Tutti hanno diritto di manifestare liberamente il proprio pensiero con la parola,lo scritto e ogni altro mezzo di diffusione (art.21)

* HOME * CHI SONO * REGOLAMENTO * COSA HO APPENA [RI]LETTO * COSA HO APPENA [RI]VISTO, [RI]ASCOLTATO *
MI PIACE * FB 1 * FB 2 * SCRIVIMI * CONDIVIDO * DEFINIZIONI * FONTI * ALIZEE *


.
Se trovi interessante quel che scrivo non sai cosa ti perdi su Twitter e Facebook.
Se non mi trovi interessante, lo accetto, ma hai un problema! :-)

giovedì 10 agosto 2023

Vivere è fingere





Fingono tutti. Anche voi.
Fingono gli estranei, per i quali comunque conti zero.
Fingono i parenti, per i quali spesso sei un inciampo obbligatorio.
Fingono gli amici, anche i migliori.
Non ti dicono mai quel che pensano davvero.

Semplicemente, i parenti e gli amici sono più cauti, più delicati. Fingono meglio perché non vogliono ferirti (troppo) e allora si impegnano di più di quel che fa un estraneo. Ma fingono pure loro.
Ti stimano poco ma non lo danno a vedere (o meglio: lo cogli sotto traccia se sei particolarmente ricettivo). Non condividono le tue scelte ma fingono di apprezzarle. Pensano che stai buttando la tua vita ma sono comprensivi. Ti ritengono un maiale però ti salutano con affetto (a volte un po’ plasticoso). E i peggiori parlano male di te alle tue spalle, spesso solo in famiglia, a volte anche con estranei.
Tu parli loro dei tuoi problemi lavorativi e loro pensano, sotto quello sguardo di grande ma finta partecipazione: è un incapace e non combinerà mai nulla. Tu parli della tua solitudine e loro pensano: e allora quella bionda con cui te la fai di nascosto? Guarda che ti ho visto eh, porco!

E’ penoso quando capisci che anche quell’amico, sotto sotto, non ti stima. O esce con te stasera anche se non aveva molta voglia. O quando una donna, che ti piace pure, fa un sorriso involontario che però ti dice alcune cose spiacevoli... Perché fingere è prassi, ma richiede un’applicazione; se manca, si apre una breccia e se sei veloce puoi vederci dentro molto bene e stare male

Anche tu fingi e, alla fine, anche io, anche se ho scritto questo post e anche se cerco (davvero) di fingere il meno possibile. Fingo perché sono sempre allegro e scherzoso e invece dovrei sparire da questo mondo. Perché parlo di futuro e so che non lo avrò, perlomeno di raccontabile. Perché fingo di avere un obiettivo, di essere ancora in strada, e tu non capisci che è falso, perché io fingo poche volte ma bene, perché so applicarmi. 

Fingo perché fingo di non accorgermi che fingi...

Alla fine è tutta una finzione, anche tra amanti o coniugi. Anche tra genitori e figli: sono molte le cose non dette, i segreti tenuti nascosti, le cose che non si confessano. Ci tradiamo tutti più volte al giorno. Io forse l’ho capito meglio di altri, quindi sto peggio.

Quando ti incontro e parlo, so se dici una cosa che non pensi del tutto. Capisco se mi disprezzi dietro quel sorriso. Intuisco se di me non ti importa nulla, bella morettina, mentre io per te farei sacrifici non comuni, in caso di bisogno, e mica per avere una ricompensa, ma solo perché lo sento. Ma tu dopo due secondi che mi hai salutato mi hai già cancellato dal tuo orizzonte sentimentale. E tu, amico di una vita, non mi cerchi più, del resto è fatale prendere prima o poi strade diverse, no? E tu che ti sei sposato o sposata adesso non esisti più per quelli che prima erano il tuo mondo.

Allora non è possibile avere un rapporto vero? E’ possibile, ma col tempo rischia di corrompersi. E comunque è raro averlo, e anche il più vero (o il meno fasullo) ha ombre. La prassi è quella che ho descritto.

Adesso vi saluto con affetto (e chissà se fingo).

E voi mi ricambierete con un sorriso falso, ma in realtà ve ne fregherete e direte quante boiate scrive questo, non ha proprio niente da fare. Oppure: chissà da dove le copia. O ancora: è presuntuoso e arrogante e ha due like per post. O: sa tutto lui, però non combina niente. O: con questo post vuol mandare un messaggio. O: quanto scrive, ed è noioso. 
Io dirò che non importa se alcuni mi detestano, mi basta poter scrivere e, di tanto in tanto, pubblicare qualcosa di quel che scrivo, e sapere di essere letto, non importa se il giudizio sarà positivo o negativo. E invece mi importa, sapere se apprezzate quel che scrivo, quindi un poco fingo, ma poco: perché alla fine scrivo anche se ho due like, lo faccio da anni, perché è poi abbastanza vero che quel che conta per me è scrivere, non essere osannato o mettere in fila i like degli amici (che, si sa, spesso sono troppo benevoli -non i miei, che non mettono nulla ma credetemi: alla fine è meglio così, non vorrei finire a scrivere perché cerco like...).

Ma il punto non è scrivere o avere appluasi, questo era un esempio. Del resto molti di voi li conosco solo sul web, e alcuni dal vivo ma poco, quindi cosa ci lega se non il fatto di leggerci e commentaci a vicenda? Il punto era la finzione, che informa di sé ogni rapporto umano.

(Img fabriziocaramagna com) 

autore: mauroarcobaleno (blog.mauroarcobaleno.it) Per tornare alla home page clicca qui. Se questo blog ti interessa e vuoi essere aggiornato sui suoi contenuti iscriviti al mio feed oppure seguimi via mail. Se vuoi segnalare questo articolo clicca sul titolo del post e vai a fondo post.


Nessun commento: