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lunedì 1 maggio 2023

L’ altra metà di Genova si sente inferiore dal 1946 (e sportivamente lo è).

Seguo il calcio o, meglio, amo la Samp dall’aprile del 1973 più o meno. Avevo cinque anni e otto mesi e dato l’inizio di tutto in quel mese perché ero disperato non potendo, quel giorno di aprile, andare allo stadio col babbo a vedere la Samp, causa influenza o raffreddore. E’ quindi evidente che ero tifoso da prima di quel giorno... Non sarebbe esagerato dire che sono blucerchiato dall’età di 5 anni. Era il 22 aprile del 1973, quel giorno la Samp ospitava il Cagliari, che vinse con un gol del Riva, che io mi persi.
In tutti questi anni la Samp ha fatto un po’ di B (poca), moltissima A con obiettivo salvezza o poco più, un decennio e più clamoroso, ricco di vittorie, finali e gloria, in Italia e in Europa, e poi di nuovo tanta A a mezza classifica, qualche anno di B e qualche anno di salvezze risicate. E soprattutto ha imposto uno stile unico.
In tutti questi anni (51) io:
-non ho mai perculato un genoano per via di una sua sconfitta o retrocessione o figura di merd@ (e di occasioni ce ne sarebbero state a decine), né in pubblico, né in privato, né a scuola né sul lavoro, né sui media o sui social;
-non sono mai (ripeto: mai) sceso in piazza per festeggiare una sconfitta o una retrocessione del Genoa, lo troverei inconcepibile; so che moltissimi lo fanno, sia doriani che genoani, accetto il menaggio (se misurato -e prendersela coi morti non lo è-) anche se non lo pratico, ma io davvero non riesco, non ho mai avuto come riferimento il Genoa (in questo mi ha aiutato diventare presto un esule) o come obiettivo quello di fare meglio del Genoa, figuriamoci un po’!;
-non ho mai augurato alcunché di negativo o positivo a nessun genoano;
-non di rado ho riconosciuto i meriti rossoblu, quando vi erano.
Questo non toglie che non digerisca per niente il loro modo di fare e il loro costante riferirsi a noi, conseguenza palese e nota di un fastidioso, mostruoso, atavico (e giustificato) complesso di inferiorità: del resto, da quando esistiamo, non vi è mai stato paragone, sia in termini di vittorie nella stracittadina, sia in termini di successi sportivi italiani ed europei, sia in termini di valori e filosofia (grazie in buona parte a Paolo Mantovani, ma non solo): questi sono fatti.
Se ci sono riuscito io, in 51 anni, perché alcuni idioti che conosco di persona o di vista o solo di fama non ci riescono? Forse perché difettano in neuroni.
Adesso il rossoblu difettato (categoria non esaustiva del popolo rossoblu, è ovvio, ma ben rapresentata numericamente) aspetta giugno per vederci retrocedere e magari per risalire in A e pensa che questa occasione possa essere una vendetta o un pareggio dei conti. Ignora che la loro retrocessione è stata in buona parte decisa (sportivamente) da noi (anche se non solo, è ovvio: si retrocede per tanti fattori), altro che Boselli, ehehehe, e che la nostra non è decisa da loro (che in A non sono), ma da ben altri fattori; e dimentica che non vi è nessun pareggio di conti, né vi potrà essere, essendo come detto le nostre storie sportive imparagonabili: la loro, specie dal 1946 (data della nostra nascita) è clamorosamente inferiore. A me spiace molto ricordarlo, lo faccio solo quando cerca di farmi la lezione il peggior allievo della classe. E questo non è perculare, è ricordare a chi molesta che sta facendo una figura meschina. In tutti questi anni abbiamo reso felici molti rossoblu, lo so, perché abbiamo vinto tanto ma anche perso diverse finali (è il destino di chi trionfa spesso, quello di non poter vincere tutto, e noi in quel decennio e più abbiamo giocato davvero tante finali) e vissuto qualche retocessione: dovrebbero ringraziarci. E’ dal 1937 (quindi 86 anni) da che non scendono in piazza per festeggiare una loro vittoria (se escludiamo un paio di trofei minori).
Forse falliremo pure e sarà serie D. Ma vai a spiegare tu al difettato che un conto è andare in serie C o peggio per demeriti sportivi (loro l’hanno fatto, per ben due volte fu C1) o per aver cercato di accomodare le partite (anche questo lo hanno fatto, e fu C1), un altro è andarci perché un pregiudicato da te contestato duramente da anni devasta la tua società nell’inerzia adegli organi di controllo.
Il complesso di inferiorità è una brutta bestia.
Noi, sebbene vi siano diverse squadre in Italia che hanno vito più di noi, non sappiamo però cosa sia, quindi è possibile esserne immuni, ehehehe.
Lo scopo di questo mio discorso? Dare dell’idi0ta a chi lo merita. Resta inteso che per me è id0ta chi si macchia delle stesse colpe anche se veste colori diversi e anche se veste i nostri (anche noi abbiamo qualche deficientello, è ovvio).
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autore: mauroarcobaleno (blog.mauroarcobaleno.it) Per tornare alla home page clicca qui. Se questo blog ti interessa e vuoi essere aggiornato sui suoi contenuti iscriviti al mio feed oppure seguimi via mail. Se vuoi segnalare questo articolo clicca sul titolo del post e vai a fondo post.


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