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martedì 30 dicembre 2008

Ragazza, fidanzata o compagna?

Ultimo messaggio del 2008, con tutta probabilità. Ne approfitto per augurare buon anno a tutti i miei lettori (me la cavo rapidamente, quindi...). Qualche giorno di riposo: sarò via e non avrò la possibilità di collegarmi a Internet, o la rifiuterò di proposito. Oppure la cercherò con furore e trovato un pc online aggredirò l'incolpevole tastiera come un assetato farebbe con una boccia d'acqua: ancora non so quale sarà la mia reazione.
La riflessione che segue, e che ha l'onore di chiudere l'anno, mi è stata involontariamente ispirata stamane da un amico (regolarmente sposato da tre mesi), Andrea, che rispondendo a una mia mail di auguri ricambiava facendoli anche alla mia compagna e a me, che rispondevo dicendo per ischerzo: "come fai a sapere che anche lei è comunista?" ribatteva dicendo che non sapeva bene quale termine sarebbe stato meglio adoperare ma che riteneva comunque poco adeguato a me e al mio modo di pensare quello di "fidanzata". L'occorrenza ha ispirato il testo che segue e mi ha anche sollevato un poco, come sempre mi capita quando scopro che dunque qualcuno c'è al mondo ad aver capito qual è il mio modo di pensare e di essere: un giorno dovrò farmelo spiegare, perché io ancora non l'ho capito!


Come è meglio definire la donna con cui stiamo insieme, prima di sposarla? Dopo il matrimonio è facile: moglie. O una delle cento pesantissime offese che vi sono appena venute in mente leggendo queste prime righe... Ma prima? La scelta non è facile, si rischia di cadere nel banale, nel mieloso, nel formale, nell'antiquato, nel ridicolo o si rischia addirittura di offenderla. E' una scelta da ben ponderare. Alcune riflessioni possono aiutarvi a superare l'impasse o a scivolarci dentro definitivamente.

Il termine "fidanzata" sarebbe corretto, in teoria il più corretto e appropriato in assoluto, ma e' un po' retrò, presuppone necessariamente l'avvenuta consegna dell'anello e sa tanto di presentazione paludata in casa, nel salotto poco illuminato dei futuri suoceri, con le poltrone damascate e belle gonfie su cui nessuno osa mai sedersi per non rovinarle, sa tanto di rientro la sera entro le undici, di baci rubati davanti alla porta di casa cercando di non fare rumore, di padre in ansia e sospettoso che ti stringe la mano con vigore senza smettere mai un solo istante di studiarti, di madre che finge di rimproverarlo dicendogli di "lasciare in pace i ragazzi" ma in realtà e più agitata del marito, di domande prese alla lontana per sapere che lavoro fai e quanto ti rende e quali prospettive hai, di niente sesso siamo inglesi e meno che mai con mia figlia e prima di aver regolarizzato il tutto con canonica cerimonia in chiesa, di obbligo non scritto di sposarsi il prima possibile e di regalare un paio di nipotini almeno ai nonni trepidanti, ecc. Tradizionale, formale, corretto: a usarlo non si sbaglia. Si rischia di far la figura del tipo piatto e grigio ma preciso e affidabile, del bravo ragazzo che tutte le nonne vorrebbero come nipote ma che tutte le donne lasciano sullo scaffale: il sogno di ogni suocero, l'incubo di ogni ragazza.

Il termine "compagna" e' carino, confesso di preferirlo a tutti gli altri anche se, come negarlo, odora forte di sessantotto, di quell'odore intenso che ti ricorda quello delle pedule dopo una manifestazione sotto la pioggia; il pensiero corre automatico alle autogestioni, alle assemblee in cui ci si preparava a cambiare il mondo, agli slogan urlati contro il potere e alle grandi tensioni ideali. Forse lo rende un po' antipatico il fatto di essere abusato e il fatto che lo si usa anche per la bionda trentenne da sbarco che sta con il sessantenne facoltoso e all'ennesimo giro (ah, ecco, finalmente conosco la tua compagna! -sottinteso, pensato ma non detto: la tua nuova compagna), inoltre alcuni sono restii ad usarlo per la involontaria connotazione politica che emana, mentre altri lo preferiscono anche per questo motivo. Sa anche un po' di scuola, quel "compagna" che allude a lunghe mattinate passate insieme coi gomiti sul banco e a ricreazioni passate a guardarsi di sottecchi dal gruppo dei maschietti al capannello delle femminucce; compagna di scuola, compagna di banco, compagna di giochi, poi compagna di corso all'università, si spera non compagna di merende nell'accezione negativa che tale espressione ha assunto dopo le udienze di un noto processo ormai concluso. Fra tutti i termini che qui analizziamo è anche quello che più degli altri allude sotto sotto alla peccaminosa irregolarità della relazione cui si riferisce: i "fidanzati" pensano al matrimonio, lo sognano, lo organizzano, vivono il fidanzamento in funzione del gran giorno; i "ragazzi" anche, sebbene la loro giovine età li scusi ampiamente nel caso in cui il matrimonio non sia sempre in testa ai loro pensieri sbarazzini; i "compagni", invece, non puntano necessariamente all'altare, per loro la cerimonia in chiesa o comunque l'ufficializzazione della loro unione è possibile ma non inevitabile, è una delle possibilità, non l'unico e naturale approdo; la parola "compagna" sotto sotto nasconde una punta di appena accennata disapprovazione, o invidia a seconda dei casi, per due che hanno deciso di vivere nel peccato (o in libertà) la loro storia, comunque fuori dai canoni accettati da tutti. I compagni generalmente convivono, o decideranno di farlo presto. Poi magari si sposeranno, ma dopo aver avuto un figlio, per "dare sicurezza al suo futuro", o comunque dopo aver vissuto per anni more uxorio, "lontani da Dio".

Che dire del tradizionale "ragazza"? Forse e' la migliore fra tutte le varianti, o la migliore tra le peggiori... Odora di adolescenza, è vero, ma a chi dispiace tornare giovani ogni tanto, non fosse che con le parole? Sa tanto di storia momentanea però, come dire oggi la mia ragazza è lei la prossima estate chissà, dipende da quante tedesche a caccia di italian boys verranno da noi al mare il prossimo anno, ecc. Non nasconde fra le sue pieghe l'idea del futuro matrimonio, non allude a un possibile anzi probabile futuro con i figli, con le gite al mare e i pranzi domenicali dalla suocera. E' una parola che aborrisce qualsivoglia forma di impegno che sia più gravoso di decidere cosa fare il sabato sera. I ragazzi sono spensierati, si amano e nulla più, al di fuori del loro mondo non esiste nient'altro, il futuro non spaventa né spinge a far piani, il presente fagocita tutti i loro pensieri. E' una parola che sa tanto di vespetta e di storie finite con una telefonata o dopo un pianto perché lei ti ha beccato a spasso con la sua migliore amica, di promesse per la vita sconfessate dopo tre mesi, di grandi sogni irrealizzabili che però ci fanno volare, per un'estate, sulle ali della più sfrenata fantasia. Dici ragazza e pensi anche alla ragazza di una sera, o di un weekend, alla ragazza che hai conosciuto in disco la sera prima e con la quale ti sei già messo ma chissà come andrà a finire.

"Il mio amore" è una bella espressione, per carità, ma è così insopportabilmente poetica e romantica... di quel romanticismo però che ti fa rizzare i capelli in testa anche se in quel momento sei ben disposto e d'animo dolce come mai in vita tua, non di quello che di tanto in tanto ci vuole e ti riconcilia col mondo dopo una giornata dura e difficile. E' una definizione che gronda miele a bicchierate, rischia di farti salire la glicemia a mille nel giro di un solo quarto d'ora, vorrebbe ispirare dolcezza e finisce per generare tensione, può andar bene in una lettera, purché scritta su pergamena e con penna e calamaio, ma in una mail o a voce rischia di risultare fastidiosa come l'eccessiva cortesia del padrone di casa che ti ricolma di soffocanti attenzioni e che ti offre cento cose diverse in successione. Se la usi devi poi usare anche espressioni che si muovono sulla stessa falsariga come ad esempio "per il prossimo fine settimana abbiamo programmato una deliziosa scampagnata su per i boschi in cerca di castagne" o "un simile comportamento non fa parte della mia indole", anziché dire “domenica si va nel bosco” o “non mi ci vedo proprio”: è questione di coerenza, non si può mangiare con sei posate e quattro bicchieri e poi fare la scarpetta.

"Amica" è il classico caso di parola bellissima che il contesto in cui è usata rende falsissima e odiosa. L'amica è la vecchia compagna di scuola, o la fidanzata del fratello, o la ragazza bruttarella con la quale mai ci metteremmo ma che è così sensibile e così brava a raccogliere le nostre confidenze e a consolarci per le nostre pene d'amore. E' magari quella che ci ama in segreto da anni ma che sa di non poter nutrire alcuna speranza perché noi non sappiamo andare oltre l'apparenza. Ma "amica" non è la nostra ragazza o la donna con la quale abbiamo una relazione amorosa o una storia di sesso o, peggio ancora, l'amante che incontriamo di nascosto in squallidi hotel una volta la settimana mentre nostra moglie è al bridge con le amiche (quelle sì che sono amiche): quella, semmai, è l'"amichetta", e mai un vezzeggiativo è così efficace nel cambiare completamente le carte in tavola come in questo caso. Dire "la mia amica" è come barare al tavolo verde, è stravolgere il senso delle parole, violentarne la natura ai nostri fini. Certo, chi ti ama è anche tuo amico, ma non è il caso di fare i sofisti: l'amore è una cosa, l'amicizia un'altra, sebbene entrambe siano ispirate dal cuore.

Siamo arrivati a "colei che ha in mano il mio cuore" o "colei che custodisce le chiavi del mio cuore". Che dire? Da cassare senza indugio e senza pietà, con un brivido simile a quello che proviamo quando un ragno peloso ci cammina sul braccio. A parte il fatto che oggi come oggi sarebbe più appropriato dire "colei che ha la password del mio cuore" o "ecco l'unico utente che può fare login nel mio cuore", usando simili frasi si rischia di passare per tipi alquanto strani e rovinarsi pure qualche bella conoscenza. La usa chi ha la testa fra le nuvole giorno e notte o chi vuole passare sempre per originalone e non si accorge quando esagera di brutto. La vita è bella e senza poesia tutto fa schifo ma insomma c'è un limite a tutto. Anche gli stilnovisti più incalliti non potrebbero fare a meno di accusare violenti conati di vomito di fronte a simili parti verbali. Da conservare per la poesia che un giorno, particolarmente ispirati, comporremo e poi, rinsaviti, cestineremo ridendo.

Alcuni la presentano dicendo "la mia Paola": interessante variante de "il mio amore", è una versione più concreta e meno mielosa, non nasconde tuttavia abbastanza bene un forte senso di possesso che poiché esibito non risulta del tutto gradevole: quando ci si ama si è l'uno dell'altro, ma ricordarlo a ogni piè sospinto può rendere felici solo i nostalgici della schiavitù. Può rivelarsi azzeccato nel caso in cui la stiamo presentando a una coppia di amici, fidanzati anch'essi, e la donna del nostro amico si chiama Paola pure lei: in questo caso dire "la mia Paola" non sarebbe più solo rimarcare il possesso della donna-oggetto ma anche marcare il territorio e ribadire con chiarezza la distinzione tra la mia, di Paola, e la tua. "La mia Paola, ed ecco i nostri Luigi e Carolina": e vien da pensare che ad ogni aggettivo possessivo usato si intaschi una percentuale, perché non si spiegherebbe altrimenti un tale fanatismo feticistico.

