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mercoledì 28 settembre 2022

Premi qui, digita là, aggiorna questo

Apri un app sullo smartphone, ci vuole l'aggiornamento; apri un file sul pc, non te lo apre e devi aggiornare l'editor di testi; vai su qualunque sito e devi sempre, ottomila volte al giorno, accettare 'sta minchia fottuta dei cuchi, hai una banca (non come Fassino eh) e ogni tot anni cambia tutto, se la pappa un'altra, ti cambiano iban, bic, web banking e anche la mamma, se potessero, e per informarti ti mandano due file in 28+16 pagine: cos'è, un romanzo minore di Tolstoj? Chiami un numero al telefono, filippica di minuti su direttive, informative, privacy e boiate assortite, se ti interessa leggile sul sito www qualche cosa (come no, adesso corro), se ci vuoi scrivere scrivi a qualcosa chiocciola qualcos'altro, se acconsenti alla registrazione della chiamata premi 1 altrimenti 2, premi 3 se vuoi parlare con un operatore extra Italia, 4 se sei fascista o leghista e non vuoi, 7 se vuoi stare in piedi, 8 se ti siedi, 9 se ti sono già cascate, e poi scegli qui, digita là, sei il numero 34 in attesa, tempo medio di attesa 2 giorni. Avreste francamente rotto le scatole.

 

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martedì 27 settembre 2022

Un sorso prima di annodare la corda


Ignoranti, omofobi, razzisti, stupidi, cafoni, fascionazisti, xenofobi, analfabeti, disagiati, poracci*, egoisti, violenti, gretti: è arrivata la vostra ora, gioite, direi quasi sursum corda ma poi mi capite in due su cento**.
Dopo una vita (inutile, lasciatemelo dire) in cui vi hanno (giustamente) trattato per come meritavate, cioè come bestioline immonde da accudire (con tutti i diritti, eh) ma da tenere lontani dal consesso delle persone civili, ora può esserci qualcosa anche o soprattutto per voi: le doti preclare che vi distinguono saranno presto le più richieste.
* Poraccio non vuol dire poveraccio. Poveracci saranno quelli che oggi stanno male e con voi staranno peggio. Poraccio è chi è inadeguato, idiota, ridicolo, imbarazzante al punto da non rendersi nemmeno conto di quel che è. Vedi poraccitudine.

** Lo so, usare il latino è fare lo snob, il saputello. E io poi nemmeno ho titoli particolari, tranne quello glorioso di persona perbene e antifascista. Ma io lo uso per scherzarvi, non per lodarmi. Solo a fine canzonatorio, insomma: per essere più chiaro, per prendervi per il bavero.


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sabato 24 settembre 2022

Votate

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(Poi se votate pure bene, tanto meglio, ma votate!)
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Chi si astiene sbaglia, sempre.

Non solo perché votare è un diritto/dovere, non solo perché sono morte persone per darci questa possibilità (che molti popoli non hanno), non solo perché chi non vota se poi critica è un idiota, ma anche perché non votare è illogico e autolesionista, se sei parte di questa comunità. Le offerte che si presentano al oto, è vero, fanno quasi tutte schifo, ma non tutte. Una differenza c’è sempre. Va colta quella differenza, che esiste eccome, sempre se non ci si vuole candidare in prima persona.

Ciascuno va a votare quel che preferisce. Se è ricco o comunque sta bene e se ne frega degli altri, voterà certi partiti; se è razzista e omofobo pure; se vuole un mondo più giusto e una distribuzione delle risorse più equa, o che tutti paghino le tasse e i corrotti marcisacno in galera, voterà altri...  Se è intelligente e informato, farà certe scelte, se non ha una adeguata istruzione e si informa male, o ha una memoria storica deficitaria, voterà altri... 
Non tutti sono liberali, empatici, solidali e in difficoltà, c’è anche chi sta benone, dalla pandemia ha pure guadagnato e se ne fotte di chi sta male. Invito anche lui ad andare a votare. Perché se ci andassimo 100 su 100, io so chi vincerebbe. 

E’ l’astensione il primo nemico di chi crede nella pace, nella libertà, nella giustizia sociale. 

