Se la stagione è nera è tutto sommato normale perdere un derby (che meritavi di vincere) al minuto 97. La classica ciliegina avariata sulla torta che sa di muffa. Attenzione, ho detto nera, non sfortunata, perchè non è stata una stagione sfortunata, quella della Sampdoria, proprio no.
La retrocessione nella serie cadetta è ormai probabile al 90%: la matematica ancora fornisce spiragli, ma è la logica a chiudere ogni porta. Tuttavia posso affermare in tutta tranquillità che in questa stagione la Sampdoria non ha avuto una particolare dose di sfortuna, né è stata danneggiata dagli arbitraggi o perseguitata dagli infortuni o dalle squalifiche in maniera particolare. E per una squadra che, non facendo parte del gruppo delle cinque o sei squadre che hanno qualche santo in paradiso (o meglio: non facendo parte del gruppo di quelle un errore a danno delle quali puà bruciare la carriera di un arbitro), è davvero singolare che un sostenitore come lo sono io ormai da 37 anni affermi, a retrocessione ormai quasi certa, che non ha senso parlare di arbitri, sfortuna o altro.
Nel decennio d'oro la Samp ha vinto ben 7 trofei e ha disputato in tutto più di 10 finali italiane ed europee e, francamente, di rado si sono viste vittorie più pulite e, altrettanto francamente, senza l'ostilità di arbitri condizionati da un sistema perverso, i titoli avrebbero potuti essere almeno 9 o 10. Tuttavia quest'anno, partito dalle soglie dei gironi di Champions e finito nel tunnel della B, la sfortuna, gli errori arbitrali, gli infortuni sono stati assolutamente nella media se non sotto: sicchè possiamo dire che se sarà retrocessione, essa sarà stata sportivamente meritata.
E' vero, nelle ultime giornate accadono sempre cose un po' strane, tipo il Cesena che passeggia a Cagliari, il Lecce terzultimo che batte Udinese e Napoli cioè due delle tre squadre più in forma d'Italia, il Bologna che si fa fregare da tutti, il Brescia e il Bari ormai retrocessi che, sebbene volenterosi, non potranno avere le stesse motivazioni di sempre nelle ultime due domeniche: ma sono storture fisiologiche, ingiuste magari, ma che sempre si presentano nei finali di torneo. Quindi ribadisco: la retrocessione incipiente sarà, nel caso, pienamente meritata da un punto di vista sportivo, dato che chi partecipa a un torneo deve accettare il fatto che se si fanno più punti di tutti si vince lo scudetto e se si è nel gruppo delle tre squadre che fanno meno punti di tutti si retrocede. Se poi, oltre a fare pochi punti, giochi in maniera obbrobriosa da mesi e perdi tutti gli scontri diretti in casa direi che c'è poco da dire. Da questo punto di vista il sampdoriano tipo è comunque avvantaggiato: educato ai valori sportivi accetta il verdetto del campo e sa bene che ciò che rende bella la vittoria è paradossalmente la possibilità sempre presente della sconfitta. Giocare senza sapere di poter perdere non avrebbe senso e non darebbe gusto. Dico apposta il sampdoriano tipo perchè anche a Genova abbiamo qualche idiota, qua e là: molti di meno che altrove, ma qualcuno c'è.
Una volta retrocessi (non voglio anticipare i tempi, aspettiamo il morto, ma insomma: forse è meglio prenotare una bara) ci si chiede giustamente perchè, o meglio: di chi è la colpa? E in questo caso, dato che escludiamo sfortuna, arbitraggi, squalifiche, complotti e infortuni, di chi cavolo è la colpa, allora? Del destino, come farebbe pensare il fatto di aver parlato di stagione "nera"? No, di nessuno di questi fattori, anche se magari un po' era anche destino. Dopotutto o io sono un mago oppure non era poi così difficile prevedere quel che io ho previsto, dato che a dicembre (si era quinti) dicevo che non c'era gioco (e senza gioco si va poco lontano; ripeto che all'epoca si era quinti) e dato che a febbraio parlavo di B e che all'avvento di Cavasin parlavo di un 30% di speranze e non di più. Siccome io non porto rogna, sta a a vedere che me ne intendo. E che qualcun altro, che a differenza di me, ha poteri decisionali, se ne intende molto meno...
Le colpe della incipiente retrocessione e della comunque ormai certa pessima stagione sono delle scelte assolutamente idiote effettuate in campagna acquisti (estate e gennaio) e in tutto l'anno da un gruppo di dirigenti che, persa la guida di un direttore esperto, hanno compiuto una serie di errori incredibili e per giunta si sono sempre mostrati arroganti nella loro manifesta incompetenza. E io non dico questo adesso che vedo i risultati, ma lo dicevo mesi fa quando certe scelte furono fatte. Nessuno mette in dubbio l'onestà e la passione di Garrone, ma l'annata 2010-2011 ha messo in luce una sua evidente incompetenza specifica, ancor meglio sua e dei suoi collaboratori (del resto scelti da lui), allenatori inclusi.
Certo, Cassano che fa il Cassano (mai creduto a un suo cambiamento, possono testimoniarlo decine di persone) e la Samp che privilegia l'etica agli affari e pur di rispettare i sani principi in cui crede chiude la vicenda in modo svantaggioso per se stessa hanno contribuito al disastro, ma che dire della vendita in un momento inopportuno e a un prezzo assolutamente ridicolo di Pazzini, della campagna acquisti estiva inadeguata se rapportata all'obiettivo Werder e di mille altre piccole e grandi vaccate? E mettiamoci dentro anche i giocatori che, se limitiamo l'analisi a quest'anno, dimenticandoci di quel che hanno fatto gli anni scorsi, hanno sicuramente mostrato limiti tecnici, tattici e psicologici abnormi. Un velo pietoso sugli allenatori, messi oggettivamente in condizioni non facili, ma altrettanto oggettivamente incapaci di fare alcunchè di buono. Gli unici a salvarsi sono i tifosi, come sempre unici; il vero patrimonio di questa Samp che risorgerà ancora e che però, adesso, è in mano a persone che di calcio, ahimè, non sanno e che, cosa questa ancor meno perdonabile e più preoccupante, non hanno più l'umiltà di ammetterlo e di chiedere scusa per le topiche compiute. E quando perdi il senso dei tuoi limiti, il baratro ti chiama a sè.
Inutile cercare scuse, quest'anno non ci hanno dato una spintarella verso la B i poteri forti, come accadde invece nel 1999. Nè sarà stato il derby a mandarci giù, come crederanno gli ingenui e tutto sommato spassosi sostenitori di quell'altra squadra cittadina che dal dopoguerra in avanti vive della nostra ombra senza vincere nulla. Quest'anno abbiamo fatto tutto noi, il (de)merito è tutto nostro, possiamo dirlo con orgoglio. Mi auguro però una reazione in stile giapponese: i dirigenti che hanno sbagliato vorremmo non vederli mai più a Genova. Quanto ai calciatori, l'unico modo per spazzar via le macerie e ripartire subito bene sarà quello di cambiarne almeno 8 undicesimi: hanno ampiamente avuto la possibilità di mostrare le loro qualità sportive e hanno fallito. Non è il caso di concedere altri appelli.
autore: mauroarcobaleno (blog.mauroarcobaleno.it)
Per tornare alla home page clicca qui. Se questo blog ti interessa e vuoi essere aggiornato sui suoi contenuti iscriviti al mio feed oppure seguimi via mail. Se vuoi segnalare questo articolo clicca sul titolo del post e vai a fondo post.
Nessun commento:
Posta un commento