A questo punto non si può non parlare di una definizione evergreen per eccellenza, "la mia dolce metà". E' un modo di dire storico, un po' casareccio e poco formale, scherzoso quanto basta senza cadere nell'eccesso di confidenza, adatto per rompere il ghiaccio, per fare i brillanti in società ma senza esagerare, è l'ideale per chi ha il sense of humour di una quercia e vuole una volta tanto far lo spiritoso senza spremersi troppo le meningi. Quanto ai difetti di una tale scelta, come nascondersi il fatto che sa tanto di coppia regolarmente sposata (e non è il nostro caso, visto che stiamo esaminando il modo più appropriato di definire la nostra... compagna) e in genere di coppia avanti con gli anni (almeno dai 50 in su)? E poi sa tanto di mela e delle due metà che si completano, in questo senso è bucolica e biblica, uno però poi si chiede se il verme c'e'già e sta lavorando nelle retrovie o se tutto fra i due piccioncini va bene come sembra di primo acchito. Passabile ma come detto poco adatta ai casi nostri, semmai potremmo usare la variante "la mia futura dolce metà": ineccepibile ma anche cervellotica.

Forse esistono altri modi di definire la donna con cui stiamo, qui abbiamo scherzato sui più diffusi. Appena avrò postato questo testo me ne verranno in mente altri trecento, già lo so, ma allora sarà troppo tardi. Au revoir.

autore: mauroarcobaleno (blog.mauroarcobaleno.it)

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sabato 27 dicembre 2008

Chi sono

In questa sezione, di tanto in tanto aggiornata, troverete nell'ordine:

- La scheda biografica (versione full) [anche audio]
- La scheda biografica (versione ridotta) [anche audio]
- La scheda biografica (versione bonsai) [anche audio]
- Il profilo di chat [anche audio]


La scheda biografica (versione full, per tipi no limits)

Nasce a Genova nel 1967 e cresce felice sin quando, a sei anni, la sua luce è oscurata dalla nascita del fratellino. Frequenta le elementari con profitto, è bravissimo ma non è un'aquila (così disse l'amata maestra al fine di tenerlo coi piedi per terra). A catechismo va alla grande, dopo comunione e cresima vorrebbe subito completare i sacramenti ma deve demordere: per il matrimonio e l'estrema unzione è ancora troppo presto; la delusione lo allontana dalla Chiesa Cattolica, i cui dogmi del resto si accorgerà ben presto di non condividere quasi per niente; accantona fin da subito l'idea, espressa in un tema, di diventare papa: il fatto è che aveva dimenticato l'accento. All'età di dodici anni si trasferisce in Toscana, dove tuttora, per pigrizia, abita: supererà lo shock con grande scioltezza ma resterà sempre un genovese in esilio. Frequenta lo Scientifico e in cinque anni prende solo un'insufficienza durante un compito in classe di matematica; nonostante quell'ignobile e immeritato 5 riesce comunque nell'impresa di non farsi sfuggire un 60 troppo a lungo annunciato, poi si iscrive a Economia, ma la laurea è all'epoca ancora di quelle "lunghe" e una ventina di esami non gli valgono il pezzo di carta: di fatto, è un diplomato come il rag. Fantozzi. Nella sua vita ha però scritto l'introduzione a una tesi di laurea, ma sfortunatamente non era la sua. A chi lo rimprovera di aver perso molte occasioni, fa notare beffardo che chi parla ha perso quella di stare zitto; a chi lo accusa di essere prolisso ricorda che spesso compone haiku; a chi lo battezza come "talento sprecato" vorrebbe dire che chi l'ha sprecato perlomeno l'aveva il talento, ma non lo dice perchè finirebbe per sprecare pure il fiato e, insomma, un genovese che spreca non s'e' mai visto, perlomeno da Colombo in su. Chiamato dalle Forze armate più volte, rimpalla la cartolina con lo scudo dell'università sino a quando, raggiunta l'età limite, obietta così bene che gli viene concesso di aiutare per un anno i non vedenti di Livorno. Cerca lavoro senza successo, non lo vogliono come magazziniere e neppure un paio di assicurazioni; lo assume solo un'amica per qualche mese, dopo di che la ditta chiude per fallimento; il suo primo stipendio gli viene pagato in dollari ma, nonostante il tasso di cambio dell'epoca, non sembra essere stato questo il motivo del crac. Legge, legge e ancora legge; riflette, polemizza e scrive; a volte non rilegge quel che scrive. Ha un insana passione per l'archiviazione, compra libri su libri, vagheggia un impiego in biblioteca; trascorre intere giornate chiuso nel suo studio, fin quando si scopre che aveva perso la chiave. A venticinque anni cambia carattere: da riservato diviene un po' buffone, da introverso una via di mezzo fra intraprendente e cialtrone; comincia a seguire i consigli di Schopenhauer (o è Schopenhauer a seguire i suoi, la cosa è controversa); smette di farsi tanti problemi e prende di petto la vita e i suoi simili, comincia a dominare le cose da cui prima si faceva dominare: usando una metafora calcistica, toglie un difensore e mette le tre punte. Fa spessissimo esempi e in uno su tre cita Hitler che per lui riassume tutto il male del mondo, tolto un certo premier. Si appassiona al web, fa il piazzista per vendere siti ad aziende e privati, li realizza lui stesso con alterni risultati; per qualche tempo chatta e, nel giro di pochi mesi, approda convinto a ben quattro incontri di chat in giro per l'Italia, di cui uno risibile, due interlocutori e infine uno memorabile. Ancora oggi è in contatto con un'amica georgiana agganciata con Icq e il fatto dimostra che il nostro è pure esportabile. Passati i trenta insegna per qualche mese informatica di base ai fortunati che si sono iscritti ai corsi finanziati dalla Provincia, e fra questi conosce la sua futura moglie; tra una sciagura e l'altra arriva fino al 2004 quando il destino finalmente gli rivela cosa ha in serbo per lui: dovrà vendere e riparare personal computer. Amante della parola, anticonformista per natura, per i suoi nemici è un tipo polemico, scontroso e pignolo e questi sono anche alcuni fra i suoi migliori pregi. Ha pochi amici e un nemico, che è tuttora amico di un suo amico: non appena avrà capito del tutto questo intreccio finirà di vendicarsi per i torti subiti. Non sopporta quasi niente del mondo in cui vive e sente di appartenere alla razza umana solo geneticamente e non moralmente: lo ripete spesso, forse perché vede che la frase fa colpo sulle donne; si infastidisce quando gli chiedono cosa intende per moralmente. Odia le feste, le cerimonie e i ragni; non va mai ai compleanni ma fa sempre il regalo; non ha mai organizzato una festa di compleanno ma ha sempre compiuto gli anni regolarmente una volta l'anno. Diffida degli altri e dubita di tutto, ancora non gli è andata giù la storia di Babbo Natale. Di indole pacifica, l'ingiustizia può renderlo una belva, ma mai come il salto di un pranzo. Utente del pc e amante di internet della prima ora, alla fine del secolo scorso il salto dal modem 56k all'adsl gli cambia la vita e la bolletta. Ama scrivere ai giornali e, nonostante scriva bene, non di rado viene pubblicato, ma non conosce l'ambizione (non sono mai stati presentati). In amore non ama strafare ma quando prende la mira vince sempre l'orsacchiotto; con le donne non ci prova mai, ci riesce direttamente. A metà anni novanta si fa cinque giorni d'ospedale a causa di una laringite allergica (o della pertosse, le équipes mediche erano ontologicamente divise su tutto) che gli causa un'ottantina di crisi respiratorie mica male, dalle quali lo salva Sua Altezza il Cortisone che da quel momento venera con passione al pari di Sua Maestà Novalgina, che usa per massacrare i mal di testa che occasionalmente lo colgono. Aprile, maggio e giugno sono i mesi della rinite allergica che riesce a domare con compresse e bombolette sapientemente dosate. Non abusa di nessuna altra sostanza ad eccezione delle Zigulì (dalla cui schiavitù si è però liberato), del caffè e di qualsiasi cosa riporti la dicitura "ai frutti di bosco"; sospetta che il Maalox sia di origine divina. Compra un cellulare solo nel 2003, perché costretto da esigenze di lavoro e dall'estinzione delle cabine Telecom; giura che lo userà solo per messaggiare ma non riuscirà a mantenere del tutto l'impegno preso. Ancora nessun editore si è accorto che esiste, tuttavia non demorde: sa che sbagliare è umano. Nel 2008 apre un blog spinto dal desiderio di compilare questa scheda biografica. Progetta di sposarsi e di fare un figlio, se possibile nell'ordine, ma gli uffici mutui delle principali banche non sono d'accordo. Ama i bambini sin da quando ha smesso di esserlo, anche se forse non ha mai smesso. Crede nell'esistenza degli alieni e tale si sente quando assiste a un reality. Sta scrivendo un libro, e questa volta ha giurato di non copiare dai classici russi. Ha la patente e guida, ma ancora non ha capito come definire quello che fanno gli altri al volante. Ha perso il babbo, i capelli e, due volte, l'ombrello: per il resto è un tipo accurato. Si sente sottovalutato, incompreso e perseguitato da un destino cinico e baro, poi però prende una pastiglia rosa e tutto si sistema. Prende nota e fa progetti che non funzioneranno: la vita è ripetizione ma la cosa non lo sgomenta, odia le sorprese. Vorrebbe partecipare al suo funerale per poter mentire e parlar male di sé. Ha scritto il suo primo testamento all'età di 20 anni, ma non per sfiducia. Crede in quello che fa e fa sempre quello che crede, anche se a volte non crede a quello che ha fatto. Non sa nuotare e per non correre rischi fa la doccia e mai il bagno; d'estate suda come un porco ma in quanto ad affinità coi suini questo è tutto; sopra i 25 e sotto i 5 gradi le sue capacità intellettive si riducono del 70 per cento: vivesse ai poli o nel deserto sarebbe un perfetto cretino. Non ha mai preso l'aereo e non pensa di farlo a breve, ma farebbe un'eccezione per andare a Stoccolma alla cerimonia dei Nobel. Fa le ore piccole ma non è per modestia. Russa, ma solo quando dorme; si alza col mal di testa, ma solo quando beve; non piace, ma solo a chi non ha gusto. Non riconosce mai di aver sbagliato perché odia dire il falso, ma se deve mentire lo fa così bene da essere il primo a crederci. Per una battuta farebbe qualsiasi cosa, perfino trattenersi dal dirla. E' convinto di essere un incrocio fra Woody Allen, Daniele Luttazzi e Dio, ma per il resto si butta sempre parecchio giù. Approva il suicidio ma non lo pratica per poter continuare a teorizzarlo. Ha ancora così tante cose da fare nella vita che di alcune non ne sa ancora nulla. Gli seccherebbe parecchio morire giovane o comunque prima dei 95 anni.
(aprile 2009)
(nella foto: Mauro al carnevale di Viareggio, febbraio 2009. I capelli sono i suoi, ha tenuto lo scontrino per poterlo dimostrare)

Aggiornamento
Nel 2012 si sposa e undici mesi dopo diventa padre di una bimba: si stupisce, pensava ne bastassero nove. Adesso e' marito e padre, e' soddisfatto di aver reso felici ben due donne.

