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domenica 31 gennaio 2016

I due fattori

Nella vita due fattori sono importanti:
-1. pazienza
-2. culo (per i puristi: buona sorte)
La salute è gia' insita nel punto 2.
Il resto è opzionale. A volte graditissimo, quasi essenziale, ma non essenziale.
Poi si sa, nulla è essenziale come il futile.

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Quella insostenibile pena del Family Day

Puntavano al milione, è stato un flop clamoroso. Dicono di avere raggiunto i due milioni, erano in realtà 350.000. La matematica non è un'opinione. In quella piazza e in quelle vie più persone non ci stanno fisicamente, sarebbe ora di finirla con le palle rimbalzate dai media servi e sciocchi.
Hanno buttato una giornata per cercare di impedire la felicità altrui, hanno vomitato odio.
Non vogliono che altri abbiano i diritti di cui loro godono, scendere in piazza per negare diritti è davvero meschino, penoso, squallido.
Hanno idee inumane, preumane, subumane; medievali, retrograde, razziste, omofobe. Culturalmente, fanno orrore.
Non conoscono la coerenza: in piazza c'erano orde di adulteri, pluridivorziati, pedofili o complici di pedofili, concubini, ragazze madri: il loro Dio direbbe ben altre cose. Se questa è la loro idea di famiglia, non si può che migliorare.
Sarebbero egoisti se l'estensione dei diritti indebolisse i loro; poiché così non è, sono solo disinformati e stupidi.
Ho sentito discorsi saturi di niente, mere bolle di vuoto, neuroni in difficoltà che giocavano ad acchiapparella. Nulla può giustificare la loro posizione.
Sono uno dei tanti motivi per cui il nostro paese è la vergogna dei paesi civili.
Sono indistinguibili da chi era contro l'abolizione della schiavitù o l'estensione del diritto di voto alle donne.
La storia li renderà irrilevanti, da macchiette quali sono ora.
I cartelli e le affermazioni del tipo: "sbagliato è sbagliato anche se dovesse diventare legge" sono in tutto e per tutto crimini contro l'umanità e come tali andrebbero giudicati, esattamente come il più bieco negazionismo: qui non si tratta di libertà di espressione, questa è discriminazione, è violenza, è sopruso.



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martedì 26 gennaio 2016

Una regola per quando si deve decidere un aspetto della vita del figlio

Ho pensato a lungo dove mettere la spunta su quell'infido allegato alla domanda di iscrizione alla scuola dell'infanzia di mia figlia. E ne abbiamo parlato in casa. E ho chiesto spiegazioni a chi poteva darmele, per avere un quadro completo.


Non perchè sia in dubbio quanto a simili temi (so bene cosa io sono e cosa non sono, nei limiti si intende: l'invito "conosci te stesso" è di fatto irrealizzabile, nella sua completezza), ma perchè a tre anni si devono valutare tanti aspetti. Alla fine ho ritenuto che i vantaggi fossero per me inesistenti, gli svantaggi forse lo stesso ma potenzialmente presenti, sebbene blandi. E siccome l'incidenza oraria settimanale è minima (1/40 o poco più) e la questione non rilevante, ho preso con l'altra genitrice (genitore 2) una decisione prettamente logica.
In generale, ho elaborato senza volere una regola che gia' avevo in testo e seguivo, ma che aveva bisogno di una sistematizzazione teorica. Forse vi potrà essere utile, o no. A me serve da sempre e servirà.

1) Se la decisione che si deve prendere, riguardo a un figlio, tocca un tema essenziale (es: l'istruzione scolastica, oppure la buona salute, ecc.), una decisione va presa, e generalmente anche in tempi medi o brevi (no kalendas please); pertanto, se i due genitori sono in discaccordo, devono sedersi a un tavolo e, a costo di esaminare la questione per giorni, addivenire ad un accordo quale che sia: la priorità è decidere, e cercare di farlo il meglio possibile dato il disaccordo. Esempio esagerato ma chiaro: se io voglio che mio figlio faccia le scuole a Pisa, e mia moglie vorrebbe invece che andasse a Livorno, non è che per via del mancato accordo nostro figlio può restare a casa sino a quindici anni e crescere analfabeta.

