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giovedì 27 giugno 2019

Sicuri che il capitalismo sia democratico?

Marta Fana:
Molti danno per scontato che la libertà sia intrinsecamente connessa al capitalismo. E che il capitalismo sia l'unico sistema che garantisce democrazia. Purtroppo come diceva Quelo "la risposta è dentro di te epperò è sbagliata!"

Leggi:
Sicuri che il capitalismo sia democratico?
di Erik Olin Wright
26 Giugno 2019

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Il terzo di chiappa che dal calzoncino scappa

Se tu, madre cinquantenne look austero e sguardo severo, camicia alla maschietto a righine da marinaretta e calzoni chiari e stretti da business woman, esci di casa con tua figlia giovanissima, biondissima, lievissima e questa ha i classici calzoncini (bianco purezza) difettati che non coprono il terzo inferiore di ciascuna chiappa e che spesso notiamo per le strade, oltre a due gambe lunghe quanto il Frejus e chiare e sottili, e io ci butto distrattamente,
pigramente,
fatalmente,
asetticamente,
innocuamente,
obbligatoriamente,
fuggevolmente,
laicamente,
civilmente
un occhio, non puoi camminare guardandoti sempre in giro come se stessi facendo la bodyguard a Trump nel centro di Teheran e non puoi accennare e stampare poi sulla mia nuca quello sguardo di albionico sdegno che nemmeno la Regina se a tavola un commensale producesse un flebile rutto.

Puoi sempre investire somme maggiori nella dotazione di stoffa della virginea fanciulla col sedere per metà all'aria, o decidere di offrire anche tu alla cittadinanza accaldata la celestiale visione del terzo di stagionata chiappa che adesso pudicamente occulti sotto un look da madamina torinese gran frequentatrice dei salotti della gente bene: un'occhiata veloce e il meno lubrica e viscida possibile non sarà negata neppure a te, ché quanto a chiappe, chiappettine e grandi natiche ogni età ha i suoi perché, spendibili con fervore.

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Caldo

E' estate, fa caldo. Non ci si dovrebbe stupire.
Si hanno punte di caldo che di solito si raggiungono ad agosto? Ok, cambia poco comunque, fa caldo, non è che quando stai morendo di caldo guardi il calendario e se è il 27 giugno ti ammazzi con un coltello da cucina se invece è il 2 agosto ti senti sollevato e comunci a svolazzare di fiore in fiore.
Il punto è che fa sempre più caldo. E d'inverno il freddo fa il suo lavoro sempre con meno impegno. Si hanno sempre più spesso fenomeni estremi: caldo, grandinate, piogge violente, venti forti. Certe cose son sempre successe, certo... ma da qualche decennio succedono "di più".
Sarebbe meglio non ignorare questi segnali. Che a me paiono chiari. E che, quel che più conta, paiono chiari anche a chi ne sa.
Sarebbe meglio prendere atto di questi segnali. E non solo quando parla Greta. Anche quando parlano gli esperti, che ci mettono in guardia da anni, inascoltati: forse perché non hanno le treccine.



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martedì 25 giugno 2019

Che noia questi truffatori da quattro soldi

Si tratta di una truffa/scherzo famosa ma in una versione di cui non avevo ancora sentito parlare (telefonica), anche se ho trovato pezzi del 2015 che vi accennano.

Dico truffa/scherzo perché non è detto che si tratti di un tentativo di spillar soldi, in ogni caso anche come scherzo è abbastanza odioso, specialmente se nella rete ci finisce un anziano o una persona impressionabile. Non che io non sia impressionabile, ma insomma ogni tanto vedo i Tg e ascolto Berlusconi e Renzi quindi un po' di callo ce l'ho.
Nella migliore delle ipotesi, irrita e fa perder tempo. Nella peggiore, ti truffa.

Ti chiama sul telefono, con "numero privato", una donna che parla a macchinetta e quando replichi nemmeno ti sta a sentire né si interrompe: voce reale o registrazione tramite app?
Ti dice che ha trovato il tuo numero di telefono sul bigliettino che tu avresti lasciato sul parabrezza della sua auto dopo averla ammaccata... ma, osservo io, anziché ringraziarti per questo raro atto di correttezza (in genere uno prende e se ne va), ti comincia a pressare parlando di risarcimento, e minaccia subito, prima ancora che tu abbia detto alcunché, di andare all'assicurazione o di denunciarti! Dice di avere la tua targa... l'avresti scritta sul foglietto, oltre al telefono (perché, poi?), ma quando le chiedi di leggertela, svicola e continua a macchinetta.
Naturalmente tu non hai urtato nessuna auto né lasciato fantomatici foglietti.
Per metterla alla prova e sgamarla chiedi: mi dica la targa... mi dica dove e quando è successo... mi dica come mi chiamo, ma ovviamente la tizia continua per la sua strada con quella vocetta che ti fa venire voglia di prenderla a schiaffi e anche piuttosto pesanti, direi schiaffoni. Una voce odiosa, irritante.
Se sei impressionabile, può scuoterti e magari, che so, convincerti a fare un bonifico, ipotizzo...
Io non so, dopo 1 minuto e otto secondo in cui ho provato a stare al gioco, ho buttato giù.

Si tratta in sostanza di idioti e/o imbroglioni.

Ho verificato, telefonando al mio operatore (parlare con una persona in Tim è più difficile che trovare un comunista), di non aver avuto addebiti anomali o sottoscrizioni di abbonamenti truffa, ma pare tutto ok.

