Festeggiano la promozione e pensano a noi, sfottono noi, irridono noi, offendono noi, raccontano balle su di noi al fine di giustificare le loro belinate attuali, augurano il peggio a noi... E offendono i morti o comunque fanno una fatica bestiale a dissociarsi da certi fatti vergognosi. Non pensano letteralmente ad altro, mai. Ci odiano, e la cosa è davvero ridicola ma anche curiosa. Siamo sempre nei loro pensieri, nei loro incubi. Esistono rapportandosi a noi. Ma chi li cerca? Boh.
Non sanno neppure godersi il momento (son così rari, poi), un po’ mi fanno pena, perché stasera avrebbe dovuto essere una sera in cui festeggiare alla grande, mangiare, bere, scherzare, godere, sognare l’anno prossimo una A magari meno faticata del solito tran tran bicolore, e non pensare a noi, e non sbavare come sempre rabbia, e non manifestare il solito astio e la solita invidia da repressi verso gli odiati cugini (che hanno la sola colpa di aver vinto infinitamente di più da quando esistono ehehehe). Si è anche dovuta chiudere SampCity e proteggerla per evitare vandalismi tipo quelli al Molo...
Ragazzi... ci vuole uno bravo, qua. I complessi di inferiorità non curati e ormai incancreniti e le ossessioni sono brutte bestie; se unite a maleducazione, assenza di sportività o peggio, la miscela è pericolosa. Come se io, vinto lo scudetto o la Coppa Coppe, avessi pensato a vandalizzare cose bicolori o a irriderli: manco mi passavano per la testa quando trionfavo in ogni dove, io festeggiavo alla grandissima e basta, chi se ne fotteva del Genoa, della Juve, dell’Inter o del Forlimpopoli di Sotto. Che miseria... Al massimo, ci sarà scappato un genoano cucù davanti alla tv: roba da paese, insomma, non questi deliri urbani da studio medico.
Ripeto: non mi preoccupa il singolo idiotone, di quelli ne abbiamo pure noi, purtroppo. E’ il clima che è diverso. Profondamente diverso. Da noi nella media c’è più goliardia, sfottò, menaggio; di là astio, odio, senso di rivalsa, cattiveria. Questi sono fatti.
Come sempre, invito i miei amici blucerchiati a sopportare con cristiana rassegnazione, non i festeggiamenti (legittimi, eppoi la promozione è meritata), ma questi deliri, queste meschinità, oscenità, vandalismi o semplici espressioni di disagi di varia tipologia e intensità. Reagire sarebbe sciocco davvero e non nelle nostre corde.
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Il risultato di una partita è un evento accidentale.
Il risultato di una stagione è un evento accidentale.
Questo amore è vita. Questo amore è tutto.
Inspiegabile e inspiegato, totalmente gratuito, sempre più forte, indistruttibile.
Ti spinge solo ad essere una persona migliore, allo stadio e nella vita.
Il mondo è qui, quel che c’è là fuori non conta.
Ignorate i corrotti, i ladri, chi ci ruba le partite e chi ci insozza i defunti, chi ci affossa e chi sta a guardare e ride, chi nemmeno quando festeggia riesce a non pensare a noi che siamo il suo incubo.
Ignorateli. Bastano questi quattro colori. Basta ritrovarsi ogni settimana tutti lì, a Marassi.
Paolo non c’è più, è vero. Dentro di noi però c’è.
autore: mauroarcobaleno (blog.mauroarcobaleno.it)
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