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Per un pezzo di pane

Licenziato nell’ottobre del 2020 perché a fine turno aveva portato a casa un filone di pane destinato al macero (su autorizzazione del capo reparto) nel forno artigianale presso cui lavorava.
Il Tribunale di Roma ha ordinato il suo reintegro e condannato la ditta a pagare più di 15mila euro di risarcimento danni.
Si precisa che questo addetto nei mesi precedenti aveva fatto ricorso per l’abuso dei contratti precari e aveva vinto, ottenendo la stabilizzazione: non è assurdo quindi pensare anche a una forma di vendetta.
Astraendomi dal caso particolare (nemmeno ho citato i nomi) affermo che chi licenzia una persona per questo motivo è una feccia disumana che fa schifo ai cani. Se mio figlio facesse una cosa del genere, lo disconoscerei all’istante. 

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Finta autodeterminazione femminile e abuso del pensiero mazziniano


Un solo partito, al Parlamento europeo, ad aprile, ha votato contro la parità salariale uomo/donna (che nel 2020 dovrebbe essere scontata da secoli): si tratta del partito che di recente si è detto più vicino alle donne e che i sondaggi davano giorni fa in testa alla competizione elettorale...
In Piemonte (e altre regioni) la Ru486 non viene somministrata nei consultori (come previsto dalle linee guida del Ministero della Salute) ma solo se ci si ricovera per tre giorni, perché evidentemente “è obbligatorio soffrire ilpiù possibile”. E se una donna si rivolge al consultorio perché ha bisogno di aiuto, riceve un voucher solo se si rivolge alle associazioni pro life. Queste regioni sono governate da quel partito e sempre di quel partito sono, l’uno sostenitore, e l’altra candidata,  i fini pensatori che di recente hanno affermato che sarebbe doveroso far sentire i battiti del feto alla donna che sta per abortire e che l’aborto non è un diritto (e invece lo è, c’è una legge). Non parliamo poi della mistificazione di Dio, Patria e Famiglia, che è incredibilmente diventato, in certa propaganda, un motto mazziniano, mentre quello che questo partito, sempre quello, propugna, è lo stesso motto ma senza l’umanità (fratellanza dei popoli, soccorso ai nostri simili, aiuto agli ingannati e agli oppressi, etc), e quindi è un concetto che nulla ha più di mazziniano e diventa nazionalismo. Ecco perché l’Idea di patria, separata dall’umanità, diventò parte integrante dell’ideologia fascista (Gentile: “...il fascismo nasce da un’esperienza che è in diretto contrasto con quella visione escatologica del Mazzini”)
Chiudiamo ancora con Viroli (Fatto Quotidiano del 20.9): “Chi non capisce e non accoglie come principio morale e politico l’idea di patria quale mezzo per promuovere l’ideale dell’umanità non è erede di Mazzini. E’ erede di Mussolini...” 

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Idee sulla scuola


Arrivi in quinta superiore e in teoria sai tutto di Lucy e piramidi ma quasi niente o niente di due guerre mondiali, fascismo, etc. 
L’ideale sarebbe, a scuola, fare bene tutta la storia, dall’ominide che prova a scendere dall’albero e a stare in piedi all’infido suino che, in combutta col baffetto merdoso, ha portato alla morte milioni di italiani nel ventennio, ma visto che non pare possibile, a questo punto a studiare la storia io partirei dall’800... e i primitivi li tratterei per ultimi. Perché sarebbe davvero l’unico modo per crescere cittadini informati e responsabili, in grado di fare scelte avvedute nel prosieguo della loro vita.

Allo stesso modo, andrebbero introdotte o potenziale materie come: educazione civica, educazione stradale e educazione sentimental-sessuale. Aumentando le ore o eliminando/riducendo alcune materie meno importanti o davvero inutili e illogiche a scuola, e perdendo meno tempo in cavolate durante l’anno. Avremmo persone migliori in assoluto e nelle relazioni con gli altri. Avremmo cittadini modello.

Inutile dire che un bimbo che nasce in Italia e completa primarie e secondarie dovrebbe avere la nazionalità automatica: nel caso, possiamo toglierla a quei politicanti che si oppongono dopo averli sottoposti a un esame base di italiano e Costituzione...

Mancano serietà, efficienza e disciplina a questa scuola. Ci vogliono insegnanti preparati, equilibrati e motivati, oltre che pagati meglio: programmi migliori, maggior disciplina, una revisione delle materie e dei programmi, come detto. E maggior potere a chi insegna (e maggior selezione, però): oggi i maestri e i professori sono autorità senza potere, come fanno? Alcuni sono straordinari (non pochi), alcuni carenti o proprio inadatti (non pochi pure questi).