Conosco la vostra obiezione: perché hai risposto a un "numero privato"? Non posso non farlo, proprio ieri la TIM mi ha chiamato da numero privato per rispondere a una segnalazione guasto su un fisso che avevo aperto io... Se posso evito di rispondere a quelli che paiono call center (tipo il tizio voce da calci che ti propone sempre il trading on line), ma col numero privato devo rispondere.

Fate attenzione.

Buttate giù, magari mandando a quel paese la tizia.

Sempre che davvero non abbiate urtato un'auto e lasciato un foglietto, ca va sans dire.

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fonte immagine avvocatoblog it


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venerdì 21 giugno 2019

Mandati a...

Sui mandati la cosa è buffa.


Il Movimento si dà (da solo) la rivoluzionaria e bellissima regola dei due mandati, in un paese in cui i politici fanno politica a vita.
Poi, dopo alcuni anni, capita una cosa normale: una regola nuova, applicata, mostra i suoi pregi e i suoi difetti e allora si cerca di affinarla. Ci si rende conto che a livello locale due mandati son pochi (uno serve per imparare e non ha senso disperdere le conoscenze poco dopo averle apprese e prima di poterle mettere appieno a frutto) e che a livello nazionale non ha senso parlare di mandati, perché potrebbero esserci due legislature da 5 anni pieni come due legislature da 2 anni in tutto.


Quindi, giustamente, si pensa di migliorare una regola che il Movimento si è dato da solo e che, anche se leggermente modificata, rappresenta sempre una regola ottima; se poi la compariamo a chi sta in politica da 40 anni nemmeno a parlarne.
Ma tutti hanno da ridire: tutti quelli che campano di politica fino alla morte, tutti quelli che nemmeno dopo la decisione dei 5 stelle di darsi due mandati hanno deciso di imitarli in questo percorso virtuoso criticano la regola dei due mandati e criticano l'eventuale decisione di portarli a tre: una cosa allucinante. Hanno la cacca sul tappeto e criticano un'ombra sulla tappezzeria altrui.


In effetti a livello nazionale la regola non dovrebbe nemmeno essere cambiata, ma solo precisata. Due mandati son 10 anni. Restano 10 anni, indipendentemente dal numero di legislature in cui si sviluppano.


E' semplice.
Come sempre, chi critica è ignorante (cioè ignora, deve studiare la cosa) o in malafede (avversari politici coi paraocchi).




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Abbassiamo le tasse? No.

Anche la famosa frase "giù le tasse", che un po' tutti i politici almeno una volta nella vita hanno detto, ma che è particolarmente cara alla destra, è sommamente stupida.

Perchè le tasse, invece, andrebbero aumentate, perlomeno alcune. Per esempio andrebbe fatta pagare l'IMU alla Chiesa Cattolica, specie quando nei locali esenti svolge attività a scopo di lucro. E andrebbe fatta pagare l'IMU sulla prima casa a chi ha più di tre case. E andrebbero addirittura aumentate le tasse a chi è ricco o molto benestante. Ci vorrebbe una bella patrimoniale secca e una bella sterzata sui beni di lusso e su chi inquina.

Quindi dire abbassiamo le tasse è a ben vedere un'idiozia acchiappavoti. Dirlo senza poi citare le coperture rasenta la truffa.

Va nel complesso abbassata la pressione fiscale ma soprattutto su determinate categorie di persone: i lavoratori dipendenti, per esempio.
E andrebbero ridotte le tasse sul lavoro: oggi il guadagno derivante dal sudore della fronte è tassato molto di più della rendita da capitale, cioè del guadagno di chi schiaccia un tasto sul pc e guadagna diecimila euro in un secondo.

Oggi Salvini pare abbia di nuovo detto che si devono abbassare le tasse.
Ma ha intenzione di avvantaggiare chi già sta benino o bene.
Non è questa la strada. Ma se lo fosse stata non ci avresti trovato la Lega!



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giovedì 20 giugno 2019

Assorbenti intimi e tessera punti

All'iper quando un cliente alla cassa ti chiede se può far passare la tua carta punti perché ha lasciato la sua a casa e, senza, non beneficerebbe di alcuni sconti, in genere non hai nulla in contrario. Non è nemmeno un favore, perché poi i punti te li prendi tu, sulla tua carta, sebbene la spesa non sia tua. L'iper una volta non voleva (chissà perché), adesso vedo che non fanno quasi mai storie.

Ma se anziché un iper tipo Esselunga o simili si trattasse di un classico mall statunitense, cioè a dire quei centri commerciali grandi quanto una cittadina e che vendono di tutto, dal prosciutto cotto al trapano, dai pneumatici alle lavatrici, dai trattamenti antipulci alle enciclopedie in braille? Forse saresti più cauto.

Perché comunque nei supermercati tutto quel che compri con la tessera è tracciato. Quindi, in teoria, se volesse, uno potrebbe sapere se il 6 marzo 2017 hai comprato piselli, e quanti e quali. E quindi nella tessera che hai prestato ieri figureranno assorbenti intimi che magari tu non hai mai comprato: sono quelli di quel tizio che ti ha chiesto la tessera per un attimo e a cui tu l'hai concessa, magari pensando ai punticini che ti avrebbe fruttato. Nulla di male, sono assorbenti intimi, perbacco! Io ne compro di frequente, per mia moglie (sì, sono io l'esperto in casa, quello deputato a scegliere quelli più adatti, con ali o senza ali, ultra notte o giorno banale, etc, flusso leggero o flusso accipicchia, ecc.. Eh già; se avete osservazioni su questo fatto curioso, inoltratemele su Messenger, vi sarà data risposta).