2) Lo stesso sarebbe auspicabile accaddesse nel secondo dei tre casi che prevedo, e cioè quando il tema è non rilevante in assoluto, oggettivamente, ma lo è soggettivamente, vale a dire è importante per il figlio poichè asseconda un suo spiccato desiderio o accarezza un suo innegabile talento potenziale, purchè, è ovvio, non sia illegale o pericoloso: in questo caso occorre prendere una decisione, possibilmente nel senso desiderato dal figlio, ma dopo aver esaminato bene la questione (es: a 16 anni vuole iscriversi a un corso di aramaico, oppure vuole farsi un tatuaggio o in alternativa un piercing o partire per il Polo insieme a un gruppo di teppisti pregiudicati e restarci 56 mesi da solo e senza viveri -me li procurerò là, dice: non si possono dire troppi no, su qualcosa occorre cedere, magari non sui 56 mesi).

3) Il terzo caso è infine quello che ci riguarda oggi e che si ha quando il tema in discussione concerne aspetti non rilevanti o addirittura irrilevanti, opzionali o comunque non importanti né essenziali alla vita, allo sviluppo del figlio e da questo desiderati ma poi nemmeno tanto (c'è una voglia generica, quasi svogliata, direi... non una predilezione ben orientata per quanto acerba): in questo caso la decisione sarà ovviamente negativa se i due genitori propendono entrambi per il no o uno per il no e l'altro si astiene; positiva nel caso in cui entrambi o uno dei due siano chiaramente per il sì. In quest'ultimo caso, se c'e' disaccordo, magari non grave ma non componibile, la cosa migliore è non decidere, quindi optare per il no.

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domenica 24 gennaio 2016

Ora di religione: un assurdo logico

Nei primi anni di apprendimento (asilo, elementari) anziché l'ora di religione (che è un assurdo logico in un paese democratico, civile e laico:


chi vuole educare ai principi cattolici suo figlio può benissimo farlo al di fuori di una struttura pubblica e senza gravare sul bilancio pubblico)
sarebbe molto più produttivo prevedere, nella misura di 2-5 ore settimanali, a crescere con l'età, i corsi di LINGUA INGLESE, IGIENE PERSONALE E LAVORI DOMESTICI, EDUCAZIONE STRADALE, EDUCAZIONE CIVICA. Tutte materie essenziali la padronanza delle quali farà di ciascun bambino e bambina una persona indipendente, responsabile e civile, oltre che in grado di competere con i pari età degli altri paesi europei, in particolare nordici. Tutti, infatti, presto o tardi, avremo bisogno dell'inglese e di saper badare a noi stessi, oltre che di conoscere le minime regole del vivere in società comportandoci come persone degne di questo nome e non come bestie immonde.

So bene che in un paese retrogrado, reazionario, paludato e sotto il giogo di Santa Romana Chiesa simili richieste suonano utopiche come quella di pari diritti per gli uomini di colore nell'America della schiavitù: siamo governati da persone di qualità non pervenuta e in buona parte ce li meritiamo perché ci rispecchiano.

