Che i dirigenti abbiano colpe grandi è assodato, tornarci su è esercizio noioso sebbene necessario. Ci hanno preso per portarci in A in 1-2 anni, ci stanno portando in C, dopo una serie di errori non da poco, il più grande dei quali è stato, non capendo nulla di calcio, non affidarsi a chi ne sa; quando lo hanno fatto è stato, a occhio, troppo tardi. Questo errore è imperdonabile. Se non sai quel che fai, generalmente farai molto male; non ammetterlo, è arroganza, il cui prezzo noi ora paghiamo. La riconoscenza per averci salvato (dal fallimento e da cosa? Dalla D) non può influenzare il giudizio sull’operato deficitario di persone non competenti che ci stanno portando un gradino più su di quella D.
Detto questo, e citati per dovere i soliti 8-10 punti che ci hanno letteralmente scippato, e la sfortuna non banale che ci perseguita (infortuni e altro), restano gli allenatori e i giocatori, essendo i rifosi non solo gli assolti per definizione, ma i veri eroi e le vere vittime di questa situazione: noi meriteremmo di giocarci ogni anno lo scudetto, siamo qui a vedere una vittoria ogni sei mesi.
Gli allenatori sono stati tre prima degli attuali: nessuno ha fatto errori gravi, tutti hanno fatto errori e non molto di buono; è bastato per portarci dove siamo, però. Gli attuali sono troppo pure per noi, francamente, e sono qui per amore, stanno facendo di tutto: non potrò mai addebitare loro alcuna colpa. Saranno gli unici a uscirne a testa alta, assieme a noi tifosi e alla “maglia”, spesso non onorata, ma sempre fulgida.
I giocatori, alla fine, sono i colpevoli principali dello scarso rendimento tecnico, tattico e agonistico della squadra: perché nonostante una dirigenza che va a tentoni (sta imparando -poco e a nostre spese), allenatori solo normali, sfiga e solite direzioni di gara “calciopolosche” (possibile che in questo Paese di buffoni ne dobbiamo subire almeno una decina all’anno, poco più poco meno?), in campo, come si dice, vanno loro, e loro hanno mostrato limiti caratteriali, psicologici, motivazionali notevoli che li hanno portati a rendere molto meno di quello che avrebbero potuto perché se una cosa è certa è che come rosa non siamo da C nemmeno se sogni, ma una squadra non è la semplice sommatoria di undici o ventidue individui, è molto ma molto di più e noi, reduci da quindici anni d’oro zecchino, lo sappiamo bene.
Questi giocatori, questi allenatori (fatto salvo lo staff attuale) saranno sradicati dalla nostra memoria collettiva. Non ci saranno memories, fotografie, retrospettive su quello che hanno fatto, e sapete perché? Perché, ciascuno nel suo piccolo, e chi più e chi meno, non hanno dato tutto e questo, a Genova dai quattro colori, è gravissimo. Non esiste cosa peggiore, nessuna sconfita è peggiore di questo per noi. Spero che questo fatto sia chiaro, ma so che non lo capirete, cogliere la particolarità della nostra realtà non è per tutti.
Oggi, con i grigiorossi, piuttosto antipatici (Pickel non ha fatto che lamentarsi e non ha preso neppure un giallo per la sua permanente rottura di cogli0 -ni), con una telecronaca non assurda come spesso capitava fino ad alcune settimane fa ma nemmeno perfetta e con un arbitro (5,5) del tipo “imparziale ma di qualità rivedibile” (gli altri, nella mia classificazione scientifica di B, sono “quelli che arbitrano bene e hanno qualità” -rari- e “quelli che ti affossano con errori non spiegabili” -quindi non sono errori-, e di questi ce ne capitano sempre troppi, anche se la categoria più frequente è la prima che ho citato) abbiamo giocato un buon primo tempo davvero (bel gioco, bell’atteggiamento, 4 occasioni grandi a 1, si meritava di andare sul 2-0). Non ci siamo riusciti e nel secondo tempo abbiamo giocato poco, forse non ne avevamo più, senza però subire granché. Ma a noi adesso servono i punti a pacchetti di tre, quindi questo pareggio evita di condannarci stasera, forse, ma non sposta molto, se non vai a battere Catanzaro e Salerno.
Avessimo giocato così a Carrara (almeno come nel primo tempo odierno), per dirne una, avremmo vinto seccamente; ma non lo abbiamo fatto. Oggi sì, ma davanti c’era la Cremonese.
In verità, sulla carta, avremmo avuto e avremmo anche ora, tranquillamente (e sottolineo tranquillamente), la capacità tecnica e tattica, nonchè la forza morale di un ambiente paradisiaco per chi vuol giocare a calcio, per salvarci con agio (anzi, avremmo potuto puntare almeno ai playoff). Ma non riusciamo a tradurre questa potenzialità in eventi fattuali e abbiamo sopra elencato le colpe. Ce l’avremmo anche ora, perché possiamo tranquillamente fare 5-6 punti nelle restanti tre. Ma in potenza, ecco il punto. Come accade non proprio di rado, retrocederà una squadra che se leggi i nomi dici che è una roba impossibile, ma ci è già successo anni fa, il calcio è così.
Lo stipendio arriva lo stesso, fare di undici uomini una squadra è una cosa non facile e ci vuole materiale umano predisposto a questo. Ma il materiale umano, e altre mille cose, non le ho scelte io. Io però non avrei il denaro per fare scelte, quindi occorre prendere quel che viene: la C, la demenza senile (presente anche e soprattutto nei giovani) dei complessati e patetici tifosi a due colori, i discorsi idioti di chi, giornalista o cazzaro comune, non sa quasi nulla di noi e pontificherà. Va bene così, ce la faremo. Dalla C risaliremo, è certo. Chi ci ha portato qui, invece (calciatori, allenatori, dirigenti, sistema arbitrale, un certo titolare di apparati filtranti e il delinquente non filtrato) da questo abisso morale non si toglierà mai.
Come quel tale che si inventò un rigore a Bologna (lo ammise) e quello che si inventò una punizione a Londra (lo riconobbe); quei figuri che cambiarono il regolamento della qualificazione a un posto Uefa a campionato inoltrato per favorire una nota squadra bicolore; quei pagliacci che molte volte, in molte partite, ci hanno affossato di proposito per obbedire ai desideri degli squali di uno sport infetto; chi si è venduto (letteralmente e reo confesso) il derby pugliese e ci ha condannato alla B; chi è rimasto a guardare mentre trafficoni vari ci stavano spolpando e sarebbe dovuto intervenire per legge, o per amore e senso del dovere e nulla ha fatto.
Siete tutti coperti di fango, la faccia e il sedere, francamente indistinguibili. Noi no, al massimo saremo solo in C.
autore: mauroarcobaleno (blog.mauroarcobaleno.it)
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