Ma, ripeto, se anziché nel classico iper italiano, alimentare o poco più, fossimo in un mall? Le cose cambierebbero. Nessuno avrebbe piacere che saltasse fuori che il 6 marzo di un anno fa ha comprato (senza poi averlo nemmeno letto!) il numero speciale della rivista ORGASMO OGGI o il kit per gonfiare le bambole gonfiabili o un farmaco contro i problemi di erezione o l'ultimo libro di V... vabbé, qui rischio la querela e lascio stare.

Ma il senso è chiaro, spero.


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mercoledì 19 giugno 2019

Decreto Ossessioni Bis

Il decreto sicurezza bis...
intanto non ha senso che sia un decreto: non norma nulla di impellente.
Inoltre contiene pene più severe delle leggi fasciste: è un fatto.

È il prezzo che il #Cambiamento deve pagare all’#Indecenza per poter esprimersi in qualche misura.
Era già successo con l’innocua ma fastidiosa ed esagerata sceneggiata dei migranti tenuti alla fonda e con la penosa retromarcia di fronte al rischio di andare a processo.

Se tiri cose durante un corteo o ti mascheri il viso, rischi anni di galera, ma se fai le stesse cose fuori da un corteo no. Incrinare una vetrina può costare cinque anni.
Uccidere un tizio che di spalle sta portando via il tuo televisore quanto può costare?
E sottrarre 49 milioni di euro pubblici facendone un uso personale? Meno che rubare una scatoletta di tonno all’iper.

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martedì 18 giugno 2019

Vi vedo male

Vi vedo male.
Egoisti.
Concentrati su di voi.
Anche nelle piccole cose.
E quando fate una domanda non ascoltate la risposta e non fate nemmeno finta.
Non avete rispetto.
Vi dimenticate delle persone, se non vi servono.
Davvero vi vedo male.
Molti di voi.
Non tutti.
Ma troppi.

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fonte immagine officinaocchiali it

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Sarreide

Sarri può andare alla Juve. Ci mancherebbe.
Pecunia non olet. E la Juve è un top club. Organizzatissimo, fortissimo, sostenuto da un Italiano su due.

Chi non andrebbe alla Juve?
A parte una persona coerente, intendo.

Ma avrebbe dovuto evitare anni di discorsi che a questo punto possiamo, a ragione, definire idioti. O falsi? O deperibili?
Alla fine è semplice. Fa' quello che vuoi, quello che ti senti, quello che ritieni giusto, va' dove ti porta il cuore, però parla meno che puoi perché più parli più sbagli, soprattutto se non credi in quello che dici o se pensi che in futuro potresti pensare cose diverse da quelle che hai detto. Alla fine, come ho detto, è semplice. Se credi in qualcosa, dillo. E se ci continui a crederci, come è giusto che sia, non fare certe cose... altrimenti, un'altra volta, stai zitto, lavori, non ti esponi e tutto filerà liscio. La gente parla sempre troppo, anche quando non è richiesta, è questo che la frega.

Non puoi fare certi discorsi sulle ragioni per le quali il Napoli non ha vinto lo scudetto e poi finire alla Juve, a questa Juve che poco ha a che fare col significato originario dello sport, (mia opinione, non minoritaria). Delle due l'una: o hai fatto una cavolata ora o l'hai fatta in tutti questi anni. In ogni caso, ripeto, siccome le parole sono importanti e siccome non mi sembra che Sarri sia uno che le parole le butta a caso, c'è qualcosa che non mi torna in questa storia... ed è un film che ho già visto tante volte... non sempre, perché ci sono persone superiori. Ma tante volte.

Nausea. Un po' di nausea c'è.
Io se pensassi e dicessi certe cose certamente non andrei mai alla Juve... potrei fare un'eccezione se dovessi dar da mangiare a mio figlio, ma insomma, se fossi già abbondantemente oltre il quinto milione di euro guadagnato in carriera, non mi sputtanerei in questo modo, scusate il termine.

Alla fine non è tanto un problema di Juve o di soldi o di top club... è un problema di coerenza fra quello che si pensa, quello che si dice e quello che si fa... non sono obbligato a dire certe cose, tantomeno a pensarle, però si richiederebbe che le mie azioni fossero in linea con quello che dico e penso, tutto qua... altrimenti si fa presto a tradire un popolo, si fa presto a tradire un'idea, si fa presto a tradire quello che sei, quello che pensavano tu fossi.

Ora potrei parlare di Conte all'Inter ma quello è un altro discorso, anche se ci sarebbero da dire molte cose pure lì.

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Sampdoria - Barcellona

Soddisfazione immensa esserci arrivati alla nostra prima partecipazione in Coppa Campioni, dopo una cavalcata trionfale e pazzesca.
Soddisfazione immensa averla giocata e averla giocata pure bene e meglio del Barcellona, e averla persa solo per un calcio di punizione assolutamente discutibile a pochi minuti dalla fine del secondo tempo supplementare.
Certo, averla vinta sarebbe stato meglio, avrebbe coronato in maniera clamorosa un decennio incredibile, ricco di finali e di trofei conquistate e vinti "alla nostra maniera", ma la soddisfazione di esserci stati, di aver portato là più di 20000 persone e di averle riportato indietro senza che fosse torto un capello a nessuno, e di aver ricevuto anche i complimenti della polizia inglese, rimarrà per sempre nei nostri cuori, al pari dei trofei invece vinti.