Tuttavia io lo dico, perché prevedere l'insegnamento di religione anche in quei gradi di istruzione in cui ai miei tempi non era previsto nulla di tutto ciò è un passo del gambero che non ha senso: la Chiesa cattolica è quella che ancora pochi decenni fa non sapeva se alla donna potesse essere riconosciuta o no un'anima, è quella che copre, minimizza e insabbia i numerosi casi di pedofilia che si verificano al suo interno, è che quella che ha intriso di sangue secoli e secoli di storia, è quella che ha perseguitato e bruciato chi osava opporre le verità della scienza e del libero pensiero agli stupidi dogmi di cui è imbevuta, è quella che predica valori spirituali e povertà e poi vive nell'oro più pacchiano e nel lusso più vergognoso, è quella che si è inventata un Dio che va ben oltre le probabili e sagge parole del personaggio storico Gesù e in suo nome ha stabilito regole inumane partorite da menti umane complessate e contorte desiderose di controllare le masse per i propri biechi interessi, è quella che combatte con tutte le sue forze a favore della famiglia "tradizionale" (marito, moglie, amante, divorzi, secondi matrimoni) e per negare a chi eterosessuale non è o non intende sposarsi all'altare gli stessi diritti civili che per natura appartengono a tutti, compreso quello di poter adottare uno delle migliaia di bambini soli e infelici del mondo, e che un paese di cacca come il nostro si ostina a non riconoscere a tutti. Perché sappiatelo, cari omofobi, cattolici, razzisti e retrogradi disturbati del 2016, a voi non è richiesto se concedere o no questi diritti, perché questi diritti esistono da sempre: voi li state semplicemente negando, in un particolare momento storico e in una particolare area geografica, commettendo con ciò un abominio: non si chiede a voi, menti illuminate da una lampadina da 2 volt, di concedere un diritto, ma di rimuovere gli ostacoli (che voi avete messo o avete rinforzato) alla libera fruizione dello stesso, che non deve essere "concesso", ma solo "non ostacolato" in maniera inumana. Family Day un paio di sapete bene cosa.

E' inutile far finta che non sia così. Chi insegna religione nelle scuole è prescelto dalla Chiesa e formato allo scopo. Non mi importa che ai bambini piccoli siano impartite elementari nozioni di amore e fratellanza: lo si potrebbe fare lo stesso, a casa e a scuola, senza prevedere l'ora di religione: le valide maestre del servizio pubblico non sono in grado di educare ai sani principi le nostre creature? Ci vuole un inviato del Vaticano? Piccoli o no, fin dall'inizio la strada è comunque quella, sebbene solo accennata all'inizio, ed è una strada sbagliatissima.

Tutte le religioni sono per me, è noto, malattie. Difficilmente curabili e pericolose. Parlo sulla base di secoli di storia, di migliaia di esempi ed esperienze, della mia vita.

Non c'è bisogno di credere in un Dio che discrimina gli omosessuali o i conviventi e che appoggia i vergognosi obiettori-medici pagati dallo Stato che si rifiutano di applicare le leggi per essere persone di specchiata moralità; non c'è bisogno della religione, basta l'etica, che è ben altra cosa, ben più importante per poterci chiamare esseri umani.

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sabato 23 gennaio 2016

Diritto o Carnevale?

Se durante un litigio dai dell'omosessuale usando un termine dispregiativo a una persona che notoriamente e' omosessuale, si tratta di un'offesa discriminatoria (dice) che va punita severamente con mesi di squalifica, ma se dai dell'omosessuale usando un termine dispregiativo a una persona che notoriamente non è omosessuale invece è semplicemente un insulto e bastano due giornate di squalifica:

mi sembra una logica aberrante perché se io do dell'omosessuale a uno che notoriamente pare non esserlo uso il termine omosessuale con connotazione fortemente dispregiativa; ti dico questa parola perché per me è una parola offensiva e con questo io ti voglio offendere quindi sono omofobo poiché attribuisco qualità spregevoli all'essere omosessuale.
Ecco perchè mi sfugge il senso delle due giornatine comminate all'allenatore del Napoli.
Occorre rivedere questa cosa perché mi sembra che non torni per niente. Leggo poi che in Eccellenza una squadra e' stata penalizzata di un punto in classifica per offese reiterate dei tifosi al guardalinee donna; il giudice dice: quando un insulto riguarda la sfera sessuale di una persona si deve intendere come discriminazione sessuale.
E allora?
Occorre riscrivere la norma e subito, altrimenti è un carnevale più che il diritto.

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giovedì 21 gennaio 2016

Sarri vs. Mancini

Il fatto che Mancini in passato possa aver usato la parola "frocio di merda" rivolto a un giornalista con cui stava discutendo (lo apprendo da internet) cosa c'entra con le inaccettabili frasi omofobe di Sarri di alcuni giorni fa, ammesse dallo stesso Sarri, che fra l'altro in materia è recidivo? Oggi discutiamo di Sarri. Vogliamo perdonarlo perché ha dato sicuramente del finocchio a uno che forse quindici anni fa diede del finocchio a un giornalista?

