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giovedì 18 gennaio 2018

A Londra 5 ore*

-Andare a Londra 5 ore è come entrare in un bordello "solo per dare un'occhiata".
-Andare a Londra 5 ore è come pulire il tegame delle lasagne (yuppie!) senza però avere la tua porzione che ti aspetta nel piatto.
-Andare a Londra 5 ore è come andare all'Oktober Fest solo per vedere quanti tipi di birra hanno.
-Andare a Londra 5 ore è come chiedere al fratello come va il derby al 5' e poi non poterne sapere più nulla per sempre.
-Andare a Londra 5 ore è come andare a Roma e il Papa non c'e', è in Uganda, ci spiace, se volete c'e' quello di riserva, Ratzinger, due minuti e leviamo la naftalina.
-Andare a Londra 5 ore è come acquistare un gratta e vinci e quando sei a un passo dal fare i 500mila e già il cuore è in pre-infarto e manca ancora una casellina da grattare un colpo di vento ti porta il tagliando nel fiume.
-Andare a Londra 5 ore è come leggere un giallo avvincente e dopo 789 pagine, quando stanno per dirti chi è l'assassino, ti accorgi che mancano dieci pagine, strappate da chissà chi.
-Andare a Londra 5 ore è come uscire di casa di fretta e accorgersi quando sei sui monti e senza campo che il tuo iphone sta all'1% e il tuo powerbank sul tavolo dello studio.
-Andare a Londra 5 ore è come quando ti portano davanti al cancello del Paradiso e poi dicono: scusi, ci dispiace, è stato un errore, la sua destinazione è l'Inferno.
-Andare a Londra 5 ore è comunque sempre meglio di andare 5 ore ad Avenza, o a Poggibonsi, o a Sarzana, ok. Puoi sempre dire: "ieri ero a Londra", con quel tono un po' così, da pirla montato, e il tuo amico tace, perché dovrebbe dire che ieri era a Tonfano tre ore e non pare bello.

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* queste sono le ore che ti restano se vai un giorno a Londra, tolto viaggio, attese all'aeroporto, procedure, trasferimento da aeroporto a Londra e ritorno, da casa a aeroporto e ritorno, pur partendo da casa alle 4 di notte e tornando la sera a mezzanotte.

-- autore: mauroarcobaleno (blog.mauroarcobaleno.it) Per tornare alla home page clicca qui. Se questo blog ti interessa e vuoi essere aggiornato sui suoi contenuti iscriviti al mio feed oppure seguimi via mail. Se vuoi segnalare questo articolo clicca sul titolo del post e vai a fondo post.

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De Benedetti show

Questa sera Gruber ha offerto a De Benedetti la sua vetrina di Otto e Mezzo in esclusiva, senza contraddittorio. Mi sarei aspettato un Travaglio in studio, ma niente. Dico Travaglio per dire un giornalista serio e imparziale e che non ha paura di fare le domande e di contestare le menzogne, ma non c'era nessuno. Mi sarei aspettato una presentazione dell'ospite che ricordasse i suoi successi ma anche i suoi trascorsi giudiziari, quelli finiti bene e quelli finiti con prescrizioni o patteggiamenti, e quelli con condanne in primo grado, invece non ho visto nulla di simile.
Al di là di questo, Gruber due o tre domande da giornalista perfetta le ha pure fatte, devo riconoscerlo, in particolare all'inizio quando ha incalzato l'"Ingegnere" sulla telefonata col broker.
Se non lo avessi mai visto, stasera ne avrei ricavato, da cittadino, un'impressione pessima. Sapendo già diverse cose su di lui la delusione è stata invece attenuata e in parte sostituita dall'irritazione.