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Guede

Come si possa condannare uno (Rudy #Guede) per omicidio "in concorso con ignoti" io non so.
O hai un video che lo ritrae mentre ammazza o è un'assurdita. Perché se non sai chi sono gli ignoti vuol dire che del caso sai ben poco, tanto più che in primo grado hai riconosciuto colpevoli di omicidio la Knox e il Sollecito e poi hai cambiato radicalmente idea. Ne sai così poco che di certo non puoi saperne quel che basta per dare 16 anni a un tizio che ha sempre negato ogni addebito.
Io non ricordo prove certe.
Forse ho poca memoria.

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sabato 15 giugno 2019

Accogliere è un dovere di ogni essere umano

Non solo lo straniero che bussa alla nostra porta e che ha bisogno di aiuto deve essere accolto, ma deve pure trattato bene e, se occorre, anche meglio di una persona che già qui risiede o di un nostro familiare, perché a differenza di questi ultimi arriva da un lungo viaggio, e faticoso, in cui spesso ha rischiato la vita, ed è lontano dalla propria casa e dai propri cari, e ha fame, è stanco, è ferito e impaurito, ha perso tutto o quasi, non conosce la lingua, non comprende gli sguardi di ostilità che lo feriscono, si sente solo e perso, non sa cosa fare della sua vita e del suo futuro.

Chi arriva nel nostro Paese, indipendentemente dal modo in cui ci arriva, indipendentemente dal colore della sua pelle, dalla terra di origine, dalla sua età o condizione sociale, deve essere accolto, confortato, nutrito, rifocillato, curato. Certo, anche identificato e vaccinato, proprio perché la salvezza di tutti gli uomini e quindi sia dei residenti che degli stranieri è bene prezioso da salvaguardare, ma con il rispetto che si deve a ogni essere umano, con la stessa cura con la quale faremmo queste stesse cose a nostro figlio.

E poi, quando dopo alcune settimane di pace e di cure, materiali e spirituali, si sarà rimesso in forze, andrà indirizzato verso opportuni percorsi di inserimento, siano essi di formazione o di lavoro, nell'ambito ovviamente di un programma, europeo e non solo italiano, organico e vasto, e adeguatamente finanziato, di accoglienza e di opportuna e degna collocazione di tutti coloro che chiedono semplicemente di avere in Europa una vita, un futuro.

Tra l'altro, dando a queste persone la possibilità di rifarsi una vita, daremo loro anche la possibilità di contribuire alla futura grandezza demografica, sociale, economica e culturale del Paese che li ha accolti, curati, formati e che ha dato loro una possibilità vera.

Le risorse per fare tutto questo ci sono eccome, la crisi economica non può essere una giustificazione dell'intolleranza, del menefreghismo e dell'egoismo; la crisi, semmai, va fatta pagare non a chi già la paga, cioè ai poveri, agli emarginati, ai disabili, ai minori, agli sfruttati di questa Terra, ma a chi ne trae furbescamente vantaggio, ai ladri, ai truffatori e agli imbroglioni, agli aguzzini e agli schiavisti.

Mi fanno schifo e pena coloro che pensano solo a costruire muri, a mettere barriere e a chiudere gli accessi, coloro che vedono nel diverso da noi sempre solo un pericolo e una minaccia e mai un'opportunità, mai un uomo come noi, coloro che riescono ad essere felici anche se molti sono infelici, coloro che non sono capaci di sacrificare qualcosa di quello che hanno affinché tutti abbiano qualcosa.

L'egoismo è una bestia vorace che riposa silente dentro ciascuno di noi e che va sempre tenuta a bada, perché se lasciata libera ci divora l'anima, ci fa vedere nemici ovunque, rende il nostro fratello un nemico da combattere, avvelena la nostra vita e quella degli altri, rende la vita più squallida, più povera, meno degna di essere vissuta, rende opaca e finta la nostra felicità, di plastica il nostro benessere, svuota di significato il senso di una comunità e costringe milioni di persone a vivere in condizioni disumane.

Tenete i cuori aperti. Guardate davanti a voi, non in basso. Respirate a pieni polmoni e onorate la vita, trattando il prossimo come trattate voi stessi. Essere buoni non è un difetto, anche se chi ha il cuore cattivo taccia di buonismo chi ama. Si deve essere buoni e giusti. Camminare guardando in faccia gli altri, e agire mirando sempre alle stelle.

Respingete l'istinto che vi fa egoisti, ricacciate negli angoli oscuri l'istinto che vi mette in guardia quando incontrate una persona che non conoscete e che vi spinge a chiudervi invece che a tendere la mano.
Respingete ed eliminate dalla vostra vita chi pensa solo a se stesso, non fatevi contagiare da questi comportamenti comodi, rassicuranti, ma che non hanno nulla di umano. Allontanate da voi chi fa leva sulle nostre paure, le sfrutta, le alimenta biecamente solo per prendere qualche voto e per poter dare sfogo alla sua sete di dominio e alle sue ossessioni personali.