NB: la versione audio non include ancora quest'ultimo aggiornamento; una delle conseguenze e' che puo' continuare a fare lo stupido con le donne analfabeti (o analfabete? lo chiedo alla prima che incontro)


P.S.: sembra che questa biografia non sia piaciuta alla futura moglie, a causa di due passi incriminati: penso che potrà cambiare idea solo in presenza di un Nobel e relativo viaggetto in Scandinavia; del resto essere incompresi è il triste destino di noi scrittori brillanti e poi, come è noto, nemo propheta in patria. Sono a questo punto in rassegnata attesa di: scomunica da parte del Papa, rimostranze degli eredi di Adolf Hitler, precisazioni della maestra delle elementari, citazione in giudizio da parte del fratello e della professoressa di matematica, editto bulgaro da parte del premier, richiesta di diritti d'autore da parte di Paolo Villaggio e di una mezza dozzina di case farmaceutiche, ringraziamenti ufficiali da parte dei marziani e del sindacato aquile, serena accettazione della battuta da parte di Schopenhauer (altrimenti che filosofo sarebbe?), offese e accuse da parte del nemico personale (e chi se ne frega?), richiesta di chiarimenti da parte dell'Ufficio Stampa di Santa Claus, reazioni piccate da parte dei medici dell'ospedale che mi ha avuto fra i suoi degenti, multa per pubblicità non occulta (Novalgina, Zigulì, Telecom, ecc.), e via di questo passo. Non parliamo poi di chi si riconoscerà nell'incontro che ho definito risibile! Il mondo e' un negozio di cristalli, come ti muovi fai danni; ma se sto fermo sono a rischio ragnatele e, come detto, non c'e' feeling con gli aracnidi.



La scheda biografica (versione ridotta per chi non ha molto tempo da perdere, pur amando la grande letteratura)

Nasce a Genova primo di due fratelli da genitori medio borghesi e lì vive sino all'età di 12 anni. Per anni fa ben poco oltre a mangiare la pappa e trasformarla puntualmente anche se non interamente in cacca; va a scuola per vent'anni compiendo studi scientifici e poi economici, e impara ad economizzare così bene che pur di non far feste di laurea rinuncia volentieri all'alloro accademico; sfugge alle caserme (visita dei tre giorni esclusa) e presta servizio civile a Livorno; legge molto, scrive, crea siti web, ripara e vende personal computer, naviga, gestisce un blog e dorme ben poco. Trova lavoro tardi e solo per via di un amico che ne segnala le doti, pensa di essere un grande scrittore, è orgoglioso delle sue idee come un ortolano dei suoi ravanelli e pure lui a volte ricorre alla chimica per farli più grossi; la salute lo assiste ma a parte lei non ci sono molti altri spettatori ai suoi incontenibili show; recita 24 ore al giorno la parte di se stesso perchè non ha ancora trovato script più entusiasmanti; sa di essere diverso da ogni cosa e uguale a nessuna; pensa oltre il lecito, adora la parola e proprio non ci riesce a scrivere una biografia come Dio comanda. Non ha sogni nel cassetto; ha guardato bene ma ha trovato solo mutande, cinture e calzini, anche alcuni che non ricordava più di avere: se i cassetti sono così infidi, dopotutto vi si può nascondere anche qualche piccolo sogno! Perso il babbo, ha chiuso in casa la mamma per evitare di ripetere l'errore; ha conosciuto varie donne e l'ultima sembra non voler mollare la presa. Lo tormenta il passato, lo disturba il futuro, lo irrita il presente: detta così, sembra un disadattato, ma è solo un'impressione, in realtà si adatta all'impossibile, basta dargli tempo: tanto per dire, vive su questo pianeta di matti da svariati decenni. E' immune da ambizioni, se non quella di vivere, conoscere, crescere: in pratica le stesse di un pitosforo, tranne conoscere. Vendicativo il giusto, pacifico ma non pacifista, verde ma non di rabbia, liberale ma non di facciata, cristiano ma non cattolico, ragionevole ma non demente, competitivo ma sempre sportivo. Sa di non sapere e questo, lungi dal renderlo un cretino consapevole, gli permette di affrontare la vita nell'unico modo possibile, vale a dire sempre in quello sbagliato, ma di esserne conscio e di avere quindi un indubbio vantaggio sugli altri. Non gioca a scacchi perchè la vita è troppo breve per certi lussi; saprebbe gestire in maniera impeccabile enormi somme di denaro, ecco perchè non le avrà mai; non si conosce a fondo, ma forse perchè la perfezione, dopotutto, è irraggiungibile.

Aggiornamento
Nel 2012 si sposa e poi diventa padre: di recente ha perso in originalita'.

NB: la versione audio non include ancora quest'ultimo aggiornamento; una delle conseguenze e' che puo' continuare a fare lo stupido con le donne analfabeti. (o analfabete? lo chiedo alla prima che incontro)


La scheda biografica (versione bonsai per chi non sa cosa farsene della grande letteratura -ehi, può tornare utile quando la sera stentate a prender sonno!-, per chi non ha tempo da perdere -ve lo facciamo risparmiare- e per chi adora reality, TG4, pubblicità e fascismo -ok, veniamo incontro alle vostre ridotte capacità...

Nasce nel '67 e, esaurita la fase della pappa e della cacca, va all'asilo e poi a scuola, porta a casa un bel 60 cui segue un calcio in culo dal rettore, diserta civilmente, va fuori corso e poi fuori di testa, lavora coi pc, mai votato DC, scrive quasi ogni dì e ancora non ha detto il fatidico sì. Riempe fogli in attesa di far figli, legge molto e mangia poco meno, guarda la tv ma, in genere, senza accenderla. In estrema sintesi, si rompe le palle in attesa di morire e vedere infine se Dio bluffava alla grande o c'aveva un bel full. Si chiama Mauro, non è mai stato nominato e no, non l'accendiamo, porca galera!

Aggiornamento
Adesso e' sposato: un minuto di silenzio. E padre: e' finita la pace! Qual e' quel libro sulle tecniche per uccidersi?

NB: la versione audio non include ancora quest'ultimo aggiornamento; una delle conseguenze e' che puo' continuare a fare lo stupido con le donne analfabeti. (o analfabete? lo chiedo alla prima che incontro)





Il profilo di chat

Un anno sta per finire, un altro per iniziare: cosa ci sia da festeggiare mi sfugge ancora, dopo 40 anni, ma tant'è festeggerò.
Occasione propizia per rendere pubblico il mio profilo: debordante, squilibrato, brillante (falsa modestia: non apprezzata) e clamorosamente sincero, altrimenti un profilo non è tale ma diviene unicamente un pezzo letterario.
Buona lettura.


Nome:
Mauro

Cognome:
mai sentito parlare di privacy?

Altezza:
181 cm se sto dritto

Peso:
in ascesa

Segni particolari:
fra i riferibili, nessuno:-)

Occhi:
marroni

Capelli:
Castano scuro, quando c'erano, adesso sono rasato a zero

Bellezza:
c'è, e se hai gusto la noti subito

Data di nascita:
1967

Muscolatura:
presente ma perfettamente mimetizzata

La mia donna:
solo una?

La mia donna (seconda possibilità):
Moi

Cosa porterei su un'isola deserta (oltre a Lei…, sapete com'è: legge il blog con regolarità):
un pc ad energia solare e sempre connesso, tutti i libri del mondo, il numero di un ristorante che consegna a domicilio

Età:
te la calcoli da solo, sai l'anno...

Genere (prevalente):
Maschile

Area geografica di residenza:
Italia Toscana

Area geografica di origine:
Italia Liguria

Area geografica di destinazione:
da dove veniamo, chi siamo, dove andiamo...

Occupazione:
studente (studio sempre come cavarmela, come vivere, come compilare profili), inoltre mi occupo di pc, di internet e soprattutto di parole

Genere musicale:
probabilmente tutti, anche la pioggia che cade è musica, comunque preferibilmente rock, pop, classica

Film preferiti:
film d'autore (= quelli pallosi)

Hobby (o hobbies?):
leggo, scrivo articoli, racconti, poesie, liste di cose da fare e haiku, ascolto musica, penso, pubblico su web, polemizzo, guardo film, vado a teatro, osservo i bambini e gioco con loro, archivio, assisto a eventi sportivi dal vivo, gioco a Doom, acquisto libri che poi non ho il tempo di leggere, faccio piani che non funzioneranno, prendo nota

Odi cordiali:
La pubblicità in tutte le sue forme

Stato civile:
Celibe ma fidanzato (non si può essere perfetti)

Hai figli?
No

Ne vorresti avere?


Quanti?
Potendoli mantenere in maniera decente, almeno 4
Realisticamente, 1

Il tuo titolo di studio e la tua posizione professionale:
diplomato, semi-laureato, basso-salariato
Quanto alla posizione, lavoro in piedi 7 ore su 8

Le lingue che parli:
Italiano molto bene, Inglese in maniera primordiale ma migliorabile, Francese una volta benino ora insomma

Il mio dialetto:
Tu vuoi sapere troppo, non voglio ospiti a sorpresa

Segni particolari (riferibili):
SPIRITUALI: disponibile, sincero, corretto, pessimista (=realista), esente da razzismi, disilluso, pacifico ma non idiota, senza pietà con chi mi ferisce: sorry, ho smesso di dare una seconda possibilità agli adulti sani, buona la prima!
FISICI: capelli rapati a zero, pizzetto e baffi (a volte nessun pizzetto ma solo quella classica barba di tre giorni che fa tanto fico, non che ne abbia bisogno, sia chiaro), giusto peso (la giustizia è un concetto soggettivo in Italia), non atletico ma slanciato, non voglio strafare dunque un po' mi trascuro di proposito

La mia canzone:
Tante, del passato e del presente. Attualmente: INSIDE ALL THE PEOPLE dei Planet Funk, TURN THE LIGHTS OFF di Nelly Furtado e AUTO DA FE' di F. Battiato.
In genere: Cranberries, Battiato, Skunk Anansie, Max Gazze', Max Pezzali, Michelle Branch, Ciaikovskij, Garbage, Rem, Edie Brickell, Dvorak, Mozart, insomma dal toast crudo ai tipici piatti per ricchi epicurei come le terrine d'anatra di "chaland aux morilles"

I miei gusti in fatto di cibo:
il 99% per cento di quel che non si muove (o non si agita troppo nel piatto) mi piace. Italiano e cinese i più praticati.

Il mio colore preferito:
arancione, nero

Il mio simbolo preferito:
il marinaretto, l'arcobaleno

Il mio numero preferito:
14

Il numero che spunta sempre fuori nella mia vita:
8

Pianeta:
Luna (lo so, è un satellite, ma non c'è la voce "satellite" in questo profilo)

Città:
Genova, San Pietroburgo, Parigi, Livorno

Bicchiere:
mezzo vuoto (sempre che ci arrivi, alla metà)

Politica ideale:
sinistra, più estrema che no

Politica reale:
si può apprezzare lo schifo? Se sì, allora quello di sinistra

Cosa guardo in una donna:
viso, anima, seno, occhi, spalle (nell'ordine), poi tutto il resto sino ad esaurimento articoli

Cosa guardo in un uomo:
il modo in cui tratta le donne e gli altri in genere, l'anima. L'anima è invisibile? No, io la vedo. L'essenziale è invisibile agli occhi, ma chi ha detto che uso gli occhi per vedere l'anima?

Sport preferiti:
calcio, football americano

Sport praticati in gioventù:
pallavolo, corsa, corsa, pallavolo (come? non vale ripeterli?)

Sport praticati ora:
eeh?

Sport praticati ora, ci riprovo:
dunque, in ordine alfabetico...

Sport praticati (partite alla tv e domeniche allo stadio escluse):
ah bè, allora nessuno, però posteggio l'auto negli spazi segnati e mi faccio un chilometro anche solo per acquistare il pane

Intercalare abituale:
"Gesù..."