In Italia funziona sempre così: tutte le volte che, per esempio, uno ruba la reazione non è: puniamolo, ma: adesso cerco di dimostrare che rubi o hai rubato pure tu che hai osato denunciarlo. Come se in questo caso il furto di uno annullasse quello dell'altro e non fossimo invece in presenza di due ladri.
Io oggi discuto di Sarri, perché il fatto è di pochi giorni fa, è clamoroso, è certo (ammesso da Sarri), non ha la scusante di una provocazione (Mancini stava parlando col quarto uomo) che magari ci potrebbe essere stata in quell'altro episodio tirato fuori dagli archivi, davvero non so, ed è successo durante un incontro ufficiale davanti a milioni di spettatori e non durante una discussione privata davanti a qualche persona che era nelle vicinanze e che ha ascoltato per caso.
Del presunto fatto di 15 anni fa si sarà discusso a suo tempo e si può farlo pure ora, come no, la legge è uguale per tutti, ma senza agganciarlo furbescamente a questo, perché farlo è disonesto. Perchè se io ti vedo rubare e ti denuncio, tu non puoi dire che ti pare che anni fa ho rubato pure io: cosa toglie questo, semmai, al tuo furto di oggi? Se tu sei nella merda, non ti salvi smerdandomi, a torto o a ragione. Applicando questa logica aberrante, se da domani uno insulta Sarri con frasi omofobe o altro, Sarri non avrà diritto di dire nulla. Ragioniamo, please.

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domenica 17 gennaio 2016

Aspettiamo il Family Day

Aspettiamo il Family Day, periodica riunione di persone che in buon numero si sono sposate, hanno divorziato, si sono risposate, hanno di nuovo divorziato; che in buon numero tradiscono moglie e figli e il fine settimana vanno a puttane o in cerca di amori diversi; di preti che non hanno famiglia quindi ne sanno molto oppure ce l'hanno clandestina; di politici che hanno firmato programmi che prevedono la regolamentazione delle unioni "civili" e che su quelli sono stati eletti (eletti si fa per dire) e che ora al primo stormir di sottana vescovile si rimangiano tutto. E' bello ogni tanto rivedervi in faccia, e ridere a crepapelle. Sono questi quelli che sanno far crescere i bambini e sono questi quelli che difendono i sacri valori della famiglia, che amano così tanto al punto da averne avuta più di una, o da averne più di una contemporaneamente.

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sabato 16 gennaio 2016

Trave e pagliuzza, vecchia tattica


Loro.
In sei anni subiscono un tentativo di infiltrazione mafiosa o poco più. L'ultimo in un comune che gestiscono ma che è stato sciolto gia' varie volte per mafia, in passato.
Lo respingono.
Quando viene fuori che il sindaco, pur avendolo respinto e pur essendo stato eletto indipendentemente dai presunti voti sporchi, non ha detto tutta la verità, in soli 7 giorni decidono di espellerla. Sono favorevoli ad andare a nuove elezioni. Sono favorevoli a pubblicare tutte le intercettazioni del caso. Pubblicano addirittura gli screenshot degli scambi di chat tra il sindaco e i dirigenti del movimento.

Gli altri.
Non buttano fuori nemmeno i condannati, che continuano gestire la cosa pubblica, figurati gli indagati o i chiaccherati. Hanno decine di comuni sciolti per mafia. Hanno Roma Capitale e ci hanno messo un anno prima di agire. Gliene arrestano o indagano uno o quasi al giorno. Le condanne fioccano. Si oppongono alla diffusione delle intercettazioni (Napolitano le ha fatte bruciare).
Ma, con la gentile collaborazione del 90% dei media, da giorni stanno spargendo merda su loro e ingigantendo un caso piccolo e insignificante se paragonato al marciume che li affossa, e che in questo modo cercano di nascondere. Vecchia tattica: esaltare la pagliuzza del tuo avversario di modo che non si pensi più alla trave che hai nell'occhio dell'etica.