Ascoltate chi predica il bene, anche sui social. Imparate ad aprirvi, ad essere empatici e solidali; uomini. Non dovete per forza donare tutti i vostri beni in beneficenza, condividere la vostra casa con chicchessia o prendere i voti di castità e di povertà rinunciando agli agi che questa vita può darvi; potete anche solo diffondere parole di bene in chi sembra averle dimenticate, aiutare nel vostro piccolo chi ha bisogno di aiuto, senza per questo dover rinunciare alla vostra vita, ma anzi rendendola più ricca, e senza dover necessariamente fare pubblicità di quello che fate. Potete fare tanto anche facendo poco.

Solo aiutandoci a vicenda possiamo dare un senso alla nostra vita, a quello che siamo.

Solo aiutandoci a vicenda possiamo farcela.




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mercoledì 12 giugno 2019

Siete sicuri di essere solo vittime?

Se da decenni ci governano persone
che vedono nei diversi da noi una minaccia anziché un'opportunità o, semplicemente, persone in difficoltà e da aiutare,
che discriminano chi ha orientamenti sessuali diversi da quello più diffuso,
che tremano al primo stormir di tonaca e finiscono quindi col farsi dettare l'agenda di uno Stato laico dalle retrive autorità ecclesiastiche,
che tifano per le grandi opere e la cementificazione al solo scopo di rubare denaro pubblico,
che giocano con le naturali paure della gente aizzandole anziché placandole,
che rubano e intrallazzano a mani basse,
che pensano solo alla poltrona e a come fare per essere rieletti alla tornata successiva, fregandosene dell'interesse pubblico,
che applicano il più bieco nepotismo e clientelismo,
che non si curano di problemi gravi e impellenti quali l'ambiente e la difesa del pianeta, anzi contribuiscono fattivamente alla sua lenta ma inesorabile distruzione,
che fanno di tutto perché la ricerca, la scuola e la giustizia non funzionino, dato che un popolo ignorante e non informato è gestibile più facilmente e dato che una giustizia che non funziona li avvantaggia in quanto delinquenti abituali e amici di delinquenti abituali,
che sono collusi con trafficoni e mafiosi, con inquinatori e assassini,
che organizzano cene eleganti con escort o cene segrete con magistrati,
che mentono spudoratamente ai cittadini,
che non mantengono le promesse e ne fanno di impossibili,
che mantengono un controllo capillare sui mezzi di comunicazione che spesso usano come clava contro gli avversari politici e da cui spesso incassano atti di servilismo volontario,
che non sono onesti e nemmeno competenti,
che non combattano il malaffare, la corruzione e l'evasione...


forse, che dire, la colpa sarà anche di chi in tutti questi anni ha votato in un certo modo, credendo alle balle dei Tg e dei giornaloni o sperando di ottenere favori personali favorendo l'elezione di farabutti dediti al voto di scambio?


Sarebbe auspicabile farsi un bell'esame di coscienza.

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martedì 11 giugno 2019

Adesso basta parlare di me. Parliamo di te. Tu, cosa pensi di me?

In due o tre giorni (2 o 3) ho collezionato alcuni complimenti (22) nel corso di discussioni sui social. In particolare da tre (3) persone.
Uno è l’autore del 95% di questi apprezzamenti e, attenzione, li ha partoriti (spero con dolore) solo perché io ho scritto che “chi è fascista è cacca”.
Lo so, non è fine. Ma così è.
Anche scrivere che la cacca puzza non è fine. Ma puzza.
Questa stessa persona ha anche detto che sono io che offendo: curioso, eh? (Forse è fascista e allora si turba per l’accostamento all’escremento, ma non è colpa mia, non lo offendo io, si offende da solo quando si dice fascista!)
Fra parentesi i miei commenti, ovviamente fra me e me.
Domani gioco questi numeri, dico davvero, per tre giocate di fila come usa. Al lotto. 2-3-22. Ve li consiglio. Ambo e terno, su Firenze.

Ladro più dei ladri
Violento più dei violenti (eccello sempre io)
Comunista (egli la ritiene un’offesa)
Campione di democrazia e tolleranza (qui giocava di ironia)
Cacca (mi ha copiato)
Fuori di testa (odio le fughe di notizie)
Vergognati! (Avrà saputo che compro bambole usate gonfiabili su ebay?)
Sinistrato mentale (questa è bella, gioca sul doppio senso di sinistrato come danneggiato e sinistrato come di sinistra)
Profondamente ignorante
Merd@ della più puzzolente (dico io: chi vorrebbe essere merd@, anche della meno puzzolente?)
Tu vaneggi
Fatti curare da uno bravo (non consigliarmi il tuo, eh!)
Castrazione per non farli riprodurre (parlava di me e di quelli come me -troppo tardi, sorry)
Andresti azzerato (essendo fascista, nel repertorio ha le soluzioni finali)
Hai cattivo gusto (eh, tu guarda con chi discuto, in effetti)
Posa il fiasco
Maleducato (ha ragione, ho detto “fascista”)
Pedante
Come fanno a sopportarti a casa (ah, saperlo)
Sbruffoncello umanitario e arcobaleno (arcobaleno e umanitario secondo lui sono offese)
Se avessimo vinto la seconda guerra mondiale adesso saresti fascista (è un mago; e se avessi due ruote non avrei bisogno del carrello all’iper)
Insulti gli avversari (e solo perché ho detto che mussolini -il minuscolo è voluto- è un maiale! Ma mussolini non è un mio avversario)

Va così.

——
Fonte immagine meteoweb




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sabato 8 giugno 2019

G E N O V A

Genova è così grande da essere una grande città, ma così piccola da essere sempre umana e gestibile.

