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martedì 29 dicembre 2015

Oggetti

Gli oggetti non si stancano, sono capaci di occupare in silenzio anche per anni il posto in cui un giorno li hai messi , ogni tanto ci posi lo sguardo ma senza pensarci, sovrappensiero, e tiri dritto, loro non si offendono...

hanno una memoria, questo sì, portano scritto su di loro tante cose, a cui magari ora non vorresti pensare... il loro modo di fartela pagare, o di farti sentire che ci sono, è proprio questo: dopo dieci anni li noti e sprofondi in un piccolo baratro domestico, in un inferno pret-a-porter, poi riemergi e torni alla tua vita con una piccola ferita in più, che poi è una che ferita che già avevi e sul quale per un attimo hai versato un po' di sale. Ogni oggetto non è mai neutro, può rallegrarti, regalarti un sorriso al ricordo di un episodio piacevole, ma può anche aprirti il cuore in due senza anestesia. Non li buttiamo per scrupolo, li mettiamo lì, ma non ci rendiamo conto che stiamo seminando la nostra vita, la nostra casa, di mine silenziose e letali. Ci circondano, riempono il vuoto delle nostre case, arredano un mobile, un muro, salvano dall'anonimato un angolo o una credenza, oppure marciscono in fondo a un cassetto o sotto una pila di masserizie in un armadio ammuffito... sono questi quelli più cattivi, quando frughi nel cassetto e te li trovi davanti agli occhi sono spesso i più feroci nel dilaniarti, forse perchè nemmeno l'onore di godere della luce e degli sguardi degli ospiti occasionali gli hai dato. Un oggetto non è mai un oggetto, è un mondo nel mondo della tua vita su questo mondo.

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Ti ricordi di quando mi hai acquistato? Era un giorno di pioggia, eri felice, avevi appena lasciato Firenze alla volta di Arezzo, pensavi sicuramente a dove mi avresti messo, e di certo non era quassù... O ricordi di quando mi hanno regalato a te? Sì, è stata lei... all'epoca non l'avevi notata, poi sappiamo come è andata, adesso solo parlarne fa male... Io sono qui da almeno vent'anni, mi avrai tolto la polvere cinque volte in tutto questo tempo, meccanicamente, senza notarmi davvero, ho visto più volte nei tuoi occhi il lampo di chi si chiede se è meglio buttarmi o no e poi rinuncia per pigrizia o per scrupolo, non si sa mai, potrebbe essermi utile (sono una lampada), potrei regalarlo... Non mi hai mai usato per lo scopo per il quale sono nato, mi avrai acceso due volte all'inizio giusto per vedere che effetto facevo e se ti avevano regalato una cosa che funzionava o no, hai preferito accantonarmi per riempire un vuoto con la mia espressione forse buffa per te, adesso è il momento di vendicarmi, ti investo coi ricordi che mi porto marchiati addosso e che per te sono come lame affilate e incandescenti che ti attraversano gli occhi e ti bruciano la mente, ti apro davanti il baratro di un tuo passato, uno dei tanti, uno dei possibili, uno di quelli che non è diventato futuro.

autore: mauroarcobaleno (blog.mauroarcobaleno.it) Per tornare alla home page clicca qui. Se questo blog ti interessa e vuoi essere aggiornato sui suoi contenuti iscriviti al mio feed oppure seguimi via mail. Se vuoi segnalare questo articolo clicca sul titolo del post e vai a fondo post.


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