforte in Sardegna, e, oggi un po’ meno, della Corsica.
C’è chi dice che belàn o belàndi non sono prettamente genovesi e comunque sono una variazione edulcorata di belin, un po’ come cacchio o caxxarola per caxxo. Ci sta, ma non sono di Genova Genova! Anche belì-scimu (bellissimo) è ben poco genovese, anche se si sente ma soprattutto nel ponente.
Di certo belìn oggi ha perso molto del suo originale senso offensivo o maleducato e pur restando una parola da non usare a pranzo con la Regina (io son fermo alla Regina, non mi parlate di quel tizio che ieri ha preso il suo posto) è sdoganato ed è timbro di fabbrica del genovese. E’ quasi simpatico.
Gli si può dare discrezionalmente significato offensivo, ma in genere ormai significa “Accidenti, caspita, altroché...”.
Eppoi è sia un’intercalare ormai diffuso, sia una parola versatile al massimo, si può usare in mille modi.
Facciamo qualche esempio.
Da Wikipedia leggiamo alcuni esempi interessanti che ci fanno capire come anche la posizione del belìn nella frase sia essenziale.
Se usato all'inizio della frase può servire come incipit per una domanda ("Belìn, pioverà mica, stamattina?", alla stregua di "Che ne dici, pioverà questa mattina?"), o sottolineare una sensazione di sorpresa ("Belìn, e chi se l'aspettava?" alla stregua di "Ma dai, e chi se l'aspettava?"), in quest'ultimo caso la parola si può anche porre in mezzo alla frase ("sono uscito da casa e, belin, ha iniziato a diluviare", in modo simile a "sono uscito di casa e, perbacco, ha iniziato a diluviare").
Usato nel mezzo di una perifrasi, serve come pausa rafforzativa, alla stregua di "caspita" ("Sono andato a far la spesa stamattina e, belìn, mi sono dimenticato il portafogli a casa!").
Se usato alla fine della frase può indicare una forma di orgoglio o lagnanza verso l'azione descritta, a seconda del tono ("Sono andato a far la spesa anche stamattina, belìn!": in caso di lagnanza come sinonimo di "uffa"; in caso di tono orgoglioso come sinonimo di "hai visto?")
(IMPORTANTE) La parola 'belìn' ha una grande varietà di significati a seconda della sua intonazione. Rispondere a una domanda - per esempio "hai mangiato?" - con belìn può indicare: che si ha mangiato troppo ("altroché!"); che si ha mangiato bene ("alla grande!"); in tono sarcastico per indicare che al contrario si ha mangiato poco ("sì, proprio..."). La comunicazione non verbale, gestualità, tono e mimica facciale sono quindi determinanti nel cogliere le diverse accezioni.
Il termine può assumere tono e significato affermativo, stupito, rafforzativo (i più comuni), risentito, iroso, sconsolato, ironico, beffardo e altro ancora.
Lasciando Wikipedia, diciamo che belìn è davvero una parola fantastica.
Guarda come gioca quello, è un giocatore del belino! (Giudizio negativo)
Belìn, che giocatore! (Giudizio positivo)
Belinata vuol dire caxxata, cosa di poca importanza, cavolata, ma anche bugia, sciocchezza. “Non dire belinate!” (Stupidate, bugie) “Ti ho preso una belinata come regalo” (una sciocchezzuola, una cosa da poco)
Abelinou vuol dire scemo, sciocco
Belinun: anche peggio, tonto, idiota
Se ti imbelini vuol dire che inciampi, se chiedi a tua moglie dove ha imbelinato i tuoi occhiali è perché non li trovi... Ma vuol anche dire cacciare, mettere: “Imbelina un po’ questa pentola nell’armadio...”
Ma imbelinarsi vuol dire non solo inciampare, ma anche infilarsi in un guaio, in un discorso pericoloso, etc
Cosa m’imbelini? Cosa stai imbelinando? significa: cosa mi combini?
Battersene il belino vuol dire fregarsene, “me ne imbelino” secondo alcuni lo stesso (a Roma dicono “sticaxxi” -non mecojoni, occhio) anche se per molti invece “Meninbelino” vuol dire Certo! Ovvio! Lo credo! Perbacco! Eccome!, essendo già l’espressione me ne batto il belino a voler dire me ne frego altamente.
Portar via il belino vuol dire andarsene, avere il belino girato o inverso vuol dire essere di pessimo umore, essersi alzato male...
Mi gira il belino si dice quando uno è arrabbiato, o non mi far girare il belino (avvertimento).
Poi ho trovato su un forum altre espressioncine che non vivendo nella mia città uso poco:
Ho nel belino che... Cioè “Ho intu belìn...” (ho l’impressione che, mi sento che, ho paura che...), sentita poche volte ma bellissima.
Conosco bene invece
Malinbelinato: malvestito, mal conciato, malmesso.
Continuiamo:
Non menarmi il belino è non rompermi le balle
Farsi mangiare il belino dalle mosche vorrebbe dire perdere un sacco di tempo, temporeggiare, aspettare (mi fido, non penso di averla mai sentita questa)
Desbelinarsi vuol dire darsi una svegliata, darsi una mossa, cavarsela
Desbelinato è una persona sveglia. “Desbelinite 'n po, figieu!»