Riassumo l'intervento di De Benedetti:

1) ha fornito spiegazioni non convincenti sull'episodio da molti definito come insider trading e relativo alle banche popolari. La telefonata registrata (non sapeva che lo fosse) è un macigno, l'accenno che in essa si fa a Renzi e al decreto (parola usata dal broker) è inequivocabile e non giustificabile, infatti resta tale e quale anche dopo la puntata di stasera. Il nocciolo è il decreto: l'unico strumento che può garantire un repentino movimento delle quotazioni di borsa. Affermazioni come quella secondo cui della riforma delle popolari si sapeva da mesi sono dunque fumo negli occhi, il punto è venire a sapere che ci si muoverà a brevissimo e per decreto, è questa l'informazione di rilievo, semmai, inutile prendersi in giro. Quella secondo cui il broker non conoscerebbe la differenza tra un decreto e una proposta di legge è carina ma assurda: le scuse devono essere credibili, è la prima regola. La circostanza (non ripetuta stasera) secondo la quale se avesse avuto una soffiata avrebbe investito molto di più di 5 milioni dei 620 che aveva in Borsa in quei momenti lascia il tempo che trova: per quanto ne sappiamo questa operazione può essere la ciliegina di una torta grandissima, oppure no. E comunque sono 600.000 euro di guadagno in pochi giorni. L'aver hedgiato è anch'essa giustificazione non decisiva, potrebbe essere un alibi precostituito: non dico che sia così, non ho le prove, dico che non basta a rimuovere il macigno della telefonata, è troppo poco. Anche perchè fra una soffiata e il nulla c'e' un mondo, ma fra una soffiata e la certezza c'e' comunque un (esiguo) margine di incertezza, come in tutte le cose umane. D’altra parte le intercettazioni (o come in questo caso le registrazioni) sono apprezzate (o temute) proprio per questo: difficile rovesciarne il senso;

2) ha elencato con malcelata superbia le sue nobilissime e cospicue frequentazioni (incontri ai massimi livelli, colazioni con capi di stato, premier, etc) quasi come a dire (e lo ha anche detto): come mai accettavano i miei inviti a colazione o venivo da loro invitato? Non vedo cosa c'entri con il presunto insider trading. A un certo punto dice di volersi fermare, dice: non vorrei far la lista, non è carino: ma l’aveva già fatta;

3) ha offeso pesantemente diverse persone, anche gravemente: l'economista Zingales (ignorante, non vale nemmeno la pena di querelarlo), Scalfari (in pratica siamo arrivati a un filo dall’incapace di intendere e di volere, oltre ad altre quisquilie tipo vecchio ingrato, gli ho dato un pacco di miliardi pazzesco, deve solo stare zitto sui rapporti con me, etc), Di Maio (disastro come possibile premier, CV inadeguato, non sa neanche di cosa parla, dovremo scappare dall'Italia, impreparato, Cinque Stelle incompetenti, mi pare anche di aver colto la parola "poveraccio" ma non ne sono certo, il tutto con sicumera esorbitante e notevole disprezzo, per un giovane e incensurato candidato, per il primo partito d'Italia e per i milioni di persone che lo votano. Che il fatto di non aver ancora partecipato allo scempio di questo paese e non avere trascorsi giudiziari sia un grave difetto? Inoltre ha detto che voterà Renzi, e non mi pare siano scoppiate polemiche, mi riferisco a quelle seguite alla dichiarazione di voto per i 5 stelle di Orietta Berti che, a occhio, muove meno voti dell'Ingegnere; ah, quanto sarebbe bello che De Benedetti si ritrovasse il poveraccio come premier, eh?), il broker (non saprebbe distinguere tra un decreto e una proposta di legge, cosa che mia madre sa fare), Vegas (avrebbe agito per sue ragioni e non per ragioni oggettive), Calabresi (Don Abbondio).

Al di là di tutto, un atteggiamento di superiorità fastidioso, che io ho percepito netto e che magari altri non hanno colto, tipico di chi è chiamato, dalle vette della sua posizione, a rispondere di un'accusa terra terra e lo fa con fastidio solo per non umiliare la scarsa intelligenza di chi la muove, spargendo veleno a destra e sinistra, offrendo giustificazioni non solide, mostrando un sottile disprezzo per chi non è al suo livello di enorme imprenditore e finanziere ben introdotto ai massimi livelli.