Per i bimbi under 12 entrare a scuola alle 8 e quindi doversi svegliare alle 7 o prima è assurdo: occorrerebbe rimodulare gli orari e, come fanno in altri paese, armonizzarli con quelli degli uffici, delle fabbriche e dei negozi per migliorare anche la vita delle famiglie. Ridurre e di molto le vacanze estive, prevedendo soste più ampie durante l’anno, ma aumentando nel complesso i giorni totali di didattica nell’anno. Mensa gratuita per primarie e secondarie (ehi, basta combattere l’evasione, 190 miliardi son lì che ci aspettano), lavoro anche pomeridiano e di conseguenza compiti solo o quasi solo nei week end o durante le soste.

Scuola dell’infanzia che duri solo 2 anni anni, di cui il secondo di forte prescolarizzazione, inizio della primaria a 5 anni per tutti. 
Classi al massimo di 15-18 alunni. Una sola maestra... o è chiedere troppo? E che magari resti per l’intero ciclo...
Prioirtà all’integrazione, alla solidarietà e allo studio.

Duecento anni dopo che sarò morto, darò un’occhiata, ma so che non sarà cambiato nulla, perlomeno non in meglio.


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mercoledì 21 settembre 2022

Consigli non richiesti per il 25



Mauro 

non vota per delinquenti naturali pluripremiati impomatati e catramati, magari pure simpatici (come il vomito in curva) ma pericolosissimi e ricchissimi e quindi due volte pericolosissimi, in confidenza con la mafia e che hanno già fatto danni di ogni tipo all’Italia (il moschicida); 

non vota per inetti, mezze calzette, bugiardi e infidi (i centrini, specie quei due dal nome roboante, dall’ego smisurato e dal programma inesistente -se non demolire e tramare- che hanno quattro voti in totale e che adesso si amano e fra due settimane si manderanno a fankulo, fra l’altro entrambi di destra e snob anche se amano farsi passare per rottamatori o moderati); 

non vota per novax e complottisti assortiti, in genere a digiuno di istruzione,  che vogliono “uscire” non so da cosa, forse dall loro disagio, ma che nemmeno mamma li vota;  

non vota per ministrucoli sommi traditori capaci di sputare in un mese su dieci anni di battaglie per una poltroncina sicura al prossimo giro, peraltro ceduta da terzi in cambio di cosa non si sa (o si sa); 

non vota per incapaci, ignoranti, parolai seminatori di odio fissati con gli sbarchi e altre due o tre idee del cacchio in tutto, che fanno quasi tenerezza per la loro inettitudine se non fosse che sobillano i neuroni marci di qualche deficiente (scusami tanto, cazzaro verde, ma dovevo); 

non vota per partiti che si dicono di sinistra e hanno programmi di destra light non fascista (è una mancanza di demerito, più che un merito, e da solo non basta) e hanno come unico scopo quello di essere parte di un governo e che hanno concesso il minimo sindacale di diritti civili e massacrato quelli sociali e dei lavoratori, oltre che cercare di stuprare la Costituzione, disattendere le promesse, dar vita ad alcuni mostri tipo il rottamatore filoarabo e rompere per ragioni pretestuose e inventate alleanze fruttuose per il Paese; 

non vota per partiti pieni di inadeguati e impreparati, di ladri, di vecchie ciabatte che hanno già governato e malissimo questo Paese, in combutta col moschicida e col cazzaro verde, e di gente a cui piace quel tale, merdosetto e assassino, pelato e suino, che in tante foto in bianco e nero è ripreso, impettito come un galletto, accanto a quell’austriaco paranoico coi baffetti da minorato che ne ha fatto fuori 6 milioni in pochi anni, senza contare gli altri milioni uccisi dalle guerra da lui provocata.

Sii come Mauro; è sufficiente evitare la feccia. E’ facile, è riconoscibilissima. Davvero, non fa nulla per nascondersi perché sa che i gonzi si tirano su a decine anche con ami di plastica. Lo so, c’è feccia e strafeccia, mica sono incapace di distinguere; ma siccome l’opzione buona c’è, davvero non serve fare distinguo faticosi.