Società sportiva del cuore:
che domande, la Samp

Esistono forme di vita extraterrestri, non necessariamente verdi e con le antenne?
Ovviamente sì

Spazio Libero
Letteratura: Dostoevskij, Kafka, Schnitzler, Turgenev, Goethe, Pirandello, Schopenhauer, Bulgakov, G. Parise, ecc. Del tardo Novecento amo me stesso, fra gli scrittori.
Registi di cinema: Kubrick, Allen, Hitchcock, Weir, Chabrol, Mazzacurati.
Attori di cinema: Al Pacino, Fabrizio Bentivoglio, Stephane Audran, James Stewart, John Malkovich, Jack Nicholson, Andie McDowell, Totò.
Film: 2001 Odissea nello spazio, Barry Lyndon, Shining, Picnic a Hanging Rock, Nodo alla gola, Il cubo, Crimini e misfatti, Delitto perfetto, La donna che visse due volte, Il tagliagole, Gli insospettabili, Turista per caso, ecc.
Tv: Report, Avanzi, Mtv, La grande storia in prima serata, X-files, Fuori Orario, Simpsons, Friends, Star Trek, C.Guzzanti, Grillo, Blob, Derrick, Colombo., C. Augias, tutto quello che fa Daniele Luttazzi
Miti: Daniele Luttazzi, posta elettronica, i calisson

Gocce di filosofia personale (gutta cavat lapidem):
vincere, ma nel rispetto delle regole
l'impegno conta più del risultato
l'uomo saggio non cerca il piacere ma l'assenza di dolore
gli altri tendono ad usarti, quando va bene
la terra è meravigliosa, chi la abita molto meno
capire quando è ora di ritirarsi
sii pacifico, ma implacabile quando devi

Uccidersi richiede coraggio?:
si, più che vivere

Consigli il suicidio?
Non saprei, comunque non prima di cena

Cosa non mi piace:
apparire a tutti i costi, discoteche, ballare, telegiornali, pubblicità, convenzioni, boxe, corride, ragni specialmente se troppo grossi o troppo veloci, fulmini, animali in gabbia, villaggi turistici, mete esotiche.

Incongruenze:
non mi piace apparire a tutti i costi però da quando ho 25-26 anni amo fare cabaret appena posso, con chiunque e dovunque: pur di fare una battuta farei tagliare un braccio a... mia madre!

Cosa odio:
le persone egoiste, superficiali, false, ipocrite, materiali, volgari, razziste, violente, insensibili, opportuniste, venali, prevaricatrici, dispotiche, intolleranti, immature se sopra i 20 anni, chi gioca coi sentimenti altrui, chi non rispetta la parola data, chi giudica se stesso e gli altri dal 740, chi bada al prezzo delle cose e mai al loro valore, chi tradisce al minimo soffio di vento, chi non sa mai accontentarsi (tutti questi battano altre strade per favore: è finito il tempo in cui rinunciavo a vendette e rivalse per principio), la reality-tv (Amici, Grande fratello, e simili), l'abuso del cellulare, chi distrugge l'ambiente, la finta giustizia, il capitalismo senza regole, il carnevale, ecc. In pratica odio il 96 per cento del genere umano. L'astronave che sto costruendo è quasi ultimata, comunque.

Cosa mi piace:
amore, amicizia, sincerità, onestà, natura, libertà, pace (ma giusta), fedeltà, rispetto delle regole (giuste), chiarezza (fin qui tutti articoli quasi introvabili), ironia (anche nera), sano cinismo, musica, libri, sport, cinema, arte in genere, posta elettronica, la sintesi dell'inglese, i capelli rasta e la pelle nera, albicocche, calissons, coca cola, fare esempi, parlare della morte, citare Hitler e usarlo nei miei esempi, ecc.

Messaggi:
Non chiedermi cosa ho, baby... chiedimi cosa sono
Inutile preoccuparsi della vita, tanto non se ne esce vivi
Chi non mi vuole non mi merita
Trust no 1
Vivi e lascia vivere
Il denaro è un mezzo, non il fine
Il sesso senza amore è sesso, il sesso con amore è amore
Il vero mistero dell'universo è il tempo
M.Y.O.B. è una regola spesso trascurata
Sono deluso, ma siccome prima mi ero illuso, sono in perfetta parità
L'altra coda va sempre più veloce

Quale voto mi assegno:
11
(da 0 a 10...):
11

Vi è piaciuto questo profilo, del resto moto sincero?
Dite di sì, non siate timidi. Lo sapevo, di profilo vengo sempre bene.

autore: mauroarcobaleno (blog.mauroarcobaleno.it)

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giovedì 25 dicembre 2008

Col naso nella marmellata

Il sindaco di Pescara agli arresti, poi rilasciato con una motivazione che in verità un po' si contraddice (magistrati, un po' più di attenzione, please, non prestiamo il fianco a critiche evitabili) . Assessori arrestati in Campania, indagini e avvisi in Basilicata, le presunte mazzette dell'Abruzzo. Il PD sempre coinvolto, a volte da solo, a volte in compagnia di quegli habitué della maggioranza. Inchieste e arresti come se piovesse. E Veltroni che, saputo della revoca dei domiciliari al sindaco di Pescara, interrompe la corsa ai regali di Natale per sbraitare e parlare di "fatto gravissimo". E io che pensavo si riferisse ai novemila scandali che stanno distruggendo il PD... no, ce l'aveva con la magistratura, per la quale ritiene indifferibile, anche lui adesso, una riforma. Ma riformasse il suo partito, piuttosto, sbattendo fuori dalla porta a calci in culo tutti quelli che hanno la fedina penale sporca o che, ancora immacolati, hanno deciso di provarci un po'. E riformasse le sue idee.

La miglior droga a volte è la cronaca politica: la leggi e ti senti trasportato in un altro mondo, sulle ali di un ippogrifo che sornione ti sorride mentre con te a cavalcioni solca cieli di latte e nuvole di marzapane. Al prezzo di due o tre quotidiani o di una scuriosata sul web ottieni effetti paragonabili a quelli di due bicchierozzi di Jack Daniel's o di una fumatina erbivora.

Oggi, Natale 2008, lasciamo perdere gli avvenimenti di questi giorni, ancora troppo freschi e poco sedimentati per trarne giudizi definitivi, ed allarghiamo invece lo sguardo a quelli degli ultimi decenni. Quando manca meno di un'oretta al pranzo natalizio vogliamo buttar giù due righe appena su politica e affari, per restare in tema... Come diceva Totò, "A proposito di politica,ci sarebbe qualche cosarellina da mangiare?"
Tangentopoli è stato come alzare per un po' il tappeto che copriva la fetida spazzatura nascosta: prima e dopo Mani Pulite tutti o quasi tutti avevano e hanno continuato a rubare, a malversare, a distrarre fondi, insomma a farsi gli affari propri alle spalle dello Stato che dovrebbero essere onorati di rappresentare e alle spalle dei cittadini onesti (qualcuno ancora c'è).
Questi qui (consiglieri, sindaci, assessori, deputati, senatori, ecc.: in una parola, politici) non ci pensano nemmeno per un attimo a fare quello per cui sono stati eletti (anzi: quello per cui non sono stati eletti, dato che in Parlamento ormai ci vanno i nominati, come al Grande Fratello, solo che qui a nominarli non siamo noi ma quattro segreterie di partito). Di servire lo Stato, amministrare con rigore e coerenza la cosa pubblica, fare gli interessi della collettività, pensare al mondo da lasciare alle nuove generazioni, ridurre la disuguaglianza sociale, eliminare gli sprechi, salvaguardare l'ambiente, aiutare chi ha bisogno, stanare gli evasori, dar la caccia ai disonesti, non se ne parla. Auto blu, viaggi pagati, riunioni inutili, foto di rito per i fotografi, balletto serale di dichiarazioni e contro-dichiarazioni al TG, idee scombiccherate, coscienze pulite solo perché mai usate, annunci roboanti ma inconsistenti, parole vuote, teste anche.
I duri e puri ci provano a cambiare l'andazzo, ma sono in netta minoranza e vengono convinti che è meglio non rompere; se non lo capiscono in fretta, vengono evitati, additati, calunniati, insomma messi fuori gioco, fatti oggetto di campagne denigratorie ben orchestrate, emarginati (con la complicità dei potentissimi media) come se fossero loro le mele marce: un po' come se i vermi si sentissero i più puliti del cestino di mele appena colte nel frutteto. I più onesti si fanno influenzare e se va bene diventano passivi, fantasmi col portafoglio bello gonfio, non rubano ma non fanno nulla di quel che dovrebbero (al limite denunciare lo schifo cui assistono), dunque rubano lo stipendio (e che razza di stipendio è lo sappiamo tutti), al motto di "mi hanno messo qui e io ci sto, chi sono io per rifiutare ventimila euro al mese e decine di benefit, in ogni caso io non rubo" (oggi non rubare è un merito); gli altri, i più, o comunque i tanti, aprono la bocca e mangiano tutto quello che c'e' da mangiare, senza nemmeno mettersi il tovagliolo, spesso usando le mani e rovesciando pure il piatto per la foga e l'ingordigia, sistemano parenti e amici, intascano milioni per fare o per non fare qualcosa, per far passare qualcuno sulla corsia preferenziale o per far finta di non avere né occhi né orecchie, si sollazzano su yacht o in hotel di lusso (do you remember il caso del deputato UDC? ne ricordiamo uno fra mille, sia chiaro, ad elencarli tutti faremmo notte), gonfiano i rimborsi spese, creano commissioni al solo scopo di mungere le tette della mucca statale, usano i voli di Stato per fini privati, fanno la bella vita a spese nostre, quando non sono addirittura conniventi con l'anti-Stato, insomma sono corrotti marci fin nelle budella. Non hanno il minimo senso dello Stato, spesso sono pure incompetenti, zotici, impresentabili e rappresentano l'Italia, quindi noi, nel mondo. In pratica è come se affidassimo la gestione del nostro conto corrente alla Banda Bassotti (non che sia in mani migliori, sia chiaro...) o, per esser più chiari, l'asilo sottocasa a una banda di pedofili. Un tempo potevamo dire: li abbiamo eletti noi, ma aggiungevamo: scegliamo tra quel che passa il convento... Ora non possiamo neppure dire questo, noi popolo bue mettiamo la crocetta sul simbolo colorato nel segreto dell'urna e loro forti di quella X portano sugli scranni del Parlamento il segretario personale, il massaggiatore, l'amico fidato, l'amichetta, il figlio, la moglie, ecc. E questi dall'oggi al domani passano dalle creme rassodanti o dai calendari per guardoni ad occuparsi della cosa pubblica e di questioni capitali per la vita del paese. Poi magari capita che anche uno scelto a caso (o a casa?...) abbia il buon senso e quel minimo di conoscenze tali da renderlo capace di decidere bene sul nostro futuro, non lo si può escludere a priori, sarebbe davvero stupido dire che tutto quel che viene fatto e' sbagliato, a volte ci azzeccano pure (magari per errore, non so), ma qui conta il principio: prima di raggiungere certi incarichi si dovrebbe aver accumulato un po' di esperienza, quindi si dovrebbe avere un curriculum vitae di un certo rilievo o perlomeno non imbarazzante. E non si dovrebbe andare in Parlamento perché amici di, ma perché competenti su, e perché eletti da. Una questione di preposizioni, alla fine.
Destra e sinistra, in questo e in altro, sono uguali dopotutto. Ciò che distingue la destra dalla sinistra, oggi, non sono più le idee, né le azioni, nemmeno le persone ormai. Non parliamo dei programmi, che in campagna elettorale tendono ad assomigliarsi tutti come gocce d'acqua. Semmai, a far differenza ancora, sono le ideologie alle quali i diversi (?) leader (?) si riferiscono senza però mai ispirarvisi davvero.
Una democrazia sana si fonda su poteri bilanciati che si controllano e regolano a vicenda, su una magistratura indipendente, su un Capo dello Stato vigile e assorto (e non solo assorto...) e su tante altre cosine che ormai ci siamo dimenticati usi come siamo a non praticarle più da decenni.
I politici beccati col naso nel vaso della marmellata prima sbraitano indignati e offesi e dicono che loro non c'entrano, che si tratta dell'ennesimo tentativo di delegittimare la maggioranza (la minoranza), della solita giustizia a orologeria (il giudice a cucù), del risaputo complotto (giudaico-comunista?) che si avvale di magistrati conniventi per perseguire mire eversive (lo affermano anche personaggi che erano iscritti alla loggia eversiva P2), poi affermano che... toh, stavano passeggiando col naso all'insù e all'improvviso un vasetto di confettura proveniente dallo spazio siderale e privo del regolamentare coperchietto di latta li ha colpiti dritti sul muso, facendo credere agli inquirenti quel che non è: loro, il naso lì dentro non ce l'avrebbero mai infilato di proposito, figurarsi un pò. E poi hanno avuto il voto degli elettori, dicono, come se questo legittimasse ogni porcata invece di essere un'aggravante per chi viola le regole. Gente beccata con i soldi in bocca che nega l'evidenza, mariuoli di cui leggiamo le sconcezze intercettate che provano a sconfessare quel che loro stessi hanno detto per telefono, recidivi e pluri-pregiudicati che ogni volta che vengono beccati col sacco ancora aperto è per loro come la prima volta.
Individui che chiamare individui è già tanto. Senza vergogna. Senza dignità. Non affideremmo loro nemmeno la gestione dei nostri calzini e invece abbiamo consegnato loro la chiavi del paese, o se le sono prese, ancora non è chiaro. Pizzicati dal magistrato di turno fanno la faccia scura, poi riacquistano un pò di dignità e ringalluzziti piangono, sbraitano, battono i piedi, chiamano a raccolta i colleghi, fanno professione di innocenza, come ultima risorsa puntano il dito contro altri, i "veri colpevoli", su cui cercano di rovesciare le tonnellate di fango in cui annaspano. Loro non volevano, non sapevano, non immaginavano, non avrebbero mai, se avessero saputo o solo sospettato che le loro azioni sarebbero poi state lette in questo modo dai soliti pignoli e superonesti di turno. E se va bene gli amici negano l’autorizzazione in Parlamento (oggi a te, domani a me...), salvandoli da conseguenze peggiori di quella di una fama politica e mediatica (c'è differenza?) appena offuscata ma che presto ridiventerà vergine in questo paese che non ha memoria e che dunque è condannato a ripetere sempre gli stessi errori. Non hanno nemmeno la dignità di capire quando è ora di finirla con le burlette e di riconoscere che hanno sbagliato, che sono indegni di ricoprire cariche pubbliche, che fanno letteralmente schifo.
Poteri bilanciati s'è detto, ma non magistrati soggetti alla politica, come vorrebbero alcuni di quelli che da anni battono sbavando la grancassa della indifferibile riforma della magistratura. Ce ne fosse uno che chiede tempi più rapidi per i processi, pene più severe e soprattutto certe, allungamento dei termini della prescrizione (ridotti ad arte negli anni recenti da politici ladroni per salvarsi il culo), maggiori risorse per la Giustizia... no, vogliono mettere il collare ai magistrati in modo da disattivarne alla fonte ogni possibile curiosatina sui loro sporchi affari. Allora, se proprio sbilanciamento deve esserci, auspico un periodo di assoluto dominio delle toghe, in modo da spazzare via per sempre dall'agone politico certi personaggi indegni e incapaci.
Lo so, leggendo questo articolo alcuni potrebbero pensare che non si fa di ogni erba un fascio (minuscolo eh)... In effetti, sappiamo bene che "tutte le generalizzazioni sono sbagliate, compresa questa"... Ma lo schifo imperante impone di andarci giù duro: si sbaglia sempre meno a generalizzare in questo modo piuttosto che a continuare a credere che si tratti sempre e solo di casi isolati, rare eccezioni che spiccano in un panorama lindo e immacolato: pensando questo ci si condanna a non far mai nulla di concreto per risolvere il problema e il problema c'è e ha raggiunto ormai dimensioni enormi.
La questione morale... già doverne parlare così spesso condanna senza appello i tempi che viviamo.