M5S, PD

Io non dico nulla. Ma piuttosto che non votare (sbagliato), se si vuole provare a cambiare, non puoi votare sempre gli stessi o i presunti nuovi che avanzano e che sono uguali o peggio di quelli che volevavo sostituire e rottamare: ti hanno detto mille bugie e si comportano peggio dei precedenti, non esiste differenza tra loro. Devi votare facce nuove, che hanno regole nuove e che, pur facendo errori da inesperienza (anche loro sono uomini ahimé), le applicano con coerenza.

Poi se ti fregheranno pure loro, ok: ma avrai poco da rimproverati. Nell'altro caso avrai da rimproverarti eccome: se ti arriva merda te la sei voluta.

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venerdì 15 gennaio 2016

Capre del mattino

Se lo avessi sottomano gli darei tante di quelle legnate (educative) che sicuramente gli cambierei l'indole.
Parlo del neurone della fretta di quelli che la mattina si alzano tardi, si lavano i denti mentre sorseggiano il caffè, salutano la moglie con un grugnito e indossano due calzini spaiati, prendono l'accendigas in mano anziché le chiavi dell'auto e scambiano la vicina per una nuova fioriera messa lì la sera tardi da qualche condomino intraprendente. E, soprattutto, pensano di poter poi recuperare correndo come capre impazzite sulle strade, rischiando la vita loro (chissene) e degli altri (e qui se permettete mi arrabbio di brutto).


L'unica remora che potrei avere è che se eliminassi o rendessi invalido quel neurone i tizi in questione, poco più che mononeuronici, si troverebbero impossibilitati a svolgere con scioltezza anche le funzioni più modeste del nostro percorso esistenziale quali scaccolarsi con cura in coda al casello o fare zapping ragionato stravaccati in poltrona.

Ti stanno a due millimetri dal paraurti posteriore, roba che se sfiori il freno per un attimo ti ritrovi con un nuovo design sul baule (un bel "trasferello" di imbecille), sfanalano imperiosamente (ma quando devono mettere la freccia pare invece che abbiano una paresi al braccio sinistro), si allargano più volte per tentare il sorpasso o per simularlo al fine di metterti pressione e poi rientrano, scalpitano come capre appunto, con le quali mi scuso per l'infido paragone. Si tratta di decerebrati cheper guadagnare 30 secondi sull'arrivo al lavoro sarebbero disposti a vendere la mamma su ebay, ma che piuttosto che mettere la sveglia 5 minuti prima si farebbero mozzare il braccio destro da un serial killer in pensione, dotato di ascia arrugginita e quindi a rischio tetano.

Naturalmente l'unico effetto che un simile australopiteco poco dotato ha sul mio stile di guida è che se prima andavo a 45-55 laddove il limite è di 50, subito scendo a 49 e metto una goccia di attak sulla lancetta del contachilometri. Se tu sei un bastardo io divento ligio più che mai, se tu metti a rischio la mia vita perchè la sera ti sei addormentato sui porno annunci delle tv private io divento il campione del codice stradale, l'automobilista ideale (non che di solito sia molto lontano da questo standard, comunque).

A costoro, feccia del consesso degli automobilisti e rifiuto organico della società, non andrebbe tolta la patente: andrebbe demolita l'auto sul posto, con cerimonia pubblica e in presenza di fanfara e autorità locali, e inibito l'uso di qualunque mezzo di trasporto per 215 anni, altri pianeti della Via Lattea inclusi, incluso pure il trenino elettrico di Natale del nipotino di cotanto zio. Non meritano di morire, certo che no, sebbene con il loro comportamento rendano più scivolosa la tua strada verso l'inferno e spesso qualcuno riescano a mandarcelo davvero per la loro disgustosa imprudenza. Meritano di essere marchiati a fuoco sulla fronte con la I di imbecille. Si direbbe quasi che l'imbecillità l'abbiano inventata loro: prima non c'era.

Sono indegni di sedere su un qualunque sedile di mezzo in movimento; spesso, con leve e pulsanti, comandano una settantina di cavalli (motore) e ciò è bizzarro trattandosi di veri asini.

Domattina alle 7 si ricomincia.

