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domenica 23 agosto 2015

Le mamme di oggi


Oggi le mamme non sanno più sacrificarsi. I babbi nemmeno ma loro non hanno mai saputo farlo più di tanto. Come tutte le generalizzazioni, anche questa conosce eccezioni, ma centra l'essenza del problema, che poi è il nostro scopo.
Per oggi intendo l'epoca attuale, paragonata a quelle precedenti, in particolare agli anni '50-'70 (un'altra epoca che conosco bene, oltre a questa).

Una volta se decidevi di mettere al mondo un figlio sapevi che la tua vita sarebbe cambiata e la tua vita cambiava effettivamente. Se pensi che questo cambiamento, tirate le somme, dia un totale negativo, perché diavolo fai un figlio? E se lo hai scoperto a tue spese dopo il primo, perché raddoppi o triplichi? Non riesci a controllarlo?
Il totale è positivo, ma il quadro cambia come dal giorno alla notte, e tu non sei preparato a questo, mio caro. Acquistare un condom no, che fa perdere di sensibilità (ma de che?) o che vuol dire che allora lui mi considera una di quelle (neuroni difettati), ma fare un figlio e poi annaspare per dieci anni quello sì, vero? complimenti. Continua con il coito interrotto, equivale grosso modo a un guantino rotto, ne ha messi al mondo più lui che l'ostetrica più instancabile.
Nasce una creatura che ha bisogno di te 24 ore al giorno e di cui ti dovrai occupare massicciamente per i primi vent'anni, tendenzialmente per sempre. Non hai più il tempo libero che avevi prima, se poi lavori fuori casa non ne parliamo. Devi dire addio alla vita di prima fatta tutta di uscite con gli amici, disco, cinema, scampagnate, shopping, notti bianche, raid in moto, concerti e happening, cene e cenette. Certo, qualche volta uscirai, ma dovrai organizzare bene la cosa ed essere pronta ai più imprevedibili imprevisti dell'ultima mezz'ora capaci di far saltare un progetto di giorni; qualche volta potrai lasciare il bimbo ai nonni, o al marito, o a una baby-sitter, ma quel che prima era norma ora diventa eccezione. Conquistare due ore di libertà al giorno adesso è un'impresa, prima era la tua vita.
Non puoi pretendere di portare il bimbo piccolo a teatro, in disco, alla notte bianca o comunque sempre con te: ha le sue esigenze, deve mangiare a una certa ora, fare la cacca, andare a dormire presto, non parliamo poi delle coliche dei primi mesi, delle febbriciattole dei primi anni, dei vomiti in auto, dei capricci che sono sempre in agguato e che a volte durano decine di minuti e per fronteggiare i quali, in pubblico, hai sempre poche armi a disposizione. E delle sue esigenze, che non sono propriamente quella di godersi Ibsen o gli One Direction a 100 decibel o i fuochi d'artificio alle undici della sera in mezzo a una calca immane e immonda.
Ma tu, quando decidi di fare un figlio, devi sapere che la vita è un percorso a fasi e adesso ne comincia un'altra, fatta di gioie e sacrifici prima sconosciuti, ma diversissima da quella precedente tutta ca*zatelle. Una cenetta con le amiche prima era la base, adesso una perla settimanale. Un aiuto da tuo marito e due ore di libertà sono il paradiso, prima un riempitivo fra il nulla e il niente.

Chi ha compreso bene questi concetti? Quasi nessuno, diciamo 1 o 2 persone su 20 ad essere ottimisti.
Oggi le mamme fanno un figlio, o due, o tre, ma non vogliono rinunciare a niente, compreso il mare a palla d'estate o la crociera in capo al mondo. Portano il figlio ovunque, o lo mollano a chiunque (nonni in primis, che sono nonni e non genitori, hanno altre età, e un motivo ci sarà no?). Se lavorano, a maggior ragione, come fanno a rinunciare a qualche occasione sociale? E se lavorano in casa, come si può star sempre ad accudire i figli senza mai potersi divertire un pò? Tenuto conto che i mariti in genere sono poco collaborativi o comunque, se anche lo fossero, lavorano otto ore al giorno quindi la sera sono distrutti come e più delle mamme e poi, in genere, molti non sanno neppure interagire con pargoli sotto gli otto anni, ecco che il quadro si fa completo e ha pure una bella cornice.