E adesso lasagne, abbacchio, panettone e spumante. C'e' la crisi ma ci siamo spolpati comunque la tredicesima, a gennaio vedremo i sorci verdi, altro che dicembre di crisi, chi piagnucola ora si strapperà i capelli fra due settimanette.

autore: mauroarcobaleno (blog.mauroarcobaleno.it)

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mercoledì 24 dicembre 2008

Santa Mazza

Siamo il Bel Paese, siamo i più abili ad arrangiarci e a cavarcela sempre anche se spesso per il rotto della cuffia, siamo i tipici adorabili cialtroni. Gli altri paesi vanno più forte in tutto o quasi tutto, ma noi ci sentiamo superiori perché sappiamo vivere e alla fine stiamo a galla lo stesso senza fare gli sforzi che fanno gli altri. Siamo il classico asino turbolento che a scuola rompe le palle tutto l'anno a chi vuole studiare e poi strappa il 6 a giugno copiando dal compagno di banco secchione. Fatta una legge, troviamo subito l'inganno; non abbiamo la minima cura delle cose pubbliche, non abbiamo un grammo di senso civico, il senso della patria circola nelle nostre vene solo quando gioca la squadra nazionale di calcio. Sembra sempre che il prossimo sia il nostro ultimo giorno e invece ci risolleviamo ogni volta con quella faccia da schiaffi e con quello sguardo idiota da eterni bambinoni. Ci facciamo del male e neppure ce ne accorgiamo. Però se troppe volte leggendo quel che accade oltre frontiera pensiamo: "ecco quel che ci vorrebbe anche da noi" vuol dire che siamo anche condannati a non sollevarci mai da questa miserabile mediocrità in cui annaspiamo.

In Svizzera stanno per varare "una delle più dure campagne del mondo mai realizzate in tema di sicurezza stradale", secondo la definizione di Repubblica. Una sessantina di misure durissime al fine di prevenire gli incidenti stradali. Un giro di vite clamoroso. Tra le misure previste: l'introduzione del casco obbligatorio per i ciclisti, la confisca e l'immediata distruzione del veicolo in caso di infrazione grave commessa dal conducente, il divieto di segnalare le postazioni fisse per il rilevamento della velocità, l'individuazione e l'eliminazione di tutti i "punti neri" delle infrastrutture, alle cui condizioni verrà posta una straordinaria attenzione.
Finora in Svizzera la patente era eterna, ora vogliono introdurre la revisione decennale. Da noi c'e' il rinnovo, ma è come se non ci fosse, senza contare che la patente non viene mai revocata, nemmeno se ammazzi dieci persone in dieci incidenti diversi: magari ti danno due anni (in galera però non ci vai, sia chiaro), te la sospendono, ecc. ma alla fine te la restituiscono.
Confesso di aver sempre nutrito una particolare predilezione per misure medievali quali la distruzione dell'auto: cosa merita di diverso chi sfreccia a 130 in un centro abitato se non di vedersi sfasciare la vetture a colpi di mazza? Niente lo può punire in maniera altrettanto feroce ed educativa, le multe gli fanno un baffo, la sottrazione dei punti dalla patente è una burletta e poi, non dimentichiamocelo, la probabilità di essere beccati quando si fa un vaccata è prossima allo zero: non si viene mai presi e se si viene presi la pena è irrisoria e poi si ricomincia.
Non so se sia tutto vero quel che ho letto su questa imminente riforma svizzera, spesso i media sfornano balle su balle, tuttavia mi sembra incredibile. Se lo è, plaudo alla Svizzera.

Noi continueremo a contare i morti sulle strade e le carneficine dei giorni di nebbia, dei weekend e dei sabato sera; i drogati gli ubriachi e gli incapaci continueranno a circolare in tutta libertà.
Siamo il Bel Paese, una possibilità non la si nega a nessuno, nemmeno quella di morire come un verme spiaccicato sull'asfalto una domenica mattina solo perché un criminale imbottito di alcool ha incrociato il nostro cammino.

autore: mauroarcobaleno (blog.mauroarcobaleno.it)

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domenica 21 dicembre 2008

Come chiedere la riduzione dell'affitto

Ecco finalmente la "Rete di servizio" (un tempo si blaterava spesso a sproposito della "Tv di servizio", anche se raramente si capiva quale fosse davvero).
Disoccupati, precari o bassosalariati, comunque attanagliati dalla crisi economica che il telegiornale magnanimo vi ricorda ogni tre ore e circondati da bocche di pargoli da sfamare, vorreste chiedere al vostro padrone di casa di ridurvi l'affitto per permettervi di tirare avanti, ma non sapete come fare? Titolari di piccole imprese soffocati dalla riduzione del volume di affari e da un Natale che si prospetta più misero del solito vorreste spuntare un prezzo migliore per il canone di affitto dei locali in cui svolgete la vostra attività ma siete alle prese col blocco dello scrittore unito al timore reverenziale nei confronti del padrone di casa? Qui c'e' un aiuto per voi. Potete ispirarvi liberamente, scegliendo la versione che preferite, a seconda che vogliate perdere la faccia pur di sfamare i vostri figli o di non far mancare il salario ai vostri operai oppure perdere la casa o il capannone dopo esservi tolti però una bella soddisfazione! Non si vive di solo pane, come disse quel tizio che faceva colazione a brioches e cappuccino.

1 - Richiesta di riduzione del canone di affitto (versione Fantozzi)
Gentilissimo e impareggiabile Padrone di casa, il suo umile inquilino si permette di scriverLe, turbando per un istante che spero veloce l’aurea quiete del Suo focolare domestico, al fine di sottoporre alla Sua augusta attenzione una richiesta di poca importanza. A causa della crisi economica internazionale che sta proiettando i suoi frutti negativi anche sulla mia attività commerciale, e a causa anche dei gravi ed evitabili errori che io, imprenditore di ben scarse capacità specie se paragonate alle Sue, ho certamente commesso senza scusanti nella conduzione della stessa, la mia situazione finanziaria si sta facendo via via sempre più difficile e mi costringe pertanto a chiederLe, con immenso dolore e rispetto e con incommensurabile umiltà, una modesta riduzione del canone di affitto che ogni mese sono a versarLe per ricompensarLa della impagabile generosità con la quale mette da anni a disposizione dei miei bassi traffici questi nobili locali dai quali in questo momento sto vergando queste irrilevanti righe.
(Nota: se siete un padre di famiglia e quella che difendete è invece un'abitazione privata, potete accennare al fatto che senza dubbio a causa della vostra innata incapacità di combinare qualcosa di buono nella vita, della quale vostra madre buonanima non perdeva mai occasione di rammaricarsi con parenti e vicini, vi trovate adesso nella spiacevole situazione di non saper come fare a mettere insieme il pranzo con la cena, sicché vi permettete di chiedere aiuto e consigli a una persona che a differenza di voi ha avuto la capacità di realizzarsi nonostante un avverso destino e ha dunque ricevuto dalla vita il giusto premio per i suoi meriti)

2 - Richiesta di riduzione del canone di affitto (versione No global stile G8)
Brutto usuraio profittatore e strozzino, ad ogni scadenza, puntuale come la morte e preceduto da uno scarno fax listato a lutto, ti presenti subdolamente nei miei locali per riscuotere il tuo lurido bottino e succhiarmi così il sangue a bicchierate, affondando i tuoi avidi denti nel collo pallido e magro di un onesto commerciante alle prese con i morsi della crisi che attanaglia mezzo mondo. Sai qual e’ la novità? Che dall’anno nuovo puoi scordarti di carpirmi l’assurda cifra che ti pago per l’affitto di questi locali di merda, ti darò 600 euro di meno e se la cosa non ti garba, caro il mio pusillanime succhiasoldi che ogni mese ti presenti con fare fintamente dimesso qui in casa mia e attecchisci come una muffa sino a quando non ottieni il tuo obolo infernale, puoi sempre appenderti con una corda bella robusta all’albero più resistente che trovi. Vedi di non protestare perchè sono incazzato a bestia e ce n’e’ anche per te. E vedi anche di non danneggiare l’albero perché io oltre che incazzato sono pure ambientalista.