Basta scegliere chi è perbene, educato, sincero, trasparente, entusiasta, onesto, in buona fede, coerente, ha regole diverse e le rispetta, restituisce montagne di soldi pubblici e ne rifiuta anche di più, fa l’interesse del Paese e cerca di migliorare la vita di chi sta male, non di chi sta già benone, non ha governato per decenni e pure male e quindi non ha colpe se siamo nel baratro, rispetta le istituzioni e i giudici, allontana subito chi sbaglia, ed è massacrato costantemente e senza alcuna ragione che non sia pretestuosa o il desiderio di far fuori chi non si conforma ed è un pericolo per un sistema marcio, dal 95% delle tv, dei giornali, delle radio, del mondo imprenditoriale e finanziario, degli avversari politici.

Dai, che non è difficile. Intanto chiudi la tv (documentari, buoni film e buon teatro e programmi di livello esclusi: pochissimi insomma) e brucia i giornaloni. Informati da fonti serie (sono pochissime ma ci sono), studia la storia, in particolare europea dell’ultimo secolo, e fa’ girare i neuroni, da troppo tempo impigriti dalla ragnatela di media servi e racconta frottole.

Prendi un bel respiro, puoi farcela.

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Se mi chiami giornalista ti inseguo

Se mi chiami giornalista ti inseguo.
Oggi come oggi, è purtroppo sinonimo di leccakulo servo del potere e raccontapalle (e, spesso, pure in difficoltà con la lingua italiana e la logica). E’ un peccato, perché sarebbe un mestiere magnifico e socialmente uitilissimo. Ed è un peccato perché come sempre ci vanno di mezzo quei pochi che anche oggi lo sanno fare bene, e ce ne sono.
Mi viene in mente quello che ho visto in tv poche ore fa: a libro paga di un delinquente, squalo ammaestrato per buttarla in caciara, dire falsità, far confusione. Il contrario di quello che dovrebbe essere (indipendente e onesto intellettualmente) e fare (servire la verità e il lettore) un buon giornalista. Quando li vedo, lui e altri, ho i brividi e provo vergogna per loro: devono guadagnare parecchio, per non farsi schifo. 

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venerdì 16 settembre 2022

Sulle fini di quei contratti particolari chiamati matrimoni; alcune brevi riflessioni.





Se io mi sposo e poi divorzio (specie con figli), o peggio (battaglie legali, convivenze infernali, guerre fra parenti) il matrimonio è andato male o malissimo. Inutile girarci intorno. Anche se la separazione è consensuale e non vi sono figli. E’ come quando gioco una partita di calcio ed esprimo un pessimo gioco e magari perdo pure: non posso festeggiare. Magari non finirà la vita ma di certo non è un successo o uno step messo in conto. Chi parla di tappa del percorso di vita, di porta che si chiude e un’altra si apre etc. non fa che spalmare di fuffa la fetta biscottata del fallimento.

Non mi dilungherò sulle colpe, sette-otto volte su dieci sono di entrambi, due-tre volte su dieci sono di uno solo oppure di entrambi ma con netta sproporzione a carico di uno. C’è quasi sempre uno che divide, demolisce, rovina e uno che magari  non è un santo e non reagisce nel modo giusto ma sostanzialmente subisce. E poi vi sono anche casi, rari ma presenti, in cui uno è perfino innocente. La favola secondo cui è sempre colpa di entrambi in egual misura è appunto una favola.

Chi ha cambiato idea su quel contratto che definiamo matrimonio (per via anche di cause esterne o solo per via di propri mutamenti interni) dovrebbe essere così cortese da assumersi la responsabilità del fallimento e, anziché tramare nell’ombra o seminare odio, oppure rovinare l’atmosfera familiare giorno dopo giorno con abili giochetti al fine di enfatizzare poi le reazioni e i difetti della controparte e lucrarci su, dovrebbe mettere subito le carte sul tavolo. In particolare, far finta per anni che vada tutto bene non è saggio. E di certo non è comprensibile o giustificabile allacciare rapporti con altri senza aver chiarito per bene le cose con la moglie o col marito, legalmente o anche no. In altre parole, tradire il patto di fiducia pensando di essere legittimati a farlo perché la controparte ha (o le si attribuiscono) alcune colpe è ingiustificabile ed è colpa grave, perché consiste nel tradire un patto, nell’infrangere la fiducia di una persona che, innocente o colpevole di mancanze, è comunque quella che ti sei sposata e che ancora è a te unita. Per dirla in modo più secco, se, facendo uno dei tanti esempi, la moglie non si occupa a dovere del figlio la risposta è parlarle, spronarla, aiutarla, capire cosa non va, dare ultimatum, minacciare il divorzio, chiedere un aiuto esterno, ma non è certo quella di cominciare a farsela con la commessa del negozio di fronte, senza aver messo prima le cose in chiaro con la moglie “colpevole”: alcuni vedono un nesso -magari giustificativo- fra le due cose (moglie che ha mancanze, marito che si intorta la commessa, o viceversa), ma un nesso non esiste per niente, è solo fantasia (malata).