Quando passeggi sotto i suoi palazzi, di una maestosità e di una bellezza sconvolgenti, senti il peso dei secoli addosso, ma anche la leggerezza di chi venendo da lontano ha ali forti per volare verso il futuro. Quando arrivi in una delle sue piazze il cuore ti si apre e respiri a pieni polmoni una grandezza che ti esalta senza perderti.

Ha alle spalle una storia lunga e gloriosa, da incontrastata Dominatrice dei Mari e Regina dei Traffici, che si rintraccia senza fatica qua e là, camminando per le sue vie e le sue piazze, ma che non la rende arrogante o Superba, essendo già di suo piuttosto riservata e consapevole delle sue doti.
Oggi è ai margini del mondo e ha un futuro incerto davanti, come tutti o perlomeno come tanti luoghi di questo mondo, ma ha radici forti e sguardo fiero, con quel mare mai domo che giorno e notte la accarezza con forza, con quel vento che furente la schiaffeggia e la carica di energia, e quei monti che la proteggono da secoli ma che anche la schiacciano e la rendono insicura.

Il vero ingresso a Genova lo si fa dal mare, da sempre, chi vi arriva in aereo o per ferrovia o strada non la prende per il verso giusto, non vede il suo vero volto di città severa e benevola, fiera e generosa, superba e lavoratrice, consapevole delle sue qualità e abituata ad inseguire con tenacia e a strappare coi denti tutto quello che che serve, terreno dopo terreno, conquista dopo conquista.

I genovesi sono chiusi e brontoloni, ma sinceri e generosi. E' gente accogliente e tollerante, qui da sempre le lingue, i dialetti, i colori della pelle e i costumi e le usanze della Terra si mescolano e convivono in una miscela culturale variopinta e stimolante, che non è mai un limite ma sempre una ricchezza. Non è facile conquistarli, ma se ci riesci non avrai tradimenti o sorprese. Non sono avari, ma accorti. Abituati a fare i conti con una natura che dà tanto ma chiede anche parecchia attenzione e sovrumani sforzi, per conquistare le cose e per non vedersele sfuggire. Non sono antipatici, ma riservati. Non sono inospitali, ma hanno bisogno di tempo per entrare in confidenza: l'amicizia non è un bene da poco, è gemma preziosa e rara.


Genova non è un museo a cielo aperto, come Firenze; non ha il fascino della laguna e dei canali come Venezia; non è efficiente e all'avanguardia come Milano; non è immensa e frenetica come Roma o scoppiettante ed ingestibile come Napoli. Raramente vai a Genova per visitarla, e raramente ce l'hai fra le mete più ambite, ma se ci arrivi ne resti affascinato e scopri cose che non sapevi e che non scordi.
Genova è per noi, anche se accoglie tutti.

Negli anni la trovo sempre uguale a se stessa, nel bene e nel male. Il mondo è cambiato (in peggio), e con esso Genova, ma in maniera armonica, e forse meno, o almeno così mi pare, tanto che non noto grandi differenze: è sempre lei, per fortuna. Anche se le persone sono più cattive ed egoiste di un tempo, Genova mantiene la sua atmosfera particolare, che per me è atmosfera di casa. Il mondo è un posto sempre più difficile, Genova non fa eccezione, ma a Genova c'è' sempre qualcosa di speciale, che noi conosciamo bene e abbiamo nelle ossa e nel cuore, che gli altri da fuori non conoscono ma quando arrivano rilevano.

Genova è porto di mare, non è chiusa ma aperta al mondo, in tutti i sensi. Non fa differenze fra gli uomini, non ti guarda con sospetto, ti accoglie e ti fa sedere al suo tavolo, ti fa sentire subito a casa anche se non ti butta subito le braccia al collo, ti ospita benevola non importa quale sia la tua casa, da dove tu venga e perché. Gelosa di se stessa e dei suoi segreti, accoglie il mondo in sé e lo vive in pace e armonia, in condivisione e fratellanza, da secoli.

Genova per me è l'infanzia e parte dell'adolescenza, è la casa lasciata ad un tratto e a cui tornare a volte. Sono io.

E' un caos controllato, un frastuono accettabile, una bellezza sobria e mai urlata, una fierezza radicata e mai esibita. E' un mare fratello, un cielo a volte cattivo, un vento sempre agitato, un palazzo che viene dal passato e uno scorcio che guarda al futuro. E' per me la città della fantastica squadra dai quattro colori, che ho tatuati nel cuore, e dei cugini sportivi che di colori ne hanno due e sono genovesi e fratelli. E' la città della mia prima scuola, delle mie prime case, dei miei parenti, dei miei genitori e nonni. Qui sono nato e ho costruito le mie basi, qui ho capito la vita e lo sport.

I posti del mondo non sono tutti uguali.
Genova, di certo, non è uguale.

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Voglio avere sempre ragione e sono polemico

Quattro o cinque volte in mezzo secolo di vita (o forse anche dieci) mi sarà stato detto che io sono un tipo che vuole avere ragione a tutti i costi, sottintendendo con questa affermazione la precisazione "anche soprattutto quando non ce l'ha"....

Ora, devo dire che questa affermazione è curiosa, come anche quella che qualche volta mi è stata fatta, forse più spesso, secondo la quale io sarei polemico e prolungherei le discussioni perché voglio arrivare in fondo o comunque voglio avere ragione.