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venerdì 8 gennaio 2016

Dove acquistare i libri

Se potete non acquistate i libri al supermercato. Ho qualche riserva anche sulle edicole propriamente dette ma qui non mi sbilancio perché, sebbene non mi piaccia la moda del libro allegato alla rivista o quella, di nuovo spuntata fuori, delle "riduzioni", so che le edicole faticano a sbarcare il lunario, quindi dirrei comprateli nelle librerie o nell edicole-librerie: mi pare un giusto compromesso. Eviterei però i libri gadget uniti a settimanali e quotidiani.

Sui supermercati invece mi sbilancio e vi spiego perchè. SI risparmiano è vero dai 2 ai 4-5 euro a volte, ma un supermercato non ha bisogno di vendere libri per vivere e così facendo uccide le librerie. Colpa di leggi sbagliate o furbescamente e legalmente aggirate perchè scritte (appositamente?) male.
In Italia non legge quasi nessuno. Io, negli ultimi anni, ho letto davvero poco, ma ho sempre continuato a comprare libri; leggo poco per via di alcune circostanze comprensibilissime tra cui la nascita di una marmocchia. Ma mediamente ho letto e leggerò molto. Pensate a come si potrebbe incentivare la lettura solo realizzando programmi tv di qualità aventi per argomento la letteratura, specie classica, italiana e straniera. Oggi si parla di libri un po' da Fazio, c'era e non so se ancora c'e' Per un pugno di libri, poi il vuoto. Non considero il politico o comico o tuttologo di turno che va a strombazzare la sua aultima fatica: 8 volte su 10 è robaccia. Non si vuole stimolare alla lettura perchè la qualità richiede sforzi e all'inizio la pazienza di sopportare ascolti non elevati. Inoltre chi legge sa, ragiona e diventa più difficile da gestire e manipolare con le tv e la stampa di regime.
E poi, francamente, il libro non è proprio un prodotto, nel mio modo di vedere le cose.
I supermercati, se non vendono libri, nemmeno se ne accorgono, quindi il mio non è un invito contro, ma pro.
E' un'opinione, anch'io a volte li ho comprati lì, perchè magari avevo fretta, dovevo fare un regalo e ormai il tempo stringeva etc. In tutti i casi in cui non ho fretta, evito.

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martedì 5 gennaio 2016

Storie di tutti gli anni


Tutti gli anni, anzi due volte l'anno, la stessa trita e ritrita e consumatissima e noiosa storia: "è un obiettivo stagionale!"
Pazienza, ci vuole tanta pazienza. Ma quanta ce ne vuole però, eh?

Se son dietro, tacciono, ma senti in lontananza, sottile sottile, quasi impercettibile eppur presente, quasi di fondo, il rumore della fatica che fanno a tacere e a non ricordare quei 9 di cui almeno 5 vinti in quattr'ore o, se sono a corto di cose da dire, a ironizzare stancamente ed inutilmente su una maglia che da sole vale lo spettacolo, ché sarebbe come criticare l'arcobaleno, porcoggiuda; se si avvicinano, rumoreggiano, se per caso son davanti non quieti dal frastuono, se vincono il derby è come il Mundial, se lo perdono sono stati derubati, e tri-tri e tra-tra e cu-cu e bu-bu e la-lla' e la-llì ecco qui il solito barnum, siore e siori!

Ma lo sarà per te che lo hai detto, un obiettivo stagionale (senti che enfasi), porca di quella paletta, e che sempre lo dici, e che se lo vinci ci costruisci un'annata intera (sai che fondamenta) e se lo perdi ti lamenti un'anno intero per presunti e inventati torti (cfr. gol del Gabbia, please, che palle che sei, impara ad essere sportivo, se dovessi tirar fuori io le ingiustizie sesquipedali subite in queste partite del tutto particolari ci vorrebbero settimane, penso solo al Matuzalem, al Nappi etc), lo sarà anche per qualcun altro questo obiettivo s-t-a-g-i-o-n-a-l-e (tutti o quasi tutti dei loro e qualcuno un po' così dei nostri), il giorno che lo sarà per me vorrà dire o che sto sragionando di brutto-brutto-brutto o che, essendo magari a fine stagione ed essendo dio-non-voglia sfumati tutti i possibili obiettivi, resta quello e allora sia!!!!!; ma solo in quel particolarissimo caso e poi francamente mi pare la classica situazione da non augurarsi, eh!