Vi sono mille modi per spassarsela con altri se non si ritiene più divertente farlo con il legittimo consorte o se si ha qualche ragione fondata per non aver più voglia di farlo: chiedere il divorzio, oppure farlo presente e trovare un compromesso, tipo matrimonio bianco o simili, dipende dalla situazione, da quanto è compromessa, da cosa in particolare non gira in quella specifica unione. Ma tradire pensando di essere autorizzati a farlo è davvero una cosa curiosa.

A volte si pensa che le colpe dell’altro siano così evidenti da rendere pacifica la nostra pretesa di mandare unilateralmente tutto all’aria, serenità dei figli compresa, e di cominciare a divertirci con altre persone. E, a volte, le colpe dell’altro sono in effetti chiare e magari gravi: ma mai giustificano la leggerezza di certe decisioni spacca famiglia, e di certo non giustificano, come detto, mai, la nascita di nuovi rapporti con ancora quello attuale in essere. Davvero non vedo come una o più colpe gravi di una moglie, per esempio, potrebbero giustificare una relazione extraconiugale del marito; semmai potrebbero giustificare, come detto nell’esempio sopra riportato, la decisione di discuterne, di fare un ultimatum, di proporre una pausa di riflessione, di trasferirsi per un periodo altrove, ma di certo non quella di avere un’amante, sempre che, come detto, il marito dell’esempio, sopportato a lungo alcune situazioni inaccettabili, non abbia preventivamente messo le cose in chiaro con la moglie addivenenedo a un accordo di massima su certi temi. Alla fine è un discorso di correttezza: se fai le cose per bene, puoi anche ritagliarti nuovi spazi di vita pur senza spaccare tutto, ma fare le cose per bene vuol dire esplicitarle, concordarle, annunciarle, non tramere per mesi o anni nell’ombra. Anche perché, pur in presenza di, supponiamo, colpe gravi di uno dei due, chi ci assicura che a causare in via esclusiva o non esclusiva la condotta non buona del colpevole non abbia contribuito qualche mancanza della presunta vittima? Traducendo: magari la moglie ha cominciato a perder colpi col figlio perché il marito non voleva più da anni far sesso, facendo sempre un esempio. Non sempre la realtà è bianca o nera; il grigio predomina nei rapporti umani.

Insomma, se finisce un matrimonio potrebbe non essere il caso di uccidersi, oppure chissà, ma un matrimonio che finisce per colpe di entrambi o di uno dei due è una cosa (e resta un fallimento), un matrimonio che finisce anche perché uno dei due o entrambi hanno deciso, a partita in corso, di cambiare maglia, ergendosi a tribunale e dandosi già ragione su tutto, è un’altra e non è solo un fallimento: è un tradimento, una porcata. La stessa condotta (lumare la commessa) può essere una porcata o una cosa accettabile, dipende da cosa si è chiarito con la moglie o col marito: noi non facciamo parte di quella schiera di anime sensibili che si scandalizzando di fronte alle possibili variazioni sul campo del contratto di matrimonio, nemmeno di fronte alle più bizzarre, purché note a entrambi e in qualche modo concordate o accettate. 

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martedì 13 settembre 2022

Nuovo sedere in arrivo, orientate tosto le lingue





Vedo, sento e leggo decine di coglionazzi (giornalisti, imprenditori, attori, scrittori, cantanti, politici, studiosi delle più diverse materie, sportivi, vip, deficienti comuni cioè senza titoli) che si stanno riposizionando, pian piano ma con decisione, in modo da essere in posizione più favorevole con la lingua al fine di leccare il nuovo deretano all’orizzonte, quello fascista affarista. E’ la classica tattica dell’italiano medio, quella di porsi subito e senza indugio a favore del nuovo sedere quando cambia la chiappa da omaggiare. E’ davvero un tratto distintivo del nostro carattere. Non del mio, che per esempio schifavo e schiferò chi è fascista, razzista e compagnia bella, dovesse diventare anche l’autista di Dio. Uno spettacolino sempre uguale epperò ogni volta sempre emozionante e coinvolgente, capace di suscitare sorpresa e vomito. 