Quest'ultima mi ha sempre divertito perché me l'hanno sempre rivolta al culmine di discussioni piuttosto lunghe con un interlocutore che a ben vedere voleva anche lui aver ragione, almeno quanto me, e per questo continuava a discutere con me, e devo dire che è accaduto quasi sempre in circostanze in cui avevo ragione o, se avevo torto, non era certo in maniera clamorosa (non sono il tipo che affonda con la nave arrivando a difendere l'indifendibile per ore, se vedo che ho torto ne prendo atto subito e cerco di portare comunque a casa un risultato non penoso).

Per quanto riguarda invece la prima affermazione, quella secondo la quale vorrei sempre avere ragione, devo dire un po' scherzando e un po' no che non è così, perché io non mi ritengo certo così intelligente o acuto da avere sempre ragione... Semmai sono accorto e prudente, per cui mi espongo o attacco solo quando sono ben coperto dietro e quindi sono sicuro di quello che dico: ecco perché sbaglio di meno e molto spesso ho ragione. In termini calcistici, rischio pochi contropiede.

Quanto al fatto che voglio sempre arrivare in fondo, lo ammetto: non mi piacciono le frasi a metà, le allusioni a mezza bocca, le questioni aperte: voglio chiudere la cosa, arrivare all'osso e se è il caso spolparlo, in pratica adopero nelle relazioni sociali la stessa tattica che in genere nelle dinamiche di coppia hanno le donne ("caro, dobbiamo parlare...").

Poi, concludendo in maniera ironica ma non troppo, potrei anche dire che il punto non è che io ho sempre o quasi sempre ragione, ma che sono gli altri che quando parlano con me, di certi argomenti soprattutto, hanno sempre o quasi sempre torto. Cioè, non è certo un esclusivo merito mio, spesso è più un demerito degli altri e, d'altra parte, potendo essere la ragione In molti casi solo di uno, è chiaro che se l'altro ha torto poi finisco per averla automaticamente io, la ragione... magari anche al di là dei miei meriti che certo non mi voglio prendere in questa sede anche se in parte ci sono.

Alla fine, quasi sempre chi mi accusa di fa polemica o di essere prolisso è anche chi poi discute con me per ore e quindi fa egli stesso polemica o si dilunga (per avere ragione, guarda un po'! Come me...). E chi mi accusa di voler avere sempre ragione o è irritato perché aveva torto o non sapendo cosa dirmi di negativo improvvisa questa cosetta, che comunque è sempre di impatto, lo ammetto.

Io non voglio avere sempre ragione, ma mi capita di averla spesso, molto spesso. E' una condanna? Adesso non esageriamo. Mi capita, ripeto, sia perché sono accorto e prima di guerreggiare mi assicuro di avere buone armi in mano e solidi punti di ristoro a disposizione, sia perché evidentemente mi batto con tizi che hanno torto più spesso di quanto capita a me. Non arriverei a dire però che me li scelgo col lanternino, privilegiando apposta i bacati, per poter vincere facile: è falso.

C'è' poi da dire che, sebbene mi accalori sovente e non riesca quindi sempre, specialmente con chi conosco o con chi è recidivo nella sua testardaggine, a mantenere quella pacatezza che dà l'illusione, ma solo l'illusione della ragione (chi ha ragione non passa dalla parte del torto solo per il fatto di perdere pacatezza nella discussione, questo è un falso mito), non vado mai oltre a un tono di voce un po' più alto o deciso e a una maggior foga e veemenza dialettica; in altre parole, non offendo e non meno, di solito. Il fatto di non menare, lo so, lo si dava per assodato, mentre il fato di non offendere, neppure quando ne ricorrerebbero gli estremi, spesso manda fuori giri l'interlocutore, che comincia allora a tirar fuori accuse fantasiose, e a volte offende.

Forse alla base influenza un po' il mio rapporto con gli altri il fatto di sentirmi da sempre molto differente dalla media degli umani, non tanto geneticamente, ovvio (non vengo da Marte, e comunque veniamo tutti dalle stelle, passando poi per l'Africa), quanto moralmente e spiritualmente. Non ho detto migliore, questa valutazione la tengo per me. Ma certamente molto diverso dalla media (non intesa come mediocrità ma come valore medio). Non è snobismo, è un dato di fatto. Pensare che c'è chi si ritiene il numero uno al mondo, ecco io ho solo detto di sentirmi poco simile all'essere umano standard. E' un fatto.

Sono davvero diverso da molti, non millanto. Ho valori, idee e dinamiche sui generis in molti ambiti, non così folli da rendermi insano di mente, non così stravaganti da parere forzate, ma così differenti, spesso, da saltare all'occhio. Ciò non mi ha mai impedito di condurre un'esistenza apparentemente normale e sempre nelle ultime file, mai sul palco a prendere applausi o fischi e comunque a farsi vedere. Di recente (20-25 anni) ho mutato modulo di gioco, è vero, passando da un 4-4-2 o addirittura 4-5-1 a un 4-3-3, quindi ho tolto uno o due centrocampisti per rinforzare l'attacco, ma questo è noto e non molto pertinente, anche se non del tutto estraneo, rispetto a quanto stiamo dicendo.

Infine, penso di essere poco simpatico perché ho idee piuttosto definite (non ho detto immutabili nei secoli) su quasi tutto e perché mi piace discutere o quanto meno non sono il tipo che se tirato in mezzo ci passa sopra. In ogni caso di mestiere non faccio il simpatico, quindi alla fine resta sempre quello di non frequentarmi il sistema migliore per chi davvero non mi sopporta. Sembra impossibile, lo so, ma c'è chi non mi apprezza!

