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venerdì 4 dicembre 2020

DPCM: sotto c’e’ una logica, quindi lo rispetto


Le leggi sono per forza “generali”.

Facciamo un esempio. Io potrei benissimo passare il Natale con mamma anziana e fratello: davvero non farei correre rischi a nessuno. Saprei come fare e lo farei. Ma se non vi fossero restrizioni, molti farebbero pranzi senza distanza o mascherina, e magari tavolate da 30 persone.
Sarebbe carino se il premier dicesse: Mauro so come agisce e può fare il Natale con mammà, Piero e Siria invece no perché si comportano sempre da cazzari. Ma questo non è possibile.

Se il premier dicesse: potete uscire dal Comune ma il 25 sono vietati i pranzi con non conviventi, io non lo farei a Natale, ma molti sì, e siccome non si può bussare alla porta di milioni di famiglie, è necessario inventarsi una regola come quella che impedisce di oltrepassare il Comune nei giorni 25, 26 e 1. So bene anche io che in questo modo non si impedisce a chi ha i nonni nel Comune di fare un pranzo (rischioso) con loro, e che comunque si avvantaggia chi abita in un comune grande e si penalizza chi abita in un comune piccolo. Ma per forza una legge generalizza. E una legge è essenziale perché il senso di responsabilità delle persone non è sufficiente, nel complesso: per una persona saggia ce ne sono almeno tre irresponsabili.

Quindi criticare una legge che vale qualche settimana per le sue incongruenze (che ci sono) non ha senso: non si può davvero far di meglio. In questo modo si impediscono molte occasioni di contagio, sebbene non tutte; senza restrizioni, se ne verificherebbero moltissime di più.
Cosa impedirebbe del resto a molti di fare una tavolata con nonni, zii e cugini cinque o sei giorni prima di Natale, quando addirittura ci si potrtà spostare fra regioni? Sarebbe un’occasione per farsi gli auguri e scambiarsi i doni da aprire poi sotto l’albero. Nulla lo impedirebbe. Ma sarebbe stupido.
Ecco quindi che io non lo farò, pur potendolo fare. Non lo farò non perché ami le restrizioni (le odio), ma perché se vedo una logica dietro una legge, e se vedo che chi decide lo fa in maniera trasparente e saggia, fa del suo meglio insomma e per un fine condivisibile, passo sopra le inevitabili incongruenze e rispetto la legge, riconoscendo ad essa un valore. Se, viceversa, un governo decidesse norme discriminatorie (per esempio), disubbiderei. E’ dunque la logica che intravedo sotto la legge e la condotta sin qui tenuta da chi dirige che mi spinge a rispettare quel che viene deciso, sebbene non sia gradevole e abbia tratti di illogicità e incongruernza. 

Il punto è che non si tratta di leggi di un governo che ha usurpato il posto di quello precedente e che quindi chi vota (sic) Lega, Fi, Fdi deve sentirsi in dovere di dileggiare e violare. Si tratta di leggi di un governo legittimo (ovvio) che governa bene una situazione difficile. La lotta non è contro Conte o i 5s, ma contro il virus e contro la scemenza della maggior parte della gente e l’inevitabile stupidità complessiva di qualsiasi massa.

In una comunità accade sempre che i coscienziosi e gli onesti paghino per quelli che sono irresponsabili e disonesti: vedi l’evasione che ci ruba il futuro e inquina il presente. Certamente si potrebbe far molto di più per punire irresponsabili ed evasori, ma in una democrazia vi sono dei limiti e inoltre non è certo una fase di pandemia il periodo ideale per cercare di cambiare specifiche così strutturali di questo disperante Paese, ammesso poi di volerlo davvero fare. Non resta quindi che agire come Conte sta facendo, grosso modo. Non si impediranno tutte le situazioni di rischio, ma si ridurranno di parecchio. Non si faranno contenti i responsabili, ma si impedirà agli sciagurati di fare troppi danni.

Il fatto di poter pranzare al ristorante il 25 e di non poterlo fare coi nonni (se fuori Comune) pare una cavolata e forse lo è, ma rientra nelle conseguenze del fatto che Conte non è un dittatore. E’ sottoposto a pressioni inaudute da parte di più poteri forti e non può non cedere su qualcosa. Ha chiuso gli impianti di sci, impedisce lo spostamento tra regioni per 15 giorni, quello fra Comuni nei tre giorni chiave, impone la quarantena a chi rientra dall’estero dopo il 7, tiene quasi tutte le regioni in rosso o arancio fin quasi a Natale, ha imposto due lockdown (uno duro e lunghissimo, uno meno lungo e più modulato) in pochi mesi: qualcosa deve cedere, non ha i poteri forti, e non vorremmo che li avesse. Se poi deve cedere a preteste sciocche di idioti totali, dovremo cercare di farcene una ragione. E’ già tanto in una fase come questa avere un governo accettabile, forse avere anche un’opposizione, un sistema dell’informazione e un establishment accettabili, responsabili e collaborativi sarebbe chiedere troppo. Forse.

autore: mauroarcobaleno (blog.mauroarcobaleno.it) Per tornare alla home page clicca qui. Se questo blog ti interessa e vuoi essere aggiornato sui suoi contenuti iscriviti al mio feed oppure seguimi via mail. Se vuoi segnalare questo articolo clicca sul titolo del post e vai a fondo post.


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