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domenica 25 maggio 2025

Diamoci un taglio, l’ultimo

Alla fine, cosa ci vediamo a fare? Meglio non vedersi. Ci sentiamo tutto l’anno sui social o su Uozapp, anzi quasi ogni giorno; ci chiamiamo al telefono una volta l’anno o meno, vedersi (addirittura di persona, Dio mio!) ogni tot mesi è controproducente: rovina l’immagine che abbiamo cristallizzato l’uno dell’altra o dell’altro e ci costringe ad entrare in contatto con l’alter ego, quello reale, quello che conosciamo meno e che è diverso da quello che ci scrive o ci manda le faccine e mette i laic. 

Le amicizie oggi non hanno bisogno del contatto fisico, nemmeno del contatto visivo: se proprio si deve, c’è Zum o meglio ancora le foto postate su Feisbuc o Insta. Figurati se ho bisogno di far due passi con te, di guardarti negli occhi, di ascoltare la tua voce, o di prendere un prosecco o una pizza: è roba dell’altro secolo. Oggi ti taggo, ti mando un link, ti scrivo due righe e due emoticon: e la vita procede. Se proprio sono ispirato, ti racconto una cosa via mail, ma già la mail è roba antiquata, tipo una stretta di mano o un abbraccio: quasi sconveniente.  Nessuno ha voglia di averti davanti, si preferisce interagire virtualmente. 

Alla fine, vedersi dopo molti mesi e sapere che poi non ci si vedrà più per mesi è deleterio: crea aspettative. E poi c’è il rischio che io apprezzi la tua presenza o tu la mia, o financo che mi innamori se sei del sesso che cerco: sono rischi da evitare con accuratezza. Potremmo scorprire di avere interessi in comune e di aver piacere di coltivarli insieme: l’inizio della fine. Siamo sposati, quindi per definizione abbiamo rinunciato a essere persone, ad avere una vita che non sia dentro la gabbietta. In occasione di ricorrenze, ci facciamo puntualmente, da brave persone civili, gli auguri con messaggi originali e spiritosi e ci mandiamo un regalino per posta o con amazzon: direi che pretendere di più sarebbe da originaloni.
Se proprio dovrà essere, verrai al mio funerale, quello sì, anzi no: perché vi ho liberato dall’obbligo in un post di qualche settimana fa, ricordi? Semmai, verrò io al tuo, tanto in questi casi non correremo il rischio di vederci, e questo è ciò che conta davvero. Fare una manciata di chilometri per passare qualche ora insieme è follia. Ma anche se abitiamo vicini, uno spritz o una passeggiata sono davvero troppo. Io so che ci sei, tu sai che ci sono. Due chiacchiere su argomenti futili via smartphone e poi ognuno nel suo guscio. Chiamami se hai bisogno di aiuto, tanto so che non lo farai e so che non me lo darai.

La presenza fisica è stata sopravvalutata per secoli. Un tempo erano le distanze e la scarsità e arretratezza dei mezzi di trasporto a rendere più facile mantenere questo distacco essenziale; oggi abbiamo finalmente gli strumenti per poter essere “amici” senza frequentarci: adoro il progresso!
Io non ero di quest’idea, ero ancora uno di quei fissati che avrebbe voluto vedere più spesso i cosidetti amici o amiche, ma mi son reso conto da solo che la mia visione era superata: il mondo ormai viaggia su binari diversi, e vedersi, a meno che non si debba fare qualcosa di sporco, è inutile, anzi sconsigliabile. E anche nei casi citati non sarebbe male prendere confidenza col sesso a distanza o virtuale: potrebbe dare grandi soddisfazioni ed eliminare una delle ultime remore alla voglia di abbracciare con gioia questo nuovo mondo senza più relazioni personali dirette.

In fin dei conti, l’altro da noi è sempre qualcosa difficile da accettare fino in fondo. L’assenza di contatto fisico, o anche solo di visione diretta, rende più accettabile avere un rapporto. Presto, non dovremo neppure più uscire per andare a lavorare, perché non ci sarà più lavoro o quasi. Vivremo con un reddito statale di base e ci faremo portare sul divano tutto quello di cui necessitiamo da robot servizievoli. Questo ci toglierà la tentazione di uscire per strada e abbracciare la prima che passa, o di chiedere a un amico o a un’amica di uscire una sera. In fin dei conti prendere una boccata d’aria, alzare gli occhi al cielo, sentire il sole sulla pelle sono tutte operazioni superflue, superate e che possono portare solo rogne mediche o di tipo meteo. Sono buffonate per tipi eccentrici; sono stranezze di chi ha chissà quali secondi fini.

Dato che già siamo a un passo da un mondo fatto così, e che già ci vediamo una volta ogni morte di Papa, per non costringere i poveri cardinali che vivono in attici di 500 mq a riunirsi spesso per farsi una grigliata, facciamo il passo decisio e non vediamoci più.

Ci ricorderemo come eravamo, non ci vedremo invecchiare, non ci vedremo morire: verremo a saperlo a cose fatte, magari ci dedicheremo un pensierino su Feisbuc e faremo tanti laic; fino al trapasso, ci scambieremo qualche riga e per il resto ognuno andrà all’infer -no seguendo la sua personale, originalissima via.

autore: mauroarcobaleno (blog.mauroarcobaleno.it) Per tornare alla home page clicca qui. Se questo blog ti interessa e vuoi essere aggiornato sui suoi contenuti iscriviti al mio feed oppure seguimi via mail. Se vuoi segnalare questo articolo clicca sul titolo del post e vai a fondo post.


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