Il punto è che se hai un figlio non è che devi murarti viva in casa, certo che no, ma devi prendere atto che tante ca**ate non le puoi più fare. Quel che era consuetudine, adesso diventa conquista; quel che era dovuto e poco goduto, adesso e' sudato e molto apprezzato. Allora, portare il mare al figlio tutti i giorni e per tutto il giorno, specie se e' piccolo, e' assurdo; portarlo alla notte bianca o a vedere i fuochi o sempre in giro di qua e di là, per monti e per mari, anche di notte, non ha senso. Portarlo al ristorante e tenerlo al tavolo per ore e' ridicolo, così come eventualmente rovinarsi la cena e rovinarla ad amici e clienti per via dei suoi ciclopici capricci. Puoi farlo una volta, ma deve trattarsi di una volta.
Parlo dei bimbi piccoli, con particolare riferimento alla fascia 0-2 anni, anche se molte cose che scrivo valgono pure per chi di anni ne ha 3, 4 etc.
Devi cambiare vita: adesso sei mamma (o babbo). La vita ti è cambiata, ma tu spesso sei rimasto sempre il deficientello di prima.

Tutto questo vale anche per gli uomini che sono tutto birrette, calcetto, palestra, motoretta e automobile, Champions League e videogame, brico e giretti, etc: si rientra a casa ad aiutare la moglie e magari a darle un'ora di libera uscita, anche se accudire il figlio dopo un giorno di lavoro e' sicuramente massacrante: ma necessario, dato che lo hai messo al mondo. E comunque bello, aggiungo.

Se vuoi godertela alla grande, non fare un figlio prima dei 35 anni (farlo dopo i 40 ha conseguenze negative di altro tipo), strizzati come un limone, prova tutto e più volte, poi però metti la testa a cassetta, oppure non farlo proprio e così risolviamo la questione alla radice.

Un bambino ha bisogno di prendere aria ma anche se non esce tutti i giorni cresce bene lo stesso, specie se fuori fa freddo o c'e' un sole spaccapelle; ha bisogno di interagire con i suoi simili ma non ha senso portarlo la sera in giro dicendo che così si diverte (sei tu che vuoi divertirti) o mollarlo sempre dai nonni, che spesso finiscono per crescerlo più di quanto non faccia tu. Va bene ogni tanto un po' di tv, altrimenti il genitore finisce dritto alla neuro, ma il ragno non deve avere il tempo di tessera una tela fra il musetto dell'infante e lo schermo del tivi'... Un bambino ha soprattutto bisogno di pace e amore, di un'educazione equilibrata e, ok, di stimoli nuovi, ma non quelli dello shopping del sabato sera o dell'apericena con amiche schiamazzanti e struscio sabatino sesquipedale. Valgono più due ore al parco con gli amichetti, anche ogni due o tre giorni, che tutte le sere passate fra apericena e boiatine adolescenziali. Il bimbo deve dormire molte ore, e non deve coricarsi a mezzanotte, nè svegliarsi alle dieci; ha bisogno di orari regolari e di una vita stimolante ma tranquilla. Il sole ammazzapelle del mare di luglio e agosto fa solo male. Inutile che camuffi per sue esigenze le tue esigenze di ragazzo o di ragazza non cresciuta.

Oggi invece vedi mamme che portano i figli ovunque e non rinunciano a nulla. Si vantano, come a dire: sono in grado di portarlo con me ovunque, riesco a fare tutto, e lui si diverte. Dovrebbero invece vergognarsi: sono incapaci di calarsi nella nuova realtà, che hanno scelto.
Sui babbi mi sono dilungato meno, ma qui il caso e' ancora più disperato, perché se su 100 mamme 95 si occupano tanto del figlio (con tutti gli errori citati, magari), su 100 maschi a occhio ne vedo 20 che si dan da fare, e di questi 4 o 5 che valgono più di una mamma; sugli altri meglio non pronunciarsi: fanno meno errori perché fanno meno.

autore: mauroarcobaleno (blog.mauroarcobaleno.it) Per tornare alla home page clicca qui. Se questo blog ti interessa e vuoi essere aggiornato sui suoi contenuti iscriviti al mio feed oppure seguimi via mail. Se vuoi segnalare questo articolo clicca sul titolo del post e vai a fondo post.


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