Io, per esempio mi trovo simpatico e, siccome ho gusti ottimi, penso che dovreste prendere in considerazione il mio giudizio


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martedì 4 giugno 2019

Scusarsi

Scusarsi aiuta? Aiuta a recuperare la credibilità e la stima di colui a cui abbiamo fatto un torto?
Scusarsi è un segno di maturità o una dimostrazione di debolezza?
È stato dimostrato che se ci si scusa è più probabile che l’altra persona serbi meno rancore nei nostri confronti.
Ma è anche accertato che in molti casi negare i propri torti è un modo per mantenere una buona opinione di se stessi.
È anche vero che chi ha più autostima meno vive le scuse come una vergognosa retromarcia.
E poi: cosa pensare di chi si scusa comunque, anche se non ha torto o se non pensa proprio di averlo? Calcolo opportunistico?
E di chi non si scusa nemmeno se il torto è palese?

Non vi interessa questo tema? Ok... scusate, eh.


Fonte immagine: pixabay


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domenica 2 giugno 2019

Caro omofobo, sei nato perdente


Cara sentinella in piedi (col cervello seduto), caro cattolico o omofobo laico, caro Modenese o Italiano che ieri hai manifestato con altri tre gatti la mattina per "riparare" (i neuroni di chi discrimina? hai fallito), che in settimana hai vomitato nefandezze su giornali e web e che sempre e ovunque non manchi occasione per scendere in piazza a mostrare al mondo le tue lacune umane e culturali, caro leghista, caro fascista, caro nazista, caro suprematista di 'sta cippa, io non scendo in piazza per chiedere un favore, e non lo chiedo a te. Ti è chiaro il concetto o urge un disegnino?

Io scendo in piazza per rivendicare un diritto che mi spetta e che finora mi è stato negato da Stati vigliacchi fatto di vigliacchi, schiavi di impressionanti limiti mentali e di una confessione religiosa antiumana, e da persone come te che non perdono occasione per spruzzare il loro odio e la loro intolleranza sui fiori della vita, facendosi forza di dogmi farlocchi inventati da quattro scappati di casa e generalmente identificati col termine di "religione". Gesù non ha mai detto quel di cui tu cibi il tuo stanco cervello e se ti incontrasse ti prenderebbe a schiaffi dalla mattina alla sera, in un coro di angeli plaudenti.

E per rivendicare quello che mi spetta e che prima o poi, che ti piaccia o no, avrò, io scendo in piazza come diavolo mi pare, in giacca e cravatta o col birillo dipinto di rosso e in bella vista. Se tu scendi in piazza con la tua faccia e quelle idee da vomito che si rincorrono nel tuo cervello fra gli ampi spazi lasciati liberi dai radi neuroni affaticati, io potrò ben scendere in piazza con le tette al vento.
Vestito come un lappone o nudo come sono nato avrò sempre ragione e mi spetterà sempre quel diritto che tu non vuoi mi sia riconosciuto. "I diritti sono come il sole, se io mi abbronzo a te non tolgo nulla."
Perché il modo in cui mi vesto quando rivendico un diritto non inficia la mia rivendicazione. Io sono libero di chiedere quel che mi spetta saltando e ballando o sfilando muto e triste, vestito o nudo, a piedi o volando. Io non chiedo, io pretendo quel che tu hai e che spetta per diritto naturale anche a me. Sei tu il ladro, l'usurpatore, il violento, il cattivo. Pensa tu a dotarti di idee migliori, perché le idee sono il vestito dell'anima e tu, in questo campo, fai un po' schifo.

Noi non ci fermeremo mai, come non ci siamo fermati quando abbiamo dovuto combattere contro la schiavitù, la discriminazione razziale, il nazifascismo, l'oscurantismo. Noi combattiamo con la forza delle nostre semplici e meravigliose idee. Abbiamo vinto tutte le battaglie e vinceremo anche quelle ancora aperte. Perché tu e i tipi come te hanno la parola sconfitta tatuata in fronte. Siete perdenti, avete una visione delle cose del mondo che farebbe impallidire le nostre antenate scimmie.
Le vostre idee vi qualificano come appartenenti a stadi evolutivi nettamente inferiori: non è disprezzo, il nostro, badate bene. E' empatia, è compassione, è vicinanza.

Noi non vi odiamo, né vogliamo vendicarci. I violenti siete voi. Noi vi amiamo, come si ama il cretino che sbaglia e che, ahimè, è sempre un essere umano, quindi con diritti e doveri pari ai nostri.
Ma voi perderete. Avete già perso, siete sconfitti che camminate.
Noi camminiamo a testa alta, petto in fuori e cuore sereno, voi curvi e gravati dall'ombra umida e pesante di pregiudizi orribili e lacci mentali che tolgono ossigeno.

Nei vostri salotti avete il crocifisso, sul comodino i rosari, nel cuore una steppa, gli occhi due vetri, il sorriso una tagliola. Cianciate di amore e famiglia e seminate odio. Non sapete di cosa parlate. Smettete di andare a Messa e di pregare, state offendendo Dio, oppure venerandone uno sbagliato e malvagio che, una volta morti, vi mangerà.

Love & Peace
LGBT
L'omofobia è violenza, non è un'opinione.

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