Sono sempre tre punti, anche se ammetto che psicologicamente pesano di più, ma una grande squadra (per grande non parlo del fatturato o della posizione in classifica o della sala dei trofei, parlo della mentalità) deve saper prescindere da questi fattori, il più possibile, non dico del tutto (siamo uomini perdinci), ma il più possibile. Poi, chiaro, è meglio vincerlo che perderlo, ca va sans dire, ocorboia! Ma più di questo no, proprio no, decisamente no, assolutissimamente no, non-se-ne-parla-proprio-per-niente-no, sarebbe davvero miserevole ed angusto pensarlo come un obiettivo stagionale, gli obiettivi sono altri (bel gioco, spettacolo, fairplay, divertimento, e poi certamente piazzamenti, qualificazioni, coppe, scudetti, tanto per dire non singole vittorie all'anfield perse nel buio assoluto di un niente prima e di un niente dopo ma dieci anni di gloria come minimo e un nome da difendere oltre Alpi), sarebbe, ripeto, troppo angusto, noi vogliamo spazi aperti e cieli immensi, il cielo è sempre più blu #cerchiato e noi adesso abbiamo pure un aeroplanino per volarci, anche se a dire il vero la fantasia e la gioia mai ci sono mancate, eh già... #derby

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Vi credete sul palco invece siete in cantina

Uno sta su Facebook e ha 300 amici (ho visto gente che ne ha 4000). Poniamo che di questi 300, 40 pubblichino qualcosa tutti i giorni, 40 ogni due giorni, 80 una volta ogni 4, gli altri ogni 7 giorni.

In una settimana il tipo si troverà davanti sui 650 post, cui aggiungiamo i post a cui ciascuno di questi amici mette mi piace, o appone un commento, o condivide. Il nostro eroe avrà ogni settimana 1500 cosette da spulciare, piu' di 200 al giorno. Come fa? Semplice, ne vede o si accorge di 40 o 50 al massimo ogni 200 (stima per eccesso), quindi si perde il 75% del flusso di produzioni dei suoi amici di social (se ne ha 4000 come fa ad esaminare 8000 news ogni 7 giorni?). Probabilmente becca e anche più volte le segatine tipo frasette stupide o massime trite e ritrite, e si perde l'unica osservazione intelligente che l'amico abbia mai fatto dai tempi dell'esame di maturità.
Voi direte: e chi se ne frega? Giusto. Ma io volevo arrivare a un punto ben preciso.

Il punto è che per come è strutturato FB se io pubblico una foto con qualche riga ho più visibilità che se pubblico solo qualche riga, fateci caso: nel primo caso il cervello di FB mi ripesca più volentieri per mettermi davanti ai vostri occhi, quindi se dovete dire una cosa importante allegate una foto, anche del vostro alluce, ma allegate.
E qui arriviamo al nocciolo. Per come funziona 'sta roba, può capitare che io scriva ehi ieri mi sono sbucciato il ginocchio cercando di stare in equilibrio a testa in giù sull'asse del cesso e che questo stato, magari associato a una foto della sbucciatura con tanto di cerotto, venga visto da molti miei amici, che commenteranno ma cosa cazzarola fai idiota etc. Se invece devo dire al mondo che ho scoperto un errore nella famosa E=mc2, e magari non metto foto, oppure la metto, può capitare che mi leggano in quattro gatti e si accorgano che la cosa merita in due.

Quindi se ne potrebbe ricavare che se vi state per suicidare e sotto sotto volete essere fermati non dovete affidare il vostro messaggio a FB: rischiereste per davvero di restarci secchi. E, al contrario, se ieri avete alzato il gomito e vi siete scolati tre quarti di boccia di martini bianco a stomaco semivuoto, pubblicando poi qualche bello scattino in mutande sul social, aspettatevi che lo notino tutti, anche la vostra cattolicissima insegnante delle elementari e il vostro integerrimo e naturalmente astemio datore di lavoro.

