Se potessimo tornare indietro e rifare il percorso della nostra vita, eh?
Ci pensiamo spesso: quante cose faremmo in maniera diversa, quanti sì diremmo al posto dei no e viceversa, quante occasioni perse non ci lasceremmo sfuggire, quante scelte sbagliate non ripeteremmo, come giudicheremmo diversamente certe persone...
Voi ci credete? Io no.
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In realtà se tornassimo indietro con la memoria del primo viaggio qualcosa potremmo fare, di meglio: alcuni errori li eviteremmo, certo. Ma non tutti. E già questo è un dato sorprendente. E poi, chissà, potremmo anche far di peggio, in alcuni casi.
Ma se tornassimo indietro senza ricordarci del primo passaggio, credetemi: rifaremmo quasi tutte le stesse cose. Perché alla fine le nostre scelte sono determinate in buona parte da come siamo e dall’ambiente in cui operiamo.
Non parlo del caso (il mattone che ti apre la testa, per esempio, o la malattia incurabile), parlo delle nostre scelte, nel bene e nel male. Allora non esiste il libero arbitrio? Grosso modo, no. Il fatto è che la vita è una e quando fai una cosa per la prima volta ti può riuscir bene solo se hai una grande fortuna. Qui però non esistono prove o repliche, mi dispiace. Forse, alla terza vita riusciremmo a far davvero meglio. Ma è teoria, qui dopo il primo giro, che spesso nemmeno si completa, si diventa cibo per vermi.
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