Belàn, abbiamo detto, è versione edulcorata, come detto, e di fuori Genova e in ogni caso è molto meno offensiva, è più un commento positivo! ; Belandi è non genovese, a occhio, forse spezzina; Belinda non so cosa sia, dicono di Imperia, ma insomma non mi piace.
Se belinun o abelinou vogliono dire tonto, scemo, ecc, belina invece presuppone che la persona abbia fatto qualche porcata sapendo di farlo, quindi è tecnicamente uno “stronxo”, cioè una belina! Può quindi essere molto offensivo, specie se “belinn-a!” Ma a volte si usa belina anche in senso bonario... esempio, quando hai fatto una belinata, puoi pensare: Che belina sono stato!
Dite che fare questo post è stata un’idea del belino? Chissà.. I
In ogni caso se non vi piace basta passare oltre, senza scaramellarmi il belino...
Belìn sappiamo cosa vuol dire, ma non si dice mai “il belìn”!
Se vogliamo indicare proprio l’organo, diremo “il belino” (mi gira il belino, non menarmi il belino, non capisci un belino).
“Do belìn”, si dice di persona/oggetto che non è affidabile.
«A l'è unna scâ do belin» («è una scala inaffidabile»)
Ho poi trovato questa interessante osservazione sulla lunghezza delle vocali:
Beeelìn! = accidenti / che roba! (spesso con accezione positiva, anche pronunciato “booolìn!”)
Dai, belìiin! = dai, su! (spesso con frustrazione)
Eh, belìiin! = eh, addirittura! (nel senso di assurdità/irrealtà)
Oh belìiin! = oh cazzo (spesso pronunciato “obbelìn“)
Come vedete, è un mondo vastissimo quello del belìn!
A belìn de can: “fatto male”
Avèi o belin inverso: essere di cattivo umore, lo abbiamo già detto, qui però in genovese.
Fâ rïe o belin: che vorrebbe essere spiritoso senza riuscirci! Detto di parole stupide.
Altri modo di dire:
affiâse u belin = affilarsi il belino, affilare le armi, le unghie.
avèine u belin pin = essere stufo, aver perso la pazienza.
me gïa u belin = mi girano le scatole (oppure fare qualcosa con estrema controvoglia)
ma cösa l’ha into belin? = ma cosa ha in/per la testa?
—-
Detto del belìn, ci sono poi alcune parole che, pur non parlando il genovese (ma capendolo benino) mi piace usare e adoro:
Tapullo
E’ una riparazione di fortuna di cui andare orgogliosi, spesso fatta con materiale di recupero o improbabile.
Ravatto
Oggetto di scarsa qualità o se riferito a persona “di scarsa qualità estetica”. Io lo uso anche nel senso di oggetto inutile o persona inutile, quelle cose che uno conserva perché non si sa mai ma poi occupano solo posto e non servono a niente! Ciarpame.
Sbulinato
Chi si veste con abiti vecchi, rovinati, chi va in giro con capelli lunghi e incolti, barba non curata, insomma “trasandato”
Sgrêuzzo
Chi agisce senza pensare e ha modi rudi e grezzi, non ha mezze misure, magari fisicamente prestante ma poco fine, per esempio a tavola.
Pittima
Chi si lamenta sempre, magari perché ha sfortuna. E’ quindi difficle da sopportare, alla lunga.
Leggera
Cattivo esempio per i giovani, chi vive un po’ così, come viene viene, alla giornata, cazzeggiando, passando da un bar all’altro, magari con frequentazioni poco raccomandabili e comportamenti al limite.
Miscio
Senza palanche (senza soldi).
Maniman
La traduzione più corretta è “non si sa mai”
“Maniman c’è la fregatura”
Gondon
Preservativo. Ma anche canaglia, una persona ruffiana, furbastra o, tra amici, furbacchione
Mussa
Oltre a essere la versione femminile del belìn (non come uso ma come organo a cui si riferisce), vuol dire anche balla (contamusse = contaballe).
Pin de musse vuol dire pieno di scuse, pieno di storie, uno che ne ha sempre una e non gli va mai bene niente.
Brigola
Brufolo, foruncolo... L’ho sempre usato.
Magone
Angoscia, peso sullo stomaco, nodo alla gola, forte malinconia
Rumenta
Un classico. Spazzatura, ok.
Ma anche riferito a persona, spesso scherzoso ma neanche tanto.
In ambito calcistico a Genova è usatissimo.
Paciugo
Pasticcio, casino, fanghiglia, poltiglia
Refrescûmme
Lezzo di stoviglie mal lavate, puzzo del pesce non fresco.
Bratta
Fango, ma anche sporco. E in senso figurato: sono nella bratta, sono nei guai, ho grossi problemi
Bulacco
Secchio
Friscêu
Frittella
Mandillo
Fazzoletto
Remescia’
Mescolare, girare
Spegassin
Imbianchino
Spegetti
Occhiali
Tomata
Pomodoro
autore: mauroarcobaleno (blog.mauroarcobaleno.it)
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