So bene che siete troppo pusillanimi per spedire la seconda versione e troppo presi di voi per abbassarvi a scrivere la prima. Dopo atroci dilemmi finirete per scegliere una delle infinite vie di mezzo che stanno tra le due, una delle innumerevoli tonalità di grigio che separano il bianco dal nero. Vi toccherà pertanto mettervi a tavolino di buzzo buono e buttar giù due righe in puro burocratese (alla cortese attenzione del Dr. Tal dei Tali... la crisi economica internazionale sta influenzando negativamente anche la mia attività... la riduzione del volume d'affari che mi è dato riscontrare si sta facendo via via più preoccupante... come lei sa ho una famiglia da mantenere e in tempi difficili come quelli che stiamo vivendo non è facile arrivare a fine mese... mi permetto di metterla a parte della mia situazione personale perché so che capirà le mie necessità e cercherà di fare il possibile per venirmi incontro in un momento così incerto e denso di incognite... ecc. ecc.).

E il Padrone nemmeno vi risponderà, oppure lo farà accampando scuse in modo ancora più abile del vostro, mettendevolo in definitiva ancora una volta in quel posto! Che i Padroni ci stanno per questo, a 'sto mondo, porco boia!

autore: mauroarcobaleno (blog.mauroarcobaleno.it)

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mercoledì 17 dicembre 2008

Cinque feriti, anzi no (ed erano solo in due)

Deraglia un treno nel Frusinate: cinque passeggeri feriti
La causa sarebbe stata la caduta di un grosso masso sui binari. I feriti sono stati trasportati negli ospedali di Sora e Pontecorvo.

Incidente ferroviario nel frusinate
F.S.: "Nessun ferito nel deragliamento"

Vicino Lanuvio
Deraglia un vagone. Molta paura, nessun ferito
(...) sulla Ferrovia Roma-Velletri dove, a causa di una frana, intorno alle 13,30 di ieri è deragliato l'ultimo vagone del treno Roma-Velletri all'altezza di Lanuvio

Due riflessioni.
I primi due lanci si riferiscono allo stesso evento, quindi sorge spontanea la domanda: come è possibile che in un primo momento si parli di 5 feriti e poi di nessun ferito? Soprattutto, ammesso che sia possibile la svista o che qualcuno possa aver scambiato (per cinque volte) una sbucciatura alle ginocchia o un grande spavento per una ferita, come è possibile precisare che "i feriti sono stati trasportati negli ospedali di Sora e Pontecorvo"? E' chiaro che si inventano le cose, pur di essere i primi a scriverle. Mai sentito parlare di "necessità di verificare la notizia prima di darla in pasto ai lettori?"
E poi: messi come siamo, la notizia non è tanto che sono deragliati due treni a causa di un masso sui binari. La notizia vera è che questa volta sembra proprio che il masso sia franato e non ce l'abbia messo nessuno di proposito.

P.S.: poche ore dopo leggo, non ricordo dove:
"(...) Lo rende noto un portavoce delle Ferrovie dello Stato, aggiungendo che a bordo del convoglio si trovavano due passeggeri, entrambi rimasti illesi."
Stupore si aggiunge a stupore: c'erano solo due passeggeri (mamma mia che tratta trafficata) e su due sono rimasti feriti in cinque!!!...

autore: mauroarcobaleno (blog.mauroarcobaleno.it)

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venerdì 12 dicembre 2008

Nuove crociate

Stasera a cena ero solo e mi sono messo ad ascoltare Magdi Cristiano Allam su La7, ospite della Gruber… e mi è sembrato per un pò di vivere un’esperienza psichedelica, senza aver neppure assunto nemmeno un pizzico di acido lisergico. In tutto sono rimasto davanti al tubo catodico per una ventina di minuti e ancora adesso mi chiedo cosa mai potrà dare o ottenere un partito (Protagonisti per l'Europa Cristiana) che si basa sulla “verita’ oggettiva” (quale e come la si possa individuare non è stato chiarito, a precisa domanda Allam ha svicolato), su non meglio precisate “autorità morali”, su non meglio precisati “valori” (anche se un’ideuzza, come dire…, ce l’ho).
"No all'aborto, no al divorzio, no ai matrimoni gay, no alla ricerca sugli embrioni umani, no all'eutanasia. Sì alla famiglia naturale, costituita da un uomo e una donna in grado di procreare, sì alla vita dal concepimento alla morte naturale, sì al rispetto dell'autorità morale e all'inviolabilità delle regole etiche universali. In definitiva, sì a un nuovo modello di stato etico, basato su «fede, religione, libertà, verità, valori»”. Questo si legge su "Il Messaggero" del 30 novembre.
“Non è un partito religioso, ma un partito laico.” “Vieni con noi, ti aspettiamo.” (Rocco Buttiglione, UDC)
Allora non era psichedelico, purtroppo. Tutte le volte che interviene Buttiglione mi sveglio sempre dai miei deliri onirici e mi accorgo che erano reali.
E’ come se il Papa fondasse un partito. Intendo ufficialmente, perché ufficiosamente già ce l’ha ed è quello che influenza più di tutti la vita politica e sociale di questa nazione.
Se ne sentiva il bisogno? Intendo dire, di un partito che cerca di propugnare un’idea di stato cattolico? Di un partito che, sebbene si dichiari il contrario, e’ “confessionale”?
“(…) è chiara la volontà di una crociata ex novo per riportare alla luce le vere radici cristiane. La presentazione ricalca la più moderna formazione politica fondamentalista, mascherata dalla diplomazia di un linguaggio forbito.” (Politicamente, di E. Bianchini)

Non voglio essere superficiale, ne so poco per ora. Perché mi sono informato poco e perché Allam è piuttosto fumoso a volte (stasera lo è stato). Forse è la politica che rende vaghi. Tuttavia dopo questi venti minuti di galleggiamento mi sono un po’ informato in Rete sulla natura di questa iniziativa di Allam, sul suo programma, sulle reazioni che ha suscitato: per vedere se avevo capito bene. E ho trovato conferme schiaccianti di quel che mi è balenato in mente in un misero quarto d’ora: dunque, o sono un genio o la questione è semplice…

E dire che mi sembrava proprio acido lisergico e invece era parmigiano e prosciutto davanti a “Otto e mezzo”.

autore: mauroarcobaleno (blog.mauroarcobaleno.it)

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giovedì 11 dicembre 2008

E l'Italia sta a guardare

Scuola e Giovani - Il caso
La scelta di Manchester - Preservativi a scuola
In Europa un caso molto raro: i condom ammessi solo in alcuni istituti laici o privati. "Eppure la prevenzione è necessaria"

Da questa mattina nelle scuole laiche secondarie di Manchester è stato avviato un progetto di educazione sessuale che prevede la distribuzione gratuita di preservativi agli studenti dai 13 anni in su.
(…)
Dura la risposta da parte dei conservatori: il comune incentiverebbe attraverso la distribuzione di preservativi le attività sessuali tra i minori. Ma il progetto è nato in seguito alla diffusione di alcuni dati allarmanti sulle gravidanze giovanili a Manchester e oggi la città ha una media di baby mamme del 50% più alta rispetto al resto del Regno Unito. Come a dire che ogni anno nella città circa 560 ragazze sotto i diciotto anni rimangono incinte. Alti sono anche i dati che riguardano gli aborti: il 28% nel 1998 e il 39% nel 2006. In contemporanea alla distribuzione gratuita di preservativi nella scuole secondarie anche in ottanta scuole primarie laiche della città e in venti istituti cattolici sono partiti dei corsi, dal titolo "Crescere e cambiare insieme", di sensibilizzazione sulle tematiche delle relazioni, concepimento e nascite.
Quello di Manchester rappresenta un caso limite nel panorama delle politiche di educazione sessuale.
(…)
Nel resto del mondo è soprattutto la scuola superiore ad occuparsi di prevenzione e informazione sessuale dividendo le attività tra corsi extra scolastici e azioni più concrete, frequenti soprattutto negli istituti laici, come l'introduzione di distributori.
(...)

(da “La Repubblica” di oggi 11/12/2008)


A volte leggere il giornale fa venire il buonumore: ecco quella che definirei come una goccia di saggezza in un oceano di cieca ottusità. Ma allora ci sono diversi paesi nel mondo in cui le cose funzionano meglio che in Italia! ...diversi paesi in cui la visione di chi decide è più lucida e libera da pregiudizi rispetto a quella dei vecchi, ottusi politici di casa nostra (e di quelli meno ottusi ma schiavi della Chiesa di Roma). Forse c’è anche per noi una, sia pur tenue, speranza?

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Integralista, ma a casa tua

Leggo su "Il Tirreno" di oggi 10 dicembre 2008, fra le lettere, che il Dio cattolico sarebbe ferocemente contro gli omosessuali: chissà, potrebbe essere vero. E' anche contro la carne il venerdì, ma tutto questo dovrebbe interessare solo i cattolici, che a questi dettami dovrebbero uniformare la loro vita personale, non quella di tutti: agli altri non interessa. Leggo sempre che c'è anche chi prova nausea, pietà o disprezzo per gli omosessuali; bene, ma si tratta di razzismo, tutto qua: è proprio vero che le parole semplici sono sempre le migliori.
In sintesi: chiunque può fare l'integralista, ma a casa sua. Ciò che è inaccettabile è che i cattolici vorrebbero che tutti si comportassero secondo i loro dettami (e ci provano con tutte le loro forze ad ottenere questo scopo), mentre chi è laico (e magari più religioso di alcuni cattolici) non ha nulla in contrario a che un cattolico uniformi l'intera sua vita privata alle credenze che ritiene più opportune, e altrettanto vorrebbe poter fare lui. E' una differenza abissale, come quella che c'è tra libertà e prevaricazione. Una confessione religiosa può dichiarare guerra a quel che vuole, anche al ragù; uno stato laico, civile e democratico, invece, non adotta nessun credo religioso, nemmeno il più seguito, e non discrimina i cittadini in base a etnia, orientamento sessuale, ecc.; . Questa è un'indiscutibile verità ed è anche la lezione che le maggiori religioni dimostrano di non aver capito.