Per farla breve: quando uno scrive una cosa e pensa di star parlando al mondo, probabilmente verrà letto da due sfigati semianalfabeti in tutto, di quelli che non saprebbero apprezzare nemmeno sotto tortura la differenza fra Dostoevskij e Volo.
Ma allora cosa ci sto a fare su FB se mi perdo o rischio fortemente di perdermi quel che pensano i miei amici, le foto delle loro imprese, le loro riflessioni suicide del dopocena? Non lo so, ma avete fatto caso alla circostanza per la quale di Belen, anche se la seguite, voi andate spesso a cercare direttamente l'ultimo post sul suo facebook, mentre di Piero il vostro amico no, aspettate che FB ve lo sottoponga alla cortese attenzione nel flusso magmatico di news quotidiano, e se non lo fa, pace all'anima sua?
Tutto questo per dire che se io conosco due o tre tipi brillanti nello scrivere, e due o tre tipe brillanti nello scrivere ma anche nel... porsi, diciamo, e magari con spiccata propensione al selfie testacoronarie, sarò io a tampinarli, andando sul loro diario a vedere cosa combinano, e non aspettero' che Mr. Facebook, a capriccio suo ed in base ad algoritmi astrusi, mi faccia vedere o no quella osservazione intelligente del mio amico talentuoso o quella foto sconvolgente della mia amica a suo modo anche lei talentuosa...
Svegliatevi dunque, altrimenti passate la vita a mettere mi piace alla solita vaccata sulla nutella e vi perdete la quarta della top model al mare o l'acume letterario del secchione ex compagno di scuola.


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sabato 2 gennaio 2016

Il ragno ha preso atto

Questa mattina aprendo l'ombrello ho notato un ragno.

Io odio visceralmente i ragni, ma sono politically correct: se posso non li ammazzo, li accompagno alla porta. Se invece cominciano ad agitarsi, a scappare, etc, non mi lasciano grandi scelte. Il ragno di stamane, brutto più che no, e che ho ribattezzato Fausto, era stupito: dopo due mesi di pace forse si era convinto di non dover temere più nulla. In ogni caso è stato ragionevole: è gennaio, piove, ha abbozzato. Fausto ha tolto le tende, anzi: la tela. L'ho sbattuto sul marciapiede, andrà in cerca dell'ombrello di uno ai domiciliari, ha detto (non dovrebbe aver problemi). Era un ragno vecchio, sa come gira il mondo. Non gli è saltata la mosca al naso, anche perché, nel caso, avrebbe risolto per il pranzo. Quando un ragno non fa storie il mondo ti pare più bello. Comunque mi fanno irrimediabilmente schifo; ma non è che non ci parlo, con chi mi fa schifo (siete sollevati, lo so).

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venerdì 1 gennaio 2016

Tutte le cose quando diventano religioni sono già degenerate

Sono pienamente convinto del fatto che prima o poi arriveremo a ridurre le emissioni inquinanti e a salvare questo pianeta ormai avviato a una morte sicura, ma lo faremo non per salvare noi stessi e i nostri figli ma gli animali domestici; gatti e cani in particolare, perché come spesso accade la cosa ci sta prendendo la mano e un atteggiamento sicuramente giusto e degno di una societa' civile e cioè quello di trattare gli animali bene si sta trasformando in una deviazione aberrante per cui gli animali vengono ad essere quasi più importanti delle persone e a volte più importanti e questo francamente non ha e non avrà mai senso: un essere umano è sempre e comunque più importante di un animale. Ogni cinque secondi muore una persona di fame nel mondo e noi ci prendiamo cura di cani e gatti in maniera maniacale. Tutte le cose giuste o giustissime quando perdono di vista i limiti della realtà ed eccedono diventano ingiuste e assurde. E lo dice uno che non farebbe mai del male ad un animale, ma mi chiedo: e le piante? Oggi si brucia una pianta o butti nel cassonetto una pianta sana e nessuno ti dice nulla probabile che fra trent'anni sarai incriminato... trattiamo bene tutto e tutti anche l'ambiente che ci circonda! ...ma non perdiamo di vista la giusta distanza e il giusto rapporto fra le cose. Perchè fra essere bravi politicamente corretti ambientalisti e fissati il passo è brevissimo.

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