Vorrei ricordare a De Benedetti che: 1) anche se non sono esperto di giochi finanziari ho come cittadino il diritto di ritenere, dopo essermi informato sui fatti da fonti attendibili, che il suo comportamento possa essere definito insider trading e di giudicare di conseguenza bizzarro il comportamento di una Procura che non indaga su di lui e su Renzi e anzi si muove con rapidità ad indagare sulla fuga di notizie; 2) potrei non ritenere del tutto opportuno alcune delle sue frequentazioni assidue, tipo quella coi vertici di Bankitalia e coi quattro ministri che erano il governo, come si evince dalla sue dichiarazioni; 3) che il voto è libero e gettare fango su un candidato che ancora non ha avuto la possibilità di governare il Paese, preferendone un altro che avrebbe un CV migliore (?) e che ha già dimostrato ampiamente di non essere in grado di farlo, sarà certamente configurabile come libera espressione di opinioni personali ma non è corretto e dà davvero una brutta impressione, anche perché, ripeto, non stiamo paragonando Di Maio a Churchill, ma a Renzi… Sarebbe auspicabile prendere atto del fatto che dopo decenni di scempio della cosa pubblica un cittadino responsabile possa decidere di dare la propria fiducia a persone nuove, oneste, per quanto inesperte, piuttosto che agli incapaci e farabutti di sempre, o a conclamati razzisti, o a tizi con la fedina penale nera come una notte senza luna.

Quanto a Gruber, io avrei afforntato anche il tema delle migliaia di risparmiatori sventrati: un bello sfondo a queste brillanti operazioni di borsa.

A mio parere una brutta prova in generale, un atteggiamento supponente e fastidioso, e nessuna risposta decisiva sul tema centrale della discussione: "E’ giusto che uno dei maggiori industriali del Paese, allora editore de La Repubblica e La Stampa, parli con il presidente del Consiglio di un provvedimento che sta per essere varato dal governo su un tema così delicato e realizzi un guadagno in Borsa acquistando i titoli proprio di 6 banche popolari?" (FQ). Per non parlare dell'altra domanda, e cioè se è giusto che, come emerge dalle parole registrate di De Benedetti, Renzi diffonda informazioni che sarebbe tenuto a mantenere segrete?


autore: mauroarcobaleno (blog.mauroarcobaleno.it) Per tornare alla home page clicca qui. Se questo blog ti interessa e vuoi essere aggiornato sui suoi contenuti iscriviti al mio feed oppure seguimi via mail. Se vuoi segnalare questo articolo clicca sul titolo del post e vai a fondo post.

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mercoledì 10 gennaio 2018

Renzusconi

C'e' tutta una leva di giornalisti, scrittori, economisti, studiosi vari che ho conosciuto soprattutto sulle colonne del Fatto ma non solo e che negli ultimi anni sta crescendo e anche parecchio... penso a Daniela Ranieri, Andrea Scanzi, Stefano Feltri, Francesca Borri, Giorgio Meletti, Francesca Fornario, Marta Fana, per non parlare poi dei noti Gomez, Barbacetto, Fini, Travaglio...
Con riferimento ai primi, alcuni hanno mostrato progressi notevolissimi. Il fatto che sia d'accordo o meno con quanto di volta in volta da essi argomentato ovviamente non incide su questa mia valutazione: parlo di professionalità e di qualità della scrittura, di serietà, di capacità di fare il proprio lavoro e di coerenza.
Ieri ho assistito alla prima teatrale di "Renzusconi" di Scanzi, del quale non sempre condivido le posizioni ma di cui apprezzo stile e prosa, genialate comprese. Uno spettacolo godibile. Il solito Scanzi, dal graffio mai banale, mai superficiale, ma inferto sempre con sobria eleganza, e poggiato su solide basi letterarie, musicali, umane.
Per la scrittura di Ranieri poi... ho davvero una passione, e poi per Borri... Di recente noto "ascese velocissime" di Fana, Fornario e anche di Meletti, sempre tecnico.
Quanto al Fatto Quotidiano, che li ospita o li ha ospitati, è una scommesa vinta. A distanza di anni, ha mantenuto le promesse in pieno, e non erano promesse facili. Per chi come me si è abbonato addirittura alcuni mesi prima che nascesse (mi era bastata la garanzia umana detta anche Travaglio) è una soddisfazione. E' uno dei pochi baluardi della resistenza a questi mala tempora, un faro per chi non vuole perdere la bussola in questi mari agitati e brutti.
Di volta in volta, nel corso degli anni, è stato definito il giornale delle toghe o delle manette, e poi dei comunisti antiberlusconiani e adesso dei grillini anti-pd. Il punto è che un giornale indipendente fa scalpore e spiazza, tutto qui. Il futuro ci dirà, ma per adesso le cose stanno così, e brillano ancor di più per via del panorama desolante su cui si stagliano.

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