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lunedì 8 dicembre 2008

Vescovi no global

Quello stesso governo, quella stessa opposizione (opposizione a che?) che non trovano i fondi per, non dico migliorare l'istruzione italiana, ma evitare almeno che le aule cadano a pezzi e si trasformino in cimiteri, questi stessi ipocriti che scaldano i seggi di istituzioni un tempo nobili, in quattro e quattr'otto, richiamati all'ordine da padrone Ratzinger che tramite la CEI minaccia di mandare i vescovi nelle piazze, versano 120 milioni di euro alla scuola privata. Qui non si tratta di cifre o percentuali, o del fatto che per la precisione questi fondi vengono assegnati al Ministro Gelmini che poi vedrà che farne (se li tiene per la pubblica, così vedremo i vescovi sfilare per le vie con cartelli e striscioni stile G8?). Il punto è che non si dovrebbe dare un euro alla scuola privata (è privata, no?), mai, e meno che mai in presenza di una scuola pubblica da Terzo Mondo, e mi scuso col Terzo Mondo. Libera Chiesa in suddito Stato.

autore: mauroarcobaleno (blog.mauroarcobaleno.it)

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Da cani da guardia a cuccioli da salotto

I media, che dovrebbero essere i cani da guardia della democrazia, sono ormai ridotti al ruolo di cuccioli da salotto dei padroni. Resistono in pochi (Travaglio e qualcun altro) e resiste Internet, l'unica vera fonte di informazione ancora libera (difatti i pregiudicati che non abbiamo eletto stanno cercando in tutti i modi di ucciderla). L'appiattimento e l'inaffidabilità dei media è il grimaldello che, fatto saltare, apre le porte a un regime dalla crosta democratica ma dalla polpa illiberale. Ultimo esempio: tutti i giornali, tutte le tv titolano "Guerra tra pm": questa è informazione distorta. Non è una guerra, è una legittima indagine. Si vuol far passare l'equazione Salerno uguale Catanzaro, anche se Salerno indaga su Catanzaro per un obbligo di legge, mentre Catanzaro indaga su Salerno contro la legge (su Salerno è competente Napoli). E si vuole fornire un bell'assist alla politica che vuole non riformare ma disattivare la Giustizia. La magistratura ha al suo interno regole e competenze efficaci lungo le quali si dipanerà anche questa inchiesta di Salerno; si afferma che la magistratura è allo sbando perche' si cerca di far coincidere gli inquisiti con gli inquisitori, di far confusione per occultare la verità. I politici non perderanno l'occasione per mettere la mordacchia ai magistrati e saldare così le loro pendenze giudiziarie passate e future. Ne abbiamo viste tante e di tutti i colori, sta a vedere che vedremo pure una riforma della Giustizia vergata da un manipolo di pregiudicati e inquisiti a caccia di lodi, immunità e condoni. Un plauso a quei magistrati onesti e coraggiosi che nonostante tutto non si arrendono.
*

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venerdì 5 dicembre 2008

Ho detto ma non volevo dire quel che ho detto

Oggi su "Il Secolo XIX" un lettore, F. Cabildon, scrive che le parole del Vaticano sui gay sono state "male interpretate, se non manipolate", e spiega perche': la Chiesa non e' contraria a depenalizzare l'omosessualita', solo teme che si arrivi a permettere le adozioni ai gay e a considerare reato esprimere un'opinione negativa sull'omosessualita'.
Il primo punto e' inconsistente: anche se fosse, a) il rifiuto delle adozioni per i gay e' opinione di una confessione religiosa e non necessariamente di uno stato laico e democratico; b) decidere, per questa ragione, di non condannare con durezza chi arresta, condanna, tortura e uccide uomini e donne solo perche' omosessuali, e' miope e criminale. Sul secondo punto direi che sarebbe invece estremamente giusto punire chi, in un discorso pubblico, discrimina una persona in base a ragioni etniche, sessuali o altro (come avrebbe fatto il famoso pastore protestante svedese nella sua omelia).
Che solo possa esistere o essere esisitito uno Stato che considera reato essere omosessuali e' aberrante. Al di la' di questo, la storia e' sempre quella: il Vaticano o il politico di turno dicono una cosa insostenibile o come in questo caso disumana poi, quando attaccati, affermano che sono stati male interpretati, prendendosi gioco, di fatto, di noi cittadini.

autore: mauroarcobaleno (blog.mauroarcobaleno.it)

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martedì 2 dicembre 2008

Vaticano, sempre la solita storia

L’osservatore permanente della Santa Sede presso le Nazioni Unite, monsignor Migliore, si dichiara contrario al progetto di dichiarazione che la Francia intende presentare a nome dell’Unione europea all’Onu per la depenalizzazione universale dell’omosessualità. «Il catechismo della Chiesa cattolica, dice, e non da oggi, che nei confronti delle persone omosessuali si deve evitare ogni marchio di ingiusta discriminazione.» [ci dobbiamo complimentare con chi lo ha stilato, per caso? ndr]
«Ma qui, la questione è un'altra. Con una dichiarazione di valore politico, sottoscritta da un gruppo di paesi - afferma mons. Migliore - si chiede agli Stati e ai meccanismi internazionali di attuazione e controllo dei diritti umani di aggiungere nuove categorie protette dalla discriminazione, senza tener conto che, se adottate, esse creeranno nuove e implacabili discriminazioni. Per esempio, gli Stati che non riconoscono l’unione tra persone dello stesso sesso come "matrimonio" verranno messi alla gogna e fatti oggetto di pressioni» (fonte: agenzia stampa francese "I.Media"). [rileggete pure se volete, ma ha pronunciato proprio queste parole]
Ricordiamo per completezza che ancora oggi in 91 paesi l'omosessualità è un reato [!], sono previsti arresti, processi, torture, condanne e detenzione; in 6 di questi anche la pena di morte.

Ognuno è libero di esprimere la propria opinione (art. 21 della nostra vituperata Costituzione), quindi anche noi siamo liberi di affermare che quella del Vaticano su questo tema è una posizione discriminatoria, razzista, vergognosa, antistorica, antiumana, che non ha nulla a che fare con i valori cristiani (ho detto cristiani, non cattolici) e che ripugna a ogni cuore libero da pregiudizi e preconcetti. Le motivazioni addotte per sostenerla o giustificarla sono inconsistenti e d'altra parte non esiste nessuna argomentazione che potrebbe sostenerle, nel campo del ragionevole e del decente, s'intende.

Ora prevedo il solito balletto politico di chi è contro, di chi è a favore, di chi è favore ma si muove cauto per non scontentare l'elettorato cattolico, di chi è contro a priori qualsiasi cosa dica la Chiesa di Roma, di chi è a favore a priori di qualsiasi cosa dica la Chiesa di Roma, di chi griderà al solito complotto comunista contro le gerarchie ecclesiastiche, di chi se la prenderà con la stampa per aver travisato, di chi non ha un'idea decente nemmeno a cercarla col lanternino ma visto che al TG1 gli piazzano un microfono davanti al naso non perderà l'occasione per sparare una boiata. Adesso mi metto in poltrona con una birretta e mi godo il solito e trito teatrino delle dichiarazioni di governo e opposizione su qualsiasi cosa accada nel mondo; non so rinunciare ai miei vizi, ma a sentire Migliore non sono il solo al mondo ad averne di turpi.
Infine un sondaggio: voi ci avete capito qualcosa, nelle dichiarazioni riportate a inizio post, o vi sembrano parole prive di ogni senso logico e umano e aventi la sola finalità di giustificare, spargendo un po' di fumo, una posizione ingiustificabile e vergognosa? Leggendole la vostra anima condivide e appluade (nel caso, vi porgiamo le nostre più vive condoglianze) oppure provate un senso di sconcerto che si tramuta poi rapidamente in stupore, indignazione e totale rigetto? Premi 1 se applaudi, premi 2 se vomiti. Premi X se ti sembra di sognare: svegliati, sei in Italia, sei nel 2008, non sei su "Scherzi a parte"!

autore: mauroarcobaleno (blog.mauroarcobaleno.it)

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lunedì 1 dicembre 2008

L'auto come un'arma

A maggio di quest'anno, sotto l'effetto di droga e alcool e senza patente dal 2001 (fonte: Asca), aveva ucciso due giovani fidanzati di 22 e 23 anni che erano a bordo di uno scooter, passando con il semaforo rosso a velocità folle in una tragica notte romana. Ora Stefano Lucidi è stato condannato (in primo grado) a 10 anni per omicidio volontario. Per la prima volta chi usa un'automobile come una pistola si vede contestare il reato di omicidio volontario con dolo eventuale e non quello di omicidio colposo.
Naturalmente i legali del condannato presenteranno ricorso e hanno già affermato di volersi appellare alla giurisprudenza in materia al fine di rovesciare una sentenza che ritengono contraddittoria e non in grado di resistere al vaglio del giudice di appello. Tuttavia registriamo con soddisfazione questo mutamento e ci auguriamo che tutte le volte che una persona provoca un incidente stradale perché guida a velocità folle o perché si mette alla guida da ubriaco, drogato, ecc. il reato contestato sia questo e le pene siano severissime, perché altro non merita chi dimostra un così alto disprezzo per la vita umana. Guidare in questo modo equivale a sparare alla cieca sulla folla: se poi ci scappa il morto vorrei sapere di che razza di omicidio colposo si tratta. Tutti possono sbagliare, s'intende, ma uno sbaglio è rispettare il codice della strada e le più elementari norme di prudenza e tuttavia metter sotto a 60 all'ora un passante che attraversa d'improvviso, o anche non rispettare per distrazione una precedenza, nessuno contesta questo, ci mancherebbe: in questi casi si tratterebbe sempre di omicidio o di lesioni colpose. Diversissimo è il caso di chi si mette al volante quando non è in condizioni nemmeno di reggersi in piedi o di chi viola sistematicamente e gravemente il codice della strada: in questi casi il colpevole non merita particolari attenuanti, anzi sarebbero auspicabili le aggravanti.
Ci auguriamo che il giudice di appello consideri l'importanza di questo mutamento di orientamento giuridico e valuti il valore di deterrente e di strumento di prevenzione di questa sentenza (oltre che la sua profonda giustizia), in quanto capace di trasferire "nella collettività la percezione della certezza della pena" (Sandro Salvati, presidente della Fondazione Ania per la sicurezza stradale).

autore: mauroarcobaleno (blog.mauroarcobaleno.it)

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venerdì 28 novembre 2008

Tagli negati

All'interno del Decreto Gelmini, all'articolo 7 bis, è scritto che al piano straordinario per la messa in sicurezza degli edifici scolastici previsto dalla legge 289/2002 (successiva al crollo della scuola di San Giuliano, n.d.r.) e successive modifiche, è destinato un importo non inferiore al 5% delle risorse stanziate per il programma delle infrastrutture strategiche in cui il piano stesso è ricompreso. 'Prima dell'approvazione del decreto Gelmini, il Piano prevedeva un importo non inferiore al 10%', spiega Adriana Bizzarri, responsabile Scuola di Cittadinanzattiva. 'Dunque, anche qui, un taglio netto del cinquanta per cento alle risorse destinate alle scuole a rischio sismico. Come non bastasse, è stata eliminata la clausola che tale finanziamento fosse garantito fino al completo esaurimento del piano straordinario: quindi l'intervento è garantito solo per questo anno" (comunicato di Cittadinanzattiva, 30 ottobre 2008 e Carta Canta, La Repubblica, Marco Travaglio).

Quando sentite dire che non sono previsti tagli alla scuola, che non sono state ridotte le risorse destinate agli interventi strutturali, che il crollo di un contro-soffitto è una tragica fatalità, ebbene sappiate che sono tutte balle, mostruose e vergognose balle. Ve ne ricorderete nel segreto dell’urna? Certo che no.

autore: mauroarcobaleno (blog.mauroarcobaleno.it)

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Paese mio che stai sulla collina



"Che sarà": un testo che ci fa pensare a tutti i migranti che abbandonano il loro paese e spesso i loro cari per cercare un futuro migliore o a volte solo per seguire un'illusione.
Ti spinge a partire la miserevole condizione in cui ti trovi e il desiderio di migliorare la tua posizione, garantendo di che vivere a moglie e figli; la situazione del paese in cui vivi, incapace di garantirti un futuro degno di questo nome eppure indissolubilmente legato al tuo cuore; la voglia di cambiare abitudini e modo di vita, di alzare gli occhi al cielo sotto altre latitudini; il bisogno di dare una svolta alla tua esistenza e di metterti alla prova; l'illusione di poter risolvere i tuoi drammi esistenziali e di riuscire a lasciarti alla spalle i tuoi tormenti, che invece ti seguono ovunque; il gusto di conoscere nuove terre e nuovi volti. Parti con la tua storia passata, con i tuoi talenti e i tuoi difetti, con le tue speranze e con la morte nel cuore; parti perché vuoi raggiungere quella luce lontana che vedi lontana davanti a te e che ti chiama a sé, che chiama a sé chi non vuole e non sa rassegnarsi e vuole cercare qualcosa di diverso, qualcosa di più bello. A volte poi l'amara realtà ti fa crollare le illusioni e ti accorgi di aver peggiorato la tua vita; ti senti solo, non accettato, schivato, disprezzato; vorresti darti da fare ma quel che trovi sono solo rifiuti, silenzi o biechi tentativi di prenderti per il collo; sei additato da tutti e chi ti aiuta spesso lo fa più per pietà che per solidarietà; sei dipinto come la radice di tutti i mali della società in cui ti trovi, come la causa della sua decadenza. I sospetti ti danno la caccia ovunque, la diffidenza è negli occhi di chi ti guarda. A volte la fame ti spinge ad umiliarti oltre ogni limite, a volte ti costringe a rubare e a delinquere; a volte parti già con l'obiettivo di delinquere e per questo scegli i paesi in cui il diritto assomiglia più a un carnevale.
Quale che sia la ragione che ti spinge a partire, anche la più turpe, lasciarti alle spalle il tuo paese non è mai facile.