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lunedì 5 settembre 2022

Ai Sampdoriani...

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Sampdoriani...

Tollerate queste partite che nel primo tempo giochi bene e potresti chiuderla poi vai nel marasma, prendi due gol e la ripresa la giochi di merd@. I nostri giocatori a volte sarebbero da prendere a schiaffi ma non lo faremo perché vogliamo loro troppo bene.

Tollerate le partite come Salerno che giochi in maniera ignobile, senza cuore, senza palle, roba che dovresti restituire un anno di stipendio e stare in ginocchio sui ceci per due settimane ascoltando gli speech in inglese di Renzi.

Tollerate gli errori arbitrali di arbitri meschini e insulsi  che non hanno capacità né dignità designati e difesi da gente meschina che non ha dignità.

Tollerate i commenti insulsi e falsi e di parte di giornalisti leccaderetani, servi del potere, inetti imbrattacarte.

Tollerate la stampa cittadina, schierata e inutile, ridicola e repressa.

Tollerate i giocatori che a febbraio già pensano a dove accasarsi la stagione ventura e quelli che sull’erba si risparmiano.

Tollerate chi in società e fuori sta remando da mesi per impedire la cessione.

Tollerate chi ancora difende quel buffone che ha inquinato sette anni della nostra vita e chi ha osato scrivere quel comunicato di auguri di cacca (a una creatura innocente, sia chiaro).

Tollerate tutto col solito sorriso a quattro colori che ci distingue nel mondo, e cantate per 90 minuti, per amore e per impressionare chi ancora non ci conosce (vedi Winks).

Tollerate tutto perché noi siamo diversi, lo saremo sempre e i tempi arriveranno. Basta avere fiducia e aspettare. Abbiamo una storia molto bella, e abbiamo vissuto un decennio da favola che tutti si sognano. Abbiamo avuto un Presidente e un Uomo che mai nessuno avrà. Torneremo grandi. Ma non torneremo a sognare: già adesso lo facciamo, è nel nostro dna.

Avanti Marinai, contro tutto e contro tutti. 

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Matrimoni deperibili


Se sei sposato e ti sei stufato del consorte e/o ti piace un altro (un’altra), nulla di strano: l’essere umano è mutevolissimo e il matrimonio, creazione cultural-religiosa con funzione socialmente stabilizzante, è intrinsecamente innaturale.
Se si tratta di una scappatella evento unico, puoi anche decidere di ignorare e smetterla lì, ma se la cosa è seria e si preannuncia duratura (o comunque non un colpo unico) lo devi far presente al consorte da subito. 
Si chiama correttezza. Avete firmato un contratto.
Non importa se il consorte ha mille difetti o alcune mancanze anche gravi: la reazione a queste, semmai, è dargli un ultimatum, e poi andare da un avvocato, non fargli le corna.
Puoi chiedere il divorzio, o una pausa di riflessione, dipende da cosa ne pensa il marito (o la moglie).
Ma portare avanti una storia parallela all’insaputa della persona che hai sposato, magari coinvolgendo pure il figlio o la figlia, è davvero meschino.
E’ privo di senso.
Io potrei non avere grandi reazioni di fronte a una dichiarazione di mia moglie circa la sua decisione di dedicarsi a un altro uomo: la mia autostima mi porterebbe a dirle di fare come crede, ciascuno è libero di scegliere opzioni peggiori di quella attuale. Ma avrei grandi reazioni di fronte a tradimenti segreti e prolungati (del resto impossibili con me, stante il mio acume). Non dico poi se fosse stata coinvolta mia figlia.
Ognuno è libero di andare a letto con chi vuole, l’amore è cieco, inizia non si sa perché e finisce per la stessa ragione. Ma un contratto è un contratto e ci vuole rispetto, per il consorte e semmai per i figli. Fatti chi cavolo ti pare, ma rispetta le persone e le regole. 

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