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domenica 17 dicembre 2017

Che poi io il 14 ho festeggiato

Che poi io il 14 ho festeggiato, per l'eliminazione dalla Coppa Italia del 13. E no, non mi sono partiti i neuroni.
Il fatto e' che alcune cose non sono andate per il verso giusto, e' vero: il fatto di essere stati eliminati, per esempio. Il fatto di aver cominciato a giocare dopo 20 minuti e non da subito. Il fatto di essere stati imprecisi e sfortunati (due pali e altre occasioni). Il fatto di non aver schierato da subito tutti i titolari (scelte societaria che non approvo), l'errore tecnico di Murru e quello di Regini, i due rigori dati un po' cosi', specialmente il primo che ha visto solo l'arbitro e qualche fiorentino ottimista.
Ma tante cose sono andate benissimo: abbiamo sviluppato, nei restanti 70 minuti, il nostro gioco in maniera mirabile, abbiamo giocato meglio dei viola, avremmo meritato di vincere senza ombra di dubbio e invece abbiamo perso a causa di due rigori, uno dei quali al 91'.E abbiamo avuto la forza di recuperare due volte il risultato, pur giocando fuori casa.
E poi, aspetto mai secondario per me, oltre a uscire a testa alta dal rettangolo verde in virtu' del gioco espresso (tolti i primi 20 eh (nei quali comunque la Fiorentina è stata sulle sue, dopo il gol lampo), ci siamo comportati da squadra, siamo stati corretti e sportivi, abbiamo rispettato avversari e arbitro, anche se alcune decisioni sono state francamente penalizzanti per noi. Abbiamo onorato insomma la casacca che indossiamo, che non dimentichiamo reca al centro, sul cuore, lo stemma di Genova.
Pertanto, pur dispiaciuto per aver dovuto abbandonare una competizione che tante volte in passato ci ha visto assoluti protagonisti e trionfatori, pur conscio del fatto che questo torneo e' stato anni fa strutturato in modo da facilitare la vittoria finale di una delle 3 o 4 squadre piu- ricche della serie A, e pur sapendo bene che certi errori di concentrazione e tecnici andrebbero evitati, non ho potuto davvero esimermi dal festeggiare con due paste e un bicchierino. Perche' la nostra bandiera ha sventolato fiera. Poi certo, avessimo vinto, avremmo avuto tutto questo e anche la qualificazione, i miei neuroni ancora ci arrivano a capirlo. Tuttavia, vincere comportandosi male o disonorando i colori societari avrebbero rovinato il gusto della vittoria, ecco perche' per me certi valori vengono prima del risultato, se poi arriva pure quello meglio. Ragiono così perché sono blucerchiato è dna. Ma nelle possibilita' di un giocatore non c'e' quella di decidere il risultato, che dipende da molti fattori. E fino a quando un match terminera' con un 1, una X o un 2, non mi stupiro' piu' di tanto...
Ecco perche' il motto "vincere e' l'unica cosa che conta" in casa Samp e' alieno come un pesce su un albero. Come amava dire il nostro amato presidente Mantovani, che ha formato ai sani valori sportivi intere generazioni di tifosi, "siamo attrezzati per vincere, ma non a qualunque costo"... e come disse Vialli il giorno dello scudetto del '91 "abbiamo dimostrato che si puo' vincere anche da galantuomini, solo bisogna aspettare un po' di piu'".

autore: mauroarcobaleno (blog.mauroarcobaleno.it) Per tornare alla home page clicca qui. Se questo blog ti interessa e vuoi essere aggiornato sui suoi contenuti iscriviti al mio feed oppure seguimi via mail. Se vuoi segnalare questo articolo clicca sul titolo del post e vai a fondo post.


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