Sono parole che ci fanno pensare anche alla caducità della vita e all'imprevedibilità che governa il cammino su questa Terra di ciascuno di noi, che siamo sì artefici del nostro destino ma anche pedine nelle mani del Caso. Che ci fanno pensare a quanto sia stupido giudicare un uomo dalla sua origine o dal colore della sua pelle.

"Che sarà", scritta da Jimmi Fontana, RCA, portata al successo nel 1971 al Festival di Sanremo da José Montserrate Feliciano Garcia, cantante e chitarrista portoricano, cieco dalla nascita.


Che sara'
Paese mio che stai sulla collina/disteso come un vecchio addormentato/la noia l'abbandono il niente son la tua malattia/paese mio ti lascio io vado via/che sarà che sarà che sarà/che sarà della mia vita chi lo sa/so far tutto o forse niente/da domani si vedrà/e sarà sarà quel che sarà/ Gli amici miei son quasi tutti via/e gli altri partiranno dopo me/peccato perché stavo bene in loro compagnia/ma tutto passa tutto se ne va/che sarà che sarà che sarà/che sarà della mia vita chi lo sa/con me porto la chitarra/e se la notte piangerò/una nenia di paese suonerò/ Amore mio ti bacio sulla bocca/che fu la fonte del mio primo amore/ti do l'appuntamento/come e quando non lo so/ma so soltanto che ritornerò/che sarà che sarà che sarà/che sarà della mia vita chi lo sa/con me porto la chitarra/e se la notte piangerò/una nenia di paese suonerò/che sarà che sarà che sarà/che sarà della mia vita chi lo sa/so far tutto o forse niente/da domani si vedrà/e sarà sarà quel che sarà
(Il testo e la musica sono di proprietà degli autori, Fontana e Migliacci)

autore: mauroarcobaleno (blog.mauroarcobaleno.it)

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L'isola della vergogna

All'"Isola dei famosi" (reality becero, sia chiaro quel che ne pensiamo) vince Vladimir Luxuria ovvero Wladimiro Guadagno, attore e politico italiano, sempre definito come "transgender" (mentre per fare un esempio Bruno Vespa non viene mai definito giornalista e scrittore eterosessuale, ma tant'è).
Di Luxuria ricordo che Marco Travaglio, in "Se li conosci li eviti", ediz. Chiarelettere, l'ha inclusa fra i soli 20 parlamentari che hanno ben meritato nella passata legislatura e ha scritto di lei: "Guadagno Vladimir «Luxuria» (Prc). Entrata in Parlamento con la fama di drag queen e dunque trattata come un fenomeno da baraccone nel Paese più ipocrita del mondo, ha saputo farsi valere, evitando di fossilizzarsi sulla materia della diversità, ma combattendo, in Parlamento e in televisione, per i diritti di tutti, con una competenza che chi vive di pregiudizi non avrebbe mai sospettato, ma che molti hanno dovuto riconoscerle, tardivamente, anche negli ambienti più lontani da lei". Questo non toglie che la scelta di prendere parte a quel reality mi era parsa e tuttora mi pare come discutibilissima.

Non ci soffermeremo sulla estrema irrilevanza o sulla estrema rilevanza di questa vittoria (propendiamo per la prima, comunque), ma su alcune delle reazioni che ha scatenato nel mondo politico italiano, sempre pronto a commentare qualsiasi cosa, dallo scoppio di una guerra a una lite di cortile, e sempre con la stessa serietà, prosopopea e sconcertante autoreferenzialità.

"Poi ci si sorprende se elettori di sinistra migrano verso destra" (Franco Monaco, PD, a sorprendere è come ragiona certa sinistra…)
"Sono contenta per la vittoria di Vladimir" (Alessandra Mussolini, quella di "meglio fascisti che froci")
"Vladimir come Obama? È un po' esagerato e fatecelo dire. (...) [Ma] con Vladimir all'Isola si rompe il tabù dell'eterosessualità a tutti i costi" (Liberazione, sull'onda dell'entusiasmo)
"La sua vittoria certifica la morte della sinistra comunista" (Pier Ferdinando Casini, UDC, ma che domanda gli hanno fatto?)
"Che la tv pubblica erga ad eroina un trans è scandaloso. Più che Isola dei famosi, l'Isola della vergogna" (Maurizio Ronconi, UDC, raro esempio di tolleranza)
"Ben venga la vittoria che dimostra come da parte degli italiani non ci sia nessuna discriminazione come non c'è mai stata da parte mia. Ma mi preoccupa che un programma così sia diventato lo show di punta della tv pubblica." (Elisabetta Gardini, Forza Italia, nota per la "lite sui cessi in Parlamento" con Vladimir e che ora si preoccupa per il bassissimo livello della programmazione televisiva italiana degli ultimi vent'anni)
Un «fenomeno da baraccone» in una «trasmissione schifosa» che «veicola messaggi subliminali ai giovani» inducendoli ad una «insana trasgressione». (Marco Pellegrini, Luca Talice -capogruppo leghista al consiglio comunale di Seregno, Milano- e Roberto Maggi, conduttori del martedì sera di Radio Padania Libera, devo aggiungere qualcosa?)

Morale: di fronte all'imbecillità di alcune di queste dichiarazioni par proprio vero che gli Italiani, come afferma Luxuria, siano "più avanti dei politici" che li rappresentano: ma soprattutto perché questi ultimi sono davvero impresentabili per inadeguatezza, lacune umane e culturali, inciviltà. Se Casini e Monaco emettono sentenze scombiccherate e davvero incomprensibili, se i leghisti ci confermano i loro spaventosi limiti, se alcuni fingono entusiasmo, Ronconi, beh... chi fa un'uscita simile mi pare più marziano che umano: io mi vergognerei a morte, se avessi solo pensato quel che lui ha detto.

E lasciatecelo dire: Vladimir Luxuria ha vinto perché è stata se stessa e tutto sommato normale, per niente trasgressiva, anzi conformista, quasi "eterosessuale"!, e pia custode del focolare domestico. La sua vittoria, significativa ma come detto irrilevante (ragazzi, è un reality...è una delle peggiori assurdità di questa tv che ci frigge il cervello) non dimostra un bel niente sulla presunta maturità degli Italiani, così come la vittoria della Mendez al concorso di Miss Italia di qualche anno fa non ha reso gli Italiani meno razzisti di quanto sono oggi. Il razzismo, i pregiudizi si respirano per strada e, credetemi, se ne sente ancora l'odore, e sempre piu’ forte: questa vittoria non dice nulla da questo punto di vista, restiamo (restate) razzisti e pieni di pregiudizi come lo eravamo (eravate) ieri.

autore: mauroarcobaleno (blog.mauroarcobaleno.it)

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giovedì 27 novembre 2008

Che idea la social card !

Contro la crisi sta arrivando la Social Card (o Carta Acquisti): gioite tutti! Consentirà a 1 milione e 300 mila persone povere di spendere la bellezza di 40 euro al mese, accreditati ogni due mesi a partire dall'ottobre scorso. Potranno ottenerla i pensionati e le famiglie con figli sotto i tre anni (reddito non superiore a 6 mila euro l'anno) e i pensionati con più di 70 anni (reddito non superiore a 8 mila euro l'anno, una sola casa, una sola auto, una sola utenza del gas e elettrica). Non si devono avere più di 15 mila euro depositati in banca o alle Poste. Lo sapete cosa vuol dire 6 mila euro l'anno? Vuol dire 500 euro al mese: senza dubbio chi ha figli e guadagna 500 euro al mese vedrà ora aprirsi un mare di possibilità davanti a sé, con questi 40 euro suppletivi ottenibili a prezzo di un bel marchio di infamia sociale.E' un pallino del ministro Tremonti, che nega che in questo modo si voglia identificare una classe sociale. Intanto però la carta sarà anonima, questo dimostra che il rischio era possibile. Inoltre chi la difende dice che fu adottata anche dagli USA, ma dimentica di dire che lo fu 70 e poi 50 anni fa: il mondo cambia e dovrebbero venire idee migliori, dopo 50 anni... Per dire: anch'io ho il pallino di comprare solo calze color lilla, ma non lo trasformo in una proposta politica.

Innanzitutto 40 euro sono una miseria, vorrei sapere quanto spenderà lo Stato per tutta questa grancassa delle carte e chi ci guadagnerà (ci sarà pure qualcuno che le progetta, che le produce, che le distribuisce, che le gestisce, un bel giro d'affari): conoscere cifre e dettagli sarebbe gustoso, perchè al più "sciroccato" fra di noi è venuto subito in mente che si potevano dare direttamente 40 euro in forma anonima a chi rientra in quei parametri: si sarebbe speso molto meno e si sarebbe evitato di mettere in difficoltà davanti agli altri persone che non lo meritano. Poi, la carta magica sarà spendibile solo presso i negozi convenzionati. Infine l'aspetto peggiore: identifica le persone, che dovranno presentarsi alla cassa come povere tirando fuori la social card, e questo è davvero meschino e poteva essere tranquillamente evitato. Ripeto, se non ti vengono idee migliori di questa forse è segno che devi cambiare lavoro, o sistema di idee.

La social card è dunque strumento di discriminazione sociale: ti costringe a mostrare in pubblico la tua povertà (che di certo non è roba da doversi vergognare), quando entri nel negozio convenzionato e sei alla cassa per pagare. Non e' roba di cui vergognarsi ma è umiliante costringere le persone a mostrarla. E' una misura che non mi sta bene: io voglio sapere anche in strada o al cinema se quello che mi sta davanti è un poveraccio, quindi propongo di costringere i titolari di social card a portare sulla fronte giorno e notte un piccolo bollino azzurro col logo del Governo. E poi, perché non prevedere sul retro della carta una striscia color argento tipo Gratta e Vinci e organizzare una bella lotteria prenatalizia con prosciutti e parmigiani in palio, riservata ai possessori della carta che così la vigilia di Natale gratteranno la striscetta e scopriranno se avranno vinto il prosciuttone? Diretta su RAI 1 il 24 sera, spot a raffica e vincitori invitati in studio con mega-lacrimoni d'ordinanza.

Il messaggio è: ci sono modi meno umilianti e più dignitosi per aiutare chi ha bisogno. Senza parlare dei tagli agli sprechi di spesa pubblica e dell'eliminazione di prebende e privilegi nelle quali affogano anche gli stessi politici che poi si inventano le carte per gli acquisti.
*

autore: mauroarcobaleno (blog.mauroarcobaleno.it)

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